Economia
Sindaco di Praga: L’influenza di Pechino è «sopravvalutata»
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews
Zdeněk Hřib preso di mira per il gemellaggio con Taipei e il sostegno ai dissidenti tibetani. «Nessun costo» per il mio impegno verso Taiwan e Tibet. La Cina è un partner commerciale «inaffidabile». Allerta per le campagne cinesi di lobbying in Europa. Figuraccia di Xi Jinping al summit «17+1».
Il potere della Cina di infliggere danni economici al mio Paese per il mio sostegno a Taiwan e alla causa tibetana è stato in larga parte «sopravvalutato», e io «non ho pagato alcun costo personale
Il potere della Cina di infliggere danni economici al mio Paese per il mio sostegno a Taiwan e alla causa tibetana è stato in larga parte «sopravvalutato», e io «non ho pagato alcun costo personale».
È quanto dichiara Zdeněk Hřib in una recente intervista al centro studi ceco Sinopsis. Il sindaco di Praga liquida le minacce con cui Pechino cerca di intimorire autorità e politici stranieri che intrattengono rapporti con Taipei e i dissidenti tibetani.
Nel gennaio 2020 Hřib ha concluso un accordo di gemellaggio con la capitale taiwanese. Tre mesi prima, dopo il rifiuto delle autorità cinesi di eliminare una clausola sul riconoscimento dell’isola come parte della Cina comunista, egli aveva messo fine a un rapporto dello stesso tipo con la municipalità di Pechino. Il politico ceco è finito nel mirino del governo cinese anche per aver invitato a Praga Lobsang Sangay, il capo del governo tibetano in esilio.
Secondo il primo cittadino di Praga, la Cina è un partner commerciale «inaffidabile», che non ha mantenuto le proprie promesse sugli investimenti in Repubblica Ceca
Secondo il primo cittadino di Praga, la Cina è un partner commerciale «inaffidabile», che non ha mantenuto le proprie promesse sugli investimenti in Repubblica Ceca. Sono quelli legati alla Belt and Road Initiative, il piano infrastrutturale di Xi Jinping per rendere il suo Paese il fulcro del commercio mondiale. In ogni caso, sostiene Hřib, l’impegno contro le violazioni dei diritti umani in Cina è più importante dei guadagni economici.
Hřib fa notare che neanche il proprio Paese ha subito contraccolpi per il suo viaggio in agosto a Taiwan. Per rappresaglia, Pechino ha cancellato l’ordine d’acquisto di alcuni pianoforti, poi comprati da un privato cinese. La reazione del governo cinese alla visita della delegazione ceca nella «provincia ribelle» aveva colpito in modo profondo l’opinione pubblica europea. Il ministro cinese degli Esteri Wang Yi disse che il presidente del Senato ceco Miloš Vystrčil l’avrebbe «pagata cara».
Per Hřib, la società del suo Paese deve stare in allerta. Egli ha ricordato lo scandalo provocato dalla scoperta che un miliardario ceco finanziava una campagna di public relation pro-Cina in cambio di benefici commerciali.
Il ministro cinese degli Esteri Wang Yi disse che il presidente del Senato ceco Miloš Vystrčil l’avrebbe «pagata cara»
Sempre più Paesi dell’Europa orientale, corteggiati da Pechino come partner per le nuove Vie della seta, prendono le distanze dal gigante asiatico.
All’annuale summit del gruppo 17+1, che si è tenuto in modalità virtuale il 9 febbraio, sei Stati membri dell’Unione europea hanno fatto partecipare esponenti di governo di secondo piano: per molti osservatori, uno schiaffo a Xi Jinping. Il 17+1 è formato da Cina e da 16 Paesi dell’Europa centrale e orientale, 12 dei quali appartenenti alla Ue.
Nonostante le promesse di Xi di aumentare le importazioni di prodotti alimentari dalla regione, di semplificare i controlli doganali e di mettere a disposizione il vaccino cinese anti-coronavirus, la maggior parte delle nazioni europee del 17+1 sono insoddisfatte delle relazioni con Pechino.
Sempre più Paesi dell’Europa orientale, corteggiati da Pechino come partner per le nuove Vie della seta, prendono le distanze dal gigante asiatico
Esse sottolineano che gli investimenti cinesi invece che aumentare sono diminuiti, mentre il deficit commerciale con il partner asiatico si è ampliato.
