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Immigrazione

L’Ungheria promette di sfidare il programma sull’immigrazione

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L’Ungheria ha promesso una «rivolta» contro l’Unione Europea nel 2026, ha annunciato il ministro degli Esteri Pietro Szijjarto, affermando che Budapest capeggerà una ribellione contro il nuovo Patto migratorio dell’euroblocco.

 

La normativa, che entrerà in vigore a luglio, impone agli Stati membri di contribuire, in base alla popolazione e al PIL, ad alleggerire la pressione migratoria sui Paesi più esposti all’interno dell’Unione.

 

Ogni Stato è tenuto ad accogliere un determinato numero di migranti dagli hotspot oppure a versare 20.000 europer ciascun richiedente che rifiuta di ospitare.

 

«Proprio come nel 2025, nel 2026 non lasceremo entrare nessun migrante in Ungheria e non pagheremo un solo fiorino con i soldi degli ungheresi», ha scritto domenica lo Szijjarto su Facebook, bollendo la richiesta come «assurda».

 

Il dettato UE collide con le rigide politiche nazionali ungheresi, che prevedono barriere al confine e il rifiuto delle quote obbligatorie. Tale posizione ha già portato Bruxelles a sanzionare Budapest, con la Corte di giustizia europea che, da giugno 2024, ha imposto una penale giornaliera di 1 milione di euro per inadempienza.

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Lo Szijjarto ha sostenuto che il patto avvantaggia soprattutto quei Paesi in cui sicurezza e stabilità sociale sono deteriorate al punto che l’obiettivo principale è ora espellere i migranti nel minor tempo possibile.

 

Il primo ministro Vittorio Orban aveva già preannunciato che l’Ungheria non si atterrà ai nuovi obblighi UE, definendo la politica «scandalosa». Orbán è noto per le sue critiche ferree alle scelte dell’Unione, sia in materia di immigrazione sia riguardo al conflitto in Ucraina.

 

Anche Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca si sono opposte al Patto migratorio UE. Varsavia e Bratislava hanno chiesto deroghe, mentre il nuovo esecutivo di Praga auspica una rinegoziazione della norma.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato Budapest ha minacciato di inviare migranti a Bruxelles. Orban in precedenza ha dichiarato che l’Occidente vede l’immigrazione come un «modo per sbarazzarsi dell’omogeneità etnica che è alla base dello Stato-nazione» e che «nessun danaro» può far sì che l’Ungheria accetti immigrati e agenda LGBT.

 

I suoi attacchi alle politiche di immigrazione di Bruxelles vanno avanti da anni, con il risultato di essere messo sotto accusa dai potentati UE per la questione dello «stato di diritto», espressione che, dopo la pandemia, in bocca a qualsiasi istituzione fa piuttosto ridere.

 

Come riportato da Renovatio 21, Orban l’anno scorso aveva definito la UE come una «parodia dell’URSS».

 

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Immigrazione

Elon Musk: Bruxelles non è più belga

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Elon Musk ha lanciato l’allarme sul ricambio demografico nella capitale belga, citando un recente studio che ha rilevato che quasi tre minorenni su quattro a Bruxelles sono di origine extraeuropea.   Si ritiene che circa il 72,9% dei residenti di Bruxelles di età compresa tra 0 e 17 anni abbia un background migratorio, ha riportato Remix News all’inizio di questa settimana, citando i dati di StatBel, l’ufficio statistico ufficiale del Belgio. Secondo il rapporto, solo il 10,56% di questa fascia d’età è classificato come belga di origine esclusivamente belga. Nel complesso, si ritiene che il 78% della popolazione della città sia ora di origine non belga.   «La capitale del Belgio non è più belga», ha scritto Musk su X venerdì, rispondendo a un post dell’imprenditore Mario Nawfal, che ha avvertito che la trasformazione demografica di Bruxelles avrà «profonde conseguenze sociali».  

