Geopolitica
Giornale ucraino: Zelens’kyj sarà costretto ad accettare la pace
Il presidente ucraino Vladimir Zelens’kyj non potrà resistere se il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump deciderà di volere che Kiev smetta di combattere e persegua la pace con la Russia, ha detto una fonte vicina all’ufficio di Zelens’kyj all testata ucraino Strana.
Trump ha promesso durante tutta la sua campagna di porre rapidamente fine al conflitto e, dopo la sconfitta della vicepresidente Kamala Harris alle elezioni di martedì, gli esperti negli Stati Uniti hanno iniziato a fare supposizioni su come Trump riuscirà a raggiungere questo obiettivo una volta entrato in carica a gennaio.
Molto dipenderà da chi assumerà ruoli di rilievo nell’amministrazione Trump, ha riferito Strana giovedì, osservando che «ci sono molti nel Partito Repubblicano che sostengono la guerra fino in fondo, e persino in una forma più dura rispetto a quella sotto Biden».
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Se Trump non riuscisse a espellere i repubblicani favorevoli alla guerra e i democratici rimasti dal Dipartimento di Stato americano, ha osservato l’articolo, «quasi nulla cambierà, tranne piccoli dettagli». La nomina di una figura aggressiva come l’ex direttore della CIA Mike Pompeo come Segretario di Stato segnalerebbe che Trump intende seguire questa strada, ha aggiunto.
Tuttavia, se Trump riempisse il Dipartimento di Stato di lealisti e approvasse un piano per «congelare» il conflitto negando all’Ucraina l’adesione alla NATO, e se il presidente russo Vladimiro Putin accettasse questo piano, allora «la probabilità che Zelens’kyj rifiuterebbe è prossima allo zero», ha detto a Strana una fonte vicina all’ufficio di Zelens’kyj.
L’Ucraina «non è in grado di rifiutare il suo principale partner, senza il cui sostegno sarà quasi impossibile continuare la guerra», ha affermato la fonte.
«Inoltre, anche l’umore nella società sta crescendo a favore di una rapida fine della guerra, e persino i nazionalisti hanno recentemente iniziato a dire che un cessate il fuoco lungo la linea del fronte è ben lungi dall’essere la peggiore opzione per l’Ucraina nelle attuali circostanze», ha continuato la fonte. «Naturalmente, Zelens’kyj cercherà di ottenere le migliori condizioni per un cessate il fuoco. Ci saranno intense trattative, ma è improbabile che si opponga in linea di principio».
Zelens’kyj insiste sul fatto che l’Ucraina continuerà a combattere finché non ripristinerà i suoi confini del 1991, un compito che implicherebbe la riconquista di Donetsk, Lugansk, Kherson, Zaporiggia e Crimea dalla Russia. Alti funzionari del Pentagono hanno ammesso fin dall’anno scorso che questa impresa sarebbe quasi impossibile.
La Russia sostiene di essere aperta a qualsiasi negoziato a partire dal riconoscimento della «realtà territoriale», ovvero che le regioni sopra menzionate non torneranno mai sotto il controllo ucraino.
Il Cremlino ha anche insistito sul fatto che tutti gli obiettivi della sua operazione militare, ovvero garantire lo status neutrale dell’Ucraina, proteggere i diritti dei russi etnici all’interno dei suoi confini e porre fine all’influenza dei neonazisti e degli ultranazionalisti a Kiev, saranno raggiunti.
Come riportato da Renovatio 21 articoli apparsi sulla stampa americana sembrano indicare che, come in un rush finale, Biden stia accelerando la consegna di armi a Kiev.
Il presidente eletto Trump in passato ha affermato che l’Ucraina non può vincere militarmente contro la Russia e ha criticato il leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj definendolo «il più grande venditore della storia», che si assicura miliardi ogni volta che visita Washington senza mai avvicinarsi alla vittoria.
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Trump, che aveva chiesto un accordo di pace immediatamente allo scoppio del conflitto, ha affermato durante la campagna elettorale che avrebbe potuto porre fine al conflitto in Ucraina in 24 ore se fosse stato rieletto. Nel suo discorso della vittoria, Trump ha ribadito: «Non inizierò una guerra. Fermerò le guerre».
