Connettiti con Renovato 21

Geopolitica

I bambini «rapiti» da Putin stanno imparando la musica classica con il consenso dei genitori

Pubblicato

il

I bambini che la Corte Penale Internazionale dell’Aia ritiene «rapiti» da Putin sono a Mosca in una struttura dove stanno imparando la musica classica, con il consenso dei genitori.

 

Lo riporta il sito americano di sinistra Grayzone: le autorità russe hanno allestito un «campo» dove ai bambini viene insegnato a suonare musica classica.

 

L’inviato di Grayzone Jeffrey Loffredo aveva visitato questo istituto fuori Mosca, una scuola dove gli studenti di musica di Donetsk e Lugansk (voce, violino, pianoforte, etc.) possono concentrarsi sugli studi al di fuori di una zona di guerra. I genitori ne sarebbero al corrente e sarebbero d’accordo: lo riporta lo stesso rapporto dello Yale Humanitarian Research Lab che accusa la Russia. «Nel rapporto è sepolta anche la seguente rivelazione: “Molti bambini portati nei campi vengono inviati con il consenso dei genitori per una durata concordata di giorni o settimane e restituiti ai genitori come originariamente programmato» scrive l’articolo.

 

«”Molti di questi genitori sono a basso reddito e volevano approfittare di un viaggio gratuito per il loro bambino”, continua il giornale Yale HRL/Dipartimento di Stato. “Alcuni speravano di proteggere i propri figli dai combattimenti in corso, di mandarli da qualche parte con servizi igienici intatti o di assicurarsi che avessero cibo nutriente del tipo non disponibile dove vivono. Altri genitori volevano semplicemente che il loro bambino potesse avere una vacanza».

 

Loffredo aveva fatto la sua visita per caso mentre studiava cosa pensano i russi della guerra nel novembre 2022, molto prima che ci fosse qualsiasi accusa di rapimento, «rieducazione» e crimini di guerra.

 

Il giornalista americano, già in forze a Children’s Health Defense di Robert Kennedy jr. e alla testata canadese Rebel News (per cui era inviato in Russia in quel momento), aveva intervistato un insegnante di russo della scuola, che gli studenti hanno soprannominato «Donbass Express», e diversi studenti, mostrati in un video incorporato nell’articolo.

 

 

«Per gran parte della loro vita, questi giovani hanno vissuto quotidianamente con la minaccia di morte.» scrive Loffredo. «Per gli otto anni che hanno preceduto l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022, la popolazione etnicamente russa del Donbass ha subito bombardamenti regolari per mano del governo nazionalista sostenuto dagli Stati Uniti a Kiev. Anche prima del febbraio 2022, quel conflitto civile aveva ucciso migliaia di civili, compresi bambini come quelli che ho incontrato al Donbass Express».

 

«”Naturalmente molti [i giovani iscritti al Donbas Express] sono stati fortemente colpiti da questo conflitto”», dice l’insegnante di musica al giornalista. «“Molti di loro hanno perso la casa. Alcuni di loro hanno perso parenti e amici. Nella zona del conflitto, infatti, non possono proseguire gli studi musicali professionali. A Donetsk, gli istituti filarmonici e di istruzione generale non sono in attività”».

 

«Ho parlato con due studenti del Donbas Express davanti alla telecamera. Ognuno ha espresso gratitudine espansiva per il programma» scrive Loffredo. «”Sono qui su invito, su invito generoso”, ha detto uno di Donetsk. “Non avrei mai pensato che sarei arrivato a Mosca. Ho aiutato ad esibirmi in concerti, il che è utile per l’arricchimento spirituale e la purificazione dell’anima. E sono qui per sviluppare le mie capacità di esecuzione musicale».

 

«Qui continuiamo i nostri studi musicali nonostante quello che succede intorno a noi perché ci dà sollievo», ha detto un altro ragazzo del Donbass al giornalista.

 

«La maggior parte, se non tutti, gli studenti iscritti al Donbas Express si identificano con la nazione russa, secondo il loro istruttore. “Hanno questa canzone, “la mia patria sta tornando” …. “Tutti questi 80 ragazzi lo stavano urlando. Semplicemente urlando questa canzone”».

 

L’istruttore musicale ha aggiunto: «non stiamo organizzando [il Donbas Express] per ragioni politiche. Non siamo qui per dire “Russia per sempre!” Per esempio. Siamo qui per aiutare questi bambini. Ma ovviamente siamo russi».

 

«Gli studenti che ho incontrato lì non volevano andarsene» chiosa Loffredo.

 

Né l’Aia né chi ha scritto il rapporto dello Yale Humanitarian Research Lab, che conteneva le gravi accuse a Putin, pare abbiano effettivamente intervistato le presunte vittime o siano state al cosiddetto «campo» che ha fatto scattare mandato d’arresto della Corte penale internazionale.

