Bizzarria
«Come Dio»: professore di Harvard afferma che gli alieni potrebbero creare universi in laboratorio
In una recente intervista, l’astronomo di Harvard Avi Loeb, ha ipotizzato che gli alieni potrebbero costruire «piccoli universi» nei laboratori e che i suoi detrattori sono semplicemente «gelosi».
Discutendo del suo lavoro e delle sue teorie in una chat con Fox News, il Loeb ha mostrato la sua tendenza verso teorie fantasiose e profondamente speculative sulla vita extraterrestre.
«Si può immaginare che la civiltà sovrumana che capisce come unificare la meccanica quantistica e la gravità potrebbe effettivamente essere in grado di creare un piccolo universo in laboratorio», ha detto al canale via cavo americano, «una qualità che assegniamo a Dio nei testi religiosi».
Un recente articolo del New York Times non si è concentrato sull’astronomo stesso, ma sul modo in cui ha alienato i suoi colleghi con le sue affermazioni da prima pagina su quelli che crede siano intrusi interstellari e astronavi precipitate sul fondo dell’Oceano Pacifico.
Durante l’intervista alla Fox, lo scienziato ha insistito sul fatto che se fosse stato lì quando Mosè trovò il roveto ardente che parlava con la voce di Dio con attrezzature moderne, «avrebbe potuto consigliare» il profeta «sulla temperatura superficiale del cespuglio, la quantità di energia in un periodo di tempo emessa da esso e se si tratta davvero di un fenomeno insolito».
Nessuna di queste teorie sulla potenziale vita aliena è particolarmente nuova. Credere che non siamo soli nell’universo, o addirittura che siano già state scoperte prove di vita extraterrestre intelligente, non è più l’unico ambito delle teorie del complotto, ma piuttosto delle udienze del Congresso e delle denunce del New York Times.
L’idea che gli alieni abbiano visitato la terra in passato, intervenendo nella storia umana o persino creando la nostra specie, ha un suo genere letterario con un nome specifico, la «paleoastronautica». Il successo editoriale del filone è partito una cinquantina di anni fa con il libro dello scrittore tedesco Heinrich Von Daeniken Carri degli dei.
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Visioni simili ad un certo punto cominciavano a sorgere anche in URSS, dove l’ipotesi del «creazionismo alieno» come origine della vita sul pianeta era ritenuta utile per prevenire che il popolo tornasse a darsi la spiegazione di un tempo, e cioè che l’universo lo aveva creato Dio.
Il furore paleoastronautico si presenta in cicli che paiono inestinguibili: nell’ultimo, a cui stiamo assistendo, vi sono personaggi che rileggono la Bibbia in chiave aliena, peraltro una tentazione già nota praticamente dai tempi di Von Daeniken.
Tuttavia come ha dichiarato al NYT l’astrofisico dell’Arizona State University Steve Desch, la gente sembra davvero essere «stufa di sentire le affermazioni selvagge di Avi Loeb».
Come riportato da Renovatio 21, Il professor Loeb è noto per aver sostenuto che l’asteroide interstellare 2017U1, avvistato nel 2017 e soprannominato «’Oumuamua» (in hawaiano «messaggero che arriva per primo da lontano» o «messaggero da un lontano passato») potrebbe essere la prova di una civiltà aliena che ha inviato un pezzo della sua tecnologia nel nostro pianeta a farci visita.
Il Loeb, di fatto un «cacciatore di alieni» con cattedra ad Harvard e quindi bollino accademico di alto prestigio, ha inoltre dichiarato che ci potrebbero essere fino a 4 quintilioni di astronavi aliene nel sistema solare.
Per quanto riguarda i suoi detrattori, l’astronomo di Harvard ha detto a Fox che soffrono solo di «gelosia accademica». Che non si curi molto di quel che dicono di lui lo si capisce anche da altre dichiarazioni degli ultimi mesi, come quella per cui potrebbe essere possibile che ci siano quattro quintilioni di astronavi aliene in agguato nel nostro sistema solare.
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E non si può dire che nel giro accademico, anche rinomato, il Loebbo sia solo: parlando a una conferenza a Manhattan, il dottor Garry Nolan – un immunologo con cattedra a Stanford candidato al premio Nobel, che en passant afferma di aver lavorato per la CIA in passato – ha suggerito che gli umani probabilmente hanno già visto gli alieni prima, ma semplicemente non hanno notato nulla di diverso loro, in modo simile a come le tribù sudamericane avvistarono per la prima volta le navi spagnole.
In pratica esiste quindi una possibilità del «100%» che forme di vita aliene abbiano visitato la Terra in passato e che siano ancora presenti sul nostro pianeta fino ad oggi.
La visione di Loeb degli alieni creatori di universi laboratoriali in fondo non si discosta troppo da quella dell’ex capo di Roskosmos (l’Agenzia Spaziale Russa) Dmitrij Rogozin, il quale in un discorso alla TV russa non ha escluso che la Terra sia già sotto osservazione extraterrestre e che gli attuali livelli della tecnologia umana e della comprensione della scienza potrebbero semplicemente non essere abbastanza avanzati allo stadio attuale per rendersene conto.
«Non siamo gli unici che possono studiare i microbi, ma possiamo essere studiati come i microbi» disse l’ex vicepremier Rogozin, che in seguito sarebbe uscito da Roskomos e sarebbe stato ferito durante un attentato in Donbass a dicembre scorso.
