Geopolitica
Le autorità ONU e libiche formano un comitato per la tregua
La Missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) e il Consiglio presidenziale libico affiliato al governo di Tripoli del primo ministro Abdul Hamid Dbeibah hanno avviato un comitato congiunto per la tregua al fine di gettare le basi per un cessate il fuoco permanente, ha riferito l’ONU domenica.
Scontri sono scoppiati a Tripoli il 12 maggio in seguito all’assassinio di Abdulghani al-Kikli, noto localmente come Ghaniwa, a capo dell’Apparato di Supporto alla Stabilità (SSA), una potente milizia legata al Governo di Unità Nazionale (GNU) con sede a Tripoli e riconosciuto a livello internazionale. Secondo quanto riferito, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco nel sud di Tripoli, innescando violenti scontri tra fazioni rivali.
Il nuovo organismo, presieduto dal generale Mohammed Al-Haddad, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito libico, ha tenuto la sua prima riunione domenica. Secondo un comunicato pubblicato su X, il comitato ha discusso di misure di sicurezza durature per Tripoli e ha dato priorità alla protezione dei civili.
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L’UNSMIL ha espresso preoccupazione per le notizie di vittime civili causate dai recenti scontri armati e ha chiesto la cessazione immediata delle ostilità.
Il premier Abdul Hamid Dbeibah ha affrontato i disordini nella capitale in un discorso trasmesso su Tabadul TV, esortando i gruppi armati a sciogliersi e a integrarsi nelle istituzioni statali ufficiali. «Quanto a coloro che persistono nel ricatto e nella corruzione, non saremo clementi», ha dichiarato.
Il 13 maggio, il ministero della Difesa libico ha annunciato di aver ripreso il controllo sui principali punti critici di Tripoli. Tuttavia, la violenza è ripresa in seguito tra le forze allineate al GNU e i combattenti della Forza Speciale di Deterrenza (Rada).
Il giorno seguente, l’Agenzia di supporto alle direzioni di sicurezza della Libia (DSA) ha riferito che il suo vice, il colonnello Ali Al-Jabri, era sopravvissuto a un tentativo di assassinio in un quartiere di Tripoli che aveva visto giorni di disordini.
Gli scontri hanno avuto ripercussioni anche sulle operazioni marittime. Sabato, la compagnia di navigazione tedesca Hapag-Lloyd ha annunciato la sospensione temporanea di «tutti gli scali navali da e per Tripoli e non accetterà nuove prenotazioni relative a questo porto».
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La Libia è scossa dalla violenza e dall’illegalità dopo il rovesciamento e l’assassinio di Muammar Gheddafi, sostenuto dalla NATO, nel 2011. Le fazioni controllano diverse parti di questo paese africano, un tempo prospero, con due governi rivali con sede a Tripoli e nella città di Tobruk.
L’UNSMIL ha avvertito che la situazione attuale potrebbe sfuggire di mano se non verranno adottate misure urgenti per la de-escalation.
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Immagine da Twitter
Economia
I mercati argentini salgono dopo la vittoria elettorale di Milei, che ringrazia il presidente Trump
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«Grazie, Presidente Trump, per la fiducia accordata al popolo argentino. Lei è un grande amico della Repubblica Argentina. Le nostre nazioni non avrebbero mai dovuto smettere di essere alleate. I nostri popoli vogliono vivere in libertà. Contate su di me per lottare per la civiltà occidentale, che è riuscita a far uscire dalla povertà oltre il 90% della popolazione mondiale».Gracias Presidente @realDonaldTrump por confiar en el pueblo argentino. Usted es un gran amigo de la República Argentina. Nuestras Naciones nunca debieron dejar de ser aliadas. Nuestros pueblos quieren vivir en libertad. Cuente conmigo para dar la batalla por la civilización… pic.twitter.com/G4APcYIA2i
— Javier Milei (@JMilei) October 27, 2025
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Geopolitica
Sudan, le Forze di Supporto Rapido rivendicano la cattura del quartier generale dell’esercito
Le Forze di Supporto Rapido (RSF), milizia paramilitare sudanese, hanno annunciato di aver assunto il controllo del quartier generale dell’esercito nella città di Al-Fashir, devastata dal conflitto.
La capitale del Darfur settentrionale è sotto assedio da parte delle milizie da oltre un anno, con le Nazioni Unite che denunciano attacchi sistematici contro i civili, inclusi l’uccisione e la mutilazione di oltre 1.000 bambini.
