Politica
Il pensiero di Fico: «nessun Paese dovrebbe essere punito per la sua sovranità»

Le condizioni del primo ministro slovacco Fico si sono stabilizzate e ora è in grado di comunicare con i medici. La situazione per il premier centroeuropeo era sembrata critica e l’operazione è durata a lungo a causa del danno a diversi organi. Tuttavia, secondo quanto riportato dai media slovacchi, alla fine l’intervento chirurgico ha avuto successo.
Come noto, nella città di Handlova, dove si era tenuta una riunione del governo, ieri è avvenuto l’attentato al primo ministro di Bratislava. L’aggressore ha sparato fino a cinque colpi al primo ministro, che ha ricevuto ferite da arma da fuoco al petto, all’addome e al braccio.
L’attentatore è stato arrestato. Si è scoperto che si trattava dello scrittore slovacco Juraj Cintula, 71 anni, che era anche un attivista del partito liberale Slovacchia progressista (PS). Prima di aprire il fuoco, l’aggressore ha gridato a Fico: «Robo, vieni qui».
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Il partito guidato da Fico, Direzione-Socialdemocrazia (SMER), ha prevalso alle elezioni parlamentari dello scorso ottobre. Di conseguenza, il 59enne è tornato trionfalmente alla presidenza del primo ministro, che aveva precedentemente ricoperto dal 2006-2010 e dal 2012-2018.
Nella sua campagna preelettorale, Fico ha affermato chiaramente che la Slovacchia non dovrebbe fornire armi al regime di Kiev. Dopo essere diventato primo ministro (poco prima di un viaggio al vertice UE a Bruxelles), ha immediatamente incontrato i deputati slovacchi e ha ribadito le sue priorità di politica estera. In particolare, Fico ha sottolineato che Bratislava non fornirà più armi all’Ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, in realtà Fico ha fatto numerose dichiarazioni anche riguardo alle restrizioni pandemiche, all’obbligo vaccinale, ai vaccini stessi, nonché al Trattato Pandemico OMS in via di ratifica.
In ultimo, si era opposto, assieme ad un nutrito gruppo di Parlamentari polacchi, al Trattato Pandemico, definito uno sforzo «globalista» per indebolire le sovranità nazionali.. Era noto inoltre che il premier slovacco aveva ordinato a inizio anno un’indagine sulla risposta al COVID-19 e sui vaccini, con occhio di riguardo agli oltre 21.000 morti in eccesso registrati nel Paese dal 2020.
Ieri il sito Dagospia titolava, ridacchiando, che in rete i no-vax stavano già dando la colpa dell’attentato all’organizzazione sanitaria. Crediamo che non ci sia nulla da ridere.
Di più: consideriamo che Fico, come Orban, era leader di un Paese NATO, un’altra organizzazione transnazionale che, diciamo così, è in ebollizione. Il Fico aveva accusato pubblicamente l’atmosfera guerrafondaia nell’alleanza. Teniamo a mente ulteriormente che Bratislava, primo Paese a farlo, ha riavviato i rapporti culturali con Mosca.
Certo, può essere l’opera di un pazzo, un lupo solitario, un Lee Harvey Oswald polacco qualunque. Tuttavia, vale la pena di ripercorrere, sulla scorta di quanto raccolto da RT, qualche dichiarazione del Fico, per comprenderne il pensiero – e quindi delineare dove poteva portare il suo Paese, magari trascinandosi dietro una certa parte della popolazione europea.
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Sul conflitto Russia-Ucraina
«Il mio popolo ha problemi più grandi dell’Ucraina»
«Lo dico forte e chiaro e lo farò: la guerra in Ucraina non è iniziata ieri o l’anno scorso. Tutto è iniziato nel 2014, quando i nazisti e i fascisti ucraini hanno iniziato a uccidere cittadini russi nel Donbass e a Lugansk».
«Ci deve essere una sorta di compromesso. Cosa si aspettano che i russi lascino la Crimea, il Donbass e Lugansk? Non è realistico».
«È letteralmente scioccante vedere come l’Occidente abbia ripetutamente commesso errori nel valutare la situazione in Russia».
«La Russia controlla militarmente completamente i territori occupati, l’Ucraina non è capace di alcuna controffensiva militare significativa, ed è diventata completamente dipendente dagli aiuti finanziari dell’Occidente con conseguenze imprevedibili per gli ucraini negli anni a venire».
