Spirito
Ai piedi della Croce con Nostra Signora della Compassione
In occasione del 50° anniversario della loro congregazione, le Suore della Fraternità San Pio X pubblicano una raccolta di testi del loro fondatore, monsignor Marcel Lefbvre, su Nostra Signora della Compassione.
Presentano l’opera così: Mons. Lefebvre era «un’anima innamorata del soprannaturale e un grande devoto della Beata Vergine. Preferibilmente, amava contemplarla ritta ai piedi della croce, condividendo la passione del suo divino Figlio, partecipando con tutta l’anima alla redenzione del genere umano (…)».
«La Beata Vergine, che ha condiviso la vittoria del Figlio sul diavolo, vittoria conquistata sulla croce, saprà guidarci e sostenerci anche durante la dolorosa passione che soffre oggi la Chiesa, Corpo mistico di Cristo. La Madonna della Compassione è quindi più che mai una devozione per il nostro tempo (…)».
«Dal ricco “tesoro di famiglia” della predicazione del loro Fondatore, le Suore hanno scelto l’essenziale per aiutare tutte le anime che desiderano stare con la Madonna ai piedi della croce».
Nella prefazione che ha Piodato a questo libro, il Superiore Generale della Fraternità San Pio X, don abate Davide Pagliarani scrive che l’opera «mette in luce i pensieri e la vita intima di monsignore da un’angolazione a lui molto cara, quella della Madonna della Compassione. Voleva anche che l’Addolorata fosse la speciale patrona della Fraternità».
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Ce ne dà la ragione profonda: «La croce non solo ha ottenuto il perdono di tutti i peccati del mondo. La croce ha portato molto di più: un’abbondanza di grazie e di amore che Nostro Signore desidera riversare sulle anime che sono disposte a rispondere al suo amore. La redenzione porta una vita nuova, una partecipazione reale alla vita di Dio. Il Divino Crocifisso desidera riempire le anime, invaderle completamente».
E augurare: «Attraverso questo libro, degnati la Vergine Addolorata di offrire a tante anime l’accesso sicuro ai tesori di grazie di cui Ella è custode. E possano le parole del nostro Fondatore servire a suscitare le vocazioni religiose di cui la Chiesa e il nostro mondo hanno tanto bisogno».
Per comprendere meglio il ramo femminile della Fraternità San Pio X leggeremo sull’ultimo numero di Nouvelles de Chrétienté (n. 209, settembre-ottobre 2024), l’articolo molto esauriente e abbondantemente illustrato: «La congregazione delle Suore della Fraternità San Pio X festeggia i suoi 50 anni».
Ai piedi della croce con la Madonna della Compassione è disponibile presso le Suore della Fraternità San Pio X: Abbaye Saint-Michel, 7 allée du Château, 36290 Saint-Michel-en-Brenne – Téléphone : +33 02 54 38 00 18 Prezzo: € 19 + spese di spedizione.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Immagine di Épouse de Jésus-Christ via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Spirito
«Rimarrà solo la Chiesa Trionfante su Satana»: omelia di mons. Viganò
Qui legit intelligat
Omelia nella Prima Domenica di Avvento
Terra vestra deserta; civitates vestræ succensæ igni: regionem vestram coram vobis alieni devorant, et desolabitur sicut in vastitate hostili.
Il vostro paese è desolato, le vostre città consumate dal fuoco, i vostri campi li divorano gli stranieri, sotto i vostri occhi; tutto è devastato, come per un sovvertimento di barbari.
Is 1, 7
Intervenendo all’Assemblea Generale della CEI ad Assisi (1), il card. Matteo Zuppi ha detto che «la Cristianità è finita», e che questo fatto dev’essere considerato positivamente, come un’occasione, un καιρός. Non vi sfuggirà l’uso del lessico globalista, secondo il quale ogni crisi indotta dal Sistema è anche un’opportunità: la cosiddetta pandemia COVID, la guerra in Ucraina, la transizione ecologica, l’islamizzazione delle nazioni occidentali. Zuppi – uno dei principali esponenti della chiesa sinodale – si guarda bene però dal riconoscere che la distruzione dell’edificio cattolico e la cancellazione della presenza cattolica nella società siano l’effetto logico e necessario dell’azione eversiva del Concilio Vaticano II e dei suoi sviluppi remoti e recenti, ostinatamente imposta dalla Gerarchia stessa. D’altra parte, nel momento in cui viene spodestato Cristo Re e Pontefice sostituendolo con la volontà della base – prima la collegialità, oggi la sinodalità – non poteva che accadere nella Chiesa Cattolica ciò che duecento anni prima era accaduto nella cosa pubblica.Sostieni Renovatio 21
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Spirito
Il cardinale Zen mette in guardia dalla sinodalità: «Non è forse questo il suicidio della Chiesa cattolica?»
