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Bill Gates contro chi protesta i suoi vaccini: «pazzi»

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Bill Gates torna in pista contro chiunque obietti ai suoi investimenti praticati sulla biologia degli esseri umani.

 

Ad un TED Talk a Vancouver la settimana scorsa, il Gates ha affrontato il problema delle «teorie di complotto» contro di lui e contro i vaccini COVID (che sono in larga parte finanziata dai suoi miliardi).

 

Egli ha quindi definito «crazy», «pazzi», coloro che si oppongono a lui e alle sue campagne di sierizzazione genica mondiale.

 

Gates ha subito dichiarato di trovare «piuttosto ironico» che alcuni manifestanti si fossero radunati fuori dal luogo del TED perché egli stesso, a suo dire, ha «salvato decine di milioni di vite».

 

I manifestanti, di cui circolerebbe un video in rete, non erano pochi, e in effetti in un tripudio di bandiere nazionali canadesi (quelle viste anche nella protesta dei camion a Ottawa) cantavano all’unisono «Arrestate Bill Gates», slogan sentito ad ogni latitudine (dall’Australia alla Bulgaria e la Croazia, dall’Inghilterra agli USA) in questi ultimi due anni.

 

 

Gates ha poi affermato che «la Gates Foundation è molto coinvolta nei vaccini, nell’invenzione di nuovi vaccini, nel finanziamento dei vaccini. Quindi è in qualche modo ironico che qualcuno si giri e dica che stiamo usando i vaccini per uccidere persone o per fare soldi o che abbiamo iniziato la pandemia».

 

Sul coinvolgimento della Gates Foundation nella produzione dei vaccini, e sul mantenimento del loro monopolio brevettuale, non vi è di fatto più alcun dubbio.

 

Di più: in molti ora parlano dei guadagni dei titoli delle Big Pharma dove ha investito la Fondazione Gates, l’esempio maggiore di «filantrocapitalismo» al mondo. Un esempio è la sociologa inglese Linsay McGoey, che al tema aveva dedicato un libro già nel lontano 2015, No Such Thing as a Free Gift: The Gates Foundation and the Price of Philanthropy. («Non esistono regali gratuiti: la Fondazione Gates e il prezzo della filantropia»).

 

A Vancouver il Gates ha continuato dicendo di trovare parimenti ironica l’idea di un programma di tracciamento universale spinto dall’ultramiliardario Microsoft: «…alcune cose strane – come quella che in qualche modo voglio tracciare, sapete, la posizione delle persone – perché sono così profondamente desideroso di sapere dove si trovano tutti».

 

Gates, di fatto, aveva già smentito varie volte di aver detto che i vaccini servirebbero ad un programma di controllo globale; tuttavia Robert F. Kennedy ne ha fornito le prove.

 

La scrittrice democratica Naomi Wolf, già membro della squadra dei Clinton, ha scritto che Bill Gates ha avviato «lo Stato biosecuritario» mettendo in pericolo «libertà e diritti civili dell’Occidente». I quantum dots – cioè l’iniezione di nanoparticelle che marcano i vaccinati –testati in Africa non paiono essere una storia tirata fuori da complottisti.

 

Nella sua conferenza nella Columbia britannica, Gates ha quindi detto che è «un po’ strano» che alla gente egli non piaccia. «Ciò si trasforma in qualcosa in cui ci sono costantemente pazzi a presentarsi?»

 

È un’accusa tremenda, questa di essere il vertice di una cospirazione globale. Come riportato da Renovatio 21, a correre subito in aiuto di Bill Gates, già nel 2020, fu la televisione pubblica cinese, controllata dal Partito Comunista Cinese.

 

 

L’affetto, abbiamo visto, è ricambiato: dopo la difesa dell’operato di Pechino nel contenimento dell’epidemia di Wuhano, ecco il surreale messaggio di buon capodanno mandato dall’ultramiliardario di Seattle a tutta la popolazione cinese, con tanti complimenti al miliardo e mezzo di cittadini della Repubblica Popolare, dove spera di tornare presto.

 

 

Infine, al TED canadese del Gates è andata in scena una nota di speranza miracolistica: «Speriamo che quando la pandemia si calmerà, le persone saranno più razionali riguardo al “Hey, i vaccini sono un miracolo e c’è molto di più che possiamo fare”».

 

All’evento canadese, Bill Gates voleva introdurre al pubblico boccalone dei TED la sua soluzione da 1 miliardo di dollari per prevenire le pandemie. Bill propone che un team di 3.000 medici, epidemiologi e diplomatici venga coordinato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità al costo di 1 miliardo di dollari all’anno.

