Intelligenza Artificiale
Androide operaio, ulteriore video inquietante

Ulteriore video inquietante da Boston Dynamics, azienda produttrice di robot, che ora mostra il suo umanoide bipede alto sei piedi, Atlas, all’opera.
L’Atlas, si vede nel filmato, ha acquisito nuove abilità che gli consentono di operare su terreni complessi.
Il video mostra Atlas che opera in autonomia, lavorando in un cantiere improvvisato. Un operaio chiede al robot bipede la sua borsa degli attrezzi mentre è in alto su un’impalcatura. Il robot recupera la borsa e consegna con successo la borsa al lavoratore, per poi fare anche spettacolo quando salta giù.
“Ora, stiamo iniziando a far funzionare Atlas e a pensare a come il robot dovrebbe essere in grado di percepire e manipolare gli oggetti nel suo ambiente” ha dichiarato alla testata tecnologica The Verge Scott Kuindersma, capo del team di Boston Dynamics che ha realizzato Atlas.
Boston Dynamics, che è passata per la proprietà di Google, è ora partecipata anche dal conglomerato coreano Hyundai, che vi ha investito 1,1 miliardi di dollari.
Difficili, guardando queste immagini, non avvertire un principio di Uncanny Valley, ossia la sensazione straniante di vedere qualcosa di non umano agire e sembrare in mondo umano.
La domanda, tuttavia, è quanto impiegheranno androidi come Atlas a divenire armati per essere utilizzati come robot killer. Nel caso dei robocani, dei quali Renovatio 21 costantemente informa i lettori, è già andata così.
La Russia pochi anni fa aveva realizzato un esemplare di robot bipede dotato di pistola, anche se non è chiaro quanto fosse funzionale.
Un mondo di robot armati che circolano come nei film del regista sudafricano Neil Blomkamp come in Elysium, e Chappie è dietro l’angolo.
Immagine screenshot da YouTube
Intelligenza Artificiale
Foto mediche private utilizzate per addestrare l’Intelligenza Artificiale

Un’artista di intelligenza artificiale di nome Lapine afferma di aver scoperto che alcune foto mediche private di circa dieci anni fa, venivano utilizzate in un set di immagini per allenare l’intelligenza artificiale, chiamato LAION-5B. Lo riporta Futurism.
Lapine ha fatto questa strana scoperta utilizzando Have I Been Trained, un sito che consente agli artisti di verificare se il loro lavoro è stato utilizzato in un set di immagini. Quando Lapine ha eseguito una ricerca di immagini inversa del suo viso, due delle sue foto mediche private sono saltate fuori in maniera del tutto inaspettata.
«Nel 2013 un medico ha fotografato la mia faccia come parte della documentazione clinica», ha spiegato Lapine su Twitter. «È morto nel 2018 e in qualche modo quell’immagine è finita da qualche parte online e poi è finita nel set di dati – l’immagine che ho firmato un modulo di consenso per il mio medico – non per un set di dati».
🚩My face is in the #LAION dataset. In 2013 a doctor photographed my face as part of clinical documentation. He died in 2018 and somehow that image ended up somewhere online and then ended up in the dataset- the image that I signed a consent form for my doctor- not for a dataset. pic.twitter.com/TrvjdZtyjD
— Lapine (@LapineDeLaTerre) September 16, 2022
LAION-5B dovrebbe utilizzare solo immagini pubblicamente disponibili sul web ed invece quelle foto sono state prese dagli archivi del suo medico e sono finite online e, infine, nel set di immagini di LAION.
Il sito Ars Technica, in seguito a questa scoperta, ha trovato molte altre immagini «potenzialmente sensibili» di pazienti negli ospedali.
LAION ha raccolto quelle immagini utilizzando il web scraping, un processo in cui i bot setacciano Internet alla ricerca di contenuti e chissà cosa potrebbero ripescare.
Un ingegnere di LAION ha affermato che il database in realtà non ospita le immagini, quindi il modo migliore per rimuoverne una è «chiedere al sito web di hosting di interrompere l’hosting».
Tuttavia, come sottolinea Lapine, tale processo richiede spesso di divulgare informazioni personali al sito in questione.
Alla fine, la responsabilità potrebbe essere difficile da definire. L’ospedale o il medico hanno commesso un errore non proteggendo adeguatamente le foto o i web scraper come LAION sono troppo invasivi?
Indipendentemente da ciò, è già abbastanza grave che le IA stiano assimilando le opere degli artisti senza il loro consenso, inoltre possiamo permettere che addirittura le foto mediche private vengano esaminate dall’intelligenza artificiale?
Questa violazione della privacy non stupirà certamente gli attenti lettori di Renovatio21, perché sappiamo bene come i nostri elettrodomestici, le nostre auto, la nostra casa – che sono progettati per semplificarci la vita quotidiana e automatizzare le nostre attività – in realtà raccolgono informazioni su di noi e comunicano tali dati su Internet.