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«Ciò non è accaduto per caso, ma attraverso scelte politiche deliberate fatte dalle élite politiche che hanno liquidato gli avvertimenti come ‘miti’», ha scritto Nawfal, osservando che «il ricongiungimento familiare è diventato il motore principale dell’insediamento di massa, accelerando il cambiamento demografico ben oltre il consenso pubblico».   Anche il parlamentare belga Filip Dewinter del partito Vlaams Belang ha descritto la tendenza a Bruxelles come «sostituzione della popolazione», sostenendo che i dati supportano l’affermazione che «la popolazione autoctona europea sta venendo sostituita».   Tendenze simili sono state osservate in altre città europee. A Francoforte, in Germania, ad esempio, la popolazione locale è una minoranza almeno dal 2015, con oltre la metà della popolazione cittadina registrata come di origine immigrata e tre quarti dei bambini sotto i sei anni rientrano in questa categoria.   Il cambiamento demografico nella capitale dell’UE avviene mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avvertito che l’Europa si trova ad affrontare «la reale e dura prospettiva della cancellazione della civiltà» a causa dell’immigrazione e potrebbe diventare «irriconoscibile in 20 anni o meno».   Elon Musk aveva già criticato le migrazioni di massa, sostenendo che «porteranno alla distruzione di ogni Paese che le consente», e aveva affermato che i politici di sinistra stanno «importando un blocco di elettori di sinistra dipendente dai sussidi governativi».   Come riportato da Renovatio 21, tre mesi fa il ministro della Difesa belga Theo Francken ha annunciato che potrebbe dispiegare truppe dell’esercio a Bruxelles entro la fine dell’anno per pattugliare la città, in risposta alle crescenti pressioni sul governo per contrastare la criminalità violenta e ristabilire l’ordine nella capitale, oramai totalmente sconvolta dall’immigrazione che ne ha cambiato i connotati.   L’anno scorso il capodanno, come in altre città europee (da Milano a Berlino) è stata teatro di violenze belluine e gratuite, con molotov lanciate persino contro le ambulanze.

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Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Immigrazione

L’immigrazione USA pubblica un video di Babbo Natale deportatore

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Lunedì, l’account ufficiale dell’Immigration and Customs Enforcement degli Stati Uniti ha pubblicato un video realizzato con l’Intelligenza Artificiale, che mostra Babbo Natale con indosso un’uniforme dell’ICE mentre rimanda gli immigrati clandestini nei loro Paesi d’origine.

 

«EVITATE L’ARIA GELIDA E LA LISTA DEI BRUTALI BABBO NATALE! Autoespelletevi oggi stesso con l’app CBP Home, guadagnate 3.000 dollari e trascorrete il Natale a casa con i vostri cari. L’incentivo per le festività è valido fino alla fine del 2025», ha scritto l’agenzia.

 

 

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All’inizio di questo mese , il Dipartimento per la sicurezza interna ha pubblicato un video pubblicitario per immigrati clandestini «in cerca del regalo perfetto per le feste», promuovendo l’app CBP Home come un modo per lasciare l’America gratuitamente e «tornare a casa per le feste».

 

 

Le immagini del Santa Claus remigratorio non costituiscono la prima volta che l’amministrazione Trump si occupa scherzosamente del tema della remigrazione.

 

Ad aprile la Casa Bianca aveva pubblicato un video di deportazioni di massa di migranti accompagnato da un commento apparentemente sarcastico, con musica allegra in sottofondo. La breve clip era apparsa sugli account dell’amministrazione presidenziale statunitense su X (ex Twitter) e YouTube.

 

Un breve video mostra un gruppo di migranti ammanettati che vengono scortati dagli ufficiali di polizia americani verso il confine. In sottofondo si sente la canzone «Na Na Hey Hey Kiss Him Goodbye».

 

 

«Na na na na, na na na na, ehi ehi, arrivederci», dice una didascalia del video, ripetendo il ritornello della canzone.

 

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Immagine screenshot da Twitter


 

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Immigrazione

Attacco terroristico islamico al mercatino di Natale tedesco sventato dalla Polizei

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Cinque uomini musulmani sono stati arrestati con l’accusa di aver pianificato un attacco terroristico in un mercatino di Natale in Baviera, in Germania.   I sospettati sono accusati di aver pianificato un attacco a un mercatino di Natale nella zona di Dingolfing, nella Bassa Baviera, probabilmente investendo la folla con un veicolo, ha affermato la Procura di Monaco di Baviera.   Secondo Der Spiegel, gli inquirenti presumono che i sospettati fossero mossi da intenti islamisti. Secondo la Procura Generale, i sospettati sono un egiziano di 56 anni, un siriano di 37 anni e tre marocchini di 22, 28 e 30 anni. L’egiziano, un predicatore islamico, avrebbe chiesto l’attacco durante un sermone in una moschea nella zona di Dingolfing-Landau.