 

L’annuncio di Bill Gates di nuove mostruose pandemie è oramai da considerarsi un fatto ciclico.

 

Alcune volte se ne esce però lasciandosi scappare dettagli intriganti: come quando ha cominciato improvvisamente a parlare di bioterrorismo basato sul vaiolo, proprio mentre erano state fortuitamente scoperte un frigo in Virginia alcune provette, presumibilmente abbandonate, contenenti il patogeno.

 

Il Billo aveva quindi sostenuto l’esigenza da parte delle autorità internazionali come l’OMS (di cui è il primo finanziatore) di istituire dei «Germ Games», una sorta di Olimpiade anti-bioterrorismo.

 

Come riportato da Renovatio 21, i vaccini non sono l’ultimo strumento su cui Gates sta investendo per il controllo della biologia dell’essere umano. Da anni sono oramai evidenti i suoi mega-interessi sulla questione alimentare.

 

Egli da pochi mesi è diventato il più grande proprietario terriero degli USA, e vanta nei suoi video i fondi dati alla tecnologia di bioingegneria genetica CRISPR, da ritenersi fondamentale per le colture OGM di nuova generazione.

 

Il sospetto che abbiamo è che Bill Gates, dopo l’mRNA universale, stia preparando il Grande Reset alimentare dell’umanità.

 

 

 

 

 

Immagine di Steve Jurvetson via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

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«Surreale» cena alla Casa Bianca con Trump, Zuckerberg, Bill Gates

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Il presidente Donald Trump ha organizzato una cena di alto profilo alla Casa Bianca, invitando i leader più influenti della Silicon Valley a discutere di intelligenza artificiale e investimenti negli Stati Uniti.

 

Tra i presenti figuravano Mark Zuckerberg, CEO di Meta Facebook, Tim Cook, CEO di Apple, Sam Altman, CEO di OpenAI, e Bill Gates, il fondatore di Microsoft con ampie attività filantrocapitaliste in corso. Molti di costoro in passato avevano pubblicamente criticato Trump. Elon Musk, tecnicamente il più ricco e di successo tra gli imprenditori tecnologici, un tempo stretto alleato di Trump, era assente, ufficialmente a causa di conflitti di agenda ma più probabilmente della rottura pubblica tra i due, non ancora sanata nonostante il ramoscello d’olivo mostrato da Trump negli scorsi giorni.

 

Il cosiddetto zar dell’Intelligenza Artificiale e delle criptovalute della Casa Bianca David Sacks (già tra i fondatori di PayPal, poi divenuto investitore di Venture Capital e sostenitore MAGA) era presente alla cena con l’amico e compagno di podcast Chamath Palihapitiya, già dirigente di Facebook a cui è seguito un grande successo come investitore. I due hanno offerto un resoconto privilegiato dell’evento sul loro podcast «All-In».

 

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«Tutto è iniziato con un gruppo organizzato da Chamath nella Silicon Valley. Erano il nucleo centrale, e poi sempre più persone hanno voluto unirsi», ha detto Sacks. «Ben presto, il presidente ha invitato i massimi leader del settore tecnologico, e la sala si è trasformata nella sala che vedete. È davvero sorprendente la capacità del presidente Trump di convocare tutte queste persone. Direi che forse metà dell’industria tecnologica era presente in termini di capitalizzazione di mercato».

 

Il Palihapitiya, sposato con la stupenda ereditiera farmaceutica italiana Nathalie Dompè, nel video concorda col Sacks, spiegando che trovarsi in quella stanza «sembrava surreale».

 

«Vedi i leader delle aziende più importanti del mondo, tutti seduti insieme, con questo senso di allineamento e cooperazione. È stato davvero fantastico», ha detto il Palihapitiya. «Queste persone non devono presentarsi da nessuna parte, ma il fatto che il presidente abbia potuto convocarle la dice lunga su di lui e sul suo programma».

 

Palihapitiya ha affermato che i partecipanti hanno sostenuto «incredibilmente» le politiche di Trump, che ha contrapposto alle «difficoltà sotto Biden», osservando che «anche i liberali più convinti come Tim Cook e Bill Gates hanno ormai pienamente abbracciato il presidente Trump».

 

«Questo è una testimonianza del suo programma», ha affermato. Il Palihapitiya ha poi offerto un resoconto dettagliato di Trump che ospita i leader della tecnologia nella Roosevelt Room. «Vedevamo le persone più potenti che hanno costruito queste incredibili aziende: circa 30 persone, ma il tavolo ne può ospitare solo 15. Quindi c’erano Tim Cook, Sam Altman e Satya Nadella seduti su un divano, con Dylan Field e Alan Wag lì vicino, che si rilassavano», ha raccontato Palihapitiya. «Nel loro mondo, sono dei re, ma alla Casa Bianca sono cittadini americani lì per incontrare il presidente. L’ego di tutti è stato messo a dura prova».

