Geopolitica
Erdogan parla dell fallimento dei colloqui di pace 2022 mediati dalla Turchia
I colloqui di Istanbul per porre fine al conflitto tra Russia e Ucraina nel marzo 2022 non hanno raggiunto il loro obiettivo perché alcuni interessi si sono opposti a un accordo di pace, ha rivelato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Ieri Erdogan ha parlato dei negoziati tra Mosca e Kiev durante una conferenza stampa alla Turkish House di New York, sottolineando il ruolo positivo di Ankara come intermediario in vari conflitti.
«Abbiamo fatto sforzi per stabilire una pace giusta fin dall’inizio della guerra [Ucraina-Russia], e continuiamo a farlo», ha detto, come citato dall’agenzia di stampa Anadolu. «I negoziati a Istanbul hanno dimostrato il successo del ruolo attivo della Turchia. Tuttavia, alcune lobby non volevano che questi sforzi raggiungessero il loro obiettivo», ha aggiunto Erdogan.
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I negoziati del 2022 tra Kiev e Mosca per risolvere le loro divergenze culminarono in una bozza di trattato. Se fosse stato attuato, l’Ucraina avrebbe accettato di diventare una nazione neutrale con un esercito limitato in cambio di garanzie di sicurezza internazionale.
Poco dopo la firma del documento da parte dei capi delle rispettive delegazioni, Kiev fece marcia indietro e dichiarò che la vittoria militare su Mosca era la sua unica opzione nel conflitto.
Il cambiamento di politica è stato sollecitato dalla visita a Kiev dell’allora primo ministro britannico Boris Johnson, un falco della Russia, che ha detto agli ucraini di continuare a combattere, secondo il parlamentare ucraino David Arakhamia, che ha firmato la bozza del trattato per conto di Kiev.
Mosca ritiene che Johnson abbia ordinato all’Ucraina di non scendere a compromessi, poiché l’Occidente è interessato a infliggere il massimo danno alla Russia, indipendentemente dal costo pagato dal popolo ucraino. Johnson ha affermato di aver semplicemente consigliato a Kiev di non fidarsi del Cremlino e che le sue parole non equivalevano a un’istruzione.
Dopo aver lasciato il suo incarico nel settembre 2022 in seguito a un’ondata di scandali interni, Johnson rimane un fervente sostenitore dell’invio di più armi e aiuti a Kiev. Un sostegno occidentale senza restrizioni «invierà il messaggio cruciale al Cremlino» che non può avere voce in capitolo su ciò che sta accadendo alle sue porte, ha sostenuto in un editoriale appena pubblicato dalla rivista The Spectator, che un tempo egli dirigeva.
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Erdogan è ora in visita negli Stati Uniti per partecipare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj è pronto a promuovere il suo «piano di vittoria» a margine dell’evento. Dovrebbe prima presentare la sua proposta al presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
Tre mesi fa il New York Times ha pubblicato la presunta bozza del fallito accordo di pace di Istanbul.
Come riportato da Renovatio 21, una bozza degli accordi di pace fu mostrata l’anno scorso da Putin in una riunione con politici africani durante un vertice a San Pietroburgo.
In un’intervista alla stampa dell’ottobre scorso l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder ha sostenuto che gli USA avevano costretto Kiev a rifiutare la pace con Mosca.
Tre mesi fa anche il Wall Street Journal aveva pubblicato i dettagli del fallito accordo tra Mosca e il governo Zelens’kyj.
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Immagine di United Nations Photo via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Geopolitica
Orban: il piano dell’UE per rubare i beni russi costituisce una «dichiarazione di guerra»
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Geopolitica
Trump annuncia attacchi terrestri in Venezuela «presto»
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che gli USA potrebbero avviare «molto presto» operazioni terrestri contro presunte reti di narcotraffico collegate al Venezuela, dopo aver quasi completamente interrotto i flussi di stupefacenti via mare. Caracas ha respinto con forza ogni accusa di legami con i cartelli della droga.
Parlando venerdì con i giornalisti alla Casa Bianca, Trump ha annunciato che il traffico di droga marittimo legato al Venezuela è calato del 92%, sostenendo che le forze americane stanno «eliminando la droga a livelli mai visti prima». «Abbiamo bloccato il 96% degli stupefacenti che arrivavano via mare», ha precisato, per poi aggiungere: «Presto le operazioni inizieranno anche sulla terraferma».
Il presidente statunitense non ha tuttavia fornito indicazioni su eventuali obiettivi o sull’estensione di tali azioni.
Da settembre le forze USA hanno intensificato sensibilmente la presenza militare nei Caraibi e nel Pacifico orientale, conducendo oltre 20 interventi contro imbarcazioni sospette di traffico di droga e causando la morte di decine di persone. Trump ha affermato che queste operazioni hanno salvato decine di migliaia di vite americane, impedendo l’ingresso di narcotici nel Paese.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha sempre rigettato le accuse di Trump su presunti rapporti tra Caracas e i narcocartelli, sostenendo che Washington utilizzi la campagna antidroga come pretesto per destabilizzare e rovesciare il suo governo.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro, che avrebbe offerto ampie concessioni economiche agli USA per restare al potere, sarebbe stato oggetto di un tentativo di rapimento tramite il suo pilota personale.
Il Venezuela ha stigmatizzato il rinforzo militare come violazione della sovranità e tentativo di golpe. Il governo venezuelano starebbe cercando appoggio da Russia, Cina e Iran. Mosca ha di recente riaffermato la sua alleanza con Caracas, esprimendo pieno sostegno alla leadership del Paese nella difesa della propria integrità. Mosca ha accusato il mese scorso Washington di preparare il golpe in Venezuela.
Questa settimana le autorità statunitensi hanno sequestrato anche la petroliera Skipper al largo delle coste venezuelane, una nave cargo che secondo gli USA trasportava petrolio dal Venezuela e dall’Iran. Le autorità di Caracas hanno condannato l’operazione definendola «furto manifesto» e «pirateria navale criminale».
Come riportato da Renovatio 21, nel frattempo, la Russia – da tempo alleata stretta del Venezuela – ha rinnovato pubblicamente il suo sostegno a Maduro. Secondo il Cremlino, il presidente Vladimir Putin «ha espresso solidarietà al popolo venezuelano e ha ribadito il proprio appoggio alla ferma determinazione del governo Maduro nel difendere la sovranità nazionale e gli interessi del Paese dalle ingerenze esterne». I due leader hanno inoltre confermato l’impegno a dare piena attuazione al trattato di partenariato strategico siglato a maggio.
Trump nelle scorse settimane ha ammesso di aver autorizzato le operazioni CIA in Venezuela. Di piani CIA per uccidere il presidente venezuelano il ministro degli Interni del Paese aveva parlato lo scorso anno.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro aveva denunciato l’anno scorso la presenza di mercenari americani e ucraini in Venezuela. «Gli UA finanziano Sodoma e Gomorra» aveva detto.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
La Slovacchia «non sosterrà nulla» che contribuisca a prolungare il conflitto in Ucraina
Today I held an almost hour-long phone conversation with the President of the European Council, A. Costa. I fully respect him, but while he spoke about money for the war in Ukraine, I kept repeating the senseless daily killing of hundreds to thousands of Russians and Ukrainians.… pic.twitter.com/0f9JiitWjG
— Robert Fico 🇸🇰 (@RobertFicoSVK) December 12, 2025
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