Geopolitica
Offensiva «immediata»: Israele minaccia ancora il Libano
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha minacciato Hezbollah con una potenziale invasione di terra del Libano che sarebbe «rapida, sorprendente e brusca», mentre l’esercito israeliano e il gruppo armato libanese continuano a scambiarsi colpi di arma da fuoco oltre confine, hanno riferito organi di stampa mercoledì.
Parlando ai militari durante una visita al confine settentrionale di Israele, Gallant ha affermato che il Paese si sta «avvicinando a un bivio decisionale» e che l’esito dipenderà in larga misura dalle azioni di Hezbollah.
«Stiamo conducendo una guerra limitata nella regione settentrionale. Stiamo utilizzando una piccola parte del potere dell’IDF [l’esercito israeliano, ndr], ma le cose possono cambiare in un istante, da uno sforzo principale nel sud a uno sforzo principale nel nord, e sarà rapido, sorprendente e molto brusco», ha detto Gallant secondo la stampa.
Il Gallant ha aggiunto, tuttavia, che Israele è pronto a negoziare con Hezbollah, poiché le crescenti tensioni hanno suscitato preoccupazioni circa il rischio di una guerra totale in Medio Oriente.
«Se Hezbollah vuole raggiungere un accordo con noi e raggiungere una situazione in cui si ritiri dalla linea di confine verso le aree oltre il fiume Litani come stabilito dalla risoluzione delle Nazioni Unite, allora raggiungeremo un accordo con lui», ha affermato Gallant.
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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato il mese scorso che avrebbe ritirato alcune unità delle IDF da Gaza e le avrebbe trasferite al confine con il Libano, alimentando i timori di un’imminente invasione del Libano.
Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha avvertito mercoledì che il gruppo «lancerà missili contro insediamenti che non erano stati precedentemente presi di mira», se Israele continuerà a “prendere di mira» i civili in Libano.
Otto civili, tra cui tre bambini, sono stati uccisi in attacchi aerei israeliani in Libano all’inizio di questa settimana, secondo i media libanesi. I dati dell’Armed Conflict Location and Event Data Project (ACLED) mostrano che gli attacchi israeliani in Libano hanno ucciso più di 500 persone, mentre Hezbollah e altri gruppi armati sono stati responsabili di attacchi che hanno ucciso almeno 21 israeliani.
La situazione è peggiorata dall’inizio dell’offensiva israeliana a Gaza lo scorso ottobre. L’IDF e Hezbollah si sono scambiati sempre più colpi di pistola lungo il confine. Il gruppo militante afferma di colpire Israele in solidarietà con il gruppo armato palestinese Hamas.
L’escalation avviene sullo sfondo dell’operazione israeliana a Gaza che, secondo le autorità sanitarie palestinesi, ha ucciso quasi 38.800 persone da ottobre. Israele ha avviato l’operazione in seguito a un’incursione transfrontaliera di Hamas, in cui sono state uccise almeno 1.200 persone e 250 sono state prese in ostaggio. Si ritiene che circa 116 prigionieri siano ancora detenuti a Gaza.
Una nuova invasione del Libano è discussa dal potere dello Stato Ebraico da diverse settimane.
Come riportato da Renovatio 21, gli USA a inizio conflitto avevano avvertito Israele che una guerra su due fronti sarebbe catastrofica. Di contro, lo Stato Ebraico aveva minacciato Hezbollah di «distruzione senza precedenti» e l’Iran suo sponsor di essere «cancellato dalla faccia della Terra».
Secondo il rappresentante di Hamas a Beirut, Ahmed Abdul Hadi, Hezbollah intensificherà il suo coinvolgimento nel conflitto tra Israele e Hamas solo se la fazione palestinese sarà completamente eliminata a Gaza, aveva dichiarato alla rete statunitense NBC.
La scorsa settimana Hezbollah ha inviato in Israele 200 razzi e sciami di droni.
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Immagine di U.S. Secretary of Defense via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA. President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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Geopolitica
La Cina snobba il ministro degli Esteri tedesco
Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha dovuto cancellare un viaggio previsto in Cina dopo che Pechino si sarebbe rifiutata di organizzare incontri di alto livello con lui, secondo quanto riportato venerdì da diversi organi di stampa.
Il Wadephul sarebbe dovuto partire per Pechino domenica per discutere delle restrizioni cinesi sull’esportazione di terre rare e semiconduttori, oltre che del conflitto in Ucraina.
«Il viaggio non può essere effettuato al momento e sarà posticipato a data da destinarsi», ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Esteri tedesco, citato da Politico. Il Wadephullo avrebbe dovuto incontrare il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ma l’agenda prevedeva troppo pochi incontri di rilievo.
Secondo il tabloide germanico Bild, i due diplomatici terranno presto una conversazione telefonica.
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Questo intoppo diplomatico si inserisce in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra Cina e Unione Europea. Nell’ultimo anno, Bruxelles e Pechino si sono scontrate sulla presunta sovrapproduzione industriale cinese, mentre la Cina accusa l’UE di protezionismo.
All’inizio di questo mese, Pechino ha rafforzato le restrizioni sull’esportazione di minerali strategici con applicazioni militari, una mossa che potrebbe aggravare le difficoltà del settore automobilistico europeo.
La Germania è stata particolarmente colpita dal deterioramento del clima commerciale.
Come riportato da Renovatio 21, la Volkswagen sospenderà la produzione in alcuni stabilimenti chiave la prossima settimana a causa della carenza di semiconduttori, dovuta al sequestro da parte dei Paesi Bassi del produttore cinese di chip Nexperia, motivato da rischi per la sicurezza tecnologica dell’UE. In risposta, Pechino ha bloccato le esportazioni di chip Nexperia dalla Cina, causando una riduzione delle scorte che potrebbe portare a ulteriori chiusure temporanee di stabilimenti Volkswagen e colpire altre case automobilistiche, secondo il quotidiano.
Venerdì, il ministro dell’economia Katherina Reiche ha annunciato che Berlino presenterà una protesta diplomatica contro Pechino per il blocco delle spedizioni di semiconduttori, sottolineando la forte dipendenza della Germania dai componenti cinesi.
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Immagine di UK Government via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
Vance in Israele critica la «stupida trovata politica»: il voto di sovranità sulla Cisgiordania è stato un «insulto» da parte della Knesset
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