 

Come riportato da Renovatio 21, il vero fine della sciarada delle accuse a Putin è negargli la libertà di movimento negli Stati che hanno ratificato il Trattato di Roma – moltissimi, tranne gli USA, che altrimenti dovrebbero trovarsi a difendere Bush, Chenney, la banda neocon che ha distrutto il Medio Oriente uccidendo milioni di persone. Ciò potrebbe rallentare la magnetica adesione che sta spingendo tanti Paesi verso organizzazioni alternative al potere occidentale come ad esempio i BRICS.

 

 

 

 

 

Immagine screenshot da YouTube

 

 

 

Continua a leggere

Geopolitica

Gli Stati Uniti sequestrano una petroliera al largo delle coste del Venezuela

Pubblicato

il

Da

Il procuratore generale statunitense Pam Bondi ha annunciato il sequestro di una petroliera sospettata di trasportare greggio proveniente dal Venezuela e dall’Iran.

 

L’operazione, condotta al largo delle coste venezuelane, si inserisce in un’escalation delle attività militari americane nella regione, unitamente a raid contro quelle che Washington qualifica come imbarcazioni legate ai cartelli della droga.

 

«Oggi, l’FBI, la Homeland Security Investigations e la Guardia costiera degli Stati Uniti, con il supporto del Dipartimento della Difesa, hanno eseguito un mandato di sequestro per una petroliera utilizzata per trasportare petrolio greggio proveniente dal Venezuela e dall’Iran», ha scritto Bondi su X mercoledì.

 

Ha precisato che la nave era stata sanzionata «a causa del suo coinvolgimento in una rete di trasporto illecito di petrolio a sostegno di organizzazioni terroristiche straniere».

 

Nel video diffuso da Bondi si vedono agenti delle forze dell’ordine, pesantemente armati, calarsi dall’elicottero sulla tolda della nave. Secondo il portale di tracciamento MarineTraffic e vari media, l’imbarcazione è stata identificata come «The Skipper», che batteva bandiera della Guyana. Fonti come ABC News riportano che la petroliera, con una capacità fino a 2 milioni di barili di greggio, era diretta a Cuba.

 

Iscriviti al canale Telegram

Gli Stati Uniti avevano sanzionato la The Skipper già nel 2022, accusandola di aver contrabbandato petrolio a beneficio del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana e del gruppo militante libanese Hezbollah.

 

Un gruppo di parlamentari statunitensi ha di recente sollecitato un’inchiesta sugli attacchi condotti su oltre 20 imbarcazioni da settembre, ipotizzando che possano configurare crimini di guerra.

 

Il senatore democratico Chris Coons, intervistato martedì su MSNBC, ha accusato Trump di «trascinarci come sonnambuli verso una guerra con il Venezuela». Ha argomentato che l’obiettivo reale del presidente sia l’accesso alle risorse petrolifere e minerarie del paese sudamericano.

 

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha rigettato le affermazioni di Trump sul presunto ruolo del suo governo nel narcotraffico, ammonendo Washington contro l’avvio di «una guerra folle».

 

Il Venezuela ha denunciato gli Stati Uniti per pirateria di Stato dopo che la Guardia costiera americana, coadiuvata da altre forze federali, ha abbordato e sequestrato una petroliera sanzionata nel Mar dei Caraibi.

 

Caracas ha reagito con durezza, definendo l’intervento «un furto manifesto e un atto di pirateria internazionale» finalizzato a sottrarre le risorse energetiche del Paese.

 

«L’obiettivo di Washington è sempre stato quello di mettere le mani sul nostro petrolio, nell’ambito di un piano deliberato di saccheggio delle nostre ricchezze», ha dichiarato il ministro degli Esteri Yvan Gil.

 

Il governo venezuelano ha condannato gli «arroganti abusi imperiali» degli Stati Uniti e ha giurato di difendere «con assoluta determinazione la sovranità, le risorse naturali e la dignità nazionale».

 

Da anni Caracas considera le sanzioni americane illegittime e contrarie al diritto internazionale. Il presidente Nicolas Maduro le ha definite parte del tentativo di Donald Trump di rovesciarlo e ha respinto come infondate le accuse di legami con i narcos, avvertendo che qualsiasi escalation militare condurrebbe a «una guerra folle».

