Economia
Mistero intorno al miliardario Bitcoin trovato morto affogato
Un miliardario di bitcoin rumeno che è morto improvvisamente all’età di 41 anni ha lasciato più domande che risposte, la principale tra queste; dove sono i soldi?
Il 41enne romeno Mircea Popescu, una figura nota nel mondo degli investitori Bitcoin e uno dei primi ad adottare la criptovaluta, ha lasciato dietro di sé circa 2 miliardi di dollari in Bitcoin dopo essere annegato al largo della costa del Costa Rica vicino a Playa Hermosa, secondo i giornali locali.
Secondo quanto riportato, Popescu sarebbe deceduto improvvisamente «travolto dalla corrente e morto sul colpo».
Secondo quanto riportato, Popescu sarebbe deceduto improvvisamente «travolto dalla corrente e morto sul colpo»
La sua morte è stata confermata da tre donne che, secondo quanto riferito, gli erano vicine. Tuttavia altri hanno suggerito che potrebbe aver simulato la propria morte.
Secondo il quotidiano britannico Daily Mail, circolano voci secondo cui la famiglia di Popescu non ha accesso alle sue risorse digitali – il che, come osserva l’analista di criptovalute Alexander Marder di Crypto Briefing, potrebbe significare che decine di migliaia di Bitcoin sono ora andati «fuori mercato», con relativo effetto sui prezzi della principale criptovaluta mondiale.
Altri osservatori hanno suggerito allo stesso modo che i 2 miliardi in Bitcoin posseduti dal Popescu potrebbero quindi essere persi per sempre.
Alcuni osservatori hanno suggerito allo stesso modo che i 2 miliardi in Bitcoin posseduti dal Popescu potrebbero quindi essere persi per sempre.
Popescu era noto per essere eccentrico e schietto, tanto che i critici offesi lo soprannominarono il «padre dei Bitcoin tossici».
«Il Bitcoin è destino. Funziona completamente al di fuori di qualsiasi agenzia umana. Per quanto ne sai su [il creatore di bitcoin Satoshi] Nakamoto, il Bitcoin potrebbe anche essersi creato da solo», aveva filosofeggiato Popescu in un post.
«Il Bitcoin può uccidere tutti i tuoi amici e tutte le persone che rispetti… Può fare la cacca nel tuo drink e violentare i tuoi animali domestici… Se un fulmine colpisce dove ti siedi, se provi una sorta di amore caldo e accogliente o l’odio immaginabile, tutto questo è strettamente irrilevante: l’elettricità rimane», aveva scritto in un altro.
«Il Bitcoin è destino. Funziona completamente al di fuori di qualsiasi agenzia umana. Per quanto ne sai su [il creatore di bitcoin Satoshi] Nakamoto, il Bitcoin potrebbe anche essersi creato da solo»
«Uno dei primi e più ambiziosi imprenditori della tecnologia, Popescu è noto per aver avviato MPEx, un sedicente «scambio di titoli Bitcoin». Fondato nel 2012, il sito Web era una volta un terreno fertile per le prime IPO di Bitcoin, una pratica che gli è valsa l’ira della US Securities and Exchange Commission, un’agenzia il cui potere non ha mancato nel minare apertamente e con gioia» ha scritto nel necrologio Bitcoin Magazine.
«Da lì, Popescu avrebbe acquisito notorietà per essere stato tra i primi a combattere le truffe in pubblico, emergendo come un critico vocale di Ripple (la società di criptovalute che ha lanciato XRP) e Bitcoin Savings & Trust, che si è poi rivelato essere uno schema piramidale».
Strane manovre si stanno addensando sulla questione dei Bitcoin. Il prezzo della criptovaluta si attesta ora sui 27 mila euro; poche settimane fa era quasi il doppio. A questo saliscendi si può aggiungere la strana morte di John McAfee, l’inventore del celebre antivirus divenuto sostenitore accanito dei Bitcoin (è arrivato a dire che si sarebbe mangiato i testicoli in diretta TV se il Bitcoin non fosse arrivato a valere un milione), trovato impiccato in galera in Catologna in circostanze che non convincono alcuni.
