Economia
L’oro supera l’euro nelle riserve globali

L’oro ha superato l’euro, diventando la seconda riserva mondiale per valore di mercato. Lo sostiene la Banca Centrale Europea.
La BCE attribuisce questo cambiamento agli acquisti record da parte delle banche centrali e alle crescenti tensioni geopolitiche.
Le banche centrali hanno aumentato le loro riserve auree di oltre 1.000 tonnellate nel 2024, il doppio della quantità media annua registrata nel decennio precedente, portando il totale delle riserve ufficiali a 36.000 tonnellate, vicino al picco del 1965 durante l’era di Bretton Woods, secondo la BCE.
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«Questa riserva, insieme ai prezzi elevati, ha reso l’oro la seconda riserva globale per valore di mercato nel 2024, dopo il dollaro USA», ha dichiarato mercoledì la BCE nella sua analisi annuale del ruolo internazionale dell’euro.
In termini di valore di mercato, l’oro rappresentava il 20% delle riserve ufficiali globali alla fine del 2024, superando l’euro al 16%. Il prezzo dell’oro è aumentato di quasi il 30% nel 2024, raggiungendo massimi storici superiori a 3.500 dollari l’oncia troy, aumentando significativamente la sua quota nei portafogli di riserva.
La BCE ha rilevato che «due terzi delle banche centrali hanno investito in oro a fini di diversificazione, mentre due quinti lo hanno fatto per proteggersi dal rischio geopolitico». Molti dei maggiori acquirenti sono stati le economie emergenti, in particolare quelle geopoliticamente meno allineate con l’Occidente.
Sebbene la quota dell’euro nelle riserve globali, misurata a tassi di cambio costanti, si sia mantenuta stabile intorno al 20%, è stata superata in termini di valore di mercato a causa dell’impennata del prezzo dell’oro. «Il ruolo internazionale dell’euro è rimasto sostanzialmente stabile nel 2024», ha osservato la BCE, sottolineando che l’euro è rimasto la seconda valuta più utilizzata in assoluto.
La BCE ha inoltre osservato che «alcuni Paesi hanno attivamente esplorato alternative ai tradizionali sistemi di pagamento transfrontalieri».
Questi Paesi sono principalmente «fortemente influenzati da fattori geopolitici» come il conflitto in Ucraina e le conseguenti sanzioni, le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina, l’instabilità in Medio Oriente e una più ampia spinta dei paesi BRICS a ridurre la dipendenza dai sistemi finanziari occidentali.
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La BCE ha inoltre avvertito che l’euro si trova ad affrontare nuove sfide derivanti da sviluppi come il crescente ruolo delle criptovalute nei pagamenti transfrontalieri e il crescente utilizzo di stablecoin garantite dai titoli del Tesoro statunitensi. Secondo il rapporto, la quota del dollaro USA nelle riserve valutarie è leggermente diminuita al 57,8%.
Come riportato da Renovatio 21, un anno fa, quando si parlava di massimo storico, l’ora aveva raggiunto «appena» i 2.400 dollari l’oncia.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio 2024 la Russia aveva parlato di un ritorno all’economia basata sul valore dell’oro. Gli economisti russi Sergej Glazev e Dmitrij Mitjaev avevano sostenuto l’uso dell’oro per proteggere il sistema finanziario russo mentre «salta giù» dal sistema basato sul dollaro in bancarotta e aiuta a stabilire una nuova architettura finanziaria internazionale. La proposta era quella di una sorta di «rublo d’oro 3.0».
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Economia
Ritrovato morto a Kiev un trafficante di criptovalute

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Cina
Trump: gli USA imporranno dazi del 100% alla Cina

Il presidente Donald Trump ha dichiarato che, a partire dal 1° novembre 2025, gli Stati Uniti applicheranno dazi del 100% sui prodotti cinesi, in reazione a quelle che ha definito restrizioni commerciali «straordinariamente aggressive» introdotte da Pechino.
Giovedì, la Cina ha reso noti nuovi controlli sulle esportazioni di minerali strategici con applicazioni militari, giustificando la misura come necessaria per tutelare la sicurezza nazionale e adempiere agli obblighi internazionali, inclusi quelli legati alla non proliferazione.
In un messaggio pubblicato venerdì su Truth Social, Trump ha accusato la Cina di aver assunto «una posizione estremamente ostile in materia di commercio», annunciando l’intenzione di imporre «controlli su larga scala sulle esportazioni di quasi tutti i prodotti che producono, inclusi alcuni non realizzati da loro», secondo una comunicazione inviata a livello globale. Tali misure, ha sottolineato il presidente, avrebbero impatto su tutti i paesi «senza eccezioni».
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«In risposta a questa posizione senza precedenti della Cina, gli Stati Uniti imporranno un dazio del 100% sui prodotti cinesi, in aggiunta a qualsiasi tariffa attualmente in vigore», ha scritto Trump, specificando che, dalla stessa data, saranno introdotti controlli sulle esportazioni di «qualsiasi software critico».
Ad agosto, Stati Uniti e Cina avevano concordato una tregua tariffaria di 90 giorni, che ha ridotto i dazi americani sui prodotti cinesi dal 145% al 30% e quelli cinesi sui prodotti americani dal 125% al 10%. Questa tregua scadrà a novembre. Trump ha definito la mossa di Pechino «assolutamente inaudita nel commercio internazionale» e «una vergogna morale nei rapporti con altre nazioni», precisando di parlare esclusivamente a nome degli Stati Uniti, non di altre nazioni similmente minacciate.
L’annuncio ha provocato un forte impatto sui mercati globali, con un crollo delle borse statunitensi nella giornata di venerdì. Come visibile nella finance card sopra, l’indice S&P 500 ha registrato un calo del 2,7%, segnando la peggiore perdita giornaliera da aprile, mentre il Dow Jones Industrial Average è sceso di circa 900 punti, pari all’1,9%.
Il NASDAQ, fortemente legato al settore tecnologico, ha subito un ribasso del 3,6%, con gli investitori che hanno venduto titoli ad alta crescita, particolarmente vulnerabili alle interruzioni nelle catene di approvvigionamento cinesi.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Economia
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