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Il cane lupo di Biden manda all’ospedale agenti dei servizi segreti

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Il cane del presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha morso sette persone in un periodo di quattro mesi, tra cui un agente del Secrete Service (l’agenzia deputata alla sicurezza dei presidenti) che è stato ricoverato in ospedale con ferite a braccia e gambe, secondo e-mail interne ottenute da attivisti conservatori.

 

Il pericoloso cane è il secondo degli animali domestici dei Biden che terrorizza il personale la Casa Bianca.

 

L’incidente più grave è avvenuto lo scorso novembre, quando il pastore tedesco detto «Commander» – che allora aveva un anno – ha morso un agente sul braccio e sulla coscia provocandogli «un notevole dolore». L’attacco ha costretto l’agente a proteggersi con un carrello d’acciaio mentre il cane «lo inseguiva nuovamente», secondo un’e-mail dei servizi segreti pubblicata la settimana passata dall’osservatorio conservatore Judicial Watch.

 

L’agente è stato inviato in un ospedale locale dall’ufficio del medico della Casa Bianca ed è stato sospeso dal servizio attivo per tre giorni dopo l’attacco.

 

«Se non fosse stato il loro cane sarebbe già stato abbattuto», ha scritto un amico dell’agente al suo collega ferito due giorni dopo, aggiungendo che «il maledetto pagliaccio ha bisogno di una museruola».

Commander è stato donato a Biden nel dicembre 2021, diversi mesi dopo la morte a 13 anni di età del suo pastore tedesco più anziano. L’altro pastore tedesco di Biden, Major, è stato mandato nella casa di famiglia nel Delaware per aver anche lui morso ripetutamente agenti dei servizi segreti.

 

«Questo è un tipo speciale di follia e corruzione in cui un presidente permette al suo cane di attaccare e mordere ripetutamente il personale dei servizi segreti e della Casa Bianca», ha detto martedì il presidente di Judicial Watch Tom Fitton.

 

Il Commander ha attaccato altre sei persone, mordendo un altro agente sulla gamba una settimana dopo, ha rotto la pelle della mano di un agente il mese successivo e ha morso un tecnico sulla schiena a casa di Biden nel Delaware a gennaio.

 

«Quasi tutti i funzionari nella stanza con me oggi hanno parlato di incidenti specifici riguardanti il ​​cane della First Family», ha scritto un ispettore dei servizi segreti ai suoi colleghi dopo un incontro a dicembre.

 

Tutti gli incidenti segnalati da Judicial Watch si sono verificati tra ottobre 2022 e gennaio di quest’anno. Non è chiaro se Commander abbia sbranato qualcun altro nei mesi precedenti o successivi, ma il cane continua a risiedere alla Casa Bianca.

 

In un messaggio all’agenzia Associated Press, la direttrice delle comunicazioni della First Lady Jill Biden, Elizabeth Alexander, ha minimizzato gli incidenti. La Casa Bianca è «un ambiente unico e stressante» per gli animali domestici, ha scritto, aggiungendo che la famiglia Biden «sta lavorando per rendere questa situazione migliore per tutti».

 

Dopo il ritrovamento della bustina di cocaina – con l’indagine chiusa immediatamente senza trovare colpevoli – ecco un’altra storia edificante dalla Casa Bianca del vegliardo del Delaware, un uomo con evidenti problemi di senilità che epperò ha preso 81 milioni di voti, 10 più di Obama.

 

Come riportato da Renovatio 21, varie fonti indicano che Joe Biden in privato si comporta orribilmente modo nei confronti dei sottoposti. Una sua ex assistente che lo accusa di violenza sessuale è recentemente fuggita in Russia.

 

Il privilegio del clan Biden, insomma, non si estende solo al figlio Hunter, che al momento è riuscito a farla franca nonostante la quantità di materiale ora pubblico  che parla, oltre che della sua depravazione, anche della corruzione dei Biden, chiamata da Rudolph Giuliani, ex procuratore della guerra alle famiglie mafiose, «Biden Crime Family».

 

Il privilegio dei Biden si estende anche ai loro cani: mordono chi vogliono, perfino agenti dei servizi segreti, ma non vi è la conseguenza che affronterebbe un cane comune, e cioè la soppressione.

 

Il che ci riporta ad una battuta del comico Rob Schneider riguardo i problemi di senilità del presidente: «se Biden fosse un cane, lo sopprimerei».

