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Dagli immigrati a George Floyd: la traccia social di papa Leone contro i MAGA

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I post pubblicati in passato sui social media dal neoeletto Papa Leone XIV dimostrano che ha una posizione di sinistra sulle questioni sociali ed è stato critico nei confronti delle politiche sull’immigrazione dell’amministrazione Trump, suscitando preoccupazioni su quanto potrà accadere ora.

 

Il 14 aprile il suo account X (@drprevost) ha retwettato un post in cui criticava il presidente di El Salvador Nayib Bukele e il presidente Donald Trump a proposito di Kilmar Abrego Garcia, membro della gang MS-13 di El Salvador deportato nel suo Paese tra le urla della sinistra americana, che lo ritiene un innocente padre di famiglia.

 

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Si tratta di un retweet di Rocco Palmo, un commentatore e scrittore cattolico che vive a Filadelfia, in Pennsylvania, sedicente discendente della famiglia dell’ex segretario di Stato pontificio, il cardinale Pietro Gasparri.

 

Vi sono quindi almeno post di questo ffebbraio contro il vicepresidente USA JD Vance, reo di aver parlato dell’ordo amoris, ossia la gerarchia della carità che si estende prima ai famigliari, ai conoscenti, ai connazionali e poi agli altri.

 

«JD Vance sbaglia: Gesù non ci chiede di dare una valutazione al nostro amore per gli altri» scrive Prevost.

 

Il Vance non ha con evidenza molta fortuna con i papi: in poche settimane, è riuscito a beccarsi accuse di portare jella – ha incontrato Bergoglio che poche ore dopo è spirato – così come ora si trova eletto papa uno che gli ha dato contro direttamente.

 

 

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Un altro post sul tema è un link ad un articolo contro JD Vance sulla rivista dei gesuiti nordamericani America, nota di recente per le posizioni omotransessualiste.

 

 

Nel 2017 aveva rilanciato un post sempre del palmo che chiamava il bando ai rifugiati indetto da Trump come «un’ora oscura nella storia USA». Nello stesso giorno aveva ritwittato un articolo della Catholic News Agency che criticava duramente il muro di confine costruito dal presidente Trump.

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Un post anti-Trump e a favore delle frontiere aperte era stato condiviso già nel 2015.

 


Nell’aprile 2022 ecco il repost di un messaggio della Caritas ucraina per Mariupol, allora spinta dai media mondiali come città-martire dell’invasione russa.

 

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«Il Papa di che “fiumi di sangue” scorrono in Ucraina; il Vaticano pronto ad aiutare» scrive Prevost il 6 marzo 2022 rilanciando il link ad un articolo giornalistico.

 

Non poteva mancare, nel maggio 2020, il repost a favore di George Floyd: qui Prevos condivideva il messaggio del vescovo di Arlington Michael Francis Burbridge, che che diceva di continuare a pregare per «il signor George Floyd e la sua famiglia».

 

Una quantità di repost dell’account X del nuovo papa sono link dal sito ufficiale del sinodo, Synod.va.

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Immagine screenshot da YouTube

 

 

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