«La posizione del presidente ucraino vacilla, mentre il presidente russo aumenta e rafforza il suo sostegno politico. Né l’economia russa né la valuta russa sono crollate, e le sanzioni anti-russe hanno aumentato l’autosufficienza interna di questo enorme Paese».
Sugli aiuti all’Ucraina: «L’Ucraina è tra i Paesi più corrotti al mondo e stiamo condizionando quello che è un sostegno finanziario eccessivo alla garanzia che il denaro europeo (compreso quello slovacco) non venga sottratto».
«Se la strategia è continuare a versare soldi lì, 1,5 miliardi di euro al mese senza alcun risultato, e dobbiamo tagliare le nostre risorse? Dopotutto, abbiamo enormi problemi e il denaro pubblico versa in una situazione difficile».
«Possiamo riversare lì tutte le armi del mondo, tutto il denaro, e la Russia non sarà mai sconfitta militarmente. È la volta del 2023 e del 2024 e vedrete che la Russia inizierà a dettare i termini della risoluzione di questo conflitto».
«Sosterrò l’assenza di aiuti militari all’Ucraina… L’immediata sospensione delle operazioni militari è la migliore soluzione che abbiamo per l’Ucraina. L’UE dovrebbe trasformarsi da fornitore di armi in pacificatore».
«L’Ucraina potrebbe dire: “Vogliamo aderire alla NATO”. Questa sarà la loro decisione. Stiamo dicendo che non ratificheremo [i documenti sull’adesione dell’Ucraina alla NATO] in parlamento perché la Slovacchia ha bisogno di un’Ucraina neutrale. Gli interessi della Slovacchia saranno minacciati se l’Ucraina diventerà membro della NATO».
«Gli dirò [al primo ministro ucraino Denis Shmigal] che sono contrario all’adesione dell’Ucraina alla NATO e che porrò il veto. Sarebbe semplicemente una base per la Terza Guerra Mondiale, nient’altro».
«Sono contrario all’adesione dell’Ucraina alla NATO e porrò il veto. Se l’Ucraina fosse nella NATO, lì si scatenerebbero costantemente alcuni conflitti, e una volta che si verifica uno scontro tra la Russia e uno stato membro della NATO, avremo una guerra mondiale».
«In futuro possiamo immaginare che l’Ucraina avrà la più stretta collaborazione possibile con l’Unione Europea, inclusa l’adesione. Ma per questo, deve soddisfare le stesse condizioni che hanno soddisfatto tutti gli altri paesi che aspirano ad aderire».
«Sappiamo tutti, ad esempio, che l’Ucraina è tra i paesi più corrotti al mondo e che il regime governativo esistente è lontano dagli standard democratici».
«L’Ucraina non è uno stato membro della NATO. La Slovacchia non ha nulla a che fare con la guerra in Ucraina e vorrei mandare un messaggio chiaro a tutta la Slovacchia: chiunque ci chieda qualunque cosa, un soldato slovacco non metterà mai piede oltre il confine slovacco-ucraino».
«L’atmosfera [durante una riunione congiunta di funzionari dell’UE e della NATO sull’Ucraina tenutasi a Parigi a febbraio] era totalmente belligerante: continuare la guerra a tutti i costi e fare di tutto per farla andare avanti. Sono rimasto molto sorpreso dal fatto che non sia stata detta una sola parola su un piano di pace o su un’iniziativa di pace. Sì, posso confermare che ci sono paesi pronti a inviare truppe in Ucraina. Ci sono anche paesi che dicono “mai” e la Slovacchia è uno di questi. E ci sono alcuni paesi che affermano che tali idee meritano di essere prese in considerazione»
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Sulla sovranità dei Paesi
«Ai nostri partner all’estero è stato insegnato che qualunque cosa chiedano e richiedano alla Slovacchia, la otterranno automaticamente. Ma siamo un Paese sovrano e sicuro di sé».
«Finché sarò a capo del governo slovacco, non sarò mai d’accordo sul fatto che un paese debba essere punito per aver lottato per la propria sovranità. Non sarò mai d’accordo con un simile attacco all’Ungheria
«L’Ucraina non è un paese sovrano e indipendente, l’Ucraina è sotto l’influenza assoluta degli Stati Uniti d’America – e in questo l’UE sta commettendo un errore enorme, non volendo mantenere una visione sovrana dell’Ucraina e accettando solo ciò che dicono gli Stati Uniti».