 

«Siamo onesti su questo», ha detto al pubblico durante uno spettacolo. «Se Joe Biden fosse un cane, lo abbatteresti. Lo faresti e basta. Dovresti. Sai, lo porteresti fuori con un ferro da cinque. Guarda quel bel tramonto Fido, e boom, sarebbe finita».

 

 

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La battuta è al limite dell’accettabile e dell’illegale, per lo meno in USA, Paese dove, probabilmente a causa dell’alto numero di presidenti uccisi o feriti da attentati, la legge proibisce di parlare, nemmeno per scherzo, dell’omicidio di un presidente.

 

Lo Schneider, da sempre avversario degli obblighi vaccinali, è un sostenitore di Robert F. Kennedy jr., sfidante di Biden alle primarie democratiche.

 

 

 

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Grave crisi nel mondo degli avvoltoi, il Sudafrica si dispera. Mentre continua la violenza razzista contro i bianchi

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Il governo sudafricano ha espresso preoccupazione per il drastico declino delle popolazioni di avvoltoi, sottolineando che la loro continua diminuzione potrebbe avere serie conseguenze ambientali. Nonostante i problemi che affliggono il Paese – come la cruenta violenza razzista sui bianchi – Pretoria pensa bene di occuparsi dei problemi dei pennuti, e disperarsene.

 

Nel suo discorso di lunedì, il ministro delle Foreste, della Pesca e dell’Ambiente Dion George ha dichiarato che solo nel 2025 due episodi di avvelenamento di massa hanno causato la morte di centinaia di avvoltoi.

 

A maggio, almeno 123 avvoltoi sono morti dopo essersi nutriti della carcassa avvelenata di un elefante nel Parco Nazionale Kruger in Sudafrica. Le guardie forestali sono riuscite a salvare e curare circa 83 degli uccelli sopravvissuti.

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Un altro caso di avvelenamento di massa si è verificato nella riserva di caccia di Lionspruit, a Mpumalanga, dove oltre 100 avvoltoi sono stati uccisi.

 

«Se questi eventi continuano senza controllo, la perdita di migliaia di avvoltoi potrebbe avere conseguenze devastanti per l’ambiente e la salute pubblica», ha avvertito il ministro, invitando i sudafricani a contribuire attivamente alla protezione degli avvoltoi, sottolineando il rischio di estinzione di diverse specie senza un intervento coordinato.

 

Un rapporto di BirdLife International del 2025 stima che gli avvoltoi abbiano un valore economico di 1,8 miliardi di dollari all’anno per la regione della Comunità di Sviluppo dell’Africa Australe (SADC). Il rapporto identifica l’avvelenamento come la principale causa di morte degli avvoltoi in Africa (61%), seguito dall’uso legato a credenze tradizionali (29%) e dall’elettrocuzione da infrastrutture energetiche (9%).

 

Vulpro, la principale organizzazione sudafricana per la conservazione degli avvoltoi, ha registrato almeno 191 incidenti legati alle linee elettriche tra il 2020 e il 2025.

 

Nell’Africa meridionale, l’avvelenamento secondario da carcasse contaminate e le uccisioni per scopi tradizionali continuano a rappresentare gravi minacce: nel 2019, un avvelenamento di massa in Botswana ha causato la morte di oltre 500 avvoltoi in grave pericolo di estinzione, secondo il rapporto.

 

Nel 2024, il Sudafrica ha adottato un piano di gestione della biodiversità multispecie per sette specie di avvoltoi, con l’obiettivo di coordinare gli sforzi di conservazione a livello nazionale fino al 2033.

 

Tuttavia, l’IOL ha riportato ad agosto che venti pulcini di avvoltoio sono nati nella riserva di caccia privata di Shamwari, in Sudafrica, durante questa stagione riproduttiva. Questo risultato segue il trasferimento, un anno fa, di 160 uccelli da Hartebeespoort a nuovi recinti a Shamwari da parte dell’organizzazione ambientalista VulPro.

 

Non solo il Sudafrica pensa ai pennuti invece che agli esseri umani. Aggiungiamo pure che si tratta di pennuti orribili – proprio quello che si dice un brutto uccello.

