Connettiti con Renovato 21

Intelligence

La Cina ha chiesto alla Russia di ritardare la guerra in Ucraina fino a dopo le Olimpiadi

Pubblicato

il

Un rapporto dell’intelligence occidentale trapelato afferma che alti funzionari cinesi hanno detto ad alti funzionari russi all’inizio di febbraio di non invadere l’Ucraina prima della fine delle Olimpiadi invernali a Pechino, secondo alti funzionari dell’amministrazione Biden e un funzionario europeo sentiti dal New York Times.

 

Il rapporto indica che alti funzionari cinesi avevano un certo livello di conoscenza diretta dei piani o dei programmi militari russi.

 

Il 4 febbraio il presidente russo Vladimir  Putin ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping a Pechino prima della cerimonia di apertura delle Olimpiadi.

 

Mosca e Pechino all’epoca hanno rilasciato una dichiarazione di 5.000 parole dichiarando che la loro partnership «non aveva limiti», denunciando l’allargamento della NATO e affermando che avrebbero stabilito un nuovo ordine globale con una vera «democrazia».

 

«Un funzionario che ha familiarità con l’intelligence ha affermato che il materiale non indicava necessariamente che le conversazioni su un’invasione hanno avuto luogo al livello di Xi e  Putin. Altri funzionari informati sull’intelligence hanno rifiutato di fornire ulteriori dettagli. I funzionari hanno parlato del rapporto sulla condizione di anonimato a causa della sensibilità dell’Intelligence» scrive il NYT. L’ambasciata cinese in USA ha negato: «Queste affermazioni sono speculazioni senza alcuna base e sono destinate a incolpare e diffamare la Cina».

 

«Funzionari americani ed europei hanno detto che trovano difficile credere che sia una semplice coincidenza che l’invasione di Putin sia iniziata subito dopo le Olimpiadi» continua il giornale di Nuova York, ricordando che nell’agosto 2008, la Russia si trovò in un confronto militare con la Georgia proprio durante le Olimpiadi estive di Pechino, «cosa che ha sconvolto alcuni funzionari cinesi».

 

Questo inverno, Mosca ha spostato unità militari dal confine con la Cina e altre parti dell’Oriente russo al confine ucraino e in Bielorussia. «I movimenti hanno indicato un alto livello di fiducia tra funzionari russi e cinesi» assicurano i giornalisti.

 

Il New York Times aveva pubblicato un ulteriore scoop negli scorsi giorni. Alcuni giorni dopo che il presidente Biden aveva parlato con Xi in un video vertice il 15 novembre, alti funzionari americani avrebbero deciso di presentare informazioni sull’accumulo di truppe russe in Ucraina ad alti funzionari cinesi per cercare di convincerli a convincere Putin a desistere.

 

Gli americani avrebbero parlato con Qin Gang, l’ambasciatore cinese a Washington, e con Wang Yi, il ministro degli Esteri.

 

«In una mezza dozzina di incontri , incluso uno a Washington tra funzionari statunitensi e l’ambasciatore cinese poche ore prima dell’invasione russa, funzionari cinesi hanno espresso scetticismo sul fatto che Putin avrebbe invaso l’Ucraina, hanno affermato funzionari americani».

 

Dopo lo scambio diplomatico a dicembre, i funzionari statunitensi hanno ricevuto informazioni che mostravano che Pechino aveva condiviso le informazioni con Mosca, dicendo ai russi che gli Stati Uniti stavano cercando di seminare discordia e che la Cina non avrebbe cercato di ostacolare i piani russi, hanno rivelato i funzionari americani.

 

Prima della guerra ucraina, Pechino e Mosca hanno annunciato un contratto di 30 anni per la Cina per l’acquisto di gas attraverso un nuovo gasdotto. La Cina ha anche revocato le restrizioni all’importazione di grano russo, che invece a breve potrebbe far mancare la pasta sulla tavola degli italiani.

