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Politica

Crisi di governo: l’inciucio PD-M5S è alle porte

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La crisi di governo avanza a vista d’occhio, con gli ormai ex alleati sempre più distanti da quel ricordo giallo-verde che ha guidato il paese per poco più di un anno. C’è chi parla di possibile inciucio fra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, coalizione che però, a rigor di logica, non gioverebbe a nessuno dei due partiti.

 

Ciò che è certo è che Mattarella tenterà di capire, attraverso le consultazioni, se vi sono le condizioni per plasmare una maggioranza dem-pentastellata.

 

C’è chi parla di un possibile fronte compatto per portare avanti un Conte-bis fino alle elezioni. C’è chi parla, infine, di un golpe parlamentare contro Salvini per far slittare il più possibile le elezioni. Sembrano escluse possibilità di governi tecnici.

 

L’ipotesi più papabile però, secondo le analisi del Corriere della Sera, è quella di un governo di «garanzia elettorale».

 

Un esecutivo che non si presenti come tecnico ma senza esponenti di partito, con una figura di garanzia che nulla abbia a che fare – per fare un nome non a caso – con Mario Monti.

Un governo di «garanzia elettorale».  Un esecutivo che non si presenti come tecnico ma senza esponenti di partito, con una figura di garanzia

 

Qualcuno osa addirittura fare il nome di Mario Draghi – ipotesi, anche questa, che parrebbe essere distante dagli scenari reali. Figura ancora da individuare (al pari di molti ministri) che guidi un governo, di fatto fantasma, incaricato di traghettare il paese fino al voto. E nel caso di un governo di garanzia elettorale, il ritorno al voto nel minor tempo possibile sarebbe assolutamente scontato.

 

Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini invoca la riunione delle Camere già per la settimana prossima, chiedendo a deputati e senatori di non temporeggiare. Lo ha fatto dal palco di Pescara, in un comizio dai toni già proiettati verso la campagna elettorale.

 

Il Premier Conte chiede a Salvini di assumersi le responsabilità della brusca interruzione di questo governo.  «Sono stanco dei no – risponde il leader della Lega sempre da Pescara – se devo tenere bloccato un paese a forza di no e di rimandi scaldando una poltrona da Ministro, piuttosto vado a casa restituendo la parola agli italiani». Il Movimento 5 Stelle reagisce attribuendo tutte le colpe a Salvini. I parlamentari del Carroccio, intanto, sono pronti a votare la sfiducia a Conte.

 

Quali possibili scenari si apriranno?  Nel mentre non mancano nemmeno i riferimenti al caso #Bibbiano e allo scandalo degli affidi illeciti. Dopo che il Ministro alla Giustizia Alfonso Bonafede, dalla sala consigliare di Cavriago, ha ribadito l’importanza della commissione d’inchiesta parlamentare partita nei giorni proprio attraverso il suo ministero, ora la crisi di governo ferma inevitabilmente tutto.

 

C’è chi attribuisce nuovamente la colpa di tutto ciò a Salvini, con argomenti che crediamo però essere veramente deboli. In particolare, la vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni, insieme all’On. Ascari, entrambe grilline, accusano il leader della Lega di aver interrotto, con la frenata del governo, il lavoro del compagno di partito Bonafede:

 

«I cittadini della Val d’Enza e di tutta Reggio – scrivono i deputati reggiani – devono anche sapere che con la caduta del Governo Conte per colpa di Salvini s’interrompe il lavoro del Ministro Bonafede che proprio ieri aveva dialogato con associazioni e famiglie sul tema affidi. Salta anche il lavoro della Commissione d’inchiesta parlamentare sugli affidi, il cui iter era appena iniziato al Senato. Salvini avrà la faccia tosta di ripresentarsi a Bibbiano e in Val d’Enza a dire che a lui interessano bambini e famiglie?»

