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Controllo delle nascite

Crolla la natalità in UE, ma la popolazione aumenta a causa dell’immigrazione

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Il numero di bambini nati negli stati dell’UE è sceso a un minimo storico lo scorso anno, secondo gli ultimi dati dell’ufficio statistico del blocco (Eurostat). Nonostante ciò, la popolazione totale è in aumento a causa dell’immigrazione di massa.

 

Le nascite nei 27 stati membri dell’UE sono state pari a 3.665.000 nel 2023, un calo del 5,5% su base annua, secondo i dati di Eurostat. I tassi di natalità sono in calo costante in tutta l’UE dal 2008.

 

Lo scorso anno il numero di nascite è stato il più basso nei paesi dell’UE da quando sono stati raccolti per la prima volta dati comparabili nel 1961, e il calo annuale è il più grande mai registrato, riporta il Financial Times.

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I cali più marcati delle nascite nell’ultimo decennio sono stati registrati in Italia, Spagna, Grecia, Polonia, Finlandia e nei Paesi baltici.

 

Gli esperti demografici intervistati dal FT ritengono che la tendenza di lunga data degli europei ad avere meno figli possa essere stata esacerbata dalle preoccupazioni relative alle tensioni economiche e politiche a livello internazionale, alla peggiore impennata dell’inflazione in una generazione, al cambiamento climatico e alla pandemia di Covid-19.

 

Secondo un rapporto recente, il tasso di fecondità totale si è dimezzato, passando da 3,3 figli per donna nel 1960 a 1,5 nel 2022 nei 38 paesi membri dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), tra cui 22 stati membri dell’UE, più Australia, Canada, Giappone, Corea del Sud e altri.

 

Secondo Eurostat, tutte le regioni dell’UE hanno tassi di fecondità inferiori al livello di sostituzione di 2,1 nati vivi per donna.

 

Tuttavia, la popolazione dell’UE è in aumento nell’ultimo decennio, ad eccezione dell’anno pandemico del 2021. Il balzo più notevole è stato registrato nel 2023, secondo i dati Eurostat.

 

«Il cambiamento naturale negativo (più decessi che nascite) è stato superato numericamente dalla migrazione netta positiva», ha affermato l’agenzia in un comunicato di luglio.

 

Eurostat ha attribuito la crescita della popolazione all’aumento delle migrazioni dopo la pandemia e all’afflusso di immigrati dall’Ucraina che hanno ottenuto lo status di protezione temporanea nell’UE.

 

Come riportato da Renovatio 21, vari Paesi europei hanno registrato tassi di natalità ai minimi storici dalla Seconda Guerra Mondiale.

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Nel corso di questi anni, è stata avanzata la domanda se i vaccini mRNA COVID abbiano in qualche modo influenzato i tassi di natalità.

 

Nel 2022 uno studio del governo tedesco aveva trovato «forte associazioni» tra il programma di vaccinazione COVID e il calo della fertilità.

 

I vaccini mRNA hanno dato prova di poter avere effetti devastanti su maschi e femmine.

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Bioetica

Feticidi femminili in uno Stato indiano: 910 bambine ogni mille maschi nati, cresce di nuovo l’aborto selettivo

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Nel 2024 lo Stato dell’India settentrionale ha fatto registrare il peggiore rapporto alla nascita dal 2016. Pascoal Carvalho: «Feticidi femminili praticati clandestinamente». Una campagna promossa da Modi nel 2015 ha frenato solo temporaneamente la tendenza.   «Il radicato pregiudizio di genere dell’India nei confronti delle bambine permane». Lo afferma ad AsiaNews il dott. Pascoal Carvalho, già membro della Pontificia Accademia per la Vita, istituita da san Giovanni Paolo II nel 1994, a commento di nuovi allarmanti dati che giungono dallo Stato settentrionale dell’Haryana, uno tra quelli economicamente più avanzati in India, sul numero di femmine per mille maschi alla nascita. Nel 2024 lo stato dell’Haryana ha registrato il più basso rapporto in otto anni, con 910 bambine ogni 1000 bambini nati (nel 2023 erano state 916).   Il rapporto tra i sessi biologici alla nascita rappresenta un indicatore fondamentale dell’uguaglianza di genere ed è ricavato dai dati raccolti dai Servizi di registrazione civile (CRS), che monitorano l’andamento statistico delle morti e delle nascite. Secondo i dati provvisori preparati dalle autorità sanitarie statali per il 2024, lo scorso anno sono nati 516.402 bambini, di cui 270.354 (52,35% del totale) erano maschi e 246.048 (47,64%) femmine. Ciò indica che il numero di bambine è stato inferiore di 24.306 rispetto a quello dei bambini nei dodici mesi in questione.