 

 

Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) 

 

Continua a leggere

Intelligence

Le profezie di Yuri Bezmenov

Pubblicato

il

Da

Yuri Aleksandrovich Bezmenov (1939–1993), noto anche come Tomas David Schuman, è stato un giornalista sovietico e agente del KGB specializzato in propaganda e sovversione ideologica.

 

La sovversione ideologica consiste nel distorcere la percezione della realtà di una società fino a portarla all’autodistruzione: era questo il messaggio che negli anni Ottanta cominciò a portare al pubblico americano, tramite circuiti conservatori il Bezmenov, disertore del KGB.

 

In molti notano che le cui rivelazioni sulla sovversione ideologica restano ancora attuali. I suoi moniti, basati sull’esperienza diretta delle «misure attive» sovietiche, delineano schemi per demolire le società libere non con bombe, invasioni o epidemie, ma con il veleno delle idee manipolate e del degrado culturale.

 

Il Substack di Doug Ross Director Blue ha sintetizzato venti punti del pensiero bezmenoviano.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

1) La sovversione ideologica è un processo a lungo termine, che richiede dai 15 ai 60 anni, volto a modificare la percezione della realtà in una nazione bersaglio senza ricorrere alla forza militare.

 

2) Solo circa il 15% delle attività del KGB era dedicato allo spionaggio tradizionale; la maggior parte si concentrava sulla guerra psicologica e sulla manipolazione ideologica.

 

3) L’obiettivo è demoralizzare una società, minando le sue basi morali, educative e culturali, rendendo le persone incapaci di riconoscere le minacce o di difendersi.

 

4) La demoralizzazione richiede 15-20 anni, il tempo necessario per educare una generazione con idee sovversive.

 

5) I sistemi educativi a tutti i livelli sono obiettivi primari, trasformando le scuole in centri di indottrinamento che promuovono il relativismo sui fatti e sul pensiero critico.

 

6) L’infiltrazione dei media genera confusione amplificando narrazioni divisive e screditando la verità oggettiva.

 

7) La religione viene attaccata presentandola come obsoleta o oppressiva, erodendo le ancore spirituali e sostituendole con la lealtà allo Stato o il nichilismo.

 

8) Le strutture familiari vengono indebolite promuovendo l’individualismo, il divorzio e stili di vita alternativi che frammentano la coesione sociale.

 

9) Il relativismo morale confonde il bene e il male, portando all’apatia e all’incapacità di unirsi contro i veri nemici di una società.

 

10) La storia viene riscritta per diffamare eroi e tradizioni nazionali, alimentando dubbi e sensi di colpa nella popolazione.

Iscriviti al canale Telegram

11) Dopo la demoralizzazione, la destabilizzazione dura dai 2 ai 5 anni e colpisce economia, relazioni estere e difesa per creare caos interno.

 

12) Il sabotaggio economico amplifica le divisioni di classe, riduce la classe media e alimenta il risentimento attraverso inflazione, scarsità o disuguaglianza.

 

13) La politica estera viene manipolata per isolare la nazione, mettendo a dura prova le alleanze e rafforzando gli avversari.

 

14) La prontezza della difesa viene compromessa da tagli al bilancio, divisioni interne o propaganda antimilitare.

 

15) La fase di crisi sfocia in violenza o sconvolgimenti, in cui una società demoralizzata e destabilizzata richiede soluzioni radicali.

 

16) Durante la crisi, le persone rinunciano volontariamente alla libertà in cambio della sicurezza promessa, aprendo la strada al controllo autoritario.

 

17) La normalizzazione è la fase finale, in cui i cambiamenti sovversivi diventano la «nuova normalità», istituzionalizzati e irreversibili.

 

18) L’opposizione viene messa a tacere attraverso censura, emarginazione o eliminazione nella fase di normalizzazione.

 

19) Il processo si basa su «utili idioti»: intellettuali, élite, attivisti e leader occidentali benintenzionati che, inconsapevolmente, promuovono il suicidio sociale.