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine screenshot da Twitter


Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Continua a leggere

Geopolitica

Putin: la Russia raggiungerà tutti i suoi obiettivi nel conflitto ucraino

Pubblicato

il

Da

La Russia porterà a compimento tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale in Ucraina, ha dichiarato il presidente Vladimir Putin.   Tra gli scopi principali enunciati da Putin nel 2022 vi sono la protezione degli abitanti delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk dall’aggressione delle forze di Kiev, nonché la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina.   «Naturalmente porteremo a termine questa operazione fino alla sua logica conclusione, fino al raggiungimento di tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale», ha affermato Putin in videocollegamento durante la riunione del Consiglio presidenziale per i diritti umani di martedì.   Il presidente russo quindi ricordato che il conflitto è scoppiato quando l’esercito ucraino è stato inviato nel Donbass, regione storicamente russa che nel 2014 aveva respinto il colpo di Stato di Maidan sostenuto dall’Occidente. Questo, secondo il presidente, ha reso inevitabile l’intervento delle forze armate russe per porre fine alle ostilità.

Sostieni Renovatio 21

«Si tratta delle persone. Persone che non hanno accettato il colpo di Stato in Ucraina nel 2014 e contro le quali è stata scatenata una guerra: con artiglieria, armi pesanti, carri armati e aviazione. È lì che è iniziata la guerra. Noi stiamo cercando di mettervi fine e siamo costretti a farlo con le armi in pugno».   Putin ha ribadito che per otto anni la Russia ha cercato di risolvere la crisi per via diplomatica e «ha firmato gli accordi di Minsk nella speranza di una soluzione pacifica». Tuttavia, ha aggiunto la settimana scorsa in un’intervista a India Today, «i leader occidentali hanno poi ammesso apertamente di non aver mai avuto intenzione di rispettarli», avendoli sottoscritti unicamente per guadagnare tempo e permettere all’Ucraina di riarmarsi.   Mosca ha accolto positivamente il nuovo slancio diplomatico impresso dal presidente statunitense Donald Trump, che ha proposto il suo piano di pace in 28 punti come base per un’intesa.   Lunedì Trump ha pubblicamente invitato Volodymyr Zelens’kyj ad accettare le proposte di pace, lasciando intendere che il leader ucraino non abbia nemmeno preso in esame l’ultima offerta americana.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) 
Continua a leggere

Geopolitica

Lavrov elogia la comprensione di Trump delle cause del conflitto in Ucraina

Pubblicato

il

Da

Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha dichiarato che il presidente statunitense Donald Trump rappresenta l’unico leader occidentale in grado di cogliere le vere motivazioni alla base del conflitto ucraino.

 

Parlando mercoledì al Consiglio della Federazione, la camera alta del parlamento russo, Lavrov ha spiegato che, mentre gli Stati Uniti manifestano una «crescente impazienza» verso il percorso diplomatico mirato a cessare le ostilità, Trump è tra i pochissimi esponenti occidentali a comprendere le dinamiche che hanno originato la crisi.

 

«Il presidente Trump… è l’unico tra tutti i leader occidentali che, subito dopo il suo arrivo alla Casa Bianca nel gennaio di quest’anno, ha iniziato a dimostrare di aver compreso le ragioni per cui la guerra in Ucraina era stata inevitabile», ha dichiarato.

 

Lavrov ha proseguito sottolineando che Trump possiede una «chiara comprensione» delle dinamiche che hanno forgiato le politiche ostili nei confronti della Russia da parte dell’Occidente e dell’ex presidente statunitense Joe Biden, strategie che, a suo dire, «erano state coltivate per molti anni».

Aiuta Renovatio 21

Il ministro ha indicato che «si sta avvicinando il culmine dell’intera saga» ucraina, affermando che Trump ha sostanzialmente ammesso che «le cause profonde identificate dalla Russia devono essere eliminate».

 

Il vertice della diplomazia russa ha menzionato in modo specifico le storiche riserve di Mosca sull’aspirazione ucraina all’adesione alla NATO e la persistente violazione dei diritti della popolazione locale.

 

Lavrov ha poi precisato che Trump resta «l’unico leader occidentale a cui stanno a cuore i diritti umani in questa situazione», contrapposto ai governi dell’UE che, secondo Mosca, evadono il tema. Ha svelato che la roadmap statunitense per un’intesa includeva esplicitamente la tutela dei diritti delle minoranze etniche e delle libertà religiose in Ucraina, «in linea con gli obblighi internazionali».

 

Tuttavia, sempre secondo Lavrov, tali clausole sono state indebolite nel momento in cui il documento è stato sottoposto all’UE: il testo è stato modificato per indicare che l’Ucraina dovrebbe attenersi agli standard «adottati nell’Unione Europea».

 

Da tempo Mosca denuncia la soppressione della lingua e della cultura russa da parte di Kiev, oltre ai sforzi per limitare i diritti delle altre minoranze nazionali, e al contempo accusa i leader ucraini di fomentare apertamente il neonazismo nel paese.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine dell’Ufficio stampa della Duma di Stato della Federazione Russa via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International

Continua a leggere

Più popolari