Bioetica
Bioetica del «pulsante del piacere»
Un numero crescente di scienziati crede che una sorta di «pulsante del benessere» – un dispositivo che può essere impiantato nel cervello e innescare automaticamente sensazioni di piacere – potrebbe diventare una realtà nel prossimo futuro.
«Alcune ricerche – in gran parte derivanti da sperimentazioni cliniche o mediche indicano che la controversa tecnologia è già in arrivo» scrive Futurism. «Diversi esperti, inclusi alcuni degli scienziati che conducono quegli studi, hanno detto a Futurism che pensano che la stimolazione neurale fatta puramente per scopi ricreativi non sarà solo possibile, ma che sarà un grande successo e che riscontrerà i favori della gente».
La domanda passa alla bioetica: tutto questo deve essere tranquillamente permesso?
«Ci sono persone che usano la stimolazione elettrica a scopo ricreativo in diversi modi», ha detto al sito l’ingegnere biomedico dell’Università del Michigan, Tim Bruns. «Può essere o meno ricreativo, ma le persone stanno facendo cose off-label per se stesse ora».
Un numero crescente di scienziati crede che una sorta di «pulsante del benessere» – un dispositivo che può essere impiantato nel cervello e innescare automaticamente sensazioni di piacere – potrebbe diventare una realtà nel prossimo futuro
«Vedremo pubblicità in TV o prodotti sullo scaffale? Credo di sì».
Bruns ha condotto diversi studi di riferimento che hanno utilizzato la stimolazione elettrica su nervi specifici per trattare e migliorare la funzione della vescica. Ma presto si è reso conto che quelle stesse identiche stimolazioni – sia vicino alla vescica stessa che, misteriosamente, sulla caviglia – sembravano trattare anche i disturbi della disfunzione sessuale che rendono difficile provare l’eccitazione, specialmente nelle donne.
In breve, parrebbe aver inventato un pulsante elettronico per la libido.
E una volta che qualcuno riesca a proseguire gli studi clinici e migliorare la sicurezza e l’efficacia di un dispositivo del genere, Bruns e i suoi colleghi sospettano che una versione ricreativa e a misura di consumatore non sarà da meno.
«Sta già accadendo», ha detto sempre a Futurism l’ingegnere meccanico e neuroscienziato della Carnegie Mellon University, Douglas Weber.
«Puoi trovare molti dispositivi di neurostimolazione su Amazon. Alcuni ti renderanno più forte, allevieranno il tuo dolore, ti aiuteranno a perdere peso e altri ti renderanno persino più intelligente», ha aggiunto Weber, ex consulente post-dottorato di Bruns. «Non possiedo nessuno di questi dispositivi. Ma mi aspetto che verranno sviluppati dispositivi neurostim, probabilmente nei prossimi due decenni, che offriranno vantaggi reali e preziosi ai consumatori».
«Il piacere derivato dalla stimolazione elettrica può assumere molte forme. Ci possono essere potenti impulsi elettrici sui muscoli che, con l’aumento della dopamina derivante dall’utilizzo di una tecnologia, potrebbe renderti più veloce, più forte e più intelligente oppure una sonda elettrica nel profondo del tuo cervello che possa renderti semplicemente felice» scrive il sito.
Ad esempio, gli scienziati hanno recentemente trattato la grave depressione di una paziente con un impianto neurale che le colpisce il cervello 300 volte al giorno e che le ha permesso di ridere e provare gioia spontaneamente per la prima volta da anni.
«Una grande domanda che rimane senza risposta è se la sextech alla fine diventerà un complemento alla nostra vita sessuale o un sostituto»
Naturalmente, il trattamento richiede un elettrodo impiantato in profondità nel cervello, che attualmente è riservato ai casi medici più estremi, ma poiché la tecnologia dell’interfaccia cerebrale diventa inesorabilmente più avanzata e ampiamente disponibile, non c’è motivo per cui un dispositivo del genere non possa diventare di largo consumo.
All’attuale livello di ricerca, la tecnologia potrebbe arrivare sul mercato in pochi anni. Ma quello che non sappiamo è cosa significherà per noi, psicologicamente come individui e sociologicamente come società, quando potremmo provare piacere semplicemente premendo un pulsante. E tutte queste domande diventano ancora più complesse se applicate al disordinato mondo del sesso.
«Una grande domanda che rimane senza risposta è se la sextech alla fine diventerà un complemento alla nostra vita sessuale o un sostituto», dice ricercatore del Kinsey Institute Justin Lehmiller, esperto di sesso e psicologia.
