Geopolitica
Parigi e Londra potrebbero schierare forze aeree e navali in Ucraina
La Francia e il Regno Unito avrebbero proposto di inviare forze navali e aeree in Ucraina, nel contesto dei negoziati per un cessate il fuoco in corso. Lo riporta il Washington Post, citando fonti a conoscenza della materia.
I due Paesi della NATO stanno inoltre sostenendo una «forza di rassicurazione» guidata dall’Europa, dispiegata nelle città e nei siti ucraini lontani dalle linee del fronte, ma che ha incontrato la resistenza degli altri membri del blocco.
Secondo quanto riportato dal WaPo, una squadra militare franco-britannica ha in programma di visitare l’Ucraina nelle prossime settimane per valutare il numero di truppe necessarie e i potenziali luoghi di dispiegamento.
Secondo diplomatici anonimi a conoscenza della questione, «l’attenzione europea si è spostata anche sul potere aereo e marittimo» a causa delle preoccupazioni circa la capacità dell’Occidente di mantenere un ampio dispiegamento di truppe di terra, mentre alcuni membri della NATO hanno proposto di utilizzare i loro mezzi per pattugliare i cieli o il Mar Nero.
Tuttavia, alcuni funzionari europei dubitano che un cessate il fuoco, una precondizione per l’invio di truppe, sarà raggiunto presto, ha affermato una fonte del WaPo. Secondo il giornale, alcuni diplomatici descrivono le discussioni sull’invio di militari in Ucraina «come un esercizio di preparazione e leva».
Come noto, vari paesi europei sono titubanti nell’inviare truppe in assenza di una promessa degli Stati Uniti di intervenire in caso di escalation, con funzionari europei che cercano il supporto americano sotto forma di risorse di difesa aerea, intelligence e trasporto aereo pesante. Purtuttavia, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non ha fornito garanzie, con funzionari del suo team che hanno offerto segnali contrastanti.
Mentre l’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, ha recentemente descritto l’iniziativa come «semplicistica», un funzionario francese a conoscenza della questione ha dichiarato al WaPo che le discussioni stanno procedendo «in perfetta armonia con i nostri partner americani, che sono interessati a questo approccio e ci hanno detto che è buono».
Mosca ha costantemente messo in guardia contro qualsiasi dispiegamento non autorizzato di truppe straniere in Ucraina, che considererebbe obiettivi legittimi.
Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha affermato che Mosca si oppone all’idea di dispiegare truppe NATO in Ucraina, indipendentemente dal fatto che siano «sotto una bandiera straniera, sotto la bandiera dell’Unione Europea o sotto bandiere nazionali».
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Come riportato da Renovatio 21, una grande simulazione di combattimento con migliaia di soldati francesi è prevista per maggio in Romania – Paese a ridosso dell’Ucraina (in particolare, della parte occidentale, con la città russofona di Odessa, unico sbocco al mare rimasto a Kiev, appena al di là del confine) in cui la NATO sta costruendo una grande base.
Come può capire chiunque, l’annullamento delle elezioni vinte dal candidato NATO-scettico (e critico di Zelens’kyj «semi-dittatore») Calin Georgescu, e la successiva repressione con il suo arresto e l’impedimento alla ricandidatura, entrano in questo grande quadro geopolitico di lotta contro la Russia.
La NATO vuole usare la Romania come «porta della guerra», ha dichiarato tre mesi fa Georgescu. La guerra, quindi, ha da farsi – costi quello che costi.
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Immagine di NATO North Atlantic Threaty via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
Geopolitica
Trump: Zelens’kyj deve essere «realista»
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Geopolitica
Gli Stati Uniti sequestrano una petroliera al largo delle coste del Venezuela
Il procuratore generale statunitense Pam Bondi ha annunciato il sequestro di una petroliera sospettata di trasportare greggio proveniente dal Venezuela e dall’Iran.
L’operazione, condotta al largo delle coste venezuelane, si inserisce in un’escalation delle attività militari americane nella regione, unitamente a raid contro quelle che Washington qualifica come imbarcazioni legate ai cartelli della droga.
«Oggi, l’FBI, la Homeland Security Investigations e la Guardia costiera degli Stati Uniti, con il supporto del Dipartimento della Difesa, hanno eseguito un mandato di sequestro per una petroliera utilizzata per trasportare petrolio greggio proveniente dal Venezuela e dall’Iran», ha scritto Bondi su X mercoledì.
Ha precisato che la nave era stata sanzionata «a causa del suo coinvolgimento in una rete di trasporto illecito di petrolio a sostegno di organizzazioni terroristiche straniere».
Nel video diffuso da Bondi si vedono agenti delle forze dell’ordine, pesantemente armati, calarsi dall’elicottero sulla tolda della nave. Secondo il portale di tracciamento MarineTraffic e vari media, l’imbarcazione è stata identificata come «The Skipper», che batteva bandiera della Guyana. Fonti come ABC News riportano che la petroliera, con una capacità fino a 2 milioni di barili di greggio, era diretta a Cuba.
Today, the Federal Bureau of Investigation, Homeland Security Investigations, and the United States Coast Guard, with support from the Department of War, executed a seizure warrant for a crude oil tanker used to transport sanctioned oil from Venezuela and Iran. For multiple… pic.twitter.com/dNr0oAGl5x
— Attorney General Pamela Bondi (@AGPamBondi) December 10, 2025
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Gli Stati Uniti avevano sanzionato la The Skipper già nel 2022, accusandola di aver contrabbandato petrolio a beneficio del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana e del gruppo militante libanese Hezbollah.
Un gruppo di parlamentari statunitensi ha di recente sollecitato un’inchiesta sugli attacchi condotti su oltre 20 imbarcazioni da settembre, ipotizzando che possano configurare crimini di guerra.
Il senatore democratico Chris Coons, intervistato martedì su MSNBC, ha accusato Trump di «trascinarci come sonnambuli verso una guerra con il Venezuela». Ha argomentato che l’obiettivo reale del presidente sia l’accesso alle risorse petrolifere e minerarie del paese sudamericano.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha rigettato le affermazioni di Trump sul presunto ruolo del suo governo nel narcotraffico, ammonendo Washington contro l’avvio di «una guerra folle».
Il Venezuela ha denunciato gli Stati Uniti per pirateria di Stato dopo che la Guardia costiera americana, coadiuvata da altre forze federali, ha abbordato e sequestrato una petroliera sanzionata nel Mar dei Caraibi.
Caracas ha reagito con durezza, definendo l’intervento «un furto manifesto e un atto di pirateria internazionale» finalizzato a sottrarre le risorse energetiche del Paese.
«L’obiettivo di Washington è sempre stato quello di mettere le mani sul nostro petrolio, nell’ambito di un piano deliberato di saccheggio delle nostre ricchezze», ha dichiarato il ministro degli Esteri Yvan Gil.
Il governo venezuelano ha condannato gli «arroganti abusi imperiali» degli Stati Uniti e ha giurato di difendere «con assoluta determinazione la sovranità, le risorse naturali e la dignità nazionale».
Da anni Caracas considera le sanzioni americane illegittime e contrarie al diritto internazionale. Il presidente Nicolas Maduro le ha definite parte del tentativo di Donald Trump di rovesciarlo e ha respinto come infondate le accuse di legami con i narcos, avvertendo che qualsiasi escalation militare condurrebbe a «una guerra folle».
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Immagine screenshot da Twitter
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Geopolitica
Putin: la Russia raggiungerà tutti i suoi obiettivi nel conflitto ucraino
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