Domenica, un portavoce delle RSF ha dichiarato in un comunicato che il gruppo ha conquistato completamente il comando della Sesta Divisione di Fanteria delle Forze Armate Sudanesi (SAF) dopo «battaglie eroiche caratterizzate da operazioni mirate e assedi strategici».
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«La liberazione… segna una svolta cruciale nelle battaglie condotte dalle nostre valorose forze. Traccia le basi per un nuovo Stato a cui tutti i sudanesi contribuiranno», ha affermato il rappresentante delle RSF.
Si ritiene che il quartier generale della Sesta Divisione di fanteria fosse l’ultima roccaforte dell’esercito nel Darfur, dove i combattimenti tra SAF e RSF infuriano da oltre due anni.
Da quando ha assediato Al-Fashir nell’aprile 2024, le RSF sono state accusate di attacchi indiscriminati contro i civili, con droni e artiglieria. Secondo le Nazioni Unite, circa 260.000 civili, di cui 130.000 bambini, sono intrappolati in condizioni disperate, isolati dagli aiuti umanitari nella città.
Secondo organizzazioni per i diritti umani, all’inizio di questo mese almeno 20 persone sono state uccise in attacchi contro una moschea e l’ospedale saudita, l’ultima struttura medica operativa di Al-Fashir, dopo l’uccisione di circa 100 civili a settembre.
Domenica, Tom Fletcher, coordinatore degli aiuti d’emergenza delle Nazioni Unite, si è detto «profondamente allarmato» dalla situazione ad Al-Fashir, chiedendo un cessate il fuoco immediato in tutto il Sudan. Il Fletcher sottolineato che i combattenti continuano ad avanzare in città, bloccando le vie di fuga e lasciando i civili intrappolati, affamati e terrorizzati.
Il conflitto tra l’esercito e le RSF, scoppiato a Khartoum nell’aprile 2023, ha generato quella che l’ONU considera una delle peggiori crisi umanitarie al mondo.
L’esercito non ha ancora commentato la presunta perdita del quartier generale di Al-Fashir, ma il suo comandante, Abdel Fattah Al-Burhan, ha discusso con l’ambasciatore turco Fatih Yildiz di questioni come gli sforzi per revocare l’assedio alla capitale della regione, secondo una nota ufficiale.
Come riportato da Renovatio 21, il comandante delle Forze di supporto rapido (RSF) paramilitari sudanesi, Mohamed Hamdan Dagalo, ha prestato giuramento come capo di un governo rivale del Sudan.
Come riportato da Renovatio 21, la RSF aveva annunciato un «governo di pace e unità» parallelo ancora lo scorso febbraio.
Le stragi nel Paese non si contano. Due mesi fa si era consumato un orribile massacro a seguito di un attacco aereo ad un mercato. Settimane fa c’era stato un attacco ad un ospedale.
Come riportato da Renovatio 21, a fine 2024 le fazioni rivali sudanesi avevano interrotto i negoziati.
Il conflitto ha casato già 15 mila morti e 33 mila feriti. Le Nazioni Unite hanno descritto la situazione umanitaria in Sudan come una delle crisi più gravi al mondo. Mesi fa la direttrice esecutiva del Programma Alimentare Mondiale (WFP), Cindy McCain, aveva avvertito che la guerra di 11 mesi «rischia di innescare la più grande crisi alimentare del mondo».
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Gli USA sono stati accusati l’estate scorsa di aver sabotato gli sforzi dell’Egitto per portare la pace in Sudan.
Le tensioni in Sudan hanno portato perfino all’attacco all’ambasciata saudita a Karthoum, mentre l’OMS ha parlato di «enorme rischio biologico» riguardo ad un attacco ad un biolaboratorio sudanese.
Come riportato da Renovatio 21, il generale Abdel Fattah al-Burhan, leader de facto e capo dell’esercito della nazione africana dilaniata dalla guerra, due mesi fa è stato oggetto di un tentato assassinio via drone.
Il Paese è stato svuotato dei suoi seminaristi.
La Russia nel frattempo fa ha annunziato l’apertura di una base navale in Sudan.
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Immagine di Coordenação-Geral de Observação da Terra/INPE via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Geopolitica
Lavrov: falchi europei minano i negoziati tra Russia e Stati Uniti
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