Sulle sanzioni contro la Russia
«L’Ucraina ha bisogno di essere aiutata, ma direi che l’aiuto viene fornito in un modo che non ha alcun effetto. Attualmente stiamo pagando 1,5 miliardi di euro al mese dall’Unione Europea. Stiamo imponendo sanzioni ai russi… Quanto tempo dovrebbe durare?»
«Per essere chiari, non voterò a favore di alcuna sanzione contro la Russia finché non avremo sul tavolo un’analisi del loro impatto sulla Slovacchia».
Sulle sanzioni nello sport
«Non mischierei mai politica e sport. Perché ci stiamo facendo del male facendo questo?»
«Immagina di avere uno sport in cui i leader assoluti provengono da Russia e Bielorussia. Li escludi dalla competizione e qualcuno che altrimenti avrebbe avuto una minima probabilità di vincere va avanti e vince. Che valore ha allora quella medaglia d’oro?»
«Mai nella mia vita avrei impedito agli atleti di gareggiare. Lasciamo che dimostrino di avere tutte le carte in regola per vincere».
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Sulla verità a Bruxelles
«Se non possiamo dire la verità al tavolo di Bruxelles che, ad esempio, le sanzioni anti-russe non hanno funzionato, che l’ulteriore distruzione dell’Ucraina e l’uccisione di ucraini non porteranno da nessuna parte, che l’attuazione fanatica del Green Deal sta uccidendo le nostre economie , che 20.000 vittime nella Striscia di Gaza non possono essere trascurate solo perché sono causate da Israele, siamo su un terreno scivoloso che può essere non solo politicamente, ma anche economicamente distruttivo per l’Europa».
Su COVID e Vaccini
«Se qualcuno aveva un’altra opinione sui vaccini COVID diventava molto pericoloso per la società, i media scrivevano apertamente, e cito: “ogni non vaccinato dovrebbe grugnire nel dolore come un maiale”. In più, uso della forza se qualcuno rigetta la “politica della siringa”. E oggi salta fuori che la nostra politica di libertà sulle passate vaccinazioni e sulle misure di governo per combattere il COVID, grandemente in violazione dei diretti umani, era corretta e giustificata».
«Uno studio dopo l’altro conferma le scandalose conseguenze della vaccinazione di massa con vaccini sperimentali non testati»
Sul Trattato Pandemico OMS
«Dichiaro inoltre molto chiaramente che il partito SMER non sosterrà il rafforzamento dei poteri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a spese degli Stati sovrani nel gestire la lotta alle pandemie» tuonava il Fico tra gli applausi.
«Dirò anche che tale idiozia può essere stata solo inventata da avide compagnie farmaceutiche, che hanno iniziato a percepire l’opposizione di certi governi contro la vaccinazione obbligatoria».
«Secondo la Costituzione della Repubblica Slovacca, la validità di tale accordo internazionale a favore dell’OMS richiede il consenso del Consiglio Nazionale della Repubblica Slovacca, e io non credo che i partiti politici della Slovacchia sovrana possano esprimere tale approvazione».
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Immagine di or Belgian Presidency of the Council of the EU 2024 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine tagliata.
Politica
Orban dice che l’UE potrebbe andare al «collasso» e chiede accordi con Mosca

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Politica
Il passo indietro di Ishiba: nuovo capitolo nella lunga crisi del centro-destra giapponese

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Il primo ministro giapponese ha annunciato ieri le dimissioni dopo settimane di tensioni con i membri del Partito Liberaldemocratico, in difficoltà di fronte alla perdita di consenso tra gli elettori conservatori. Diversi candidati si sono già fatti avanti segnalando la volontà di succedere a Ishiba nella presidenza del partito, ma resta il nodo della guida del governo senza la maggioranza in parlamento.
A meno di un anno dal suo insediamento, il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha annunciato ieri le dimissioni, aprendo una nuova fase di incertezza politica. La decisione è una conseguenza delle crescenti pressioni all’interno del suo stesso partito, il Partito Liberaldemocratico (LDP), che alle ultime elezioni ha subito significative sconfitte, arrivando a perdere la maggioranza in entrambe le Camere.
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Ishiba si è assunto la responsabilità per i pessimi risultati dell’LDP alle elezioni della Camera dei Consiglieri a luglio e ha sottolineato che le sue dimissioni servono a prevenire un’ulteriore spaccatura all’interno del partito. Già a luglio, il quotidiano giapponese Mainichi aveva per primo riportato che Ishiba si sarebbe dimesso, basandosi su informazioni raccolte tra il premier e i suoi più stretti collaboratori.