«Anche se è facile immaginare come questo tipo di sextech possa avvantaggiare le persone con disabilità o difficoltà sessuali, ci sono alcune preoccupazioni», ha aggiunto Lehmiller. «Ad esempio, se avessi accesso a un dispositivo che potrebbe darti orgasmi istantanei, ti avvicineresti al sesso in modo diverso? In che modo questo influenzerà l’intimità?».
Già la perversione del mondo moderno ha sdoganato dei robot bambini per deliziare le perversioni pedofile e gli appagamenti sessuali osceni degli adulti, come riportato tempo fa Renovatio 21. Una storia che non fa presagire nulla di buono all’orizzonte.
«Ad esempio, se avessi accesso a un dispositivo che potrebbe darti orgasmi istantanei, ti avvicineresti al sesso in modo diverso? In che modo questo influenzerà l’intimità?»
Quello su cui gli esperti hanno concordato è che questo tipo di tecnologia diventerà probabilmente popolare, che sia una buona idea o meno. Ciò significa che queste sono conversazioni importanti da avere ora, prima che i miglioramenti nelle dimensioni degli elettrodi, nella resistenza della batteria e nella sicurezza dell’impianto che saranno necessari per creare un dispositivo di consumo vadano a buon fine.
Perché, nel bene e nel male, le persone utilizzeranno sempre la tecnologia di derivazione medica in modi che i suoi creatori non intendevano far loro.
«Voglio dire che tutti hanno desideri e bisogni», ha detto Bruns. «Alcune persone possono andare più lontano per qualunque cosa sia».
Ha paragonato l’idea di un pulsante di benessere a misura di consumatore con le persone che prendono il Viagra. Bruns non pensa necessariamente che sarà un disastro, ma pensa che accadrà presto. Pensa anche che quando emergeranno dispositivi medici migliori, sarà facile per le aziende costruire gadget di consumo e per il pubblico accettarli.
«Le persone si sentono anche più a loro agio con l’inserimento della tecnologia nei loro corpi in generale quando si pensa a cose come pacemaker, impianti contraccettivi e impianti di insulina», ha detto Lehmiller, «quindi più le persone si sentono a proprio agio con questo genere di cose, più è probabile che saranno aperti ad altre possibilità che emergono».
La connessione umana è, per usare un eufemismo, importante. E poiché la tecnologia come un pulsante di benessere diventa fattibile, sicura e popolare, le persone potrebbero correre un rischio maggiore di chiudersi in se stessi, di premere un pulsante per sentirsi bene, invece di creare rapporti umani e sociali con gli altri e con il mondo che li circonda.
Ciò potrebbe, in teoria, essere disastroso per la salute pubblica e sollevare interrogativi inquietanti su chi è responsabile del benessere: l’individuo, l’azienda che impianterà la tecnologia neurale ricreativa nei loro corpi o le agenzie di regolamentazione che interverranno per regolamentare la tecnologia cerebrale come fanno oggi con le droghe.
O forse non ci sarà alcun problema.
La ricerca, dopotutto, ha dimostrato che anche i topi preferiscono la connessione sociale all’eroina. Forse queste nuove frontiere della tecnologia per la ricerca del piacere virtuale non saranno un problema se l’uomo continuerà a essere uomo e ad intessere rapporti sociali come è sempre stato, ripudiando questo visione dispotica di un mondo alienante, antisociale e transumano.
Bioetica
Il Quebecco si muove per riconoscere il «diritto» all’aborto nella proposta di costituzione
Il Quebecco ha proposto una legge per sancire un apparente «diritto» all’aborto nella bozza di costituzione della provincia canadese.
Il 9 ottobre, l’Assemblea nazionale del Quebecco ha presentato il disegno di legge n. 1, Legge costituzionale del 2025 sul Quebec, che mira a stabilire una costituzione per il Quebec che dia priorità ai valori della provincia, tra cui la cosiddetta «libertà» di aborto.
«Ora dobbiamo andare oltre», ha dichiarato il primo ministro François Legault all’Assemblea Nazionale. «Il Quebecco ha scelto di restare in Canada, ma ha anche scelto di affermare il suo carattere nazionale e distintivo».
«È giunto il momento di affermare, in modo chiaro, l’esistenza costituzionale della nazione del Quebecco», ha proseguito. «La Costituzione riunirà tutte le nostre regole, tutti i nostri valori fondamentali in un’unica legge. Diventerà la legge di tutte le leggi».
