Politica
Elezioni nel land tedesco del Brandeburgo: AfD quasi raggiunge i socialisti, i verdi crollano e vengono eliminati dal Parlamento

Nelle elezioni per il nuovo Parlamento nel land tedesco del Brandeburgo, domenica 22 settembre, i socialdemocratici (SPD) hanno vinto con il 30,7% dei voti, seguiti dall’Alternativa per la Germania (AfD) con il 29,4% – il distacco è di appena l’1,3%, dato sorprendente in un land ritenuto essere una roccaforte rossa.
Gli ultimi sondaggi prima del voto vedevano in testa l’AfD con il 29%, seguito dall’SPD con il 27-28%. Fondamentale per l’SPD è stato quindi lo spettacolare sostegno alla vigilia delle elezioni da parte del democristiano Michael Kretschmer, che ha vinto le elezioni del 1 settembre nella vicina Sassonia: un messaggio per i potenziali elettori della CDU di Brandeburgo per aiutare l’SPD a sconfiggere l’AfD, creando un asse democristo-socialista contro l’onda pupulista inarrestabile.
In effetti, la CDU ha perso circa il 2% dei voti che aveva alle elezioni del 2019, finendo domenica in quarta posizione dietro alla grande sorpresa delle ultime tornate elettorale nei laender, il Bündnis Sahra Wagenknecht (BSW) che ha conquistato la terza posizione con il 13,6%, un risultato impressionante dato che il BSW brandeburghese è nato appena cinque mesi fa.
Come riportato da Renovatio 21, Sahra Wagenknecht attaccava frontalmente i verdi tedeschi anche quando era ancora nel partito di sinistra Die Linke.
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La campagna del BSW contro la guerra e contro le consegne di armi all’Ucraina ha avuto risonanza presso molti elettori, mentre i verdi, il principale partito favorevole alla guerra, sono stati eliminati del tutto dal Parlamento – un destino non dissimile a quello toccato al Movimento 5 Stelle in Italia, vincitore di un’enorme porzione di voti alle nazionali per poi, pochi anni dopo, ritrovarsi sotto la soglia necessaria per entrare nei consigli regionali.
I sondaggi pre-elettorali avevano visto la questione della pace come una priorità assoluta per gli elettori, prima delle questioni sociali, del lavoro, dell’istruzione e del clima. La massima priorità è stata l’immigrazione, il che spiega gli alti voti per l’AfD.
Il risultato elettorale avrà ripercussioni anche a livello nazionale e internazionale. L’incapacità dei verdi di entrare nel Parlamento della Turingia il 1° settembre e ora nel Brandeburgo, nonché il fallimento dei liberaldemocratici (FDP) in tutte e tre le elezioni pongono un grosso punto interrogativo sul futuro della coalizione di governo ampel («semaforo») del cancelliere Olaf Scholz che comprende i verdi e il FDP.
Si può prevedere la ripresa di un’iniziativa interna del FDP all’inizio di quest’anno, che ha promosso un referendum sull’adesione al partito per costringerlo a uscire dalla coalizione prima che scenda al di sotto dell’1%. Se i liberaldemocratici si ritirassero dalla coalizione di governo nazionale, il governo Scholz cadrebbe.
«Resta da vedere se le più recenti osservazioni di Scholz a favore di una soluzione diplomatica alla guerra in Ucraina riflettano intenti più sostanziali, o fossero piuttosto un appello al sentimento contro la guerra degli elettori per farli votare per la SPD di Brandeburgo».
Secondo vari osservatori, il sentimento contro la guerra è uno dei motivi principali per cui il governo Scholz ha perso drasticamente il consenso nei sondaggi d’opinione, ora sotto il 15%. Il successo della SPD nel Brandeburgo non cambierà molto la situazione.
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A livello internazionale, il calo del sostegno del governo Scholz lo ha trasformato in un’anatra zoppa, con molti al di fuori della Germania che si chiedono se sopravvivrà al restante anno del suo mandato o cadrà alcuni mesi prima delle elezioni nazionali del settembre 2025.
Anche l’esito delle elezioni presidenziali americane del 5 novembre e la politica del nuovo presidente, in cui anche la questione della guerra è in primo piano, svolgeranno un ruolo importante per i grandi cambiamenti politici in Germania nelle prossime settimane.
Rispetto a queste sfide, la difficoltà di formare un governo nel Brandeburgo senza i verdi ed escludendo l’AfD, nel qual caso non si potrebbe raggiungere la maggioranza senza il BSW, sembra essere un motivo di minore preoccupazione.
Come riportato da Renovatio 21, tre settimane fa lo Scholz si era dichiarato «allarmato» per il successo elettorale della destra che aveva vinto le elezioni in Turingia.
Durante l’estate un sondaggio ha appurato che lo 0% dei tedeschi è «molto soddisfatto» del governo Scholzo.
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Immagine di Fraktion DIE LINKE. im Bundestag via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
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Elezioni in Bolivia, il Paese si sposta a destra

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Politica
Sarkozy sarà messo in cella di isolamento

L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, riconosciuto colpevole di associazione a delinquere per ottenere fondi illeciti per la sua campagna elettorale del 2007, sconterà la pena in isolamento, secondo quanto riportato dall’AFP.
Il 25 settembre, un tribunale parigino ha condannato Sarkozy, 70 anni, a cinque anni di carcere per un complotto del 2005 volto a ottenere finanziamenti segreti dal leader libico Muammar Gheddafi. Il tribunale ha stabilito che, in cambio dei fondi, Sarkozy si sarebbe impegnato a migliorare la reputazione internazionale della Libia. Il giudice, sottolineando la «gravità eccezionale» del crimine, ha disposto l’incarcerazione immediata, anche in caso di appello.
Presidente della Francia dal 2007 al 2012, Sarkozy è il primo ex capo di Stato di un Paese membro dell’UE a essere incarcerato. La sua detenzione inizierà martedì.
Domenica, l’AFP ha riferito fonti del carcere parigino di La Santé, secondo cui Sarkozy sarà probabilmente confinato in una cella di nove metri quadrati nell’ala di isolamento, per limitare i contatti con altri detenuti.
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Sarkozy ha definito il verdetto un’«ingiustizia», ribadendo la propria innocenza. I suoi legali hanno presentato ricorso e intendono richiedere la conversione della pena in arresti domiciliari una volta iniziata la detenzione.
L’inchiesta è partita nel 2013, dopo le dichiarazioni del 2011 di Saif al-Islam, figlio di Gheddafi, secondo cui il padre avrebbe versato circa 50 milioni di euro (54,3 milioni di dollari) per la campagna di Sarkozy.
Sarkozy ha avuto un ruolo chiave nell’intervento NATO che ha portato alla caduta e all’uccisione di Gheddafi nell’ottobre 2011 da parte di gruppi armati antigovernativi.
In precedenza, l’ex presidente era stato condannato in due casi separati per corruzione, traffico di influenze e finanziamento illecito di campagne elettorali, scontando in entrambi i casi gli arresti domiciliari.
Sarkozy è stato privato pure della Legion d’Onore, la più alta onorificenza statale di Francia. Nelle accuse era finita, ad un certo punto, anche la moglie Carla Bruni.
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Immagine di UMP via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Politica
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