Economia
Elon Musk: gli Stati Uniti in «corsia preferenziale» verso la bancarotta
Gli Stati Uniti si stanno rapidamente dirigendo verso la bancarotta perché il governo di Washington sta spendendo troppi soldi, ha avvertito Elon Musk, CEO di Tesla e SpaceX.
Giovedì, Musk ha condiviso un post sulla sua piattaforma X scritto da un altro utente, che citava una previsione del bilancio del governo degli Stati Uniti per l’anno fiscale 2025, secondo cui il deficit di bilancio potrebbe aumentare dagli attuali 1,8 trilioni di dollari a quasi 16,3 trilioni di dollari entro il 2035.
«Agli attuali ritmi di spesa pubblica, l’America è sulla corsia preferenziale verso la bancarotta», ha scritto Musk.
Il miliardario Tesla ha anche suggerito che «la spesa eccessiva del governo è ciò che causa l’inflazione» nel Paese.
At current rates of government spending, America is in the fast lane to bankruptcy.
Government overspending is what causes inflation. https://t.co/E7V8hyPSmW
— Elon Musk (@elonmusk) August 30, 2024
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Il tasso di inflazione annuale degli Stati Uniti è sceso sotto il 3% a luglio per la prima volta dal 2021, secondo un rapporto del Dipartimento del Lavoro, pubblicato due settimane fa. I prezzi di beni e servizi sono aumentati del 2,9%, mentre l’inflazione di fondo, che esclude i settori alimentare ed energetico, è aumentata del 3,2% nei 12 mesi precedenti.
Alla fine di luglio, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato che il debito nazionale del Paese ha superato per la prima volta nella storia i 35 trilioni di dollari, con un aumento di un trilione da gennaio.
Il Congressional Budget Office (CBO) ha previsto che entro il 2034 il debito supererà i 50 trilioni di dollari, pari a oltre il 122% del PIL americano. Il CBO ha anche affermato che prevede che il tasso di crescita medio annuo del PIL del paese sarà di circa l’1,8% dal 2029 al 2034.
A giugno, il think tank Committee for a Responsible Federal Budget (CRFB) ha affermato che il debito nazionale è cresciuto di 4,3 miliardi di dollari sotto la presidenza in carica di Joe Biden, rispetto agli 8,4 miliardi di dollari registrati durante il mandato di Donald Trump.
Ad agosto, Trump ha rilasciato una lunga intervista a Musk su X. Poco dopo, il candidato repubblicano alla presidenza ha detto che avrebbe preso in considerazione il miliardario della tecnologia, che ha descritto come un «ragazzo brillante», per un ruolo nella sua amministrazione se avesse vinto le elezioni a novembre. Musk ha risposto all’offerta in un post, sottolineando che è «disposto a servire».
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Immagine di Wcamp9 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International; immagine tagliata
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Economia
Hollywood al capolinea: Netflix vuole comprare Warner Bros
Netflix avrebbe raggiunto un accordo per acquisire Warner Bros., inclusi i suoi studi cinematografici e televisivi, HBO e HBO Max, attraverso una transazione mista in contanti e azioni che valuta Warner Bros. Discovery a un valore aziendale di 82,7 miliardi di dollari (valore azionario di 72 miliardi di dollari), pari a 27,75 dollari per azione.
L’intesa dovrebbe essere finalizzata nel terzo trimestre del 2026, dopo lo scorporo programmato da parte di WBD della sua divisione Global Networks in una società quotata autonoma («Discovery Global»). Questa operazione giunge a pochi mesi dalla proposta avanzata da Paramount-Skydance per rilevare WBD.
L’accordo tra Netflix e WBD fonderà la piattaforma di streaming con un catalogo secolare e con franchise iconici come i supereroi della DC Comics, Harry Potter, Game of Thrones, I Soprano e The Big Bang Theory.
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In una nota ufficiale, Netflix ha dichiarato che l’operazione espanderà la sua library di contenuti, potenzierà le capacità produttive e favorirà una crescita sostenibile nel lungo periodo: «fornendo agli utenti una gamma più vasta di serie e film di alto livello, Netflix si attende di conquistare e trattenere un maggior numero di abbonati, incrementare l’engagement e generare entrate e profitti operativi aggiuntivi. L’azienda prevede inoltre di conseguire risparmi sui costi per almeno 2-3 miliardi di dollari annui entro il terzo anno e che la fusione avrà un effetto positivo sull’utile per azione GAAP già a partire dal secondo anno».
Secondo i termini dell’accordo, ogni azione WBD sarà convertita in 23,25 dollari in contanti più 4,50 dollari in azioni Netflix. I board di entrambe le società hanno approvato l’operazione all’unanimità.
La chiusura è attesa tra 12 e 18 mesi, subordinata all’esame regolatorio e all’ok degli azionisti di WBD. All’inizio dell’anno, Netflix ha superato le controfferte, tra cui quelle di Paramount-Skydance e Comcast.
Bloomberg ha rilevato che Hollywood non accoglie con entusiasmo questo nuovo connubio tra Netflix e WBD.
Warner Bros. Discovery ha avviato negoziati esclusivi per cedere i suoi studi cinematografici e televisivi insieme a HBO Max a Netflix, stando a fonti interne alla major – un’indicazione che il colosso dello streaming ha avuto la meglio su Paramount-Skydance e Comcast. Un’intesa del genere ridisegnerebbe il settore dell’intrattenimento e rappresenterebbe un turning point strategico per Netflix, già leader per capitalizzazione a Hollywood. Paramount ha bollato il processo di cessione come «contaminato», mentre l’attrice Jane Fonda, due volte premio Oscar, ha descritto il suo potenziale effetto sull’industria con un aggettivo più severo: «catastrofico».
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Nata come servizio di noleggio DVD via posta, Netflix ha prima annientato la catena Blockbuster e ora sta replicando il colpo con Hollywood, snobbando in larga misura le uscite cinematografiche in sala. L’accordo catapulterebbe Netflix al rango di superpotenza negli studi hollywoodiani. Tuttavia, il tutto resta appeso all’approvazione dei regolatori, con il repubblicano californiano Darrell Issa che ha già espresso opposizione a qualsivoglia acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix.
L’industria cinematografica è minacciata dall’avvento dell’IA, che potrebbe presto consentire a chiunque di produrre contenuti di livello cinematografico in un click, disintegrando un’intera filiera di lavoratori che vanno dagli attori ai cineoperatori, agli addetti al casting, agli elettricisti, registi, etc.
Si spiega così la corsa di Netflix verso le IP, cioè le proprietà intellettuali: avere un personaggio conosciuto e diffuso come, ad esempio Harry Potter, anche nell’era del cinema generato dall’AI potrebbe avere un valore strategico ed economico.
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Immagine di Fourbyfourblazer via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
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