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I servizi segreti tedeschi «finalmente pronti alla guerra»
Secondo il Militärischer Abschirmdienst (MAD) –il servizio di controspionaggio militare tedesco (MAD) potrebbero presto essere concessi ulteriori poteri per proteggersi dalle infiltrazioni di presunti nemici, in particolare la Russia. Lo riporta il quotidiano Die Welt.
Citando una bozza di legge sull’espansione dei poteri del MAD, il Welt ha affermato che l’agenzia sta cercando di usare la sua capacità di intelligence ampliata al di fuori delle basi militari tedesche durante le missioni all’estero. Inoltre, vuole essere in grado di monitorare non solo i propri soldati, ma anche i cittadini stranieri, intercettando le loro comunicazioni e utilizzando informatori.
Secondo quanto riferito, il ministero della Difesa tedesco sta cercando di ottenere poteri aggiuntivi per rafforzare la MAD in vista della «svolta» precedentemente delineata dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, riferendosi alla situazione politica in Europa e alla minaccia percepita dalla Russia.
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«L’emendamento garantisce al Servizio di controspionaggio militare i poteri necessari per proteggere la Bundeswehr [l’esercito tedesco, ndr] allo spionaggio e dal sabotaggio da parte di potenze straniere, nonché dai tentativi estremisti di infiltrazione dai suoi stessi ranghi, anche durante le missioni all’estero», ha detto al quotidiano un portavoce del ministero, rilevando che la nuova legge dovrebbe entrare in vigore quest’anno.
Il motivo per cui il Ministero della Difesa tedesco ha spinto per approvare il disegno di legge il prima possibile è che entro la fine del 2027, una «brigata pronta alla guerra» di circa 5.000 soldati dovrebbe essere stazionata in modo permanente sul fianco orientale della NATO in Lituania, vicino ai confini con la Bielorussia e la regione russa di Kaliningrad.
Ad aprile, la Germania aveva inviato una squadra militare avanzata nella nazione baltica.
Secondo il portavoce del Ministero, l’attuale quadro giuridico impedisce alla MAD di contrastare i tentativi di infiltrazione russa, poiché i servizi segreti possono operare solo all’interno delle caserme tedesche e solo contro i propri soldati durante le missioni all’estero.
Mosca ha condannato i piani tedeschi di stabilire una presenza permanente in Lituania, affermando che tale mossa rappresenta «la continuazione dell’escalation delle tensioni e la creazione di sacche di pericolo» per la Russia lungo il suo confine, cosa che costringerebbe il paese ad adottare «misure speciali per garantire la nostra propria sicurezza».
La Russia ha inoltre ripetutamente sottolineato di non rappresentare una minaccia per nessuno stato della NATO e di non avere piani o interessi nell’attaccare alcuna nazione europea. Il presidente russo Vladimir Putin ha definito «stronzate» tali proposte propagandate dai funzionari occidentali allo scopo di sfruttare i propri cittadini.
Come riportato da Renovatio 21, la ri-militarizzazione tedesca – un’idea che va contro la stessa idea dietro la NATO: tenere gli americani dentro, i russi fuori, i tedeschi sotto – è oramai un fatto indisputabile, con la Grundgesetz (la «legge base», cioè ka Costituzione) cambiata dal Bundestag per aumentare il tetto della spesa militare.
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A spingere per la guerra, e perfino per la dotazione di armi atomiche europee, sono i socialisti dell’SPD, così come i verdi – partiti che erano conosciuti in passato per il loro pacifismo più o meno moderato.
Con ritmo continuo e regolare, i giornali tedeschi pubblicano scoop in cui si mostrano scenari elaborati per l’eventualità di una guerra alla Russia.
Le forze armate tedesche si sono impegnate in un’espansione in Paesi chiave come la Lituania e investimenti in munizioni (22 miliardi entro il 2031), nonostante i problemi di reclutamento e i malumori delle truppe.
Come riportato da Renovatio 21, nel giugno 2023 il ministero della Difesa tedesco ha dichiarato che nelle sue scorte sono rimasti solo 20.000 proiettili di artiglieria ad alto esplosivo. Calcoli precedenti avevano fatto notare che il Paese avrebbe avuto, in caso di guerra, munizione per due giorni di combattimenti. Kiev all’epoca aveva appena donato altri 2,7 miliardi in armamenti a Kiev.
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Immagine di ippnw Deutschland via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0
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Il capo dell’Intelligence iraniana accusa Stati Uniti e Israele di complottare per assassinare Khamenei
Il capo dei servizi segreti iraniani ha accusato Stati Uniti e Israele di aver ordito un complotto per assassinare la Guida Suprema Ayatollah Ali Khamenei, al fine di destabilizzare l’Iran, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa ISNA.
Sabato il ministro dell’Intelligence Esmail Khatib ha dichiarato che «il nemico cerca di colpire il leader supremo, a volte con tentativi di omicidio, a volte con aggressioni ostili», alludendo esplicitamente a Washington e Tel Aviv. Non è chiaro se si riferisse a un piano specifico, ma tali accuse pubbliche su minacce alla vita di Khamenei erano rare prima della guerra di 12 giorni tra Israele e Iran di giugno.
In quel conflitto, i raid israeliani hanno eliminato diversi alti ufficiali e scienziati nucleari iraniani, culminando in un cessate il fuoco mediato dagli USA il 24 giugno. Il premier Benjamin Netanyahu ha rivendicato gli attacchi come necessari per impedire a Teheran di sviluppare armi nucleari – una linea condivisa da Washington, che il 22 giugno si era unita ai bombardamenti su impianti nucleari iraniani. L’Iran, che nega ambizioni nucleari militari, ha bollato le operazioni come ingiustificate.
Khatib ha ammonito che «chi agisce in questa direzione, consapevolmente o meno, è un agente infiltrato del nemico». Ha poi rivelato che Israele sta affrontando «un’epidemia di infiltrazioni e spionaggio a favore dell’Iran nelle sue istituzioni», citando l’arresto recente di un ufficiale dell’aeronautica israeliana accusato di tradimento per Teheran. Secondo il ministro, l’Iran ha acquisito documenti segreti su programmi nucleari e sicurezza israeliana.
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Per Khatib, questa falla nel controspionaggio israeliano, unita alla «ferma posizione» iraniana durante la guerra, segnala un mutamento negli equilibri di potere regionali.
All’inizio dell’anno Netanyahu aveva smentito voci su un veto opposto dal presidente Donald Trump a un piano israeliano per eliminare Khamenei durante il conflitto, aggiungendo tuttavia che un tale strike «avrebbe posto fine alla guerra». Trump aveva replicato con minacce, definendo Khamenei un «bersaglio facilissimo» e precisando che Washington non lo avrebbe «eliminato, almeno non ora»; in seguito, su Truth Social, ha vantato di aver risparmiato al leader iraniano «una morte molto brutta e ignominiosa».
Come riportato da Renovatio 21, la Guida Suprema della Rivoluzione rispose al presidente americano promettendo «danni irreparabili» agli USA e annunciando che la Repubblica Islamica non avrebbe accettato una pace imposta.
Più tardi sarebbe emerso che lo stesso Trump avrebbe posto un veto al piano israeliano di assassinare l’ayatollah.
Khamenei, 86 anni, guida suprema dell’Iran dal 1989, detiene l’autorità ultima su ogni aspetto dello Stato. A inizio anno aveva definito «né saggio, né intelligente, né onorevole» iniziare dei colloqui con il presidente statunitense.
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Immagine di Mehr News Agency via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
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