Le prime indiscrezioni indicavano che i preparativi per la corsa alla presidenza dell’LDP sarebbero iniziati entro agosto. Ishiba, tuttavia, aveva pubblicamente smentito queste notizie e nelle sue affermazioni aveva sottolineato l’importanza di portare a termine le trattative sui dazi con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che aveva imposto il primo agosto come scadenza ultima.
Nel suo discorso di ieri, Ishiba ha spiegato che l’annuncio delle dimissioni a luglio avrebbe indebolito la posizione del Giappone: «chi negozierebbe seriamente con un governo che dice “ci dimettiamo”?», ha detto.
Ishiba ha poi cercato di placare le pressioni interne all’LDP minacciando di sciogliere la Camera dei Rappresentanti e indire elezioni anticipate, una mossa che ha esacerbato le divisioni e spinto il principale partner di coalizione, il partito Komeito, a ritenere inaccettabile la decisione. Secondo l’agenzia di stampa Kyodo, l’ex primo ministro Yoshihide Suga e il ministro dell’Agricoltura Shinjiro Koizumi entrambi tenuto colloqui con il premier sabato, evitando una scissione all’interno del partito e aprendo la strada all’annuncio delle dimissioni di ieri.
Ora l’attenzione si sposta sulla scelta del prossimo leader dell’LDP, che potrebbe assumere anche la carica di primo ministro se ci fosse una qualche forma di sostegno o di accordo anche con le opposizioni. Tra i principali contendenti ci sono membri del partito che avevano già sfidato Ishiba in passato, tra cui Sanae Takaichi, ex ministra per la sicurezza economica, che ha ricevuto il 23% dei consensi in un recente sondaggio di Nikkei. Takaichi fa parte dell’ala conservatrice e ha una forte base di sostegno tra i fedelissimi dell’ex primo ministro Shinzo Abe, di cui è considerata l’erede, soprattutto per quanto riguarda le politiche economiche, che potrebbero favorire una ripresa dei mercati azionari. Takaichi ha inoltre la reputazione di andare d’accordo con il presidente Donald Trump.
Anche Shinjiro Koizumi, attuale ministro dell’Agricoltura e figlio dell’ex leader Junichiro Koizumi, è un altro papabile candidato, dopo essere riuscito ad abbassare i prezzi del riso appena entrato in carica. Il sondaggio di Nikkei ha registrato un 22% dei consensi nei suoi confronti.
Altri membri del partito hanno segnalato la volontà di candidarsi, tra cui Yoshimasa Hayashi, attuale segretario capo del Gabinetto e portavoce principale del governo Ishiba, che si è classificato quarto nella corsa per la leadership del partito del 2024. Tra gli altri contendenti figurano Takayuki Kobayashi, un altro ex ministro per la sicurezza economica che gode di un maggiore sostegno all’interno dell’ala centrista, e Toshimitsu Motegi, ex segretario generale dell’LDP e il più anziano tra i candidati con i suoi 69 anni.
L’LDP oggi si trova in una posizione di forte debolezza. Molti elettori conservatori alle ultime elezioni hanno preferito il partito di estrema destra Sanseito anche a causa dell’allontanamento di Ishiba dall’ala conservatrice.
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Secondo un sondaggio di Kyodo, condotto prima che fossero riportate le dimissioni di Ishiba, l’83% degli intervistati ha dichiarato che un chiarimento pubblico del partito sulle ultime sconfitte non avrebbe comunque aumentato la fiducia degli elettori. È chiaro, quindi, che il compito del prossimo presidente di partito sarà quello di ripristinare la credibilità del centrodestra.
Chiunque verrà scelto si troverà davanti a un’importante decisione: se indire elezioni anticipate per cercare di riconquistare la maggioranza alla Camera bassa o rischiare di perdere il potere del tutto. Quest’ultima scelta rischierebbe di aprire una nuova fase di instabilità politica senza precedenti, che richiederebbe la ricerca di sostegno anche tra i partiti dell’opposizione per approvare le leggi e i bilanci.
Secondo diversi commentatori, il prossimo leader dovrà prima di tutto godere di una genuina popolarità sia all’interno che all’esterno del partito per affrontare sfide come l’invecchiamento della società, la forza lavoro in calo, l’inflazione e i timori che gli Stati Uniti possano abbandonare il loro ruolo di garanti della sicurezza nella regione asiatica.
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Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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