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Spazio

Dozzine di satelliti di Elon Musk annientati da un «evento solare distruttivo»

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SpaceX, una società di trasporto spaziale e aerospaziale fondata nel 2002 da Elon Musk, ha lanciato in orbita 49 dei suoi satelliti Starlink che trasmettono Internet in orbita dal Kennedy Space Center in Florida il 3 febbraio.

 

Come noto, Starlink ha l’obiettivo dichiarato di fornire connettività ad alta banda a tutto il pianeta, a prescindere dalla reti via cavo o dai ripetitori terrestri.

 

Il lotto aggiuntivo dei satelliti lanciato  faceva parte dei suoi piani per costruire un tale gigantesca, imbattibile rete Internet, che di fatto diviene completamente alternativa alla rete così come la conosciamo, e il cui segnale diviene di fatto «ineludibile», in quanto proiettato su tutta la superficie del pianeta.

 

La società lancia in orbita satelliti internet dal 1999. Nel 2022 si disse che la costellazione Starlink fosse composta da oltre 3000 satelliti che gravitano attorno all’orbita terrestre bassa (LEO).

 

Tuttavia, si è appreso che un «evento di distruzione» solare ha messo fuori combattimento dallo spazio circa 40 satelliti Starlink di Elon Musk, lanciato il 3 febbraio, secondo uno studio condotto da ricercatori in Cina e negli Stati Uniti, pubblicato sulla rivista Space Weather.

 

Il lancio sarebbe fallito perché, più o meno nello stesso periodo del lancio, un’ondata di particelle solari energetiche e radiazioni si è riversata sulla Terra, innescata da un’eruzione sulla superficie del Sole.

 

I brillamenti solari, noti anche come espulsioni di massa coronale (CME), sono indicati come «Tempo meteorologico spaziale». Il termine abbraccia eventi al di fuori dell’atmosfera terrestre che hanno un impatto sulla nostra tecnologia e sull’ambiente spaziale vicino alla Terra, con il Sole come fonte primaria di tali disturbi. I suoi brillamenti solari e le successive tempeste geomagnetiche possono provocare il caos, con un impatto sui segnali radio e provocando interferenze nella rete elettrica.

 

L’ esplosione di attività solare ha raggiunto la Terra e ha riscaldato l’atmosfera del nostro pianeta, aumentando la sua densità nella regione in cui operano i satelliti Starlink. Di conseguenza, il nuovo lotto di satelliti ha dovuto affrontare una resistenza atmosferica fino al 50% superiore rispetto ai lanci precedenti.

 

Starlink ha dichiarato sul suo sito web che «l’analisi preliminare mostra che l’aumento della resistenza alle basse quote ha impedito ai satelliti di lasciare la modalità provvisoria per iniziare le manovre di sollevamento dell’orbita e fino a 40 satelliti rientreranno o sono già rientrati nell’atmosfera terrestre».

 

Così, 38 satelliti sono precipitati sempre più in basso, prima di bruciare consumati dall’attrito con le particelle d’aria dell’atmosfera terrestre.

L’incidente, tuttavia, potrebbe avere anche un suo senso commerciale per le aziende di Musk: rappresenta una  dimostrazione della strategia orbitale di SpaceX di  rilasciare deliberatamente satelliti a un’altitudine molto bassa, per cui in caso di guasto, i satelliti vengono rapidamente distrutti nell’atmosfera, invece di diventare spazzatura spaziale galleggiante, ponendo quindi un «rischio di collisione zero» e allontanando il fantasma della sindrome di Kessler.

 

Come riportato da Renovatio 21, un anno fa era emerso che la «spazzatura spaziale» ha distrutto un satellite cinese.

 

La notizia del fatto che l’attività solare aveva «affondato» i satelliti artificiali preoccupando l’ESA era stata riportata da Renovatio 21 un mese fa.

 

Il programma satellitare di SpaceX è fortemente criticato da gruppi di attivisti come Children’s Health Defense di Robert Kennedy jr. Si temono infatti impatti sanitari e ambientali della nuova attività dei satelliti, basata sul 5G, che sono di fatto ancora sconosciuti.