 

Ora, partendo dal presupposto che quando si arriva ad una commissione d’inchiesta a fatti compiuti è già tardi, e ribadendo, come è stato fatto dai genitori coinvolti nello scandalo dell’inchiesta «Angeli e Demoni» presenti all’incontro con Bonafede, che sarebbe stato necessario avere all’interno della commissione genitori, avvocati e magistrati che per primi hanno denunciato il problema, non si può far credere che una commissione d’inchiesta possa esistere solo con la permanenza di Bonafede.

 

Dimenticando, fra le altre cose, che se la commissione indetta dal ministero sarà ora interrotta, verosimilmente avanzerà quella regionale che vede coinvolti solo il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle (questi ultimi alla vicepresidenza della commissione con la Sensoli).

Se la commissione indetta dal ministero sarà ora interrotta, verosimilmente avanzerà quella regionale che vede coinvolti solo il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle

 

Come mai nessuno fra i 5 Stelle offre spiegazioni in merito alla decisione di aver totalmente estromesso il centro destra dai lavori?

 

Come mai nessuno fra i 5 Stelle ha posto domande nel merito del ruolo istituzionale avuto in Regione Emilia Romagna dal Presidente della Comm. Parità, Sig.ra Roberta Mori, quando la stessa invitava Carletti e Anghinolfi a parlare del «modello Val d’Enza» in Regione, partecipando e spendendo grandi parole, immancabilmente, ai grandi convegni di #Bibbiano dove erano presenti quasi tutti gli indagati dell’inchiesta (Anghinolfi, Carletti, Foti, Monopoli, Bolognini, Bassmaji…)?

 

E infine vorremmo porre una domanda aperta all’On. Spadoni: in un suo recente post a margine dell’incontro fra sindaci dell’Unione Val d’Enza, genitori e Ministro Bonafede, la vicepresidente della Camera criticava la presenza dell’On. Graziano Delrio all’incontro con i sindaci, invitato dal sindaco di Cavriago, Francesca Bedogni:

 

Improvvisamente, qualche ora dopo, il trafiletto del post su Delrio è  sparito. Qualche utente, nei commenti ancora visibili, ha chiesto spiegazioni. Nessuna risposta ancora.

Improvvisamente, il trafiletto su Delrio del post dell’onorevole grillina Spadoni è sparito

 

 

Altri hanno fatto chiari riferimento a Delrio che ora, senza quel trafiletto sparito, sembrano sconnessi dal discorso dimostrando, però, che la Spadoni sulla presenza di Delrio si era espressa eccome.

 

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Perché è stato cancellato? Volontà della Spadoni oppure si è trattato di ordini superiori ?

 

Aldilà di tutto, questo fatto sfuggito ai più potrebbe voler dir tante cose.

A buoni intenditori, poche parole.

 

 

Cristiano Lugli

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Politica

Trump contro Greta prigioniera israeliana: «è solo una piantagrane, ha bisogno di vedere un dottore»

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha schernito l’attivista Greta Thunberg per il suo secondo tentativo fallito di raggiungere Gaza a bordo di una flottiglia di aiuti umanitari, che ha portato alla sua detenzione e successiva espulsione da parte delle autorità israeliane.

 

La Thunberg si era unita a oltre 400 attivisti nel tentativo di raggiungere l’enclave sotto assedio, ma è stata fermata dalla marina israeliana venerdì. Più di 130 di loro sono stati deportati in Turchia durante il fine settimana, mentre la giovane ambientalista faceva parte di un gruppo espulso in Grecia e Slovacchia lunedì.

 

Interrogato sull’attivista svedese, Trump ha risposto: «È una piantagrane… Non è più interessata all’ambiente, ora è interessata a questo… Ha bisogno di vedere un medico. Ha un problema di gestione della rabbia», ha dichiarato il presidente della superpotenza atomica ai giornalisti nello Studio Ovale lunedì.