 

20) Una volta che la sovversione ha successo, nemmeno la rivelazione della verità potrà invertirla, poiché la popolazione rifiuta i fatti che contraddicono la propria visione del mondo riprogrammata.

Aiuta Renovatio 21

Nelle sue lezioni e conferenze, i cui video sono ancora circolanti in rete, Bezmenov spiega che una volta che si ottiene l’implosione di un Paese sono solo due prospettive che rimangono possibili: l’invasione da parte di uno Stato limitrofo (che teme il contagio del caos) oppure l’inserimento di un «salvatore della patria», un uomo forte innalzato dalle masse per riportare l’ordine. In quest’ultimo caso, racconta l’ex spia sovietica, chi ha preparato la demoralizzazione e la stabilizzazione ha certamente pronta la figura da inserire per poi volgere la politica del Paese secondo gli interessi della potenza straniera.

 

L’ex agente del KGB, che fuggì quando era in servizio nell’ambasciata di Nuova Dehli negli anni Settanta travestendosi da hippy occidentale (Indira Gandhi aveva proibito l’asilo politico dei diplomatici presso altre ambasciate, una misura pensata solo per tutelare l’alleato sovietico), si era poi spostato in Canada (dove lavorò alla radio, facendosi così localizzare dal KGB che aveva identificato la sua voce) e negli Stati Uniti, sposando quindi un’infermiera di origini filippine. Egli, laureato in orientalistica, aveva assistito con i suoi occhi alle manovre occulte dell’URSS nel fomentare la secessione del Pakistan orientale, ora conosciuto come Bangladesh, come da desiderio dell’India alleata di Mosca.

 

Le intuizioni di Bezmenov trovano oggi riscontro per ovvie ragioni: dalle nostre istituzioni educative frammentate, alle scienze corrotte, fino alla mancanza di fiducia negli «esperti».

 

Secondo il libro di Roberto Dal Bosco Cristo o l’India il Bezemenov raccontò l’interesse che il servizio segreto russo aveva per Maharishi Mahesh Yogi (1918-2008), il notorio guru dei Beatles e di tante altre celebrità. Il KGB mandò Bezmenov ad incontrarlo quando vide che le frotte di giovani statunitensi che transitavano per il suo ashram.

 

«Tornavano a case pieni di marijuana, hashish ed idee pazzoidi sulla meditazione… meditare, è in altre parole isolarsi dai problemi sociali e politici correnti del tuo paese, chiudersi nella propria bolla, dimèntichi dei guai del mondo» dichiarava l’ex spia sovietica in una conversazione del 1984. «Ovviamente il KGB era affascinato da questo centro di lavaggio del cervello per stupidi americani (…) gli indiani stessi li guardano come idioti (…) la moglie di un deputato, o una prominente celebrità di Hollywood, dopo essere passate da quella scuola sono molto più strumentalizzabili dai manipolatori dell’opinione pubblica e dal KGB rispetto ad una persona normale (…) una persona troppo dedicata alla meditazione introspettiva (…) è esattamente ciò che il KGB e la propaganda marxista-leninista vogliono dagli americani, distrarre la loro attenzione, la loro opinione, le loro energie mentali dai veri problemi degli Stati Uniti in un non-problema, in un non-mondo, in un’armonia inesistente».

 

«È di beneficio per l’aggressore sovietico avere un branco di americani drogati invece che americani che sono consapevoli, in salute, fisicamente in forma, e svegli rispetto alla realtà. Maharishi Mahesh Yogi può non essere a libro paga del KGB ma contribuisce grandemente alla demoralizzazione della società americana, e non è il solo. Ci sono centinaia di quei guru che vengono nella vostra nazione per capitalizzare sull’ingenuità e la stupidità degli americani».