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«La diminuzione del rapporto tra i sessi potrebbe indicare che le bambine vengono uccise nel grembo materno. La pratica del feticidio femminile, in contrasto con la legislazione che vieta i test di determinazione del sesso e gli aborti selettivi, viene praticata clandestinamente», ha sottolineato Carvalho, commentando i dati. «La Chiesa cattolica in India sottolinea instancabilmente il valore e la dignità della vita umana», ha aggiunto. La stessa Pontificia accademia per la vita ha come fine del suo servizio la difesa e la promozione del valore della vita umana e della dignità della persona, ma «i pregiudizi della società nei confronti delle bambine continuano, nonostante i progressi».   Secondo i dati, il numero massimo di nascite (57.961) in Haryana nel 2024 è avvenuto nel distretto di Nuh, uno dei più arretrati del Paese. Tuttavia, il rapporto alla nascita a Nuh, pari a 928, è tra i migliori nei 22 distretti dello Stato, dietro solo a Yamunanagar (936) e Sirsa (936). Gurgaon ha registrato 45.344 nascite nel 2024, ma con un rapporto di soli 899. Gurgaon è uno dei distretti con un rapporto tra i sessi biologici inferiore a 900. Con un rapporto simile (899) è anche Faridabad, con 48.777 nascite nel 2024.   Per arginare il calo del rapporto tra i sessi biologici in Haryana, il primo ministro Narendra Modi ha avviato nel 2015 la campagna Beti Bachao, Beti Padhao («Salva le figlie, educa le figlie»), per affrontare tutte le questioni correlate all’emancipazione delle donne nell’arco dell’intero ciclo di vita. L’indice dello Stato era migliorato dopo la campagna e aveva toccato quota 923 nel 2019. Ma dal 2020 ha ricominciato a diminuire, tendenza che è continuata fino ad oggi.   «La Chiesa è stata molto attiva nel dare potere alle donne attraverso l’istruzione, l’assistenza legale, l’assistenza sanitaria, lo sviluppo sostenibile per educare la madre a proteggere la vita della bambina», conclude Carvalho.   Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne. Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Controllo delle nascite

Iran a rischio «inverno demografico»: popolazione dimezzata a fine secolo

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

A dispetto delle politiche di incentivi e sostegni familiari il tasso di natalità è in continuo calo. Entro il 2101 si prospetta una riduzione del 50% e circa la metà degli abitanti «anziani». La Repubblica Islamica mostra uno dei cali di fertilità più rapidi al mondo. Caduti nel vuoto anche gli appelli della guida suprema Ali Khamenei.

 

La Repubblica Islamica attraversa un inverno demografico secondo gli esperti preoccupante, con la popolazione iraniana che sembra destinata a dimezzarsi entro fine secolo e tassi di natalità in continuo calo a dispetto degli sforzi governativi volti a incentivare le nascite e sostenere le famiglie.

 

ffrontando il tema del declino che accomuna il Paese ad altre nazioni dall’Europa all’Asia, e persino alcuni Stati dell’Africa, il vice-ministro della Sanità Alireza Raisi evidenzia il rischio di una comunità significativamente ridotta e invecchiata per il futuro. Entro il 2101, infatti, il dato potrebbe ridursi del 50% con circa la metà degli abitanti classificata come «anziana».