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Bizzarria
Candidato falliforme perde le elezioni a Tokyo: sconfitta non troppo amara nel comune di Holly e Benji
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Parco Monchichi, immagine screenshot da YouTube
Altalena spettrale e politicamente scorretta dalle parti di Horikiri.
Katsushika vi aspetta!
Taro Negishi
Corrispondente di Renovatio 21 da Tokyo
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Animali
Dinosauro morto sotto un museo di dinosauri
Un dinosauro sembra essere morto sul punto esatto in cui hanno poi costruito un museo dei dinosauri, seppellendo il suo fossile sotto la struttura musiva.
A Denver alcuni scienziati hanno scoperto un fossile di dinosauro di 67,5 milioni di anni fa nel sottosuolo del parcheggio del museo che ospita questi enormi animali oramai estinti milioni di anni fa. Come il Denver Museum of Nature and Science ha spiegato a Catalyst, la sua rivista online, l’antico frammento osseo è stato sepolto a circa 230 metri sotto il parkingo dell’istituzione.
Al di là della coincidenza di tale scoperta sotto un museo di storia naturale, tuttavia, il modo in cui gli amabili resti dinosaurici sono stati rivenuti sfida la credulità del lettore.
Diversi mesi fa, i ricercatori hanno iniziato a perforare sotto il parcheggio del museo per vedere se le temperature sotterranee della Terra potrebbero riscaldarle e raffreddarle in modo sostenibile. Questo «riscaldamento geotermico» utilizza lo stesso principio delle sorgenti termali, rendendo questa forma di energia rinnovabile una delle più antiche del mondo, scrive Futurism.
Una volta che le due piattaforme di perforazione sono iniziate, gli scienziati dietro il progetto hanno deciso di vedere cos’altro potevano trovare scavando in profondità nella crosta terrestre.
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Come spiega un articolo sull’incredibile scoperta, gli archeologi non solo hanno scoperto interessanti campioni geologici all’interno del nucleo campione di sei centimetri e mezzo, ma anche, per puro caso, l’osso parziale di un dinosauro scomparso circa 70 milioni di anni fa.
«È fondamentalmente come vincere alla lotteria e rimanere colpiti da un fulmine nello stesso giorno», ha spiegato il curatore di geologia del museo James Hagadorn in un’intervista a Catalyst. «Nessuno avrebbe potuto prevedere che questo piccolo piede quadrato di terra dove abbiamo iniziato a perforare avrebbe effettivamente contenuto un osso di dinosauro sotto di esso!».
Naturalmente ci sono volute alcune ricerche per determinare che l’osso era di un dinosauro di una non determinata specie fosse e comprendere come fosse deceduto. Successivamente, come spiegato nel documento di Rocky Mountain Geology, l’osso è stato catalogato come un frammento vertebrale da un ornitopode, un’ampia classificazione paleontologica per i dinosauri bipedi ed erbivori del periodo Cretaceo.
Come comunicato dalla direzione del museo, il ritrovamento ha dell’incredibile.
«Questo fossile proviene da un’epoca appena prima dell’estinzione di massa che ha spazzato via i dinosauri», ha spiegato lo Hagadorn, curatore di geologia del museo. «Questa è una scoperta scientificamente e storicamente emozionante».
Come sottolinea Rocky Mountain Geology, questi tipi di «scoperte paleontologiche urbane» sono davvero rari, ma quando accadono, «accendono l’interesse pubblico per la scienza e approfondiscono la nostra connessione con la natura».
Curioso ripensare a un noto cartone animato dinosauresco trasmesso sulla rete berlusconide qualche decennio fa che ha accompagnato i pomeriggi di tanti bambini parcheggiati dai bommer dinanzi alla TV: Ti voglio bene Denver, con l’inevitabile, come sempre inascolatabile ed inaffrontabile, sigla di Cristina D’Avena.
La storia parlava di un cucciolo di dinosauro verde, trovato da un gruppo di adolescenti californiani (sportivissimi, capelli lunghi e biondi) ancora all’interno del suo uovo, che ha il potere di teletrasportare qualsiasi essere vivente nella preistoria oppure di mostrare sulla sua superficie scene di quell’epoca, viene rinvenuto. I californici ragazzotti si affezionano al dinosauro, al quale danno il nome di Denver, ispirandosi all’omonima città capitale del Colorado, dopo aver letto questo nome su un autobus. Il Denverro si scopre un abile schettinatore e chitarrista ghiotto di patatine in bustina. Il rettile pasticcione inoltre riesce a parlare il linguaggio degli esseri umani, doppiato in italiano da Graziano Galoforo.
Se gli scienziati di Denver chiamassero la creatura preistorica del parcheggio Denver saremmo a cavallo. Di un dinosauro.
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Immagine generata artifizialmente.
Bizzarria
Uomo palpeggia la presidente del Messico
Meksika Devlet Başkanı Claudia Sheinbaum’a sokakta cinsel saldırı
Sheinbaum, başkent Meksiko’da halkı selamlarken tacize uğradı Olayın ardından suç duyurusunda bulunan Sheinbaum, “Eğer bu bana yapılıyorsa, diğer kadınlara neler yapılıyor?” diyerek ülke genelinde cinsel tacizin… pic.twitter.com/CMgMeaswHz — Rudaw Türkçe (@RudawTurkce) November 6, 2025
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