La proposta di legge costituzionale comprende diversi emendamenti contrari alla vita, tra cui l’inserimento delle leggi sull’aborto e sull’eutanasia nella costituzione provinciale. La legge è stata approvata con 71 voti favorevoli e 30 contrari. «Lo Stato protegge la libertà delle donne di abortire», promette l’articolo numero 29.
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Il Quebecco ha recentemente confermato il suo sostegno all’aborto quando la Corte superiore provinciale ha stabilito che le “zone bolla” delle strutture per l’aborto sono incostituzionali, ma «giustificate».
Attualmente, la legge del Quebec impedisce l’attività di advocacy pro-life entro un raggio di 50 metri da qualsiasi struttura o sede di un’attività che offre di eseguire il feticidio. Tra le attività vietate rientrano anche scoraggiare una donna dall’aborto od offrire risorse alternative per aiutare la madre a tenere il bambino.
Inoltre, la legge promette di prendere di mira i malati e gli anziani attraverso l’eutanasia. La legge si impegna a garantire che «qualsiasi persona le cui condizioni lo richiedano abbia il diritto di ricevere cure di fine vita», un termine che include il ricorso all’eutanasia. Da notare come l’anno scorso era emerso uno studio sul Quebecco che rivelava che più di uno su dieci bambini abortiti nel secondo trimestre nasce vivo, ma solo il 10% sopravvive più di tre ore.
Allo stesso tempo, il Quebecco, una provincia notoriamente liberale, ha il tasso più alto di suicidio assistito in Canada.
La provincia ha registrato un aumento del 17% dei decessi per eutanasia nel 2023 rispetto al 2022, con il programma che ha causato la morte di 5.686 persone. Questa cifra elevata rappresenta un impressionante 7,3% di tutti i decessi nella provincia, collocando il Québec in cima alla lista a livello mondiale. Di conseguenza, si è avuto anche il rivoltante record per la predazione degli organi, con la triplicazione dei trapianti da vittime di eutanasia.
Come riportato da Renovatio 21, ad agosto l’Ordine dei medici del Quebecco ha dichiarato che l’eutanasia è un «trattamento appropriato» per i bambini nati con gravi problemi di salute. L’eutanasia per i neonati era stata sostenuta dai medici quebecchesi ancora tre anni fa, mentre è discussa apertamente l’eliminazione eutanatica dei malati di demenza.
Gli sforzi quebecchesi si iscrivono in un contesto globale in cui, come per un silenzioso ordine dipanato in tutta la Terra, vari Paesi a trazione progressista sta cercando di costituzionalizzare l’aborto, sulla scorta di quanto fatto da Emanuele Macron in Francia due anni fa.
Come riportato da Renovatio 21, anche il governo spagnuolo sta lavorando per sancire il diritto al feticidio nella Costituzione.
Un anno fa a Brusselle è stato approvato il progetto di inclusione dell’aborto nella Carta Europea. L’anno precedente gli eurodeputati avevano chiesto che il feticidio divenisse «diritto fondamentale».
Altri Paesi non marciano nella stessa direzione, Cinque giorni fa il Parlamento Olandese ha respinto una risoluzione che dichiarava l’aborto come «diritto umano», idea alla base di tanti progetti di enti transnazionali
Due mesi fa la Repubblica Domenicana ha riconfermato il divieto totale di aborto.
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Bioetica
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Ambiente
Studi sui metodi per testare le sostanze chimiche della pillola abortiva nelle riserve idriche
I funzionari governativi USA stanno valutando se sia possibile sviluppare metodi per rilevare le sostanze chimiche contenute nella pillola abortiva nelle riserve idriche degli Stati Uniti, in seguito all’iniziativa del gruppo Students for Life. Lo riporta LifeSite.
Quest’estate, i funzionari dell’Agenzia per la Protezione Ambientale americana (EPA) hanno incaricato gli scienziati di determinare se fosse possibile sviluppare metodi per rilevare tracce di pillole abortive nelle acque reflue. Sebbene al momento non esistano metodi approvati dall’EPA, è possibile svilupparne di nuovi, hanno recentemente dichiarato al New York Times due fonti anonime.
La divulgazione fa seguito alla richiesta di 25 membri repubblicani del Congresso USA che hanno chiesto all’EPA di indagare sulla questione.
«Esistono metodi approvati dall’EPA per rilevare il mifepristone e i suoi metaboliti attivi nelle riserve idriche?», chiedevano i deputati in una lettera del 18 giugno. «In caso contrario, quali risorse sono necessarie per sviluppare questi metodi di analisi?»
