Militaria
Fico: l’Italia ritirerà il suo sistema di difesa aerea SAMP-T dalla Slovacchia
L’Italia prevede di ritirare il suo sistema di difesa aerea di superficie SAMP/T dalla Slovacchia, secondo quanto riferito sabato dai media, citando il primo ministro Robert Fico.
Il sistema in questione è stato temporaneamente schierato in Slovacchia lo scorso anno per sostituire il sistema antiaereo Patriot statunitense, che il Paese ha trasferito all’Ucraina.
«Ho ricevuto un avviso dal governo italiano che il sistema di difesa aerea italiano, che ci hanno prestato per un anno, sarà ritirato dalla Slovacchia, perché ne hanno bisogno altrove», ha detto Fico, senza specificare dove esattamente il sistema verrà trasferito successivamente.
Il primo ministro ha espresso preoccupazione per la sicurezza del suo Paese una volta rimosso il sistema, poiché la Slovacchia attualmente non ha alternative per proteggere il proprio spazio aereo, riporta RT.
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«In primo luogo, il governo precedente ha donato all’Ucraina un massiccio sistema di difesa aerea russo S-300 funzionante. Poi abbiamo avuto qui per un po’ i Patriot americani, anche loro sono stati rimossi, e ora verrà portato via anche il sistema italiano».
L’invio di aiuti militari all’Ucraina da parte di Bratislava a scapito della propria sicurezza è stato recentemente messo in dubbio anche dal neo ministro della Difesa del paese, Robert Kalinak. In un’intervista al quotidiano Standard a gennaio, il ministro ha accusato il precedente governo di aver ceduto all’Ucraina attrezzature militari chiave senza fare piani per garantire rimpiazzi, sottolineando che probabilmente ci vorranno anni per riparare il danno arrecato alla sicurezza nazionale.
Dopo essere stato eletto nel settembre dello scorso anno, il Fico, un aperto critico dell’approccio occidentale al conflitto ucraino, ha bloccato gli aiuti militari della Slovacchia a Kiev. «Il mio popolo ha problemi più grandi dell’Ucraina» aveva dichiarato la sera della sua vittoria elettorale, mantenendo la posizione sulla cessazione della fornitura di armi mortali agli ucraini.
In una dichiarazione video sui social media il mese scorso, si è anche impegnato a non inviare truppe slovacche in Ucraina, anche se questo gli costerà la carica di primo ministro.
Come riportato da Renovatio 21, Fico la settimana passata, dopo aver letto un «documento riservato», aveva denunciato in una dichiarazione TV l’impiego di truppe NATO in Ucraina. Bratislava il mese scorso ha posto il suo rifiuto all’ingresso di Kiev nella NATO e riaperto alla cooperazione culturale con la Russia.
Nel gennaio 2023 era emerso che il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, aveva chiamato il consigliere del premier italiano Giorgia Meloni, Francesco Talò, per chiedere al governo italiano di inviare sistemi di difesa Samp-T in Ucraina. I due advisor hanno entrambi continuato a condannare la Russia come Stato aggressore, «compresi gli attacchi contro le infrastrutture critiche del Paese».
Secondo La Repubblica, che parlava di fonti diplomatiche nella capitale statunitense, gli Stati Uniti premevano su Roma «affinché fornisca al più presto lo scudo anti missile all’Ucraina, necessario per difendere Kiev (…) Una promessa avanzata informalmente a livello politico, nelle scorse settimane».
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Si erano registrate all’epoca polemiche tra i militari del nostro Paese, in quanto questa ulteriore «donazione» avrebbe lasciato sprotetta la difesa della Penisola. «L’allarme per questa carenza nella contraerea è stato presentato pure in sede parlamentare ma è sempre caduto nel vuoto» aveva dichiarato l’ex Capo di Stato Maggiore Leonardo Tricarico. Mandare a Kiev 5 Samp-T significa abdicare al 20% delle nostre protezioni antiaeree, che non potranno essere ripristinate prima del 2030.
Samp-T è un sistema antiaereo sviluppato congiuntamente da Italia e Francia e integrato nella difesa della NATO, testato sul campo di battaglia di Tuchia, si tratta un potente sistema antiaereo ma ha una capacità limitata contro i missili. Il Samp-T è però efficace contro droni, missili cruise e aerei. La preoccupazione pare essere quella di creare uno scudo difensivo sulla capitale ucraina, che potrebbe venire travolta dalla prossima ondata delle Forze Russe.
Una batteria Samp-T è composta da sei moduli e costa 500 milioni di euro. Può essere equipaggiato da 8 a 30 missili, ciascuno del costo di 2 milioni di euro. L’Italia ha cinque di queste batterie, una delle quali è una batteria di addestramento, di stanza a Mantova.
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Immagine di pubblico dominio CCo via Wikimedia
Militaria
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Geopolitica
Macron dice che con l’Ucraina sconfitta i missili russi minacceranno la Francia. Crosetto parla di «spiralizzazione del conflitto»
Una vittoria totale della Russia sull’Ucraina, nella quale l’intero paese venisse sconfitto, sarebbe dannosa per la sicurezza europea e della NATO, poiché potrebbe consentire a Mosca di piazzare missili alle porte dell’UE, ha affermato il presidente francese Emmanuel Macron.