 

Il lettore si può chiedere se oggigiorno, anche per l’Italia, è cambiato qualcosa.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine screenshot da YouTube

Continua a leggere

Intelligence

I servizi russi: l’Occidente pianifica un grande sabotaggio alla centrale nucleare di Zaporiggia

Pubblicato

il

Da

L’Occidente sta inducendo Kiev a compiere un grave atto di sabotaggio alla centrale nucleare di Zaporiggia, che causerebbe vittime tra i cittadini ucraini e dell’UE, ha dichiarato il Servizio di Intelligence estero russo (SVR), precisando che Mosca verrebbe indicata come responsabile dell’incidente.   Una delle opzioni prospettate dai sostenitori stranieri di Kiev come «la più efficace» consiste nel realizzare un «grave atto di sabotaggio» che provochi numerose vittime civili, ha reso noto l’SVR.   Si starebbe valutando la possibilità di orchestrare un incidente alla centrale nucleare di Zaporiggia, il più grande impianto d’Europa, che porterebbe alla fusione del nocciolo del reattore. L’SVR ha affermato che la ONG britannica Chatham House ha già stimato le conseguenze di un tale evento, concludendo che i residenti dei territori controllati da Kiev e dei Paesi UE confinanti con il confine occidentale ucraino rientrerebbero nell’area di dispersione delle particelle radioattive.

Sostieni Renovatio 21

Secondo l’SVR, il think tank britannico ha rilevato che «l’aspetto più complesso nell’esecuzione di un piano del genere è stabilire come attribuire la responsabilità della catastrofe alla Russia».   Il servizio di Intelligence ha riferito che Chatham House starebbe già predisponendo in anticipo le argomentazioni per ogni possibile scenario, al fine di assicurare che l’opinione pubblica occidentale «si schieri inequivocabilmente con Kiev» nell’individuazione del colpevole dell’incidente, sottolineando che il progetto sarà «simile» alla tragedia del volo MH17 della Malaysia Airlines, abbattuto sull’Ucraina orientale nel 2014, con 298 vittime a bordo. L’episodio avvenne mentre le truppe di Kiev tentavano di riprendere le allora autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk. L’Ucraina e i suoi alleati occidentali hanno ampiamente imputato l’accaduto alla Russia, che ha sempre respinto le accuse, sostenendo che l’aereo fu colpito da un missile in dotazione solo alle forze di Kiev.   «L’Occidente collettivo è nuovamente pronto a ingannare e persino a sacrificare ucraini e cittadini dei Paesi occidentali per addossare i crimini del regime di Kiev alla Russia e legittimare la sua politica russofoba e i suoi tentativi di alimentare la guerra», ha concluso l’SVR.   Come riportato da Renovatio 21, le forze ucraine hanno bombardato la centrale atomica di Zaporiggia prima del vertice in Alaska tra Putin e Trump.

Aiuta Renovatio 21

Come riportato da Renovatio 21, la centrale di Zaporiggia – che costituisce il più grande impianto di produzione di energia atomica in Europa – si trova sotto sanzioni del dipartimento del Tesoro USA.   La centrale di Energodar è stata subito conquistata dalle forze russe ad inizio conflitto, che hanno epperò lasciato a lavorare il personale ucraino. Da allora è stata oggetto di attacchi continui, persino durante le visite degli ispettori dell’agenzia nucleare ONU AIEA, i quali due anni fa dissero peraltro di aver rinvenuto in loco mine antiuomo.   La Rosatom tre anni fa dichiarò che a Zaporiggia vi era il vero e proprio «rischio di catastrofe nucleare». L’anno scorso un’autobomba aveva ucciso un lavoratore della centrale facente parte della gerarchia, con esultanza da parte di Kiev.   Come riportato da Renovatio 21, mesi fa attacchi ucraini a Kherson e Zaporiggia avevano provocato un blackout nell’area.   Le regioni di Kherson e Zaporiggia, insieme alle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk, sono entrate formalmente a far parte della Russia in seguito ai referendum tenutisi nell’autunno del 2022.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di IAEA Imagebank via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
Continua a leggere

Intelligence

I Navy SEAL considerati alla missione per l’omicidio di Maduro

Pubblicato

il

Da

L’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump sta esaminando tre opzioni per destituire il presidente venezuelano Nicolas Maduro, tra cui un’operazione dei Navy SEAL. Lo riporta il New York Times citando fonti anonime.

