Droga
La coltivazione della coca ai massimi storici
La coltivazione illegale di piante di coca in Sud America ha raggiunto un nuovo massimo nel 2021, con un enorme aumento che tocca il 35% rispetto al 2020. Lo riporta un rapporto recentemente pubblicato dalle Nazioni Unite.
Il sequestro record di cocaina effettuato presso le coste italiane (due tonnellate, per un valore quasi mezzo miliardo di euro, che galleggiavano nell’acqua) in questi giorni potrebbe essere effetto di questa crescita smisurata della coltivazione della pianta da cui si estrae la cocaina.
La coltivazione della coca sembrava aver subito un arresto con la pandemia 2020, ma già nel 2021 si era avuto un ritorno di fiamma. In Colombia, l’aumento sarebbe stato nel 42%, cifra non dissimile da quella che si sarebbe registrata in Perù.
Secondo l’agenzia Reuters l’incremento può essere visto nel contesto di una professionalizzazione della coltivazione della coca, con varietà e tecniche più produttive utilizzate, a volte in collaborazione con cartelli messicani che sono diventati grandi acquirenti della cocaina colombiana.
Trovate più infografiche su Statista
In Colombia la produzione di coca era in teoria già diminuita prima della pandemia, a seguito dell’accordo di pace firmato nel 2016 con il gruppo ribelle FARC, che includeva disposizioni sulla sostituzione della coca con altre colture.
L’eradicazione delle colture di coca programmata dal governo di Bogotà – che avviene manualmente, avendo lo Stato abbandonato la tecnica della fumigazione nel 2015 – è diminuita a poco più di 100.000 ettari nel 2021, in calo rispetto ai 130.000 ettari del 2020, pur essendo all’incirca uguale all’area estirpata nel 2019.
Come riportato da Renovatio 21, un mese fa la polizia francese aveva ritrovata su una spiaggia della manica una tonnellata di cocaina. Una sostanza che piace alla classe dirigente: tracce di una polvere bianca, che potrebbe essere quella, sarebbero trovate nelle residenze dei premier britannici Liz Truss e Boris Johnson dopo i loro festini. Il giovane deputato americano Madison Cawthorn parlò di coca party con orge tra i politici di Washington. Fu scaricato dal suo stesso partito, i repubblicani, e non rieletto.
Da notare l’articolo dell’Economist dell’anno scorso che proponeva una prospettiva di legalizzazione della cocaina negli USA.
Droga
La «guerra alla droga» di Trump potrebbe inondare l’UE di stupefacenti: parla un funzionario tedesco
L’Unione Europea potrebbe registrare un aumento del traffico di stupefacenti a causa della «guerra alla droga» del presidente statunitense Donald Trump, mirata a colpire i presunti trafficanti nei Caraibi e nel Pacifico, secondo l’avvertimento di un funzionario tedesco. Lo riporta il tabloide Bild.
Il commissario tedesco per le droghe Hendrik Streeck ha dichiarato giovedì alla Bild che un’azione più severa degli Stati Uniti contro i cartelli in Colombia e Venezuela potrebbe aggravare il problema degli stupefacenti in Europa.
Lo Streeck ha messo in guardia sul rischio che i trafficanti modifichino le rotte marittime e terrestri, espandendosi anche online. «La criminalità organizzata è già molto dinamica, soprattutto nel digitale», ha affermato, segnalando una «crisi imminente» in Germania, citando il calo dei prezzi della cocaina, l’abbassamento dell’età dei consumatori e l’aumento dei decessi legati alla droga tra gli under 30.
Venerdì, presentando il rapporto annuale sulla criminalità legata agli stupefacenti, lo Streeck ha descritto un incremento «allarmante» nel consumo di droghe pesanti. Il ministro degli Interni Alexander Dobrindt ha sottolineato che la Germania sta affrontando un «grave problema di droga».
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La disponibilità di cocaina continua a crescere nell’UE: nel 2023, gli Stati membri hanno registrato sequestri record per il settimo anno consecutivo, secondo i dati dell’Agenzia per le droghe dell’Unione.