 

Sabato, altri attivisti e avvocati hanno sostenuto che Thunberg e altri sono stati sottoposti a «torture» e «trattamenti duri» in una prigione nel deserto israeliano dopo il loro arresto. Lo Stato Ebraico ha rigettato le accuse, mentre il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha dichiarato di essere «orgoglioso» delle dure condizioni di detenzione degli attivisti.

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La Thunberg e Trump si sono scontrati online per anni, spesso utilizzando le parole dell’uno contro l’altro come controargomentazioni.

 

Nel 2019, il presidente degli Stati Uniti aveva deriso l’attivista per il suo «problema di gestione della rabbia» dopo che era stata nominata Persona dell’anno dal Time. Thunberg aveva risposto aggiornando la sua biografia su Twitter (ora X) con dicendo che si tratta di un’adolescente che «lavora sul suo problema di gestione della rabbia».

 


Renovatio 21 ricorda inoltre l’episodio di quando, ad una Assemblea Generale del 2019 (la volta che ringhiò «How dare you…»), in una sala del Palazzo di vetro un’attonita Greta Thunberga fu messa da parte per far passare Donald Trump e la sua scorta.

 


 

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Il primo ministro francese si dimette poche ore dopo aver proposto un nuovo governo

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Il primo ministro francese Sébastien Lecornu ha annunciato le sue dimissioni a meno di 12 ore dalla formazione del nuovo governo. Il Parlamento francese risulta profondamente spaccato sugli sforzi per approvare un nuovo bilancio che affronti il crescente debito pubblico.   Ex ministro della Difesa, Lecornu è stato il settimo primo ministro nominato dal presidente Emmanuel Macron e il quinto in due anni. Le sue dimissioni improvvise, a meno di un mese dall’assunzione dell’incarico, lo rendono il primo ministro con il mandato più breve nella storia moderna della Francia.   Fedele alleato di Macron, Lecornu ha affrontato domenica dure critiche da entrambi gli schieramenti politici dopo aver presentato il suo nuovo governo, rimasto pressoché identico a quello precedente di François Bayrou. I partiti dell’Assemblea Nazionale hanno minacciato di respingerlo.   In seguito all’annuncio, diversi partiti hanno chiesto elezioni parlamentari anticipate. Il partito di Marina Le Pen Rassemblement National ha dichiarato su X che «il macronismo è morto» e ha esortato Macron a scegliere tra lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale o le dimissioni.

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Anche Jean-Luc Mélenchon, leader del partito di sinistra La France Insoumise (LFI), ha richiesto una mozione per rimuovere Macron dalla presidenza.   Poco dopo la notizia delle dimissioni di Lecornu, la borsa di Parigi ha registrato un crollo del 12%, diventando l’indice con le peggiori prestazioni in Europa. Anche l’euro ha subito un calo dello 0,7% a causa dell’instabilità politica.   Le finanze pubbliche francesi sono sotto pressione crescente, con un deficit che nel 2024 ha raggiunto il 5,8% del PIL e un debito pubblico salito al 113%, ben oltre il limite del 60% previsto dalle norme UE. Il governo ha cercato di far approvare un bilancio di austerità per contenere la spesa e stabilizzare il rapporto debito/PIL, ma le divisioni nell’Assemblea Nazionale hanno ostacolato il raggiungimento di un accordo.   Come riportato da Renovatio 21, l’agenzia di rating Fitch tre settimane fa ha declassato l’economia francese da AA- a A+.   L’impasse politica deriva dalle elezioni parlamentari anticipate dello scorso anno, che hanno lasciato la Francia senza una chiara maggioranza. La Camera bassa è ora frammentata tra tre blocchi – l’alleanza centrista di Macron, il Nuovo Fronte Popolare di sinistra e il Rassemblement National – nessuno dei quali in grado di governare autonomamente. Di conseguenza, i governi di Macron hanno ripetutamente incontrato difficoltà nel far approvare leggi fondamentali.   Lecornu, coem Macron, aveva una tendenza geopolitica molto esplicita nei confronti di Mosca per l’Europa e l’Africa.   Come riportato da Renovatio 21, un anno fa l’allora ministro per la Difesa francese Lecornu aveva definito la Russia come «la minaccia più grande».   La Russia rappresenta una minaccia «non solo per i nostri interessi in Africa, ma anche direttamente per le nostre Forze Armate», aveva affermato il ministro in un’intervista a Le Point, aggiungendo che «il controllo del traffico aereo russo ha minacciato di abbattere una pattuglia francese Rafale». Lecornu ha continuato accusando la Russia di «condurre una guerra dell’informazione» e di «militarizzare nuovi ambienti, tra cui i fondali marini e il cyberspazio».    

