Geopolitica
Aerei USA attaccano «proxy iraniani» in Siria
Nella mattina di ieri le forze armate statunitensi hanno effettuato attacchi aerei su quelli che si dice siano militanti e installazioni legati all’Iran nella Siria orientale. Sono stati colpiti più bersagli.
Secondo una dichiarazione del segretario alla Difesa Lloyd Austin, «oggi, sotto la direzione del presidente Biden, le forze militari statunitensi hanno condotto attacchi di autodifesa contro due strutture nella Siria orientale utilizzate dal Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche Iraniane (IRGC) e da gruppi affiliati».
Secondo quanto riferito, gli attacchi sono stati effettuati da aerei da guerra statunitensi, probabilmente operanti dal Golfo o dalle aree del Mediterraneo dove sono state recentemente posizionate nuove risorse navali statunitensi, tenendo d’occhio gli eventi in rapido movimento a Gaza.
Secondo Fox, «gli F-16 e gli F-15 sono stati utilizzati stasera per colpire obiettivi in Siria come rappresaglia per gli attacchi contro le truppe statunitensi nella regione».
All’inizio della giornata erano apparse notizie, anche se con pochi dettagli, secondo cui le forze statunitensi nella stessa regione nord-orientale della Siria erano state attaccate, come è accaduto negli ultimi giorni.
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Il Pentagono aveva anche annunciato in precedenza che oltre una dozzina di soldati statunitensi in Iraq e Siria avevano subito lesioni cerebrali traumatiche (TBI) in seguito ad attacchi di droni e razzi contro le basi statunitensi nella regione.
In giornata si era appreso anche che il Pentagono aveva stabilito di inviare nella regione ulteriori 900 soldati.
Un corrispondente della CBS ha citato il segretario stampa del Pentagono, generale Patrick Ryder, il quale afferma che i 900 soldati statunitensi si sono schierati o sono in procinto di schierarsi per rafforzare la difesa missilistica nella regione operativa del Medio Oriente del CENTCOM, il Comando combattente unificato delle forze armate degli Stati Uniti, dove dovrebbero equipaggiare i sistemi missilistici Patriot, THAAD e Avenger.
All’inizio di questa settimana funzionari della difesa statunitense hanno affermato che queste batterie missilistiche aggiuntive sarebbero state schierate sul teatro in vista di un’offensiva di terra israeliana prevista a Gaza.
Il giornalista della CBS ha osservato che «questo avviene mentre i gruppi sostenuti dall’Iran continuano ad attaccare le forze armate statunitensi in Iraq e Siria».
Crescono i timori che una massiccia spinta dei militari israeliani nella Striscia di Gaza possa scatenare attacchi di ritorsione più ampi contro le basi statunitensi nella regione. Ciò potrebbe includere Hezbollah, che opera sia in Libano che in Siria.
Giovedì, Hossein Salami, comandante in capo del Corpo d’élite iraniano delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), aveva avvertito che se Israele invierà forze di terra nella Striscia , l’IDF (l’esercito dello Stato Ebraico) verrà «sepolto». «Se i sionisti lanciassero un attacco di terra a Gaza, verranno sepolti. Se i nemici pensano che i musulmani guarderanno questi crimini da bordocampo, si sbagliano gravemente» avrebbe dichiarato Salami, secondo la traduzione dei media regionali; il comandante pasdaran ha quindi rivolto i commenti a Washington, dicendo che «gli Stati Uniti saranno sepolti dal fuoco che hanno acceso».
«Se le persone malvagie del mondo vogliono compiere un atto insensato come invadere i territori palestinesi, si troveranno ad affrontare un miserabile fallimento e riceveranno una risposta decisiva dal fronte della resistenza», aggiunge la dichiarazione dell’IRGC .