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Gli inquirenti hanno affermato che l’obiettivo dichiarato dell’attacco era «uccidere o ferire quante più persone possibile». I tre marocchini sarebbero stati preparati a compiere l’attacco. Si dice che il siriano abbia incoraggiato gli uomini nella loro decisione.   Il ministro degli Interni bavarese Joachim Herrmann ha sottolineato la necessità di un’indagine approfondita sul caso. Secondo Hermann, l’attacco “non era imminente” e non è ancora chiaro quale mercatino di Natale avrebbe dovuto essere l’obiettivo dei potenziali autori.   La comunità turco-islamica Ditib di Dingolfing ha dichiarato di respingere fermamente ogni forma di violenza, estremismo e terrorismo. Ha solo imam formati dallo Stato provenienti dalla Turchia, “e non predicherebbero nulla di male”, ha dichiarato l’organizzazione a BR24 . Secondo il consiglio della comunità, è plausibile che il sermone del predicatore egiziano si sia tenuto in una sala di preghiera privata.   Negli ultimi anni, i mercatini di Natale tedeschi sono stati spesso bersaglio di attacchi islamici. Nel dicembre 2023, due adolescenti, uno dei quali un migrante afghano, sono stati arrestati perché avevano pianificato di speronare un veicolo carico di esplosivo in un mercatino di Natale.   Come riportato da Renovatio 21 scorso dicembre, un medico di origine saudita ha schiantato il suo SUV in un affollato mercatino di Natale a Magdeburgo, uccidendo sei persone e ferendone diverse centinaia. Inoltre, video online del 2024 e del 2025 hanno mostrato grandi gruppi di uomini, per lo più mediorientali, sfilare nei mercatini di Natale con bandiere siriane o palestinesi, intimidendo i visitatori.   All’inizio di questo mese, una gang di giovani ha attaccato un presepe vivente in un mercatino di Natale in Germania, prendendo a pugni in faccia gli asini e poi urinando in una chiesa protestante.   Dopo l’attacco terroristico di Magdeburgo, i mercatini di Natale tedeschi hanno notevolmente aumentato i livelli di sicurezza, con conseguente aumento dei costi. Secondo Euro News , Magdeburgo ha speso almeno 250.000 euro (292.958 dollari) per nuovi sistemi di sicurezza prima di riaprire il suo mercatino di Natale quest’anno, dopo la strage del 2024.   Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso si è avuto l’inizio del fenomeno delle masnade di immigrati che entrano nel mercatino per gridare l’inevitabile «Allahu akbar».   Nelle settimane scorse era emerso che i mercatini tedeschi potevano saltare a causa dei costi per la sicurezza.   Il primo caso di terrorismo islamico antinatalizio si è avuto il 19 dicembre 2016 a un mercatino di Natale di Berlino, quando Anis Amri investì deliberatamente i pedoni che erano su Breitscheidplatz (quartiere Charlottenburg), uccidendo 13 persone e ferendone 70.   All’epoca Amri fuggì in Italia e fu ucciso il 23 dicembre in uno scontro a fuoco con la polizia qualche giorno dopo a Sesto San Giovanni (città metropolitana di Milano) a seguito di un controllo di polizia fuori dalla stazione del treno.   La responsabilità dell’attentato fu rivendicata dall’ISIS tramite un video di propaganda lanciato dall’agenzia di stampa Amaq.

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L’uso di SUV e grandi veicoli contro la popolazione in situazioni affollate era stato esaltato anche da Dabiq, pubblicazione considerabile come la rivista sociale dell’ISIS. Alcuni canali Telegram di radicalizzazione promuovevano attacchi con «camion, coltelli, bombe, qualsiasi cosa. È Tempo di vendetta», scrive il Combating Terrorism Center di West Point.   Alcuni canali hanno distribuito anche «manuali operativi», basati su attacchi low-tech di successo condotti in passato dai sostenitori dello Stato Islamico. Pensati come guide didattiche per potenziali aggressori, questi manuali descrivono in dettaglio l’addestramento, la pianificazione e le strategie di attacco di autori ormai famigerati come Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, che ha guidato un camion merci in mezzo alla folla a Nizza, in Francia, nel 2016, uccidendo 86 persone e ferendone oltre 400.   Questi manuali rappresentano un nuovo tentativo non solo di glorificare gli aggressori e incoraggiare simili trame, ma anche di aiutare i potenziali autori a imparare dai successi e dai fallimenti degli operatori precedenti.

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Immagine di Strubbl via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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