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I legislatori hanno osservato che il mifepristone è un «potente bloccante del progesterone» che altera l’equilibrio ormonale e potrebbe «potenzialmente interferire con la fertilità di una persona, indipendentemente dal sesso».
Dopo l’annullamento della sentenza Roe v. Wade, Students for Life aveva rilanciato una campagna per indagare sulle tracce di pillole abortive e sui resti fetali nelle acque reflue. Il gruppo ha affermato che il mifepristone e i resti fetali potrebbero potenzialmente danneggiare gli esseri umani, gli animali e l’ambiente.
Nel novembre 2022, i dipendenti di Students for Life si sono lamentati del fatto che le agenzie governative non controllassero le acque reflue per individuare eventuali sostanze chimiche contenute nelle pillole abortive e hanno deciso di assumere i propri «studenti investigatori» per analizzare l’acqua.
La campagna era fallita sotto l’amministrazione Biden. Nella primavera del 2024, undici membri del Congresso, tra cui il senatore Marco Rubio della Florida, attuale Segretario di Stato, scrissero all’EPA chiedendo in che modo il crescente uso di pillole abortive potesse influire sull’approvvigionamento idrico.
Secondo due funzionari, l’EPA ha scoperto di non aver condotto alcuna ricerca precedente sull’argomento, ma non ha avviato alcuna nuova indagine correlata.
Kristan Hawkins, presidente di Students for Life, ha annunciato venerdì: «tre presidenti democratici hanno promosso in modo sconsiderato l’uso della pillola abortiva chimica. Ora l’EPA sta finalmente indagando sull’inquinamento causato dalla pillola abortiva».
«Ogni anno oltre 50 tonnellate di sangue e tessuti contaminati chimicamente finiscono nei nostri corsi d’acqua», ha continuato su X. «Spetta al presidente Trump e al suo team ripulire questo disastro».
A giugno un rapporto pubblicato da Liberty Counsel Action indicava che più di 40 tonnellate di resti di feti abortiti e sottoprodotti della pillola abortiva sono infiltrati nelle riserve idriche americane.
«Come altri farmaci noti per causare effetti avversi sul nostro ecosistema, il mifepristone forma metaboliti attivi», spiega il rapporto di 86 pagine. «Questi metaboliti possono mantenere gli effetti terapeutici del mifepristone anche dopo essere stati escreti dagli esseri umani e contaminati dagli impianti di trattamento delle acque reflue (WWTP), la maggior parte dei quali non è progettata per rimuoverli».
Non si tratta della prima volta che vengono lanciati gli allarmi sull’inquinamento dei fiumi da parte della pillola abortiva RU486, detta anche «pesticida umano».
Come riportato da Renovatio 21, le acque di tutto il mondo sono inquinate da fortemente dalla pillola anticoncenzionale, un potente steroide usato dalle donne per rendersi sterili, che viene escreto con l’orina con effetto devastante sui fiumi e sulla fauna ittica. In particolare, vi è l’idea che la pillola starebbe facendo diventare i pesci transessuali.
Danni non dissimili sono stati rilevati per gli psicofarmaci, con studi sui pesci di fiume resi «codardi e nervosi».
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Nonostante i ripetuti allarmi sul danno ambientale dalla pillola, le amministrazioni di tutto il mondo – votate, in teoria, all’ecologia e alla Dea Gaia – continuano con programmi devastatori, come quello approvato lo scorso anno a Nuova York di distribuire ai topi della metropoli sostanze anticoncezionali. A ben guardare, non si trova un solo ambientalista a parlare di questa sconvolgente forma di inquinamento, ben più tremenda di quello delle auto a combustibile fossile.
Ad ogni modo, come Renovatio 21 ripeterà sempre, l’inquinamento più spiritualmente e materialmente distruttore è quello dei feti che con l’aborto chimico vengono espulsi nel water e spediti via sciacquone direttamente nelle fogne, dove verranno divorati da topi, pesci, insetti, anfibi e altri animali del sottosuolo.
Su questo non solo non si trovano ambientalisti a protestare: mancano, completamente, anche i cattolici.
Come riportato da Renovatio 21, l’OMS poche settimane fa ha aggiunto la pillola figlicida alla lista dei «medicinali essenziali». Il segretario della Salute USA Robert Kennedy jr. aveva promesso una «revisione completa» del farmaco di morte (gli sarebbe stato chiesto dallo stesso Trump) ma negli scorsi giorni esso è stato approvato dall’ente regolatore FDA.
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