Gender
Oro e argento: transessuali vincono l’ennesima gara ciclistica femminile
Due ciclisti transessuali si sono assicurati il secondo e il primo posto in una gara ciclistica del campionato femminile in Illinois durante il fine settimana, superando le loro concorrenti femmine.
Una foto dei Campionati di ciclocross dello stato dell’Illinois di domenica mostra sul podio della categoria Singlespeed femminile i transessuali Tessa Johnson ed Evelyn Williamson, le medaglie d’oro e d’argento a, mentre il terzo posto è andato ad una donna, Kristin Chalmers.
Il dominio dei ciclisti uomini sulle loro avversarie donne è stato evidenziato su Twitter dall’account @i_heart__bikes, la cui biografia afferma che sono una ciclista donna che mira a far luce sulla pratica sleale degli atleti maschi che gareggiano contro le donne.
Men took the top two podium spots in the women's singlespeed category at the Illinois State Cyclocross Championships yesterday.
Tessa (Michael) Johnson took 🥇and "Evelyn" Williamson took 🥈
Thanks to @usacycling, men are racing in women's categories all over the US. pic.twitter.com/AQixz5xWx1
— 🚲 (@i_heart__bikes) December 4, 2023
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Secondo il sito Reduxx.info, che sta riportando diversi casi come questo Johnson domenica ha gareggiato anche nella gara femminile di categoria 1/2, dove si è piazzato terzo e ha guadagnato 100 dollari.
Questa non è la prima volta che Johnson e Williamson dominano il podio alla Chicago CycloCross Cup. A ottobre, le due avevano conquistato anche l’oro e l’argento nella Singlespeed femminile, lasciando allo stesso modo l’unica donna sul podio con il bronzo. Johnson ha anche ottenuto il primo posto nella gara della categoria femminile 1/2, guadagnandosi un premio in denaro di 150» dollari scrive Reduxx.
Sia Johnson che Williamson corrono nel ciclismo femminile da anni, con Williamson che ha collezionato 18 titoli di primo posto in gare in tutto il paese dal 2017.
A settembre, Reduxx aveva riferito che Johnson e Williamson hanno gareggiato come una squadra in due gare femminili separate in Illinois, conquistando il primo posto in entrambe. Durante una delle competizioni, Williamson e Johnson gareggiarono sotto il nome della squadra «TS-ESTRODOLLS», un riferimento agli ormoni sessuali per la transessualizzazione.
Today male racers Tessa (Michael) Johnson and Evelyn Williamson once again proved they are GREAT at women's cyclocross at Jackson Park in Chicago.
Johnson took 🥇in both the women's 1/2 AND the singlespeed.
And Williamson took 🥈in the women's singlespeed.
Results🧵👇 pic.twitter.com/D9ZWXH6zuH
— 🚲 (@i_heart__bikes) October 9, 2023
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«Johnson e Williamson hanno celebrato la loro prima vittoria il 27 agosto dopo la vittoria all’xXx Racing-Athletic Relay Cross a Chicago. I due uomini hanno superato nove coppie di donne per il primo posto» continua Reduxx. «Pochi giorni dopo, il 31 agosto, Johnson e Williamson hanno battuto due squadre femminili all’Ed Rudolph Velodrome durante il Campionato di Stato a Madison».
L’ex nuotatrice universitaria Riley Gaines, diventata paladina dell’equità e del diritto delle donne a competere contro altre donne dopo aver dovuto competere lei stessa contro un nuotatore «trans», ha aggiunto che pagherà personalmente un premio in denaro alle cicliste che si rifiutano di gareggiare con i trans-ciclisti.
Two men take 1st & 2nd at the Illinois State Cyclocross Championships yesterday. @usacycling has 2 categories for men and none for women
Any woman who concedes and doesn't compete, I will personally pay them the prize money they're missing out on. Stop participating in the farce pic.twitter.com/MbFc2av95y
— Riley Gaines (@Riley_Gaines_) December 4, 2023
Il ciclismo pare essere uno degli sport più martoriati dagli uomini biologici che competono – e vincono – contro le concorrenti nate femmine.
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Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno si era avuto il caso del ciclista trans che arriva primo alla corsa di categoria femminile. Nel 2022 avevamo inoltre veduto due ciclisti trans finiti al 1° e 2° posto baciarsi sul podio, mentre terza era arrivata una donna che teneva in braccio il suo bambino.