 

Renovatio 21 vi parla spesso dello spazio perché ritiene che senza sovranità spaziale, cioè la libertà di non avere il proprio territorio infiltrato da attività satellitari (che fanno foto, emettono radiazioni per comunicazioni, un domani chissà), non sia possibile la piena sovranità di uno Stato del XXI secolo.

 

La sovranità dei popoli non è totale senza l’accesso allo spazio, perché gli esseri umani possono essere schiacciati da armi e da sistemi di sorveglianza contro cui diventa impossibile difendersi.

 

 

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Spazio

La «cometa del diavolo» visibile durante l’eclissi

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Un enorme corpo celeste denominato «cometa del diavolo» sta volando oltre la Terra per la prima volta dal 1954 ed è attualmente visibile nel cielo notturno.

 

La comparsa della «devil comet» si aggiunge all’inquietudine prodotta dall’imminente eclissi nell’America del Nord.

 

Chiamata ufficialmente 12P/Pons-Brooks, la cometa che esplode periodicamente ha guadagnato il suo soprannome infernale per le «corna» spuntate dopo che una recente eruzione l’ha lasciata con un paio di code di gas e ghiaccio dalla forma distinta che si riversano nello spazio.

 

Immagine CC BY-SA 4.0 di Juan lacruz via Wikimedia

 

Nuove immagini della cometa del diavolo rivelano una caratteristica che nessuno aveva mai notato prima: una spirale di gas che infuria nel nucleo della cometa.

 

Le immagini sono state catturate dall’astrofotografo norvegese Jan Erik Vallestad lo scorso 9 di marzo. Come riportato da SpaceWeather, la spirale non era facilmente visibile finché il Vallestad non ha elaborato attentamente le immagini, scattate con le giuste impostazioni. «L’immagine è stata elaborata in Pixinsight con un allungamento moderato per rivelare la struttura nel nucleo», ha dichiarato a SpaceWeather. «Ciò è fattibile perché il nucleo stesso non era ‘espulso’ (saturato) nei miei dati originali».

 

Le comete sono tipicamente composte da ghiaccio, roccia e polvere. Ottengono il loro caratteristico alone luminoso dall’orbita attorno al Sole, che riscalda questi corpi ghiacciati in modo che emettano gas luminosi nel vuoto. Mentre continuano la loro orbita, i gas che fuoriescono formano una grande coda che può allungarsi per milioni di chilometri.

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12P/Pons-Brookes è unica in quanto si ritiene che sia criovulcanica, eruttando regolarmente mentre i pennacchi del suo interno ghiacciato e pressurizzato esplodono attraverso le fessure sulla sua superficie.

 

Mentre la cometa gira, questi scarichi di gas freddo pare stiano turbinando insieme per formare l’apparente spirale al centro della cometa.

 

Non è necessario essere un dottore in astronomia per assistere alla rara visita di questa cometa. In questo momento, chi si trova nell’emisfero settentrionale può vederlo con un semplice binocolo o un telescopio vicino alla costellazione dei Pesci. Nel mese di aprile 12P/Pons-Brookes dovrebbe essere visibile ad occhio nudo.

 

Ci sono due date importanti da tenere a mente. Secondo la NASA, ci sono buone probabilità che la cometa sia visibile durante l’eclissi totale in Nordamerica di oggi 8 aprile: una coincidenza cosmica rara e insolita. Il 21 aprile invece, la cometa diabolica raggiungerà il perielio, quando sarà nel punto più vicino al Sole e sarà più luminosa. 

 

Come riportato da Renovatio 21, il raro evento astronomico è stato anticipato da inquietanti segni come fulmini che colpiscono la Statua della Libertà e il sisma che ha scosso la città di Nuova York.

 

Il vescovo Giuseppe Strickland offrirà una Santa Messa per contrastare le possibili attività dei satanisti durante il giorno in cui il sole, per un po’ sparirà.