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Raisi riferisce che l’Iran ha registrato uno dei più rapidi cali di fertilità al mondo, passando da una media di sei figli per famiglia a meno di tre in un solo decennio. Se la tendenza continuerà, ha spiegato, la popolazione complessiva del Paese potrebbe ridursi fino a «circa 42 milioni entro la fine del secolo», un cambiamento che definisce «drastico» rispetto al livello attuale che è di oltre 87 milioni.

 

«Ciò significa che metà della popolazione iraniana sarà anziana» aggiunge il vice-ministro, esortando a prendere coscienza delle potenziali conseguenze disastrose a livello sociale ed economico che un simile cambiamento potrebbe comportare.

 

La questione riguardante l’invecchiamento della popolazione iraniana ha destato preoccupazione sia tra i funzionari che tra gli esperti demografici. Hesameddin Allameh, ex capo del Consiglio nazionale iraniano per gli anziani, ha recentemente descritto un’insidia incombente sul piano demografico, perché quasi 10 milioni di persone sono ora classificate come anziani. Egli ha proseguito affermando che oggi le province di Gilan e Mazandaran hanno le popolazioni più anziane del Paese, mentre il Sistan-Baluchestan e l’Hormozgan rimangono le più giovani, evidenziando le disparità presenti nella Repubblica Islamica.

 

Nonostante gli appelli degli alti dirigenti, tra i quali la stessa guida suprema Ali Khamenei, affinché le famiglie aumentino il tasso di natalità, gli sforzi hanno avuto un successo limitato. Il divieto di aborto legale e l’offerta di benefici come terreni gratuiti e copertura assicurativa promossi dal governo di Teheran, non si sono infatti registrate inversioni di tendenza.

 

I dati dell’Organizzazione nazionale per la registrazione civile indicano infatti un calo di 17mila nascite nel 2023 rispetto all’anno precedente, suggerendo che le politiche pro-natalità hanno faticato ad affermarsi.

 

Il principale fattore di calo è la crisi economica, che ha visto oltre un terzo degli iraniani vivere al di sotto della soglia di povertà, con un’inflazione superiore al 40% per cinque anni consecutivi. Altri elementi includono il cambiamento delle norme sociali e dello stile di vita nelle città, che stanno influenzando sempre più le scelte di pianificazione familiare.

 

Al contempo, la sfida demografica è contrastata dal tasso di mortalità annuale, che attualmente si aggira intorno alle 450mila unità, e da un tasso di natalità annuale di circa un milione. Con un aumento netto della popolazione di circa 550mila persone ogni anno, la nazione sta vedendo il suo tasso di crescita diminuire. Raisi ha avvertito che senza cambiamenti politici significativi l’Iran potrebbe trovarsi di fronte a una minaccia esistenziale.

 

«Se la situazione persiste, tra 100 anni non ci sarà più un Paese chiamato Iran» ha dichiarato l’alto funzionario, invocando un’azione unitaria fra i vertici dello Stato per affrontare il problema.

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Shahla Kazemipour, demografa e docente universitaria, ha affermato che il declino del tasso di natalità è a livello nazionale, indicando che la tendenza sarà probabilmente destinata a continuare senza un intervento mirato. L’esperta ha aggiunto che l’invecchiamento della popolazione, una realtà inevitabile, porrà sfide economiche e sociali significative nei prossimi decenni, unita alla crisi del Paese a causa delle sanzioni internazionali e delle tensioni nella regione, con il rischio di una guerra aperta con Israele.

 

Secondo Ahmad Moazen Zadeh, responsabile dell’Associazione iraniana di fisioterapia, attualmente la popolazione anziana del Paese è di circa sette milioni di persone, circa l’8% del totale. Con la crescita prevista, i servizi sanitari e sociali dovranno affrontare un aumento della domanda, che richiederà ampia pianificazione e risorse per essere gestito.

 

Mentre l’Iran si confronta con una società che invecchia e un declino demografico a lungo termine, la stabilità futura della sua forza lavoro, la resilienza economica e il sistema sanitario potrebbero dipendere da riforme politiche volte a incoraggiare una crescita demografica sostenibile.