Two men kiss as they celebrate stealing 1st & 2rd place in a womens race…woman takes care of her child as she stands on the 3rd place she has been relegated to due to male cheats.
This pic tells the story of gender ideology perfectly.
Men first, women & childrens needs last. pic.twitter.com/0rcX8a8UdZ— Aja the Empress ♀️🇬🇧🇯🇲 (@Aja02537920) June 4, 2022
Negli USA c’è stato il caso della lettera dell’ex campionessa di ciclocross Hannah Arensman, che ha deciso di ritirarsi dallo sport a causa della presenza di transessuali nelle competizioni, cioè individui biologicamente maschi – e per questo, biomeccanicamente avvantaggiati – in gara con le femmine.
«Negli ultimi anni, ho dovuto gareggiare direttamente con ciclisti uomini negli eventi femminili», si legge nella lettera di Arensman. «Poiché questo è diventato sempre più una realtà, è diventato sempre più scoraggiante allenarsi duramente come me solo per dover perdere contro un uomo con l’ingiusto vantaggio di un corpo androgenizzato che intrinsecamente gli dà un evidente vantaggio su di me, non importa quanto mi alleno duramente».
Sei mesi fa vi era stato il caso di una ciclista adolescente che compete nel circuito della BMX che ebbe una commozione cerebrale dopo una collisione con un ciclista transgender.
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Gender
Il Perù classifica i transgender come «malati di mente»
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Arte
Attrici giapponesi che si vestono da uomini bullizzano collega fino a spingerla al suicidio
Dal Giappone arriva l’eco di un episodio di bullismo e violenza sistematica sfociati in un suicidio all’interno di una struttura esclusivamente femminile. Una sorta di suicidio femminicida, ma ad opera di femmine.
Teatro della vicenda è per il corpo teatrale Takarazuka, un’istituzione più che secolare nel mondo dello spettacolo giapponese. Il concetto alla base del corpo teatrale è che sono soltanto attrici a salire in scena, interpretando anche i ruoli maschili. Tale idea, di per sé spiazzante, inverte completamente la tradizione del teatro tradizionale Kabuki, dove sono gli attori maschi a ricoprire tutti i ruoli.
Gli spettacoli del Takarazuka sono tuttavia distanti anni luce dal rigido formalismo del Kabuki: qui si tratta di musical che attingono dalle fonti più disparate, da West Side Story all’Evgenij Onegin, spesso spingendo a tavoletta su elementi che qualche anno fa si definivano camp o kitsch, in italiano lo si potrebbe semplicemente chiamare «pacchianeria», benché estremamente professionale e ben fatta.
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Il seguito che hanno questi spettacoli nel contesto nipponico è impressionante, ancora di più perché per la grandissima maggioranza femminile: lo scrivente ricorda di essersi imbattuto in una lunghissima coda in attesa di entrare nel teatro di Tokyo – in zona centralissima, vicino al palazzo imperiale – dove si esibisce la compagnia. Si poteva constatare che gli uomini tra la folla erano appena una manciata.
Un ambiente quindi quasi completamente femminile, al sicuro da patriarcato e maschilismo tossico.
E allora, come si spiegano allora vessazioni di gruppo, ustioni procurate con le piastre per i capelli, carichi di lavoro insostenibili assegnati al solo scopo di umiliare e di lasciare soltanto tre ore di sonno al giorno? È questa l’ordalia che ha portato la 25enne Aria Kii a gettarsi nel vuoto per porre fine alla sua vita nel settembre del 2023.
La vicenda era stata prontamente insabbiata dall’azienda che gestisce la compagnia teatrale ma è stata riportata a galla dall’ineffabile Shuukan Bunshun, testata con una lunga e gloriosa tradizione di caccia agli scheletri negli armadi. Nella primavera di quest’anno i dirigenti dell’azienda in questione hanno pubblicamente ammesso la loro responsabilità nel non essere stati in grado di vigilare adeguatamente l’ambiente lavorativo delle attrici.
Duole dire che per la società giapponese uno scenario così è tutto fuorché inconsueto: il proverbio «il chiodo che sporge verrà martellato» illustra ancora con una certa fedeltà le dinamiche sociali che si formano all’interno delle istituzioni giapponesi – siano esse scuole, aziende, partiti.