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Trump annuncia attacchi terrestri in Venezuela «presto»
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Geopolitica
La Slovacchia «non sosterrà nulla» che contribuisca a prolungare il conflitto in Ucraina
Il primo ministro slovacco Robert Fico ha annunciato che la Slovacchia si opporrà a qualsiasi misura che permetta di impiegare i beni russi congelati per fornire armi all’Ucraina, mettendo in guardia sul fatto che ulteriori sostegni militari non farebbero che protrarre l’«insensata uccisione quotidiana di centinaia di migliaia di russi e ucraini».
In seguito all’escalation del conflitto nel 2022, gli alleati occidentali di Kiev hanno bloccato circa 300 miliardi di dollari di asset della banca centrale russa, in gran parte depositati nell’UE. Da quel momento è divampata una disputa tra i Paesi intenzionati a usare tali fondi come collaterale per un «prestito di riparazione» a favore di Kiev e quelli che si oppongono fermamente. La decisione finale spetterà ai membri dell’UE nel voto previsto per la prossima settimana.
Fico, da sempre critico del piano, ha illustrato la propria posizione in dettaglio in una lettera inviata all’inizio della settimana al Presidente del Consiglio europeo António Costa. In un post su X pubblicato venerdì, ha riferito di aver poi avuto un colloquio telefonico con Costa, durante il quale ha ribadito il suo rifiuto all’invio di armi a Kiev. Fico ha dichiarato di aver avvertito che proseguire con i finanziamenti prolungherebbe le ostilità e accrescerebbe le vittime, mentre Costa «ha parlato solo di soldi per la guerra».
«Se per l’Europa occidentale la vita di un russo o di un ucraino non vale un cazzo, non voglio far parte di un’Europa occidentale del genere», ha affermato Fico. «Non appoggerò nulla, anche se dovessimo restare a Bruxelles fino al nuovo anno, che comporti il sostegno alle spese militari dell’Ucraina».
Today I held an almost hour-long phone conversation with the President of the European Council, A. Costa. I fully respect him, but while he spoke about money for the war in Ukraine, I kept repeating the senseless daily killing of hundreds to thousands of Russians and Ukrainians.… pic.twitter.com/0f9JiitWjG
— Robert Fico 🇸🇰 (@RobertFicoSVK) December 12, 2025
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Vari Stati membri dell’UE hanno manifestato riserve sul programma di prestiti, evidenziando rischi di natura legale e finanziaria. Secondo Politico, venerdì Italia, Belgio, Bulgaria e Malta hanno sollecitato la Commissione europea a considerare opzioni alternative al sequestro degli asset, quali un meccanismo di prestito comunitario o soluzioni temporanee. Obiezioni sono arrivate anche da Ungheria, Germania e Francia.
Venerdì la Commissione Europea ha dato il via libera a una norma controversa che potrebbe prorogare indefinitamente il congelamento dei beni russi, qualificando la materia come emergenza economica e non come misura sanzionatoria. Questo passaggio è interpretato come propedeutico all’attuazione del «prestito di riparazione», in quanto permette decisioni a maggioranza qualificata invece che all’unanimità, eludendo così i veti dei Paesi dissidenti.
Mosca ha stigmatizzato come illegittimo ogni tentativo di appropriarsi dei suoi asset. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha affermato questa settimana che, con il programma di «prestiti di riparazione», l’Europa sta adottando un comportamento «suicida». Riferendosi al voto di venerdì, ha etichettato l’UE come «truffatori».
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Geopolitica
Orban come John Snow
Hungary PM Orbán as Jon Snow from Game of Thrones in defending the EU’s legal&financial system from crazy EU bureaucratic warmongers—fighting them to reduce migration, increase competitiveness, and restore sanity, values and peace. 🕊️
Help is coming as Russian CB sues Euroclear pic.twitter.com/jHyav6mk0f — Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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Unmasked NATO’s Mark Rutte.
He does not have family or children. He wants war. But peace will prevail. 🕊️ https://t.co/lDPBucIAkA pic.twitter.com/JjqVogOSWM — Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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