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Immagine di Don Hefferman via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

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Bizzarria

Donna osserva l’eclissi e resta con una mezzaluna permanente stampata sulla retina

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La prossima eclissi solare totale avrà luogo quest’anno l’8 aprile in Nord America, quando Luna bloccherà il Sole in uno straordinario spettacolo di meraviglie celesti.   Ma ovunque uno sia, si raccomanda di non guardare tale spettacolo senza protezione per gli occhi.   Una giovane donna nel 2017 ha imparato questa lezione nel modo più duro quando ha alzato lo sguardo verso l’eclissi solare totale di quell’anno il 21 agosto e ha danneggiato permanentemente la sua vista, come riporta il New York Times. Ogni volta che apriva gli occhi, vedeva nel suo campo visivo un’area nera, a forma di mezzaluna che ricordava quando la Luna stava per bloccare completamente il Sole.   La forma era «quasi come un marchio», ha detto al NYT l’oftalmologo Avnish Deobhakta del New York Eye and Ear Infirmary del Mount Sinai Hospital.

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La donna si è recata presso questo centro oculistico, dove Deobhakta l’ha esaminata: aveva guardato l’eclissi a occhi nudi e l’eclissi si era letteralmente bruciata nella sua retina.   Il suo caso fu così sorprendente che il Deobhakta, insieme a diversi medici dell’ospedale Mount Sinai, scrisse un articolo sul suo caso per la rivista medica JAMA Ophthalmology.   Il dottore ha detto che la cicatrice sulla retina della giovane donna «non sarebbe guarita», con un danno permanente.   Tenendo a mente questo singolare incidente, se uno volesse ammirare la prossima eclissi solare, la NASA ha tantissimi consigli su come procurarsi occhiali specializzati con un filtro solare per visualizzarla in sicurezza. Raccomandano inoltre di non usare i normali occhiali da sole, binocoli, telescopi o macchine fotografiche per guardare l’eclissi senza uno speciale filtro per eclissi solare.   Si può inoltre osservare l’eclissi tramite un metodo indiretto, come un proiettore stenopeico solare che si può realizzare rapidamente a casa.   Come riportato da Renovatio 21, molti americani avvertono nell’eclissi uno strano presagio per il Paese. L’ex vescovo della diocesi di Tyler, Texas, monsignor Giuseppe Strickland dirà una messa per contrastare i riti esoterici che massoni e satanisti potrebbero indire nel giorno senza luce.   Molti statunitensi si sono inquietati dal vedere che, a poche ore dall’eclissi, un fulmine ha colpito la Statua della Libertà ed un terremoto ha scosso Nuova York.  

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Spazio

La caduta dei satelliti inizierà ad uccidere le persone: ente americano contro l’azienda di Musk

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L’ente aerospaziale americano Federal Aviation Administration ha lanciato l’allarme sul pericolo di caduta dei satelliti Starlink. 

 

I satelliti di SpaceX, che sono stazionati nell’orbita terrestre bassa, sono destinati a durare solo cinque anni prima di uscire dall’orbita. La loro natura sacrificabile ha però un lato positivo: sono anche progettati per essere «degradabili» o per bruciare completamente nell’atmosfera durante il rientro, presentando un rischio minimo o nullo per la terra.

 

Tuttavia la FAA si permette di dissentire: in un rapporto al Congresso reso pubblico di recente, l’agenzia afferma che entro il 2035, circa 28.000 frammenti dei satelliti Starlink che cadono sulla Terra potrebbero sopravvivere al rientro ogni anno. Ciò avrebbe implicazioni inquietanti. Con così tanti detriti, conclude il rapporto, la probabilità che un frammento di satellite vagante colpisca e uccida qualcuno a terra salirà al 61% ogni anno.

 

Altrettanto preoccupante è il rischio che questo comporta per gli aerei, con il rapporto che conclude che ci sarebbe una probabilità dello 0,07% che un frammento di satellite vagante ne abbatta uno ogni anno: una percentuale significativamente più bassa, certo, ma troppo alta per quello che sarebbe una catastrofe aerea.

