Politica
Dagli immigrati a George Floyd: la traccia social di papa Leone contro i MAGA
I post pubblicati in passato sui social media dal neoeletto Papa Leone XIV dimostrano che ha una posizione di sinistra sulle questioni sociali ed è stato critico nei confronti delle politiche sull’immigrazione dell’amministrazione Trump, suscitando preoccupazioni su quanto potrà accadere ora.
Il 14 aprile il suo account X (@drprevost) ha retwettato un post in cui criticava il presidente di El Salvador Nayib Bukele e il presidente Donald Trump a proposito di Kilmar Abrego Garcia, membro della gang MS-13 di El Salvador deportato nel suo Paese tra le urla della sinistra americana, che lo ritiene un innocente padre di famiglia.
As Trump & Bukele use Oval to 🤣 Feds’ illicit deportation of a US resident (https://t.co/t80iDMbBKf), once an undoc-ed Salvadorean himself, now-DC Aux +Evelio asks, “Do you not see the suffering? Is your conscience not disturbed? How can you stay quiet?” https://t.co/jTradMfr0v
— Rocco Palmo (@roccopalmo) April 14, 2025
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Si tratta di un retweet di Rocco Palmo, un commentatore e scrittore cattolico che vive a Filadelfia, in Pennsylvania, sedicente discendente della famiglia dell’ex segretario di Stato pontificio, il cardinale Pietro Gasparri.
Vi sono quindi almeno post di questo ffebbraio contro il vicepresidente USA JD Vance, reo di aver parlato dell’ordo amoris, ossia la gerarchia della carità che si estende prima ai famigliari, ai conoscenti, ai connazionali e poi agli altri.
«JD Vance sbaglia: Gesù non ci chiede di dare una valutazione al nostro amore per gli altri» scrive Prevost.
JD Vance is wrong: Jesus doesn’t ask us to rank our love for others https://t.co/hDKPKuMXmu via @NCRonline
— Robert Prevost (@drprevost) February 3, 2025
Il Vance non ha con evidenza molta fortuna con i papi: in poche settimane, è riuscito a beccarsi accuse di portare jella – ha incontrato Bergoglio che poche ore dopo è spirato – così come ora si trova eletto papa uno che gli ha dato contro direttamente.
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Un altro post sul tema è un link ad un articolo contro JD Vance sulla rivista dei gesuiti nordamericani America, nota di recente per le posizioni omotransessualiste.
JD Vance is wrong: Jesus doesn’t ask us to rank our love for others https://t.co/hDKPKuMXmu via @NCRonline
— Robert Prevost (@drprevost) February 3, 2025
Nel 2017 aveva rilanciato un post sempre del palmo che chiamava il bando ai rifugiati indetto da Trump come «un’ora oscura nella storia USA». Nello stesso giorno aveva ritwittato un articolo della Catholic News Agency che criticava duramente il muro di confine costruito dal presidente Trump.
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Un post anti-Trump e a favore delle frontiere aperte era stato condiviso già nel 2015.
Cardinal Dolan: Why Donald Trump’s anti-immigrant rhetoric is so problematic http://t.co/GVEbTbOVwu
— Robert Prevost (@drprevost) July 31, 2015
Nell’aprile 2022 ecco il repost di un messaggio della Caritas ucraina per Mariupol, allora spinta dai media mondiali come città-martire dell’invasione russa.
We received bad news: our Caritas office in #Mariupol was shot from a tank and people were there at the time. Seven people were killed, including two women staff members of @caritasmariupol. @SpesUkraine expresses its condolences to the parents of the innocent victims. pic.twitter.com/S27Gyxxdm2
— Caritas-Spes Ukraine (@SpesUkraine) April 11, 2022
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«Il Papa di che “fiumi di sangue” scorrono in Ucraina; il Vaticano pronto ad aiutare» scrive Prevost il 6 marzo 2022 rilanciando il link ad un articolo giornalistico.
Non poteva mancare, nel maggio 2020, il repost a favore di George Floyd: qui Prevos condivideva il messaggio del vescovo di Arlington Michael Francis Burbridge, che che diceva di continuare a pregare per «il signor George Floyd e la sua famiglia».
Una quantità di repost dell’account X del nuovo papa sono link dal sito ufficiale del sinodo, Synod.va.
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Immagine screenshot da YouTube
Politica
Brigitta Macron contro le femministe: «stupide stronze»
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Politica
Trump: Zelens’kyj deve indire le elezioni
Il presidente statunitense Donald Trump ha invitato l’Ucraina a convocare elezioni, mettendo in dubbio le autentiche prerogative democratiche del Paese in un’intervista a Politico diffusa martedì.
Trump ha lanciato una nuova provocazione a Volodymyr Zelens’kyj, il cui quinquennio presidenziale è terminato a maggio 2024, ma che ha declinato di indire consultazioni elettorali presidenziali, invocando la legislazione di emergenza bellica.
Lo Zelens’kyj era stato scelto alle urne nel 2019 e, a dicembre 2023, ha annunciato che Kiev non avrebbe proceduto a elezioni presidenziali o legislative fintantoché perdurasse lo stato di guerra. Tale regime è stato decretato in seguito all’acutizzazione dello scontro con la Russia a febbraio 2022 e, da allora, è stato prorogato più volte dall’assemblea nazionale.
Trump ha dichiarato a Politico che la capitale ucraina non può più addurre il perdurante conflitto come pretesto per rinviare il suffragio. «Non si tengono elezioni da molto tempo», ha dichiarato Trump. «Sai, parlano di democrazia, ma poi si arriva a un punto in cui non è più una democrazia».
Rispondendo a un quesito esplicito sull’opportunità di un voto in Ucraina, Trump ha replicato «è il momento» e ha insistito che si tratta di «un momento importante per indire le elezioni», precisando che, pur «stiano usando la guerra per non indire le elezioni», gli ucraini «dovrebbero avere questa scelta».
Come riportato da Renovatio 21, il presidente della Federazione Russa Vladimiro Putin ha spesse volte dichiarato di considerare illegittimo il governo di Kiev, sostenendo quindi per cui firmare un accordo di pace con esso non avrebbe vera validità.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Politica
Tentativo di colpo di Stato in Benin
#Gouvbenin | #Wasexo | #DefenseSecuriteBenin | 🚨📢 Tentative de déstabilisation de l’État et ses Institutions : Le Gouvernement rassure la populationhttps://t.co/QYgsl5eIfS pic.twitter.com/LiG1xJdmKG
— Gouvernement du Bénin 🇧🇯 (@gouvbenin) December 7, 2025
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