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Bioetica

La liceità morale del vaccino pandemico

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Don Curzio Nitoglia.

 

 

 
Alcuni sostengono non essere certo che, nel vaccino anticovid-19, vi siano cellule fetali di aborti procurati, ma potrebbero esservi solo cellule di un feto abortito spontaneamente negli anni Sessanta del secolo scorso; quindi sarebbe lecito ricevere il vaccino, poiché non vi sarebbe nessuna cooperazione all’aborto.
 

Inoltre, altri sostengono che anche se, nei vaccini, vi fossero cellule di feti abortiti in maniera volontaria, applicando la dottrina del «volontario indiretto» o della «causa con duplice effetto», sarebbe egualmente lecito farsi vaccinare con una cooperazione materiale indiretta.
 

Ora mi sembra che si possa sostenere, come asseriscono molti medici e scienziati (Tarro, Scoglio, Montanari, Galli, Palù, Olivieri, Montaigner, Bacco, Zangrillo, De Mari), che – ammesso e non concesso non sia sicura la presenza di feti abortiti nei vaccini – vi sono serie probabilità che nella maggior parte dei vaccini si trovino cellule di feti abortiti, ossia vi è almeno un dubbio positivo1 sulla loro presenza nel siero vaccinale.

Vi sono serie probabilità che nella maggior parte dei vaccini si trovino cellule di feti abortiti, ossia vi è almeno un dubbio positivo sulla loro presenza nel siero vaccinale

 

Questa tesi scientifica della presenza di cellule di feti abortiti nel siero vaccinale è stata espressa esplicitamente in un atto parlamentare della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana (Atti Parlamentari XVII Legislatura Doc. XXII-bis N. 23, approvata e trasmessa alla Presidenza dalla Commissione nella seduta del 7 febbraio 2018, che cito testualmente:
 

«Commissione parlamentare d’inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all’esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno e da somministrazione di vaccini, con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e della dispersione nell’ambiente di nano-particelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni».

La Commissione, sulla base di risultanze medico-scientifiche, argomenta come segue:

«Poiché molti dei vaccini utilizzati vengono prodotti con colture di cellule e tessuti animali (embrioni di pollo) o umani (tessuti fetali, linee cellulari), tale contaminazione pone dei seri rischi per la salute umana, perché potrebbe essere responsabile di reazioni autoimmuni contro il DNA umano»
 

«Poiché molti dei vaccini utilizzati vengono prodotti con colture di cellule e tessuti animali (embrioni di pollo) o umani (tessuti fetali, linee cellulari), tale contaminazione pone dei seri rischi per la salute umana, perché potrebbe essere responsabile di reazioni autoimmuni contro il DNA umano. In particolare è il caso di richiamare lo studio dal tiolo “Epidemiologic and Molecular Relationship Between Vaccine Manufacture and Autism Spectrum Disorder Prevalence” di Deisher TA, et al. Issues Law Med. 2015, nelle cui conclusioni si legge: “I vaccini prodotti in linee di cellule fetali umane contengono livelli inaccettabili di contaminanti del frammento di DNA fetale. Il genoma umano contiene naturalmente regioni suscettibili di formazione di rottura a doppio filamento e mutagenesi inserzionale del DNA. La ‘Scossa di Wakefield’ ha creato un esperimento naturale che può dimostrare una relazione causale tra vaccini fabbricati da linee cellulari fetali e la prevalenza di ASD»2.
 

La Commissione osserva che lo studio è frutto dell’analisi di laboratorio svolta su un vaccino presente nell’elenco della documentazione consegnata all’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), ma nella quale non si fa menzione di tale componente.
 

Quanto sostenuto nel Documento della Camera dei Deputati viene ribadito anche dall’Associazione Corvelva che, tra i tanti documenti presenti nel proprio archivio, ha pubblicato una «Lettera aperta ai legislatori sul DNA fetale nei vaccin» della già citata dott.ssa Theresa Deisher, datata 8 aprile 20193.

 

«La somministrazione di frammenti di DNA umano fetale (primitivo) estraneo a un bambino potrebbe generare una risposta immunitaria che avrebbe anche una reazione crociata con il DNA del bambino stesso, poiché il DNA contaminante potrebbe avere zone di sovrapposizione molto simili al DNA del bambino stesso»

Una parte della lettera merita di essere citata per le gravi implicazioni sanitarie rappresentate:
 

«La somministrazione di frammenti di DNA umano fetale (primitivo) estraneo a un bambino potrebbe generare una risposta immunitaria che avrebbe anche una reazione crociata con il DNA del bambino stesso, poiché il DNA contaminante potrebbe avere zone di sovrapposizione molto simili al DNA del bambino stesso. I bambini con disturbo autistico hanno anticorpi contro il DNA umano in circolo che i bambini non autistici non hanno. Questi anticorpi possono essere coinvolti in attacchi autoimmuni in bambini autistici. La Duke University ha dimostrato in uno studio condotto di recente in cui sono stati osservati dei miglioramenti significativi nel comportamento quando i bambini con disturbo dello spettro autistico sono stati trattati con il proprio sangue autologo da cordone ombelicale stoccato. Questo trattamento mostra chiaramente che la maggior parte dei bambini con autismo non nascono con esso dal momento che le malattie genetiche come la sindrome di Down o la fibrosi muscolare non possono essere trattate con cellule staminali autologhe».
 