 

«Poi ci hanno fatto mettere in fila indiana – Sundar [Pichai, CEO di Google, ndr], Satya [Nadella, CEO di Microsoft, ndr], Bill Gates – come se fossimo nel backstage di un concerto degli Zeppelin», ha aggiunto il finanziere cingalo-canadese, raccontando che il momento si è arricchito di un visita allo Studio Ovale, con partecipanti come Safra Catz di Oracle e suo marito che si sono intrattenuti per le foto al Resolute Desk.

 

Si è trattato momento improvvisato si è verificato quando il marito di Catz ha chiesto una penna, spingendo Trump a distribuire monete e penne. Sergey Brin di Google ha innescato una discussione politica che si è protratta fino alla cena, mentre la richiesta di un partecipante di avere la playlist di Trump ha portato alla musica dei Fleetwood Mac nel giardino delle rose della Casa Bianca, immortalata da Lisa Su del produttore di microchippi AMD.

 

«Il cameratismo, tuttavia, non è riuscito a mascherare la tensione di fondo: questi leader, un tempo critici accesi, ora sembravano dare priorità all’accesso e all’influenza rispetto ai loro principi passati, mettendo in dubbio se la loro precedente opposizione fosse autentica o semplicemente una posa per ottenere il favore del pubblico», scrive Zerohedge.

 

L’evento ha sollevato interrogativi sulle motivazioni dei leader del settore tecnologico che un tempo si opponevano a Trump. Zuckerberg, che aveva bandito Trump dalle piattaforme di Meta nel 2021 dopo la rivolta al Campidoglio del 6 gennaio, aveva giustificato la mossa come una presa di posizione contro l’incitamento, attirandosi accuse di censura da parte dei sostenitori di Trump.

 

Nel 2016, Zuckerberg aveva criticato la retorica di Trump sull’immigrazione definendola divisiva durante la conferenza F8 di Meta. Cook, un acceso sostenitore della giustizia sociale, si era opposto al divieto di viaggio imposto da Trump nel 2017, definendolo «un approccio non corretto», mentre Altman aveva paragonato Trump a demagoghi «odiosi».

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Lo Zuckerbergo è stato filmato durante la serata mentre, interrogato dal presidente Trump sulla quantità di investimenti negli USA dei prossimi anni fa parte di Facebook, dice di volere impegnare circa 600 miliardi al 2028. Alcuni in rete accusano lo Zuck di essersi inventato al momento una cifra a caso che potesse compiacere il Trump, che, come noto, l’anno scorso in un libro fotografico aveva minacciato di dare l’ergastolo allo Zuckerbergo qualora fosse intervenuto come nel 2020 nelle elezioni 2024.

 

 

Molti hanno reagito malamente alle immagini di Bill Gates che pontifica a fianco di un’occhiuta Melania, paventando un cedimento del presidente.

 

Il Gates ha ostentato con vanto la sua carriera di filantrocapitalista riguardo alla sanità globale, che significa, ovviamente, vaccini.

 


Tuttavia, a poche ore dalla cena, Trump ha pubblicato su Truth Social un segmento di un vecchio documentario sui vaccini che mostra la loro assoluta pericolosità.

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Misteri

Il Congresso USA pubblica il filmato mancante della prigione di Epstein

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Una commissione del Congresso degli Stati Uniti ha reso pubblico il «minuto mancante» dalle riprese delle telecamere di sicurezza all’esterno della cella del miliardario pedofilo condannato Jeffrey Epstein, la notte della sua morte.   L’esistenza di questo filmato contraddice la precedente affermazione del Procuratore Generale Pam Bondi, secondo cui un minuto veniva cancellato ogni giorno a mezzanotte al reset delle telecamere.   Martedì, la Commissione per la Vigilanza e la Riforma del Governo della Camera ha pubblicato oltre 33.000 pagine relative al caso Epstein, in un contesto di crescente pressione sull’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Il Dipartimento di Giustizia (DOJ) e l’FBI hanno finora insistito sul fatto che il defunto finanziere non avesse tenuto alcuna «lista di clienti» per la sua rete di pedofili.   I filmati di sorveglianza precedentemente pubblicati, provenienti dal blocco di celle di Epstein, mancavano di un minuto, dalle 23:59 alla mezzanotte del 9 e 10 agosto, scatenando diffuse speculazioni e accuse di insabbiamento. La sua morte è stata ufficialmente dichiarata suicidio.   Nel video appena diffuso, poco dopo il minuto 11:59, un uomo si allontana dal banco della guardia e scompare dall’inquadratura. Il campo visivo limitato della telecamera di sicurezza non mostra l’ingresso della cella di Epstein.    

