Guerra cibernetica
Anche il sito di Viganò sotto attacco hacker

Lo scorso 11 aprile arcivescovo Carlo Maria Viganò ha annunciato oggi sui social media che il sito web della sua fondazione Exsurge Domine è stato disattivato a causa di un attacco informatico.
«Il sito ufficiale della Fondazione Exsurge Domine – di cui sono patrono – è stato oggetto di un attacco informatico, a seguito del quale risulta inaccessibile. I nostri tecnici stanno cercando di rimediare ai danni e riportare il sito online quanto prima» ha scritto monsignore.
Il sito è poi tornato regolarmente online.
Monsignor Viganò, già Nunzio Apostolico negli Stati Uniti ha lanciato la Fondazione Exsurge Domine il 1° luglio 2023 per aiutare sacerdoti e religiosi vittime delle «purghe bergogliane».
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«I tentativi di censurare ogni voce dissenziente si vanno moltiplicando, tanto in ambito civile quanto ecclesiastico. Governanti e Gerarchia Cattolica considerano come nemici i propri cittadini e fedeli, mentre accolgono a nostre spese i nemici della Patria e della Religione», ha affermato Sua Eccellenza.
Sua Eccellenza ha aggiunto che «in questo feroce attacco contro i fedeli cattolici, la Gerarchia non è mai coinvolta nella loro difesa: ciò dimostra la sua complicità nella dissoluzione dell’Europa e del mondo occidentale».
«In questo feroce attacco ai fedeli Cattolici, la Gerarchia non viene mai coinvolta: questo dimostra la sua complicità nella dissoluzione dell’Europa e del mondo occidentale. E chi denuncia il colpo di stato globale – che coinvolge anche la Chiesa ufficiale – viene deriso, screditato, psichiatrizzato e infine scomunicato: il mio caso rientra perfettamente in questa operazione di criminalizzazione e di censura che coinvolge una fascia sempre più vasta di persone, tanto in ambito civile quanto in ambito religioso».
Quello degli attacchi hacker è un fenomeno noto alle voci dissidenti.
Lo stesso sito che state leggendo ne è la prova vivente: tre anni fa, dopo essere stato cancellato dai social con la riapertura della pagina Facebook ordinata dal giudice dopo un processo, Renovatio 21 subì un attacco cibernetico impressionante che mise il sito fuori uso per giorni.
I tecnici che si sono interessati al caso dissero che mai avevan veduto prima una cosa del genere.
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Guerra cibernetica
Il blackout di Amazon mette offline importanti siti web

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— Elon Musk (@elonmusk) October 20, 2025
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Cina
La Cina accusa gli Stati Uniti di un grave attacco informatico

La Cina ha accusato la National Security Agency (NSA) degli Stati Uniti di aver condotto un «significativo» attacco informatico protrattosi per anni contro l’ente cinese incaricato di gestire l’orario nazionale ufficiale.
In un comunicato diffuso domenica sul suo account social ufficiale, il Ministero della Sicurezza dello Stato (MSS) ha dichiarato di aver acquisito «prove inconfutabili» dell’infiltrazione della NSA nel National Time Service Center. L’operazione segreta sarebbe iniziata nel marzo 2022, con l’obiettivo di sottrarre segreti di Stato e compiere atti di sabotaggio informatico.
Il centro rappresenta l’autorità ufficiale cinese per l’orario, fornendo e trasmettendo l’ora di Pechino a settori cruciali come finanza, energia, trasporti e difesa. Secondo l’MSS, un’interruzione di questa infrastruttura fondamentale avrebbe potuto provocare «instabilità diffusa» nei mercati finanziari, nella logistica e nell’approvvigionamento energetico.
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L’MSS ha riferito che la NSA avrebbe inizialmente sfruttato una vulnerabilità (exploit) nei telefoni cellulari di fabbricazione straniera utilizzati da alcuni membri del personale del centro, accedendo così a dati sensibili.
Nell’aprile 2023, l’agenzia avrebbe iniziato a utilizzare password rubate per penetrare nei sistemi informatici della struttura, un’operazione che avrebbe raggiunto il culmine tra agosto 2023 e giugno 2024.
Il ministero ha dichiarato che gli intrusi hanno impiegato 42 diversi strumenti informatici nella loro operazione segreta, utilizzando server privati virtuali con sede negli Stati Uniti, in Europa e in Asia per nascondere la loro provenienza.
L’MSS ha accusato gli Stati Uniti di «perseguire in modo aggressivo l’egemonia informatica» e di «violare ripetutamente le norme internazionali che regolano il cyberspazio».
Le agenzie di intelligence americane «hanno agito in modo sconsiderato, conducendo incessantemente attacchi informatici contro la Cina, il Sud-est asiatico, l’Europa e il Sud America», ha aggiunto il ministero.
Negli ultimi anni, Pechino e Washington si sono scambiate accuse reciproche di violazioni e operazioni di hacking segrete. Queste tensioni si inseriscono in un più ampio contesto di scontro tra le due potenze, che include anche una guerra commerciale.
All’inizio di gennaio, il Washington Post aveva riportato che, il mese precedente, hacker cinesi avrebbero preso di mira l’Office of Foreign Assets Control (OFAC) del dipartimento del Tesoro statunitense. All’epoca, Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri cinese, aveva definito tali accuse «infondate».
Come riportato, ad inizio anno le agenzie federali USA accusarono hacker del Dragone di aver colpito almeno 70 Paesi. Due anni fa era stata la Nuova Zelanda ad accusare hackerri di Pechino di aver penetrato il sistema informatico del Parlamento di Wellington.
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Le attività dell’hacking internazionale da parte di gruppi cinesi hanno negli ultimi anni raggiunto le cronache varie volte. A maggio 2021 si è saputo che la Cina ha spiato per anni i progetti di un jet militare USA, grazie a operazioni informatiche mirate.
Come riportato da Renovatio 21, a ottobre 2023 si è scoperto che hackers cinesi hanno rubato dati da un’azienda biotech americana, colpendo il settore della ricerca.
A febbraio 2022, allo scoppio del conflitto ucraino, Microsoft ha rilevato un malware «wiper» diretto a Kiev, con sospetti di coinvolgimento cinese.
Come riportato da Renovatio 21, a gennaio 2023 un attacco cibernetico cinese ha colpito università sudcoreane. Due anni fa vi fu inoltre un attacco cibernetico a Guam, isola del Pacifico che ospita una grande base USA. Analisti dissero che poteva essere un test per il vero obbiettivo, cioè lo scontro con Taiwan.
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Guerra cibernetica
Aeroporti nordamericani hackerati con messaggi pro-Hamas

Dear @realDonaldTrump,
Canada’s Kelowna airport had a serious security breach. Hacked with Hаmаs propaganda. Mark Carney won’t stand up to the Muslim Brotherhood, but will stand up for them. 🇨🇦 is a security threat to the world. Thank you for your attention to this matter. pic.twitter.com/hm0DyMd3Nx — dahlia kurtz ✡︎ דליה קורץ (@DahliaKurtz) October 15, 2025
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