Secondo alcuni studiosi ed esperti del settore, è necessario adottare standard per scongiurare questo tipo di abusi della privacy riguardo all’uso dell’Intelligenza Artificiale.
Come riportato da Renovatio 21, è appena emerso il caso della foto di una signora in bagno ripresa dal suo aspirapolvere robot e finita, per qualche ragione, su Facebook.
Intelligenza Artificiale
Robot Killer, la NATO ha schierato sul campo il suo primo esemplare

I Paesi Bassi hanno dispiegato diversi veicoli terrestri armati e senza pilota (UGV), così da diventare il primo paese della NATO a farlo, creando un precedente allarmante per l’uso di robot killer sul campo di battaglia da parte dell’Occidente. Lo riporta Futurism.
Robot alimentati dall’Intelligenza Artificiale soprannominati Tracked Hybrid Modular Infantry Systems (THeMIS), sono stati sviluppati dalla società di difesa estone Milrem Robotics e sono stati inviati in Lituania lo scorso settembre.
Armati di cingoli da carro armato, possono ospitare diverse armi. Le immagini pubblicate dall’esercito olandese mostrano le macchine simili a carri armati equipaggiate con mitragliatrici.
«Abbiamo dispiegato quattro macchine [senza equipaggio] armate all’interno di un esperimento operativo», ha detto il tenente colonnello Sjoerd Mevissen, comandante del sistema robotico e autonomo dell’esercito reale olandese, alla testata militare Jane’s. «Per quanto ne so, non l’abbiamo mai visto prima in Occidente».
«Le macchine sono state consegnate per uso sperimentale in un’unità operativa in un ambiente di rilevanza militare», ha continuato il colonnello. «Questi non sono semplicemente test su un campo di allenamento».
L’invio dei robot in Lituania, Paese che esprime in modo diretto la sua inimicizia nei confronti di Mosca, non è un segnale di distensione nei confronti dei Paesi al di fuori della NATO. Lo spazio lituano è quello che si chiama un «ambiente di rilevanza militare».
«Siamo sotto gli occhi e le orecchie diretti dei russi», ha detto Mevissen nella dichiarazione, «e come tali in un ambiente semi-operativo».
Anche se questo potrebbe essere il primo dispiegamento ufficiale della NATO di UGV, non sono i primi ad essere schierati.
Come riportato da Renovatio 21, l’esercito russo sta allestendo la sua prima unità militare armata che include carri armati robotici killer.
Il carro armato a pilotaggio remoto, chiamato Uran-9, può essere equipaggiato con torrette automatiche da 30 mm, lanciafiamme e missili anticarro: un altro segno che ci stiamo dirigendo verso un futuro in cui i sistemi d’arma automatizzati si sfideranno sul campo di battaglia. L’esercito russo pare sita correndo avanti con il loro sviluppo.
Anche se da qualche tempo i delegati delle Nazioni Unite stanno discutendo possibili regolamenti per controllare l’utilizzo dei robot killer autonomi, la Russia, tuttavia, ha già preso una posizione netta, che, come spesso accade, appare in controtendenza contro il consenso transnazionale – che sappiamo bene essere spesse volte molto ipocrita. Il delegato russo è dell’opinione che la comunità globale non ha bisogno di nuove regole o regolamenti per disciplinare l’uso di robot killer.
Anche l’esercito del Regno Unito sta per ridurre il proprio numero di soldati a favore di robot militari.
Parte di questa ristrutturazione delle forze armate consiste nell’investire maggiormente in robot, droni e altri strumenti di combattimento ad alta tecnologia. Nel complesso, l’aggiornamento rappresenta un adattamento al volto mutevole della guerra, con un’enfasi maggiore sulla guerra informatica rispetto alle truppe di terra.
Questo dispiegamento militare da parte della NATO è un grosso problema e potrebbe cementare ulteriormente l’inizio di una nuova era nella tecnologia militare.
Ma il fronte militare di queste nuove e inquietanti tecnologie non si «combatte» solo in territorio europeo: la Cina sta impiegando armi robotiche lungo i suoi confini con l’India. Si tratta di piccoli cingolati dotati di mitragliatore. Uno dei modelli, lo Sharp Claw, è dotato anche di visione notturna. Si dice che lo Sharp Claw misuri 70 centimetri di lunghezza, 60 centimetri di altezza e 120 chilogrammi (264,6 libbre) di peso. 88 unità Sharp Claw sono state impiegate in Tibet.
Non si tratta dell’unico robot militare realizzato dalla Cina. Vi sarebbe anche il Mule200, un veicolo di trasporto. In Tibet, dove corre il confine problematico con l’India, l’Esercito di Liberazione del Popolo ne ha portati 120. In Himalaya l’esercito cinese avrebbe altresì portato esemplari di «yak meccanico».
Tuttavia, al momento, Cina e India non si stanno combattendo con androidi assassini ma con soldati che, ad alta quota, si picchiano come fabbri ferrai.