 

Nel 2022 la divisione per l’uguaglianza della Corte Suprema del Sudafrica ha stabilito che la canzone «Kill the Boers» non costituisce un caso di «incitamento all’odio». Chiedere il massacro di un’intera classe sociale, se non di un’intera razza non è hate speech, se a farlo cantare alle masse è Julius Malema, leader marxista-leninista del partito Economic Freedom Fighers (EFF), panafricanista, anticapitalista, antimperialista, con una certa passione, si dice, per le BMW che guiderebbe anche con un po’ troppa velocità.

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Come riportato da Renovatio 21, ancora due anni fa Musk, che non ha problemi a parlare di un vero e proprio «genocidio bianco» in Sudafrica, aveva accusato il New York Times di supportare gli appelli al massacro razziale in corso.

 

Il principale vettore dell’ascesa del canto genocida è senza dubbio il Malema, che scandisce lo slogan sterminatore saltellando in stadi dinanzi a migliaia e migliaia di seguaci, aggiungendo «shoot to kill», «spara per uccidere» – in pratica la caccia, ma non all’avvoltoio, al bianco.

 

Come riportato da Renovatio 21, vari gruppi boeri da anni ritengono di essere oggetti di una vera persecuzione se non di una pulizia etnica, con abbondanza disperante episodi di crimine, torture e violenza efferata di ogni sorta.

 

Come riportato da Renovatio 21, Ernst Roets, responsabile politico del Solidarity («Movimento di Solidarietà»), un network di organizzazioni comunitarie sudafricane che conta più di 500.000 membri, ha dichiarato che, nonostante le indicibili violenze e torture subite dalle comunità bianche in Sud Africa, nel prossimo futuro «l’Europa sarà peggio».

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Immagine di Derek Keats via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

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Il Canada vuole eutanasia di massa anche per gli struzzi

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Una controversia legata alla gestione di un focolaio di influenza aviaria ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica canadese. Tutto ha avuto inizio nel 2024, quando i proprietari di un’azienda agricola a conduzione familiare nella Columbia Britannica hanno rilevato sintomi compatibili con l’influenza aviaria in alcuni struzzi del loro allevamento. La malattia si è diffusa rapidamente tra gli uccelli, causando la morte di 69 esemplari nel giro di un mese.   Gli struzzi rimasti, tuttavia, non hanno mostrato segni di malattia nei mesi successivi, suggerendo lo sviluppo di una possibile immunità naturale. Nonostante ciò, l’Agenzia canadese per l’ispezione alimentare (CFIA) ha disposto l’abbattimento dell’intero stormo sopravvissuto, considerandolo un rischio per la salute pubblica e per l’industria avicola nazionale.   La decisione ha suscitato una forte reazione da parte della famiglia proprietaria dell’allevamento, che da mesi si oppone al provvedimento attraverso vie legali e mediatiche. La vicenda ha avuto un nuovo sviluppo lo scorso mercoledì, quando la Corte Suprema del Canada ha concesso una sospensione temporanea dell’abbattimento, bloccando l’operazione in attesa di ulteriori decisioni giudiziarie.

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Nonostante la sospensione, gli agenti della CFIA – coadiuvati da oltre 100 agenti di polizia – continuano a presidiare la proprietà, impedendo ogni accesso non autorizzato agli animali. Secondo i proprietari, l’agenzia ha anche vietato loro di effettuare test diagnostici indipendenti sugli uccelli sopravvissuti, con la minaccia di sanzioni che includono multe fino a 200.000 dollari e pene detentive fino a sei mesi per ogni esemplare testato senza autorizzazione.   La CFIA sostiene che la presenza degli struzzi costituisca ancora una minaccia biologica. Tuttavia, alcuni osservatori hanno sollevato dubbi sulle modalità di gestione della situazione. In particolare, è stato segnalato che, nei giorni iniziali dell’intervento, alcuni operatori dell’agenzia sarebbero entrati nell’area senza adeguati dispositivi di protezione individuale, adottando misure di sicurezza più rigorose solo successivamente. Anche le forze dell’ordine, secondo quanto riferito, non avrebbero utilizzato equipaggiamenti protettivi durante le operazioni di sorveglianza.   La famiglia proprietaria della fattoria, denuncia quella che definisce una violazione dei propri diritti. La figlia dei titolari, ha dichiarato: «Non si tratta solo dei nostri struzzi. È una questione più ampia che riguarda i diritti degli agricoltori e la libertà di gestire le proprie terre».   Il caso ha acceso un dibattito pubblico sull’equilibrio tra misure di biosicurezza e diritti individuali, sollevando interrogativi sulla proporzionalità dell’intervento governativo e sulla trasparenza delle valutazioni scientifiche alla base delle decisioni.   Rimane il fatto che il Canada, anche per i grandi pennuti, è capitale dell’eutanasia di Stato che si dirige verso l’eliminazione dei bambini autistici (anche senza consenso dei genitori), i malati mentali in genere, i disabili, i depressi da lockdown, gli angosciati, i poveri – etc. Con contorno di record per le predazioni di organi.   Due anni fa il Canada registrò che una persona su 25 moriva per MAiD, il nome della pubblica eutanasia canadese.   Come riportato da Renovatio 21, un altro caso di eutanasia animale sconvolse gli USA, forse spostando anche qualche voto delle presidenziali: quello dello scoiattolo Peanut, strappato dalle amorevoli braccia del suo addestratore ed eutanatizzato dalle autorità statunitensi.   Perché per il malvagio squirrello che invece terrorizza la California, al momento, non è richiesta la morte di Stato?