In un contributo apparso questa settimana sul suo blog personale, il cardinale Joseph Zen, 93enne porporato cinese in quiescenza, ha formulato un’ulteriore aspra reprimenda al Sinodo sulla sinodalità e al compianto pontefice Francesco.
Francesco ha lasciato in eredità «caos e disgregazione», ha asserito Sua Eminenza. «La nostra aspirazione più profonda è che papa Leone XIV ricompatti la Chiesa sulle basi della verità, radunando tutti noi nella missione evangelizzatrice. Offriamo le nostre invocazioni e le nostre rinunce per papa Leone».
Zen non ha mai celato le sue apprensioni sul cammino sinodale. In seguito alla scomparsa di Francesco, il cardinale aveva ammonito i porporati convocati al conclave che la Chiesa si trova di fronte a un «dilemma esistenziale» nel confronto con esso. In un’analisi divulgata a febbraio 2024, Sua Eminenza aveva espresso l’auspicio che «questo Sinodo sulla ‘sinodalità’ possa giungere a una conclusione dignitosa».
Nel testo odierno, Zen ha manifestato timore che la Chiesa cattolica si stia «trasformando nella Chiesa anglicana» e che stia «commettendo un suicidio assimilandosi» al mondo secolare.
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«Senza dubbio… i fedeli debbono contribuire agli indirizzi ecclesiali, ma il primato dei vescovi non può essere eluso», ha precisato in merito al sinodo. Tuttavia, «l’assemblea del 2024 sulla sinodalità non ha più costituito un Sinodo nella accezione classica… ha inaugurato un’ibrida “assemblea consultiva dei battezzati”».
Il porporato cinese ha quindi censurato il documento conclusivo del sinodo, bollandolo come «vago e innovativo», attribuendo alla Fiducia supplicans – che autorizza la benedizione delle «coppie» omosessuali – il merito di aver generato «turbamenti marcati e fratture profonde» nell’ambito della Chiesa.
Sua Eminenza ha pure confidato che, qualora Dio lo convocasse al martirio, lo accoglierebbe come una «grazia immensa», e ha deplorato la difficoltà, in quest’epoca, di discernere e diffondere la verità e la sapienza per le anime. La verità, ha soggiunto, non risiede nelle opinioni individuali, bensì nella consapevolezza di «essere figli di Dio» e nel sacrificio redentore di Cristo per i nostri falli.
Per lustri, Zen ha redarguito la Santa Sede per la sua linea conciliante verso il Partito Comunista Cinese sulla designazione dei vescovi. Nondimeno, ha chiuso il suo intervento ribadendo la propria fedeltà alla Cattedra di Pietro.
«La mia contestazione a taluni atti pontifici scaturisce proprio dalla mia devozione profonda al papa», ha chiarito, evocando passi evangelici quali Matteo 14 e Luca 22: il primo, in cui san Pietro – non ancora Pontefice – vacilla sulla superficie dell’acqua dubitando del Signore; il secondo, in cui Cristo preannuncia il triplice rinnegamento di Pietro.
A ottobre, il cardinale aveva condannato il pellegrinaggio LGBT ospitato nella Basilica di San Pietro. «Il Vaticano era al corrente dell’iniziativa con anticipo, ma non ha elevato alcuna protesta successiva. Lo riteniamo del tutto inspiegabile!», aveva esclamato, invitando a pratiche di penitenza quali preghiera e astinenza.
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Immagine screenshot da YouTube
Spirito
Un papa mette, un altro toglie
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