Immagine di Milrem Robotics via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)
Intelligenza Artificiale
Intelligenza Artificiale si finge Babbo Natale per dire che Babbo Natale non esiste

Il nuovo potente chatbot di OpenAI – il software di Intelligenza Artificiale di cui tutti parlano –è stato in grado di fingersi Babbo Natale mentre spiegava ad un bambino che Babbo Natale non esiste. Lo riporta il sito Futurism.
La dirigente della grande piattaforma eCommerce Shopify Cynthia Savard ha pubblicato un testo generato dal chatbot che, secondo le sue parole, l’ha resa «leggermente emotiva».
«Sto scrivendo per farti sapere che non sono una persona reale», ha scritto il bot fingendosi Babbo Natale, «ma un personaggio di cui i tuoi genitori ti hanno raccontato storie per amore».
I asked OpenAI to write a letter to my son explaining that Santa isn’t real and we make up stories out of love. This is making me slightly emotional 🥹 pic.twitter.com/zNMolDCCWA
— Cynthia Savard Saucier (@CynthiaSavard) December 2, 2022
Come hanno notato gli appassionati di Intelligenza Artificiale, da quando OpenAI ha recentemente lanciato ChatGPT – quest’ultima offerta della società di ricerca cofondata da Elon Musk – è incredibilmente più sofisticata.
«Stiamo assistendo alla morte del saggio universitario in tempo reale», ha osservato un utente di Twitter, pubblicando schermate della «risposta di ChatGPT a una richiesta di una delle mie lezioni di storia». Il saggio scritto dall’Intelligenza Artificiale sulle teorie del nazionalismo era, secondo l’utente, estremamente redatto bene e che il chatbot ha prodotto in soli 10 secondi.
I guess GPT-3 is old news, but playing with OpenAI’s new chatbot is mindblowing. https://t.co/so1TuXMQB0
We’re witnessing the death of the college essay in realtime. Here’s the response to a prompt from one of my 200-level history classes at Amherst
Solid A- work in 10 seconds pic.twitter.com/z1KPxiAc1O
— Corry Wang (@corry_wang) December 1, 2022
Nella storia dell’Intelligenza Artificiale contro Babbo Natale, è impressionante quanto bene il robot sia stato in grado di spiegare in modo conciso un concetto che molti umani adulti hanno difficoltà a esprimere ai propri figli, con anche un buon tono.
«I tuoi genitori ti hanno raccontato storie su di me e sui miei elfi come un modo per portare gioia e magia nella tua infanzia. Volevano che tu credessi nello spirito del dare e nella magia delle festività natalizie», ha scritto la macchina. «Voglio che tu sappia che l’amore e la cura che i tuoi genitori hanno per te sono reali. Hanno creato per te ricordi e tradizioni speciali per amore e desiderio di rendere speciale la tua infanzia».
Stiamo senza dubbio entrando in un nuovo strano mondo di generazione di testi di Intelligenza Artificiale, dove, si spera, che possano essere usati per nobili scopi, ma il pericolo di derive di vario genere, chiaramente, è dietro l’angolo.
Come riportato da Renovatio 21, di esempi in questo campo ne abbiamo diversi: un imprenditore tecnologico tedesco di nome Fabian Stelzer, sta producendo un film interamente generato dall’Intelligenza Artificiale. Il film, di genere fantascientifico e con uno stile piuttosto anni Settanta, si chiama Salt. La pellicola avrà solo voci artificiali tranne la sua. Software di autogenerazione di immagini creeranno pure le riprese e gli effetti sonori del film.
In rete già possiamo visionare su Vimeo – sito di condivisione video per lo più artistici – un cortometraggio intitolato Ghosts, la quale sua particolarità è che è creato con complessi «loop» («cicli») creati con l’Intelligenza Artificiale. Il sistema utilizzato è il network neurale StarGAN2 (GAN sta per Generative Adversarial Networks, il tipo di algoritmi con cui creano anche i Deep Fake), che realizza un morphing (cioè una transizione graduale delle forme) tra immagini generate dalla macchina.
Rimanendo sempre nel mondo dello spettacolo, un altro recente utilizzo dell’IA da parte dell’artista «generativo» Alper Yesiltas, è stato quello di creare fotografie di personaggi famosi morti anzitempo immaginandosi come sarebbero ora se fossero sopravvissute. In pratica, l’artista-informatico turco ha fatto invecchiare i famosi morti.
La Necrocultura espressa dall’Intelligenza Artificiale non si ferma solo nel «dare vita» a grandi star prematuramente scomparse, ma nel corso di una recente conferenza, abbiamo appreso dal vicepresidente senior di Amazon e scienziato capo di Alexa, Rohit Prasad, della riproduzione della voce di una nonna defunta che legge una favola della buonanotte a un bambino.
Chissà se questa favola parlava proprio della leggenda di Babbo Natale?
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