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SpaceX, che finora ha lanciato 5.000 satelliti e prevede di lanciarne altre migliaia, ha risposto alle affermazioni della FAA, definendo l’analisi dell’agenzia «nient’altro che il culmine di numerosi errori gravi, omissioni e ipotesi errate», riporta il sito americano Ars Tecnica.

 

Si rileva che l’analisi «profondamente imperfetta» della FAA, commissionata all’organizzazione no-profit Aerospace Corporation, si basa su uno studio di 23 anni condotto dalla NASA. Oltre ad essere ormai datato, sostiene, il problema è che lo studio si è concentrato su satelliti che non solo erano fatti di materiali diversi da quelli di SpaceX, ma non erano nemmeno progettati per essere deperibili. 

 

Inoltre, Aerospace «non ha nemmeno cercato di rivedere l’analisi di smantellabilità di Starlink, che avrebbe dovuto essere una parte fondamentale della sua analisi», ha affermato SpaceX.

 

Anche le prestazioni quasi impeccabili dei suoi satelliti sono difficili da trascurare. SpaceX afferma di aver già deorbitato 325 dei suoi satelliti dal 2020 senza che siano stati trovati detriti, il che apparentemente contraddirebbe la stima della FAA secondo cui alla fine ci sarebbero migliaia di questi frammenti che cadono sulla superficie terrestre ogni anno.

 

«Il fatto che la FAA abbia semplicemente accettato il rapporto aerospaziale senza domande o controlli solleva preoccupazioni riguardo alla competenza tecnica della FAA nel valutare e regolamentare in modo responsabile in questo settore», ha dichiarato SpaceX.

 

Sebbene SpaceX possa avere l’agenzia governativa con il fiato sul collo, ne ha un’altra esattamente al suo fianco: la Federal Communications Commission, che ha accettato la posizione di SpaceX secondo cui i suoi satelliti sono completamente deperibili.

 

Si attendono sviluppi, ma il problema della cosiddetta «spazzatura spaziale» non è oggettivamente trascurabile. Alcuni detriti orbitanti di origine cinese hanno attraversato l’atmosfera terrestre per atterrare nell’Oceano Indiano a fine luglio 2020.

 

Non è impensabile che anche questo possa costituire un vettore di attacco nei confronti di Elon Musk, divenuto con l’acquisto di Twitter definitivamente scomodo per l’establishment ma ancora profondamente importante a livello spaziale (ha importanti contratti con la NASA) e militare.

 

Gli attacchi arrivano casualmente quando si è parlato nello stesso mese, in modo un po’ contraddittorio, dell’uso di satelliti Starlink da parte della Federazione Russa, e, subito dopo, della costruzione di una costellazione di satelliti spia americani da parte di SpaceX.

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Come riportato da Renovatio 21, a ottobre il ministro israeliano delle comunicazioni Shlomo Kahri aveva promesso che «Israele utilizzerà tutti i mezzi a sua disposizione per combattere» la prevista fornitura dell’accesso internet Starlink a Gaza che aveva suggerito il Musko.

 

Il piano di Musk segnerebbe la seconda volta che ha schierato Starlink in una zona di combattimento. Poco dopo l’inizio dell’operazione militare russa in Ucraina, il magnate della tecnologia aveva fornito a Kiev i terminali Starlink.

 

Tuttavia, successivamente Musk ha impedito all’esercito ucraino di utilizzare la rete per guidare gli attacchi dei droni sulle navi russe nel Mar Nero, sostenendo che l’attacco avrebbe potuto agire da innesco della Terza Guerra Mondiale. In risposta, il regime Zelens’kyj lo ha definito «malvagio».

 

Come riportato da Renovatio 21, anche scienziati cinesi hanno minacciato di distruggere i satelliti Starlink. Stazioni di comunicazione Starlink vicine a Bakhmut sono state distrutte quest’estate dalle forze russe. La Russia sta inoltre approntando armi laser ASAT (anti satellite).

 

È riportato che anche gruppi criminali e terroristi, come in Brasile, fanno uso di Starlink.

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