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Il Parlamento britannico taglia la sicurezza di Farage

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Le autorità parlamentari britanniche hanno significativamente tagliato i fondi governativi per la sicurezza di Nigel Farage, leader del partito di opposizione di destra Reform UK, secondo quanto dichiarato dal responsabile politico del partito.

 

Zia Yusuf ha accusato il primo ministro britannico Keir Starmer di aver messo deliberatamente a rischio la sicurezza del suo rivale politico.

 

Intervenendo mercoledì a Times Radio, Yusuf ha rivelato che «due settimane fa, le autorità hanno ridotto del 75% il personale di sicurezza di Nigel», senza fornire spiegazioni per tale decisione. Il rappresentante di Reform UK ha aggiunto che «i donatori sono intervenuti per garantire che Nigel sia adeguatamente protetto».

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Tuttavia, «se dovesse accadere qualcosa a Nigel, riterremo Keir Starmer l’unico responsabile», ha sottolineato Yusuf, che ha inoltre accusato il primo ministro di incitare alla violenza contro «l’uomo che i bookmaker indicano come favorito per diventare il prossimo primo ministro».

 

Lo stesso Farage ha ammesso di temere per la propria incolumità e per quella degli altri membri del partito dopo le recenti dichiarazioni di Starmer.

 

Martedì, durante la conferenza del Partito Laburista, il primo ministro ha definito Farage un «mercante di elisir» che non ama il Regno Unito a causa dei suoi piani «razzisti» per limitare l’immigrazione. Starmer ha dichiarato che il Regno Unito deve «affrontare questa battaglia armato non solo di parole e condanne, ma di fatti», descrivendo Reform UK come il «nemico del rinnovamento nazionale» e la «più grande minaccia che dobbiamo affrontare».

 

Giovedì, il Telegraph ha riferito che il parlamentare conservatore Sir David Davis ha chiesto al ministro degli Interni Shabana Mahmood di «rivalutare la decisione al più presto».

 

«Mi sembra che il signor Farage sia un bersaglio particolarmente noto, probabilmente più a rischio di molti ministri del governo», avrebbe scritto il parlamentare in una lettera.

 

Un sondaggio IPSOS del mese scorso ha rivelato che la popolarità di Starmer ha raggiunto il minimo storico, con il 79% dei britannici che disapprova il suo operato.

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Un sondaggio del think tank More in Common, condotto nello stesso periodo, ha suggerito che, se si tenessero elezioni domani, Farage potrebbe diventare primo ministro con 373 seggi parlamentari. Al contrario, il Partito Laburista subirebbe la peggiore sconfitta elettorale dal 1931, ottenendo meno di 100 seggi alla Camera dei Comuni, secondo il sondaggio.

A inizio anno, alle elezioni locali, Reform UK ha segnato una decisa avanzata.

 

Come riportato da Renovatio 21, Farage un mese fa ha annunciato un piano di «detenzione e deportazione» di massa per gli immigrati irregolari in Gran Bretagna.

 

Come riportato da Renovatio 21, Farage, che ricordiamo ha subito il fenomeno della debancarizzazione, negli scorsi mesi aveva dichiarato che l’Occidente ha provocato la guerra in Ucraina.

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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic

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