 

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Immagine di Evgeniy Isaev via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0

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India, una speciale task force della polizia contro feticidi e infanticidi femminili

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   L’iniziativa in risposta all’ultimo caso di uccisione di una neonata. A denunciare la vicenda il nonno della bambina, insospettito dalla spiegazione del decesso fornita dalla figlia. Medico cattolico plaude all’iniziativa: «urgente» promuovere «valore e dignità» delle donne fin dal concepimento.   Una speciale task force contro i casi di infanticidio di bambine e di omicidio di feti femminili a Vellore. È l’iniziativa lanciata dal governo del Tamil Nadu, nel Sud dell’India, in risposta ad un recente caso di cronaca, in cui una coppia è stata arrestata in seguito alla morte della loro figlia.   Secondo la polizia distrettuale della città il 28enne Jeeva e la moglie Dayana, di 20 anni, originari del villaggio di Yeliur, nel distretto di Vellore sono stati fermati il 6 settembre scorso per aver presumibilmente avvelenato la bambina. Ad avviare l’inchiesta la denuncia presentata da Saravanan, il padre di Dayana e nonno della vittima, che si è rivolto alla locale caserma di polizia (Sho) di Veppankulam, dopo essersi insospettito sulle cause del decesso.

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Interpellato da AsiaNews il dr. Pascoal Carvalho, membro del Comitato per la vita umana dell’arcidiocesi di Delhi (Ahlc) e già membro della Pontificia accademia per la vita, plaude all’iniziativa perché è «urgente» promuovere «valore e dignità» delle donne fin dal concepimento.   Ricordando che la Chiesa l’8 settembre celebra il compleanno di Maria, madre di Gesù, egli sottolinea una volta di più l’importanza di contrastare pratiche diffuse come «infanticidio femminile e ferticidio». E ribadisce la contrarietà ai test di determinazione del sesso e gli aborti selettivi, auspicando «un cambiamento nelle coscienze» del Paese, valorizzando programmi di tutela e protezione come il «Cradle Baby Scheme» del Tamil Nadu per i bambini abbandonati.   L’ultima vicenda di cronaca è emersa grazie alla coraggiosa denuncia del nonno della piccola vittima, non convinto dal racconto della figlia secondo cui la neonata sarebbe morta dopo aver perso sangue dal naso e dalle orecchie. In seguito alle indagini, i genitori hanno ammesso di averla uccisa perché «si aspettavano che il secondo figlio fosse un maschio». Ora le forze dell’ordine hanno predisposto la formazione di una unità speciale, chiamata a indagare su tutti i casi di morte di bambine piccole registrati nell’ultimo anno nello Stato.   In passato si sono verificati diversi casi di morte di feti o di infanticidi femminili nel distretto di Vellore. Secondo le statistiche, almeno uno o due decessi per ingestione di latte (secondo la versione ufficiale) e tutti riguardavano bambine.   L’amministrazione distrettuale aveva già inviato una missiva agli ufficiali medici perché considerassero le seconde figlie come «neonati ad alto rischio» e da seguire ogni settimana per almeno un mese. Le autorità hanno anche dato direttiva a tutti gli ospedali di monitorare i progressi delle partorienti e di inviare una squadra composta da infermiere e tecnici del villaggio per controllare delle bambine.

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Il dipartimento medico dello Stato ha anche intensificato l’applicazione della legge sulle tecniche diagnostiche pre-concezionali e prenatali (PCPNDT) del 1994 per cercare di arginare i feticidi femminili.   A questo si aggiunge il giro di vite sui centri di screening illegali che venivano utilizzati per l’identificazione del sesso.   Un paio di anni fa, nel distretto di Tiruvannamalai, sempre nel Tamil Nadu, sono stati chiusi ben 22 di questi centri. Dopo che la polizia di Vellore ha registrato un caso di infanticidio femminile contro Jeeva e Dayana, la squadra speciale di polizia controllerà infine i casi di aborti e interruzioni mediche di gravidanza (MTP) dell’ultimo anno in ogni distretto.   Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne. Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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