Lo Zelens’kyj gode della profonda antipatia del primogenito di Trump Don jr., che lo ha definito «vergognoso», attaccandolo per anni su più fronti, compresa la repressione della Chiesa Ortodossa Ucraina e la morte di Gonzalo Lira.
Come riportato da Renovatio 21, l’incontro tra Trump e Zelens’kyj a Nuova York un mese fa è stato piuttosto teso.
Lo Zelens’kyj, che nel corso di questo biennio aveva mostrato disprezzo per Trump definendolo persino «presidente perdente», ora è stato lesto a congratularsi con la vittoria elettorale parlando di voto «impressionante».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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Attacco aereo pakistano uccide nove bambini afghani
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Geopolitica
Trump pronto a parlare con Maduro
Il presidente statunitense Donald Trump intende avviare un dialogo diretto con il presidente venezuelano Nicolás Maduro, nonostante la recente designazione di quest’ultimo come capo di un’organizzazione terroristica straniera da parte di Washington. Lo riporta Axios citando fonti dell’amministrazione.
Gli USA hanno ufficialmente etichettato il «Cartel de los Soles» – una presunta rete criminale operante all’interno dei servizi segreti venezuelani – come entità terroristica straniera, equiparandolo ad Al-Qaeda e all’ISIS. L’annuncio è arrivato lunedì dal Dipartimento del Tesoro, che ha ribadito le accuse di lunga data secondo cui Maduro – la cui legittimità è contestata da Washington – dirigerebbe il gruppo.
Sempre secondo Axios, questa mossa di Trump segna un’inversione di rotta nella sua «diplomazia delle cannoniere» verso il Venezuela e potrebbe segnalare che, nel breve termine, sono improbabili attacchi missilistici o operazioni terrestri americane.
«Nessuno ha intenzione di sparargli o rapirlo, a questo punto. Non lo escluderei mai, ma non è il piano attuale», ha confidato ad Axios un funzionario anonimo al corrente dei fatti. «Nel frattempo, faremo saltare in aria le imbarcazioni che trasportano droga. Fermeremo il traffico di stupefacenti», ha aggiunto.
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Non è ancora stata fissata una data per la possibile telefonata tra Trump e Maduro, che è «in fase di pianificazione», ha precisato un’altra fonte USA.
La decisione giunge dopo quasi due mesi di raid aerei americani su piccole navi al largo delle coste venezuelane, che il Pentagono descrive come operazioni contro il «narcoterrorismo» e che hanno causato circa 80 morti.
Il termine «Cartello dei Soli» è emerso negli anni Nonvanta per la presunta corruzione tra ufficiali venezuelani che ostentavano spalline a forma di sole. Nel 2020, durante il primo mandato di Trump, gli USA hanno incriminato Maduro e 14 alti funzionari (attuali o ex) per narcotraffico e criminalità organizzata, accusandoli di gestire collettivamente la rete. Maduro ha sempre smentito le imputazioni e ha avvertito Washington contro una «guerra folle».
Secondo indiscrezioni, Trump ha anche autorizzato una serie di misure per incalzare Caracas e prepararsi a un’eventuale campagna militare su scala più ampia, inclusi operazioni clandestine della CIA contro il regime di Maduro.
Caracas ha denunciato l’accrescimento della presenza militare USA come un’aggressione alla sovranità nazionale e un tentativo di golpe, ponendo le sue forze in allerta massima. Maduro, dal canto suo, ha dichiarato che il Venezuela è pronto a negoziati «faccia a faccia» con Washington.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Candace Owens afferma che il governo francese ha dato il «via libera» al suo assassinio
🚨 URGENT Two days ago I was contacted by a high-ranking employee of the French Government. After determining this person’s position and proximity to the French couple, I have deemed the information they gave me to be credible enough to share publicly in the event that something…
— Candace Owens (@RealCandaceO) November 22, 2025
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