Negli ultimi tempi c’è un evidente cambiamento in atto soprattutto per quanto riguarda il mondo del lavoro, ma il bullismo allo scopo di creare coesione all’interno di un gruppo è una pratica a cui i giapponesi ricorrono abitualmente e che non sembra soffrire di particolare disapprovazione sociale.
Dal Giappone ci chiediamo con sincerità come un giornalista italiano – di area woke, ma anche solo attento a seguire i dettami del politicamente corretto elargiti ai corsi di deontologia dell’Ordine – potrebbe riportare la notizia della triste morte di Aria, con lo stuolo di angherie subite in un contesto esclusivamente femminile.
Taro Negishi
Corrispondente di Renovatio 21 da Tokyo
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Immagine screenshot da YouTube
Gender
Celebrato in chiesa un «quasi matrimonio» omosessuale
I fatti
Un video, disponibile su un account Instagram, mostra una cerimonia che sembra un matrimonio, ma le due persone coinvolte sono donne: K. B. e M. K., quest’ultima per 14 anni pastore delle comunità metodiste unite intorno a Chicago. Contattato da OSV News, il sacerdote ha ammesso di essere il celebrante visibile nel video e che la benedizione, che ha detto di aver impartito su richiesta delle interessate, si è svolta nella parrocchia di San Vincenzo de’ Paoli. La scena è stata girata utilizzando un cellulare. La chiesa sembra vuota, ma il sacerdote indossa camice e stola. Il sacerdote si rivolge alle due donne e chiede loro: «vi impegnate di nuovo liberamente ad amarvi come santi sposi e a vivere insieme in pace e concordia per sempre?» – «Noi lo facciamo, io lo faccio», rispondono. Padre Williams continua: «Dio d’amore, aumenta e consacra l’amore che Kelli e Myah nutrono l’una per l’altra». Anche se non c’è scambio di anelli, il sacerdote dice: «Possano gli anelli che si sono scambiati essere un segno della loro lealtà e del loro impegno. Possano continuare a prosperare nella tua grazia e benedizione. Questo te lo chiediamo per Cristo nostro Signore». Conclude facendo il segno della croce, dicendo: «Scenda su di voi la benedizione di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo».Sostieni Renovatio 21
Spiegazioni confuse e contraddittorie
Nella sua risposta a OSV News, padre Williams ha giustificato l’uso del camice e della stola: «Io lo faccio così. Quando vado a casa di qualcuno per benedire la sua casa, indosso il camice e la stola. (…) Questo è quello che faccio come prete. Fa parte del mio abbigliamento». Quanto a Fiducia Supplicans, ha spiegato che il suo agire derivava dalla sua «comprensione del testo». Aggiunge che «il Santo Padre ha detto che le coppie dello stesso sesso possono essere benedette purché non rifletta una situazione matrimoniale (…) purché sia chiaro che non si tratta di un matrimonio». Si difende in ogni caso. Quando la signora K. aveva chiesto la benedizione, padre Williams le aveva detto: «Per favore, capisca che questo non è in alcun modo un matrimonio, un matrimonio vero e proprio, o qualcosa del genere. È semplicemente una benedizione delle persone». Tuttavia, ha spiegato ulteriormente a OSV News che l’uso del termine «santi sposi» nella benedizione da lui scritta intendeva significare «coppia». – Deve essere uno scherzo… «santi sposi» per persone in situazione di peccato oggettivamente grave! OSV News è stata piuttosto aggressiva nell’inviare un collegamento al video all’arcidiocesi di Chicago per un commento; nonché al cardinale Victor Manuel Fernández, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF) che ha prodotto Fiducia supplicans, per un parere su questo atto.Una deriva prevedibile e inevitabile
Non c’era bisogno di essere profeti per dire che questa situazione si sarebbe verificata prima o poi, una volta pubblicata Fiducia supplicans. E questa probabilmente è solo la punta dell’iceberg. La situazione continuerà a peggiorare e le cerimonie diventeranno esplicitamente «matrimoni». Non esistono trentasei modi per fermare questa deriva mostruosa: eliminare la deriva iniziale, cioè la dichiarazione stessa. Intanto il responsabile in primis di questa cerimonia di Chicago è il prefetto del DDF. È lui che dovrà rispondere innanzitutto a Dio. Articolo previamente apparso su FSSPX.news.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
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