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Immagine di Pirátská strana via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)
Cina
La Cina supera il trilione di dollari di surplus commerciale
Per la prima volta, il surplus commerciale della Cina ha superato i mille miliardi di dollari nei primi 11 mesi del 2025. Mentre le esportazioni verso gli Stati Uniti sono diminuite di circa un terzo a causa dei dazi, le esportazioni verso Europa, Australia e Sud-est asiatico sono aumentate.
Gran parte di questa impennata è stata trainata dalla forte crescita dei beni high-tech, che ha superato del 5,4% l’aumento delle esportazioni complessive. Le esportazioni di automobili hanno registrato un boom, sostituendo Giappone e Germania in termini di quota di mercato. Le esportazioni di semiconduttori sono aumentate del 24,7% nello stesso periodo e le esportazioni di cantieristica navale sono aumentate del 26,8%.
Il canale all-news cinese CGTN ha pubblicato un articolo che attacca le narrative occidentali di «sovracapacità» o «dumping» come spiegazioni del boom delle esportazioni cinesi.
«Per i politici e i leader dell’industria occidentali, la questione non è come presentare la Cina come un rivale, ma come riconoscere le realtà strutturali che rappresenta. Comprendendo il surplus come parte del panorama economico globale, si apre l’opportunità di adattare le strategie, esplorare le complementarietà, promuovere la collaborazione e ricercare miglioramenti dell’efficienza che vadano a vantaggio di entrambe le parti».
Vari allarmi sulla tenuta dell’economia cinese erano stati lanciati negli ultimi anni.
Come riportato da Renovatio 21, la Cina, dopo la guerra dei dazi di Trump, è ancora impegnata in un conflitto con gli USA e i satelliti occidentali per i chip.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Economia
Hollywood al capolinea: Netflix vuole comprare Warner Bros
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Economia
L’ex proprietario di Pornhub vuole acquistare le attività del gigante petrolifero russo
Bernd Bergmair, l’ex proprietario di Pornhub, starebbe valutando l’acquisto delle attività internazionali del gigante petrolifero russo sanzionato Lukoil. Lo riporta l’agenzia Reuters, citando fonti riservate.
A ottobre, gli Stati Uniti hanno colpito Lukoil con sanzioni che hanno costretto la compagnia a dismettere le proprie partecipazioni estere, stimate in circa 22 miliardi di dollari. Lukoil aveva inizialmente accettato un’offerta del trader energetico Gunvor per l’intera controllata estera, ma l’operazione è saltata dopo che il Tesoro americano ha accusato Gunvor di legami con il Cremlino.
Secondo Reuters, Bergmair avrebbe già sondato il dipartimento del Tesoro statunitense per una possibile acquisizione. Interpellato tramite un legale, ha né confermato né smentito, limitandosi a dichiarare: «Lukoil International GmbH rappresenterebbe ovviamente un investimento eccellente; chiunque sarebbe fortunato a possedere asset del genere», senza precisare quali porzioni gli interessino o se abbia già contattato l’azienda. Un portavoce del Tesoro ha declinato ogni commento.
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Il finanziere austriaco è l’ex azionista di maggioranza di MindGeek, la casa madre di Pornhub, la cui identità è emersa solo nel 2021 dopo anni di strutture offshore. Il Bergmair ha ceduto la propria partecipazione nel 2023, quando la società è stata rilevata da un fondo canadese di private equity chiamato «Ethic Capital», nella cui compagine spicca un rabbino. Il patrimonio dell’uomo è stimato intorno a 1,4 miliardi di euro, investiti principalmente in immobili, terreni agricoli e altre operazioni private.
Il mese scorso, il Tesoro statunitense ha autorizzato le parti interessate a intavolare negoziati per gli asset esteri di Lukoil; l’approvazione è indispensabile poiché, senza licenza, ogni transazione resterebbe congelata. La finestra concessa scade il 13 dicembre.
Fonti giornalistiche indicano che diversi player, tra cui Exxon Mobil e Chevron, avrebbero manifestato interesse, ma Lukoil preferirebbe cedere il pacchetto in blocco, complicando le trattative per chi punta su singoli asset. L’azienda ha reso noto di essere in contatto con più potenziali acquirenti.
Mosca continua a condannare le sanzioni occidentali come «politiche e illegittime», avvertendo che finiranno per danneggiare chi le ha imposte». Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha definito il caso Lukoil la prova che le «restrizioni commerciali illegali» americane sono «inaccettabili e ledono il commercio globale».
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Immagine di Marco Verch via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
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