Strane manovre si stanno addensando sulla questione dei Bitcoin. Il prezzo della criptovaluta si attesta ora sui 27 mila euro; poche settimane fa era quasi il doppio. A questo saliscendi si può aggiungere la strana morte di John McAfee, l’inventore del celebre antivirus divenuto sostenitore accanito dei Bitcoin
La moglie di McAfee ha pubblicamente detto che il marito non aveva intenzioni suicide; affermazioni che fanno eco a quelle dell’avvocato, e dello stesso McAfee che aveva dichiarato, al punto di farsi un tatuaggio sulla questione, che non si sarebbe mai ucciso in carcere.
Come riportato da Renovatio 21, poche ore dopo la morte sull’account Instagram di McAfee è comparsa una Q nera.
Immagine © Renovatio 21
Economia
La Turchia sospende ogni commercio con Israele
Il governo turco ha sospeso tutti gli scambi con Israele in risposta alla guerra di Gaza, ha dichiarato il Ministero del Commercio di Ankara in una dichiarazione pubblicata giovedì sui social media.
La Turchia è stato uno dei critici più feroci di Israele da quando è scoppiato il conflitto con Hamas in ottobre. La sospensione di tutte le operazioni di esportazione e importazione è stata introdotta in risposta all’«aggressione dello Stato ebraico contro la Palestina in violazione del diritto internazionale e dei diritti umani», si legge nella dichiarazione.
Ankara attuerà rigorosamente le nuove misure finché Israele non consentirà un flusso ininterrotto e sufficiente di aiuti umanitari a Gaza, aggiunge il documento.
Israele è stato accusato dalle Nazioni Unite e dai gruppi per i diritti umani di ostacolare la consegna degli aiuti nell’enclave. I funzionari turchi si coordineranno con l’Autorità Palestinese per garantire che i palestinesi non siano colpiti dalla sospensione del commercio, ha affermato il ministero.
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La sospensione totale fa seguito alle restrizioni imposte il mese scorso da Ankara sulle esportazioni verso Israele di 54 categorie di prodotti tra cui materiali da costruzione, macchinari e vari prodotti chimici. La Turchia aveva precedentemente smesso di inviare a Israele qualsiasi merce che potesse essere utilizzata per scopi militari.
Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso il governo turco ha imposto restrizioni alle esportazioni verso Israele per 54 categorie di prodotti.
In risposta alle ultime restrizioni, il ministero degli Esteri israeliano ha accusato la leadership turca di «ignorare gli accordi commerciali internazionali». Giovedì il ministro degli Esteri Israel Katz ha scritto su X che «bloccando i porti per le importazioni e le esportazioni israeliane», il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si stava comportando come un «dittatore». Israele cercherà di «creare alternative» per il commercio con la Turchia, concentrandosi sulla «produzione locale e sulle importazioni da altri Paesi», ha aggiunto il Katz.
.@RTErdogan is breaking agreements by blocking ports for Israeli imports and exports. This is how a dictator behaves, disregarding the interests of the Turkish people and businessmen, and ignoring international trade agreements. I have instructed the Director General of the…
— ישראל כ”ץ Israel Katz (@Israel_katz) May 2, 2024
Come riportato da Renovatio 21 il leader turco ha effettuato in questi mesi molteplici attacchi con «reductio ad Hitlerum» dei vertici israeliani, paragonando più volte il primo ministro Beniamino Netanyahu ad Adolfo Hitler e ha condannato l’operazione militare a Gaza, arrivando a dichiarare che Israele è uno «Stato terrorista» che sta commettendo un «genocidio» a Gaza, apostrofando il Netanyahu come «il macellaio di Gaza».
Il presidente lo scorso novembre aveva accusato lo Stato Ebraico di «crimini di guerra» per poi attaccare l’intero mondo Occidentale (di cui Erdogan sarebbe di fatto parte, essendo la Turchia aderente alla NATO e aspirante alla UE) a Gaza «ha fallito ancora una volta la prova dell’umanità».