Sabato, in un’intervista al quotidiano francese La Tribune, Macron, che notoriamente ha rifiutato di escludere l’invio di truppe occidentali in Ucraina, ha ancora una volta sostenuto una politica di «ambiguità strategica» nei confronti della Russia, sostenendo che l’idea chiave alla base di tale approccio è per proiettare forza «senza fornire troppi dettagli».
Descrivendo la Russia come «un avversario», il presidente francese ha sottolineato che stabilire «limiti a priori» sarebbe interpretato come debolezza. «Dobbiamo togliergli ogni visibilità, perché è ciò che crea la capacità di deterrenza», ha sostenuto.
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Macron ha inoltre sottolineato che l’Ucraina è fondamentale per la sicurezza della Francia perché si trova a soli 1.500 chilometri dai suoi confini. «Se la Russia vince, un secondo dopo, non ci sarà più alcuna sicurezza in Romania, Polonia, Lituania e nemmeno nel nostro Paese. La capacità e la portata dei missili balistici russi ci espongono tutti», ha affermato.
I commenti del presidente arrivano dopo che, il mese scorso, aveva suggerito che le nazioni occidentali «dovrebbero legittimamente chiedersi» se dovrebbero inviare truppe in Ucraina «se i russi dovessero sfondare la linea del fronte, e se ci fosse una richiesta ucraina».
Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha risposto definendo la dichiarazione del Macron «molto importante e molto pericolosa», aggiungendo che è un’ulteriore testimonianza del coinvolgimento diretto di Parigi nel conflitto. Anche la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha avvertito che delle forze NATO «non rimarrà nulla» se verranno inviate in prima linea in Ucraina.
Alcune nazioni occidentali si sono espresse contro l’invio di truppe in Ucraina, compreso il Regno Unito, uno dei più convinti sostenitori di Kiev. Il ministro degli Esteri britannico David Cameron ha insistito venerdì sul fatto che, mentre Londra continuerà a sostenere l’Ucraina, i soldati della NATO nel Paese «potrebbero costituire una pericolosa escalation».
Il presidente russo Vladimir Putin, tuttavia, ha ripetutamente respinto l’ipotesi secondo cui Mosca potrebbe attaccare la NATO come «una sciocchezza», affermando che il suo Paese non aveva alcun interesse a farlo.
Nel frattempo, il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha attaccato Macron per i suoi commenti continui su possibili forze occidentali in Ucraina.
Crosetto ha affermato al Corriere della Sera che, se personalmente non può giudicare il presidente di un «Paese amico come la Francia», allo stesso tempo non riesce a comprendere «la finalità e l’utilità di queste dichiarazioni, che oggettivamente innalzano la tensione».
Il ministro ha inoltre escluso la possibilità che l’Italia invii le proprie forze per intervenire direttamente nel conflitto ucraino, perché «a differenza di altri, noi abbiamo nel nostro ordinamento il divieto esplicito di interventi militari diretti, al di fuori di quanto previsto dalle leggi e dalla Costituzione». «Possiamo prevedere interventi armati solo su mandato internazionale, ad esempio in attuazione di una risoluzione dell’ONU» ha continuato il capo del Dicastero della Difesa.
«Quello ipotizzato in Ucraina non solo non rientrerebbe in questo caso, ma innescherebbe una ulteriore spiralizzazione del conflitto che non gioverebbe soprattutto agli stessi ucraini. Insomma, non esistono le condizioni per un nostro coinvolgimento diretto».
Anche il ministro degli Esteri dell’Ungheria – che è Paese NATO – Peter Szijjarto ha condannato le osservazioni del presidente francese, spiegando che se un membro della NATO «impegna truppe di terra, ci sarà uno scontro diretto NATO-Russia e sarà allora la Terza Guerra Mondiale».
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Il primo ministro della Slovacchia – pure nazione NATO – Robert Fico ha anche sottolineato che la NATO non ha alcuna giustificazione per inviare truppe in Ucraina perché il paese non è uno Stato membro e ha promesso che «nessun soldato slovacco metterà piede oltre il confine slovacco-ucraino».
Come riportato da Renovatio 21, le minacce francesi hanno invece trovato terreno fertile in Finlandia, Paese appena divenuto membro della NATO.
Il presidente francese si è spinto fino al punto di immaginare un ritorno della Crimea all’Ucraina. Putin ha sostenuto che truppe di Stati NATO già stanno operando sul fronte ucraino, e che l’Occidente sta flirtando con la guerra nucleare e la distruzione della civiltà.
Gli stessi francesi, secondo un sondaggio, sono contrari all’idea di soldati schierati su territorio ucraino proposta da Macron, il quale, bizzarramente, ha poi chiesto un cessate il fuoco per le Olimpiadi di Parigi della prossima estate.
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Immagine di EU2017EE Estonian Presidency via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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