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Immagine di Mostafameraji via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Scoiattolo malvagio terrorizza intero quartiere

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I residenti di un quartiere in California stanno mettendo in guardia la comunità locale su «uno scoiattolo molto aggressivo» che ha causato il ricovero al pronto soccorso di almeno due persone.

 

Joan H., abitante del quartiere Lucas Valley a San Rafael, ha riferito di essere stata attaccata di recente a una gamba da uno scoiattolo mentre faceva la sua passeggiata mattutina.

 

«Mi si è aggrappato alla gamba. La coda volava fin qui. Ho pensato: “Toglietemelo di dosso, toglietelo di dosso!” Non volevo toccarlo», ha raccontato la donna, ancora scossa, a KGO-TV.

 

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Un’altra residente, Isabel C., ha riferito di essere stata aggredita proditoriamente insieme a sua figlia dal violento roditore mentre passeggiavano. La donna è finita al pronto soccorso con una ferita al braccio.

 

Marie A. ha raccontato che anche suo marito Joe ha avuto un incontro ravvicinato con il malvagio squirrello quando ha cercato di impedirgli di rosicchiare la loro recinzione di legno.

 

«Ci ha distrutto un bel pezzo di legno e abbiamo pensato: “Mio Dio, ha fame o qualcosa del genere”. Mio marito Joe si è tolto il cappello e lo ha colpito per scacciarlo, ma [lo scoiattolo] si è voltato e gli è saltato in testa», ha raccontato a KRON-TV, sconvolta dalla nequizia di cui è capace l’infernale creatura arborea.

 


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Nel quartiere sono stati affissi volantini per mettere in guardia i residenti sullo «scoiattolo in agguato». «Non è uno scherzo», si legge sui volantini. «Più di cinque persone sono state attaccate da uno scoiattolo molto cattivo negli ultimi giorni a Diablo Circle e sul Monte Lassen».

 

Un rappresentante di WildCare, un ospedale locale per la fauna selvatica, ha spiegato che gli scoiattoli non trasmettono la rabbia. Tuttavia, ha notato che questi animali possono diventare aggressivi quando vengono nutriti dagli esseri umani.

 

«WildCare ha ricevuto numerose segnalazioni di uno scoiattolo che ha attaccato residenti nel quartiere di Lucas Valley a San Rafael», ha dichiarato il rappresentante. «Purtroppo, è molto probabile che lo scoiattolo si avvicini alle persone e le morda perché è stato allevato o nutrito a mano dagli esseri umani, ma ora si trova solo, insicuro su come procurarsi cibo e disperato. Gli scoiattoli sono animali naturalmente timidi».

 

La California, Paese largamente in mano al Partito Democratico USA, è purtroppo un Paese che limita molto il Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che sancisce il diritto del cittadini di armarsi. Forse è per questo che una reazione decisa contro la pelosa prepotenza del brutale parente di Cip e Ciop tarda ad arrivare.

 

In ambienti in cui il Secondo Emendamento, teorizzato e fortemente voluto dal fondatore degli USA Tommaso Jeffersone (1743-1826), è trattato con rispetto, tali fatti non andrebbero nemmeno in cronaca. Lo stesso può dirsi dei luoghi in cui l’antica arte venatoria è ancora celebrata: quanti altri esseri umani la psicopatica e violenta creatura deve ancora ferire prima di essere fermata?

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