Un ulteriore nodo arrivato al pettine di Erdogan è quello relativo alle bombe atomiche dello Stato Ebraico. Parlando ai giornalisti durante il suo volo di ritorno dalla Germania, il vertice dello Stato turco ha osservato che Israele è tra i pochi Paesi che non hanno aderito al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari del 1968.
Il mese scorso Erdogan ha accusato lo Stato Ebraico di aver superato il leader nazista uccidendo 14.000 bambini a Gaza.
Israele, nel frattempo, ha affermato che il presidente turco è tra i peggiori antisemiti della storia, a causa della sua posizione sul conflitto e del suo sostegno a Hamas.
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Immagine di Haim Zach / Government Press Office of Israel via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Economia
La Republic First Bank fallisce: la crisi bancaria USA non è finita
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Economia
BlackRock si unisce al pressing sull’Arabia Saudita: deve uscire dai BRICS
L’Arabia Saudita è oggetto di una pressione da parte di tutta la corte progettata per tirarla fuori dai BRICS e riallinearla con Londra e Washington.
Nello stesso momento in cui il Segretario di Stato americano Tony Blinken era in Arabia Saudita questa settimana per lavorare sulla «normalizzazione delle relazioni» tra Israele e Arabia Saudita – vale a dire, affinché i Sauditi riconoscano Israele in cambio di un patto militare con gli Stati Uniti – erano presenti nel regno wahabita anche Larry Fink e altri alti dirigenti di BlackRock per firmare un accordo con il governo saudita per il lancio della società BlackRock Riyadh Investment Management.
La nuova entità, detta anche BRIM, sarà una nuova «società di investimento multi-class» a Riyadh, con 5 miliardi di dollari di capitale iniziale di origine saudita, che dovrà «gestire fondi che investono principalmente in Arabia Saudita ma anche nel resto del Medio Oriente e del Nord Africa», ha riferito il Financial Times.
«L’obiettivo è attrarre ulteriori capitali esteri in Arabia Saudita e rafforzare i suoi mercati dei capitali attraverso una gamma di fondi di investimento gestiti da BlackRock», che ha in gestione una bella somma di 10,5 trilioni di dollari. Il CEO di BlackRock Larry Fink ha dichiarato in una nota che «l’Arabia Saudita è diventata una destinazione sempre più attraente per gli investimenti internazionali… e siamo lieti di offrire agli investitori di tutto il mondo l’opportunità di parteciparvi».
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L’Arabia Saudita aveva segnalato il suo interesse ad entrare nei BRICS ancora due anni fa.
Come riportato da Renovatio 21, pare che il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman – capo de facto del regno islamico – cinque mesi fa abbia snobbato i britannici per incontrare il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. Negli stessi mesi il Regno aveva stipulato con la Cina un accordo di scambio per il commercio senza dollari.
Lo scambio di petrolio senza l’intermediazione del dollaro, iniziata nel 2022 con le dichiarazioni dei sauditi sulla volontà di vendere il greggio alla Cina facendosi pagare in yuan, porterà alla dedollarizzazione definitiva del commercio globale.
A gennaio 2023, il ministro delle finanze dell’Arabia Saudita Mohammed Al-Jadaan ha dichiarato al World Economic Forum che il Regno è aperto a discutere il commercio di valute diverse dal dollaro USA.
«Non ci sono problemi con la discussione su come stabiliamo i nostri accordi commerciali, se è in dollari USA, se è l’euro, se è il riyal saudita», aveva detto Al-Jadaan in un’intervista a Bloomberg TV durante il WEF di Davos. «Non credo che stiamo respingendo o escludendo qualsiasi discussione che contribuirà a migliorare il commercio in tutto il mondo».
Il rapporto tra la Casa Saud e Washington, con gli americani impegnati a difendere la famiglia reale araba in cambio dell’uso del dollaro nel commercio del greggio (come da accordi presi sul Grande Lago Amaro tra Roosevelt e il re saudita Abdulaziz nel 1945) sembra essere arrivato al termine.
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Immagine di pubblico dominio CCO via Flickr
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