 

L’articolo del quotidiano neoeboraceno appare dopo un recente potenziamento militare statunitense nei Caraibi, in seguito alle accuse di Trump secondo cui Maduro sarebbe legato a reti «narcoterroristiche» dedite al contrabbando di droga verso gli Stati Uniti.

 

Il mese scorso, Trump ha autorizzato operazioni della CIA in Venezuela per presunti traffici sostenuti dallo Stato, mentre Washington ha dispiegato unità navali nei Caraibi occidentali con l’ordine di impiegare forza schiacciante contro presunte imbarcazioni dedite al narcotraffico. Maduro ha respinto le imputazioni, accusando Trump di «fabbricare una nuova guerra».

 

Secondo il NYT, i piani in valutazione potrebbero combinare attacchi aerei su installazioni militari che appoggiano Maduro, missioni di forze speciali mirate direttamente al presidente e sforzi per impadronirsi dei giacimenti petroliferi e delle infrastrutture venezuelane.

 

L’articolo descrive uno scenario che prevede bombardamenti su strutture militari, alcune delle quali, stando a funzionari statunitensi, sarebbero coinvolte nel narcotraffico. L’obiettivo sarebbe indebolire il sostegno armato a Maduro.

 

Un secondo approccio contemplerebbe lo spiegamento di unità speciali USA, inclusa la Delta Force e la SEAL Team 6 – nota come «Navy SEAL» –, per catturare o eliminare Maduro. La Casa Bianca mirerebbe a eludere i divieti esistenti su attacchi a leader stranieri, ritraendo Maduro come capo di un cartello narcoterroristico, in linea con le giustificazioni per i raid aerei su navi dedite al traffico di droga, come riportato dal quotidiano.

 

Il terzo piano implicherebbe l’invio di forze antiterrorismo in Venezuela per assumere il controllo di aeroporti, campi petroliferi e asset critici.

Sostieni Renovatio 21

Gli Stati Uniti hanno offerto una taglia di 50 milioni di dollari per informazioni che conducano all’arresto o alla condanna di Maduro, ritenuto dagli americani a capo di una ghenga narcoterrorista.

 

Diverse notizie della scorsa settimana indicano che Washington stia pianificando operazioni in Venezuela e abbia identificato potenziali bersagli legati al presunto narcotraffico. Gli USA avrebbero schierato nella zona circa 16.000 soldati e otto navi da guerra della Marina.

 

Il Venezuela ha stigmatizzato il rinforzo militare come violazione della sovranità e tentativo di golpe. Il governo venezuelano starebbe cercando appoggio da Russia, Cina e Iran. Mosca ha di recente riaffermato la sua alleanza con Caracas, esprimendo pieno sostegno alla leadership del Paese nella difesa della propria integrità. Mosca ha accusato il mese scorso Washington di preparare il golpe in Venezuela.

 

Come riportato da Renovatio 21, Maduro, che avrebbe offerto ampie concessioni economiche agli USA per restare al potere, sarebbe stato oggetto di un tentativo di rapimento tramite il suo pilota personale.

 

Trump nelle scorse settimane ha ammesso di aver autorizzato le operazioni CIA in Venezuela. Di piani CIA per uccidere il presidente venezuelano il ministro degli Interni del Paese aveva parlato lo scorso anno.

 

Come riportato da Renovatio 21, Maduro aveva denunciato l’anno scorso la presenza di mercenari americani e ucraini in Venezuela. «Gli UA finanziano Sodoma e Gomorra» aveva detto.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine generata artificialmente

Continua a leggere

Più popolari