Geopolitica
Il Cremlino smentisce la chiamata tra Trump e Putin
Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin non hanno avuto una conversazione telefonica sul conflitto in Ucraina, ha affermato il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov.
Il Washington Post aveva scritto domenica che Trump aveva chiamato Putin dopo aver vinto un nuovo mandato come presidente degli Stati Uniti per discutere della sua visione su come la crisi ucraina potrebbe essere sgonfiata. Peskov ha affermato lunedì che l’articolo era un «vivido esempio della qualità delle informazioni pubblicate anche da alcuni rispettabili organi di stampa».
«Questo non corrisponde assolutamente alla realtà. Questa è pura finzione. Questa informazione è semplicemente falsa», ha detto alla stampa.
Kiev aveva precedentemente smentito l’affermazione fatta dal Washington Post nel suo articolo secondo cui il governo ucraino era stato informato in anticipo della telefonata e aveva dato il suo consenso all’impegno tra Stati Uniti e Russia.
«Le notizie secondo cui la parte ucraina sarebbe stata informata in anticipo della presunta chiamata sono false», ha detto domenica alla Reuters il portavoce del ministero degli Esteri ucraino.
Trump aveva affermato durante la campagna elettorale che avrebbe potuto porre fine al conflitto in Ucraina «in 24 ore», se gli elettori statunitensi gli avessero concesso un secondo mandato. A quanto si dice, intende fare leva sugli aiuti militari e finanziari statunitensi all’Ucraina per fare pressione sia su Mosca che su Kiev affinché raggiungano un compromesso.
Come riportato da Renovatio 21, l’amministrazione Biden starebbe ora invece accelerando le consegne di armi a Kiev sfruttando gli ultimi mesi di presidenza.
Il Washington Post ha riferito di una telefonata tra Trump e Putin basata sui resoconti di fonti «a conoscenza della questione», che hanno parlato a condizione di mantenere l’anonimato.
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Geopolitica
Attacco aereo pakistano uccide nove bambini afghani
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Geopolitica
Trump pronto a parlare con Maduro
Il presidente statunitense Donald Trump intende avviare un dialogo diretto con il presidente venezuelano Nicolás Maduro, nonostante la recente designazione di quest’ultimo come capo di un’organizzazione terroristica straniera da parte di Washington. Lo riporta Axios citando fonti dell’amministrazione.
Gli USA hanno ufficialmente etichettato il «Cartel de los Soles» – una presunta rete criminale operante all’interno dei servizi segreti venezuelani – come entità terroristica straniera, equiparandolo ad Al-Qaeda e all’ISIS. L’annuncio è arrivato lunedì dal Dipartimento del Tesoro, che ha ribadito le accuse di lunga data secondo cui Maduro – la cui legittimità è contestata da Washington – dirigerebbe il gruppo.
Sempre secondo Axios, questa mossa di Trump segna un’inversione di rotta nella sua «diplomazia delle cannoniere» verso il Venezuela e potrebbe segnalare che, nel breve termine, sono improbabili attacchi missilistici o operazioni terrestri americane.
«Nessuno ha intenzione di sparargli o rapirlo, a questo punto. Non lo escluderei mai, ma non è il piano attuale», ha confidato ad Axios un funzionario anonimo al corrente dei fatti. «Nel frattempo, faremo saltare in aria le imbarcazioni che trasportano droga. Fermeremo il traffico di stupefacenti», ha aggiunto.
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Non è ancora stata fissata una data per la possibile telefonata tra Trump e Maduro, che è «in fase di pianificazione», ha precisato un’altra fonte USA.
La decisione giunge dopo quasi due mesi di raid aerei americani su piccole navi al largo delle coste venezuelane, che il Pentagono descrive come operazioni contro il «narcoterrorismo» e che hanno causato circa 80 morti.
Il termine «Cartello dei Soli» è emerso negli anni Nonvanta per la presunta corruzione tra ufficiali venezuelani che ostentavano spalline a forma di sole. Nel 2020, durante il primo mandato di Trump, gli USA hanno incriminato Maduro e 14 alti funzionari (attuali o ex) per narcotraffico e criminalità organizzata, accusandoli di gestire collettivamente la rete. Maduro ha sempre smentito le imputazioni e ha avvertito Washington contro una «guerra folle».
Secondo indiscrezioni, Trump ha anche autorizzato una serie di misure per incalzare Caracas e prepararsi a un’eventuale campagna militare su scala più ampia, inclusi operazioni clandestine della CIA contro il regime di Maduro.
Caracas ha denunciato l’accrescimento della presenza militare USA come un’aggressione alla sovranità nazionale e un tentativo di golpe, ponendo le sue forze in allerta massima. Maduro, dal canto suo, ha dichiarato che il Venezuela è pronto a negoziati «faccia a faccia» con Washington.
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Geopolitica
Candace Owens afferma che il governo francese ha dato il «via libera» al suo assassinio
🚨 URGENT Two days ago I was contacted by a high-ranking employee of the French Government. After determining this person’s position and proximity to the French couple, I have deemed the information they gave me to be credible enough to share publicly in the event that something…
— Candace Owens (@RealCandaceO) November 22, 2025
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