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L’assenza di un errore nella registrazione contraddice la spiegazione precedentemente fornita da Bondi. «Quello che abbiamo appreso dal Bureau of Prisons è che ogni notte il video viene resettato e ogni notte dovrebbe mancare lo stesso minuto», aveva dichiarato ai giornalisti a luglio.   Nel video appena pubblicato mancano i metadati, ovvero informazioni tecniche solitamente incorporate in un file, che potrebbero aiutare a confermare che si tratta di un filmato grezzo e non modificato.   Il «minuto mancante» è anche di qualità molto inferiore, ha un frame rate ridotto e un formato di testo sullo schermo diverso, ha affermato mercoledì la CBS News, citando esperti forensi in materia di video.   La conclusione del Dipartimento di Giustizia e dell’FBI secondo cui Epstein non aveva tenuto alcuna «lista di clienti incriminanti» ha provocato una forte reazione da parte di legislatori e commentatori di spicco.   Trump, che durante la sua campagna di rielezione aveva promesso di pubblicare i file su Epstein, ha risposto alle critiche sulla sua gestione del caso, sostenendo che solo gli «stupidi» insistono nel voler vedere la presunta lista dei clienti del trafficante di sesso. Trump, che nega l’insabbiamento, aveva ordinato la pubblicazione delle trascrizioni riguardante Epstein.   Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa Trump aveva dichiarato che la sua amministrazione mai avrebbe pubblicato i video sequestrati ad Epstein.   Ieri la Commissione per la vigilanza e la riforma del governo della Camera USA ha pubblicato più di 33.000 pagine di documenti relativi al caso, stranamente in formato immagine, quindi non facilmente indicizzabile.   Secondo Tucker Carlson l’Intelligence starebbe proteggendo, più che Trump, il network di potere attorno a Epstein. Alcuni speculano sul fatto che la verità sul caso del magnate pedofilo potrebbe in realtà compromettere per sempre i rapporti con lo Stato di Israele, di cui Epstein è accusato di essere una spia.

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Intelligence

Il Congresso USA pubblica la prima serie di file su Epstein

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La Commissione per la vigilanza e la riforma del governo della Camera USA ha pubblicato più di 33.000 pagine di documenti relativi al finanziere caduto in disgrazia e condannato per reati sessuali Jeffrey Epstein.

 

Martedì sera la commissione del Congresso degli Stati Uniti ha pubblicato sul suo sito web un link alle 33.295 pagine.

 

Il presidente James Comer ha citato in giudizio il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti il ​​mese scorso, dopo che un’indagine del Dipartimento di Giustizia e dell’FBI aveva concluso che Epstein non aveva tenuto alcuna «lista dei clienti». La rivelazione ha spinto i Democratici e alcuni Repubblicani ad accusare il Presidente Donald Trump di insabbiamento.

 

Parlando ai giornalisti martedì, Comer ha promesso la massima trasparenza e si è impegnato a pubblicare il resto dei documenti il ​​prima possibile. «Continueremo a seguire i fatti e a chiedere giustizia per questi sopravvissuti», ha dichiarato il Comitato di Vigilanza.

 


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Il giornalista Nick Sortor, tuttavia, ha sottolineato che ogni file è formattato come un’immagine individuale, il che rende «molto difficile la consultazione da parte del pubblico». La scelta potrebbe essere dettata o da incompetenza o dalla volontà di rendere difficile la ricerca.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’amministrazione Trump sembra aver tentato di sviare l’attenzione dal caso, con il presidente a dire che «solo gli stupidi si interessano dei file di Epstein». Il presidente aveva pure detto che l’amministrazione mai pubblicherà i video. In seguito alla rivolta dei suoi sostenitori, Trump, che nega l’insabbiamento, aveva ordinato la pubblicazione delle trascrizioni riguardante Epstein.

 

Si tratta di una grande giravolta – un tradimento – rispetto a quanto promesso in campagna elettorale. Si ritiene che, nel frattempo, sia successo qualcosa: forse qualcuno ha disegnato un particolare al presidente.

 

Secondo Tucker Carlson l’Intelligence starebbe proteggendo, più che Trump, il network di potere attorno a Epstein. Alcuni speculano sul fatto che la verità sul caso del magnate pedofilo potrebbe in realtà compromettere per sempre i rapporti con lo Stato di Israele, di cui Epstein è accusato di essere una spia.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia; modificata

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