Washington ha intensificato le operazioni contro il traffico di droga, presentandole come parte di una strategia per bloccare le rotte di contrabbando e le reti di produzione legate alla crisi degli oppioidi negli Stati Uniti. Le forze americane hanno colpito presunte imbarcazioni dedite al traffico nei Caraibi e nel Pacifico, alcune delle quali, secondo Washington, legate al Venezuela, causando decine di morti. Caracas smentisce ogni coinvolgimento e accusa gli Stati Uniti di perseguire un «cambio di regime».
Le tensioni sono aumentate dopo che Trump ha dichiarato di aver autorizzato operazioni segrete della CIA in Venezuela, suggerendo che le azioni militari potrebbero estendersi dalle operazioni marittime a quelle terrestri. Il presidente Nicolas Maduro ha definito la dichiarazione «senza precedenti» e «disperata», mettendo in allerta le forze armate.
Martedì, le forze statunitensi hanno attaccato una presunta nave di contrabbando al largo della costa occidentale della Colombia, uccidendo due persone. Bogotà ha condannato gli attacchi, avvertendo che potrebbero alimentare tensioni e compromettere la cooperazione regionale. Altri attacchi avrebbero esteso il teatro dell’operazione USA anche al Pacifico.
Il presidente Gustavo Petro ha descritto la campagna come «un’aggressione contro l’intera America Latina e i Caraibi», accusando Washington di voler controllare le riserve petrolifere della regione e di aver ucciso un innocente pescatore. Trump, che ha diciarato che gli attacchi alle barche della droga costituiscono «un atto di gentilezza», ha risposto che «Petro è uno spacciatore».
Come riportato da Renovatio 21, nelle ultime ore è emerso che Trump starebbe puntando ad un attacco alle «strutture della cocaina» in Venezuela.
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Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
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Droga
Altri sei morti in un attacco USA su una barca della droga nei Caraibi
Sei persone sono morte in un raid statunitense su un’imbarcazione nel Mar dei Caraibi, descritto dal Segretario alla Difesa Pete Hegseth come un’operazione antidroga.
L’attacco è l’ultimo di una serie di interventi militari americani nei Caraibi e nel Pacifico, parte di quella che il presidente Donald Trump presenta come una campagna per debellare il traffico di stupefacenti proveniente da Venezuela e Colombia. Entrambi i Paesi hanno categoricamente smentito le accuse.
Il Dipartimento della Difesa ha condotto un «attacco cinetico letale» contro una nave legata al Tren de Aragua (TdA), un’organizzazione criminale transnazionale venezuelana, in acque internazionali nella notte di giovedì, ha annunciato Hegseth su X venerdì.
Overnight, at the direction of President Trump, the Department of War carried out a lethal kinetic strike on a vessel operated by Tren de Aragua (TdA), a Designated Terrorist Organization (DTO), trafficking narcotics in the Caribbean Sea.
The vessel was known by our… pic.twitter.com/lVlw0FLBv4
— Secretary of War Pete Hegseth (@SecWar) October 24, 2025
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«Se sei un narcoterrorista che traffica droga nel nostro emisfero, ti tratteremo come trattiamo Al-Qaeda», ha dichiarato, promettendo di continuare a «dare la caccia» e «neutralizzare» altri presunti trafficanti.
Solo il giorno prima, Trump aveva elogiato quello che ha definito un grande successo delle forze armate statunitensi contro le presunte «imbarcazioni della droga» venezuelane, sostenendo che il flusso di narcotici via mare si è ridotto a «circa il 5% rispetto a un anno fa». Aveva poi aggiunto che «la terra sarà il prossimo obiettivo», senza specificare ulteriori dettagli su tempi e luoghi di eventuali attacchi americani.
Sia Caracas che Bogotà hanno sostenuto che le operazioni degli Stati Uniti nella regione rappresentino l’inizio di un tentativo di appropriazione delle risorse, piuttosto che una lotta al traffico di droga.
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Immagine screenshot da Twitter
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