Spirito
Enorme striscione che onora la Vergine Maria allo stadio

È stata una scena insolita, almeno in Francia, quella che si è svolta allo stadio dell’Olympique Lyonnais (OL): i tifosi dell’OL hanno spiegato un enorme striscione in onore della Vergine Maria e della basilica di Fourvière, il 10 dicembre 2023. Lo stadio ha tremato addirittura per il suono dell’Ave Maria, cantata dai sostenitori dell’OL.
Alto diversi metri, lo striscione rappresentava due monumenti emblematici di Lione: la basilica di Fourvière e la statua della Vergine. La famosa basilica fu costruita tra il 1872 e il 1884, in particolare in seguito al desiderio della città di Lione di essere protetta durante la guerra del 1870. Quanto alla statua della Vergine Maria, fu collocata sul sito della chiesa precedente nel 1852.
Lo striscione non solo onorava la Vergine Maria, ma veniva aggiunto un esplicito omaggio con una lunga iscrizione stampata lungo la parte inferiore dello «stendardo»: «Lione, per sempre sotto la protezione della Vergine Maria».
Bisogna ammettere che invocare la protettrice di Lione sembra essere stato un appello di ultima istanza per l’OL, in difficoltà dall’inizio del campionato.
Da notare che la città di Lione è molto legata alla figura della Santa Vergine.
Ogni anno, l’8 dicembre, si celebra la Festa delle Luci, che commemora l’erezione della statua della Vergine Immacolata avvenuta l’8 dicembre 1852. Un corteo, con alla testa l’Arcivescovo di Lione, percorre le strade illuminate da migliaia di luci.
Oggi, la processione riunisce i fedeli di Lione legati a questa tradizione, ma anche i turisti, poiché la città ha deciso, nel 1989, di partecipare con le luminarie.
Al termine della processione, sulla collina di Fourvière, i pellegrini ringraziano la Vergine Maria, ai piedi della sua statua d’oro installata per ringraziarla di aver salvato la città dalla peste nel 1643.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Geopolitica
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Intelligenza Artificiale
Il Vaticano inquadra l’Intelligenza Artificiale

La notizia è stata annunciata senza troppa pubblicità due giorni prima di Natale sul sito web del Governatorato della Città del Vaticano: dal 1° gennaio 2025, un nuovo regolamento disciplinerà l’uso dell’intelligenza artificiale (IA) all’interno dell’amministrazione vaticana. Un tentativo di rispondere all’uso sfrenato dell’intelligenza artificiale promosso dai giganti della tecnologia oltreoceano.
«Uno strumento allo stesso tempo attraente e temibile». Così Papa Francesco ha sollevato la questione dell’intelligenza artificiale (IA) nel giugno 2024, durante un discorso pronunciato nell’ambito di una sessione del Gruppo dei Sette (G7), di cui fanno parte le principali potenze economiche mondiali.
Rispondendo all’appello del Sommo Pontefice affinché vengano adottate misure energiche per regolamentare l’uso dell’Intelligenza Artificiale, lo Stato del Vaticano ha appena dato forza di legge alle sue Linee guida sull’intelligenza artificiale, pubblicate poco prima delle festività natalizie.
È opportuno evidenziare che i nuovi decreti stabiliscono un quadro rigoroso per l’impiego dell’IA nell’amministrazione sul territorio della Città del Vaticano: ciò riguarda i settori scientifico ed economico, nonché il personale del Governatorato; Non sono quindi tutti interessati i servizi della Curia romana.
In questa materia, regolamentazione fa rima con divieto: sono quindi vietati gli utilizzi dell’IA che potrebbero compromettere la sicurezza dello Stato del Vaticano, così come quelli che impedirebbero a determinate persone con disabilità di accedere al lavoro o che comporterebbero qualsiasi forma di discriminazione o di «inferenza di natura antropologica» nei confronti del personale.
Nei decreti attuativi entrati in vigore il 1° gennaio – tredici pagine in tutto – vengono inoltre vietati gli algoritmi che siano fonte di «disuguaglianze sociali», di «violazioni della dignità umana» o che utilizzino tecniche di «manipolazione subliminale» idonee a arrecare danno fisico o psicologico al personale della Città del Vaticano.
Infine, è severamente proibito qualsiasi utilizzo dell’Intelligenza Artificiale che sia in conflitto con la missione del Sommo Pontefice, con la Costituzione divina della Chiesa e con le attività di quest’ultima.
Per valutare l’applicazione dei nuovi decreti è stata istituita una Commissione sull’Intelligenza Artificiale composta da cinque membri, responsabili dei servizi digitali e della magistratura vaticana. Il nuovo organismo avrà il compito di monitorare i vari utilizzi dell’intelligenza artificiale, di pubblicare un rapporto semestrale sulle proprie attività e, se necessario, di sviluppare le leggi esistenti predisponendo nuovi decreti.
Le linee guida della Santa Sede si ispirano al regolamento sull’intelligenza artificiale entrato in vigore nell’Unione Europea nell’agosto 2024. Questo pone particolare enfasi sulla protezione dei dati, sul diritto d’autore e sul principio di trasparenza. Il Vaticano ha integrato in questo sistema le proposte del francescano Paolo Benanti, la cui competenza in materia di Intelligenza Artificiale è riconosciuta a livello mondiale.
Quest’ultimo continua a mettere in guardia dagli eccessi della tecnologia, perché «chi la padroneggia prende il controllo della realtà» e sostiene una governance etica dell’algoritmo o «algoretica». È opportuno ricordare che dal 1° gennaio i tribunali vaticani possono utilizzare l’Intelligenza Artificiale per scopi di ricerca, ma in nessun caso per fini di interpretazione del diritto, che restano riservati ai giudici umani.
Poco dopo l’entrata in vigore della normativa digitale in Città del Vaticano, Donald Trump è entrato alla Casa Bianca: alla cerimonia di insediamento era presente Sam Altman. Questo genio della tecnologia sostiene, insieme ad altri pesi massimi della Silicon Valley, un uso sfrenato e senza inibizioni dell’Intelligenza Artificiale.
Molti si chiedono se l’etica e la ragione avranno peso: ma dopotutto Davide ha sconfitto Golia, e senza ricorrere a troppi algoritmi…
Articolo previamente pubblicato
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Spirito
Mons. Eleganti: Gesù e la Chiesa sono «necessari per la salvezza», ma questa verità è stata «fortemente relativizzata»

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