La dott.ssa Deisher nota anche che «Il primo punto di cambiamento per l’anno di nascita del disturbo autistico (AD) è stato identificato nel 1981 per i dati della California e degli Stati Uniti, preceduto da una sostituzione nel processo di produzione:
 

Nel gennaio 1979, la FDA approvò la sostituzione della produzione del virus della rosolia dalle linee cellulari animali (virus ad alto passaggio, HPV-77, cresciuto ad esempio nelle cellule di embrioni di anatra) alla linea cellulare fetale umana WI-38 usando il ceppo virale RA27/3

Il primo punto di cambiamento per l’anno di nascita del disturbo autistico (AD) è stato identificato nel 1981 per i dati della California e degli Stati Uniti, preceduto da una sostituzione nel processo di produzione

 

Sia il nuovo vaccino monovalente approvato per rosolia, sia un vaccino contro la parotite, il morbillo e la rosolia utilizzano la linea cellulare fetale WI-38 per la produzione della parte di vaccino contro la rosolia.

Prima del 1980, il disturbo dello spettro autistico era una malattia molto rara, quasi sconosciuta. Secondo i dati del CDC, il tasso di autismo nel 2014 era di 1 su 59 bambini, un aumento molto rapido dal 2000, quando era 1 su 150. CDC: “I costi totali all’anno per i bambini con ASD negli Stati Uniti erano stimati tra 11,5 miliardi di dollari – 60,9 miliardi di dollari (2011 dollari USA)”»4.

In un altro studio pubblicato in peer review dall’Associazione Corvelva sul vaccino MPRV (Priorix Tetra) usato nei bambini dagli 11 mesi fino ai 12 anni per prevenire morbillo, parotite, rosolia e varicella, si afferma quanto segue:

 

«Si può chiaramente osservare che la letteratura di riferimento, per sostenere che le cellule diploidi impiegate per la produzione di vaccini sono sicure dal punto di vista della stabilità genetica, è obsoleta»

 

«Si può chiaramente osservare che la letteratura di riferimento, per sostenere che le cellule diploidi impiegate per la produzione di vaccini sono sicure dal punto di vista della stabilità genetica, è obsoleta. Già 40 anni fa erano state riscontrate le prime anomalie genetiche, ritenute trascurabili per la sicurezza dei vaccini, e da quanto riportato nella linea guida OMS da allora non sono più stati fatti aggiornamenti con le nuove tecnologie di sequenziamento (…), con la conseguenza che nei vaccini somministrati da decenni è stata permessa dalle agenzie la presenza di DNA progressivamente sempre più modificato geneticamente e in quantità non controllata. Si veda a tale proposito il report sul sequenziamento dell’intero genoma delle MRC-5 pubblicato nel sito del Corvelva in data 27.09.2019 in cui risulta evidente la modificazione profonda di questo DNA anche in geni associati allo sviluppo di patologie tumorali»5.
 

In questo studio si mette l’accento sulla possibilità che i riceventi vaccini contenenti cellule di DNA umano possano andare incontro, anche a distanza di anni, a insorgenze tumorali.
Già nel 2010 la stessa OMS, emanando delle raccomandazioni per la valutazione delle colture cellulari animali come substrati per la fabbricazione di medicinali biologici e per la caratterizzazione delle banche cellulari, pone alla presenza di DNA umano il limite 10 microgrammi per fiala6.

Lo studio di Corvelva sul vaccino denominato Prorix Tetra dimostra invece che i campioni vaccinali analizzati sono «risultati contenere un’elevata percentuale di letture di DNA umano oltre a quelle attese del genoma del virus della varicella (Human alphaherpes virus 3), unico rilevabile tra i quattro, essendo nell’articolo stata presentata una analisi di tipo DNA-seq. (…) In seguito i quantitativi di DNA riscontrati e confermati con la stessa metodica che qui è ora convalidata sono stati ancora superiori: fino a 3,7 microgrammi per fiala, portando a constatare una notevole differenza tra lotto e lotto»7.

 

In questo studio si mette l’accento sulla possibilità che i riceventi vaccini contenenti cellule di DNA umano possano andare incontro, anche a distanza di anni, a insorgenze tumorali

In breve, gli studi clinici citati nella Commissione parlamentare d’inchiesta presieduta dall’on. Gian Piero Scanu per acclarare nello specifico la causa della morte e delle gravi malattie invalidanti del personale militare, ritengono altamente probabile che – per quanto riguarda i casi dei militari italiani ammalatisi durante la guerra del Kossovo – tali patologie siano ascrivibili non solo alla loro esposizione a nano-particelle di materiale bellico composto di uranio impoverito, ma anche al fatto di essere stati sottoposti a vaccini di nuova generazione a terapia genetica, contenenti nano-particelle nocive per la salute umana.

Inoltre gli studi sull’impiego dei vaccini contenenti cellule di DNA umano, pubblicati dall’Associazione Corvelva, affermano l’elevata probabilità che le linee cellulari umane, e non solo quelle provenienti da feti abortiti, hanno effetti nocivi sul DNA umano.

 

Tutto ciò dovrebbe indurre almeno a una certa prudenza nell’affermare un’assenza di cellule di feti abortiti e a essere guardinghi circa i rischi dei vaccini; recentemente persino il dottor Christian Perronne, che è stato sempre schierato a favore delle campagne di vaccinazione, si è dichiarato contrario al vaccino anticovid-19 perché muta geneticamente la natura dell’uomo e non è stato sufficientemente sperimentato.

Lo studio sul vaccino denominato Prorix Tetra dimostra invece che i campioni vaccinali analizzati sono «risultati contenere un’elevata percentuale di letture di DNA umano oltre a quelle attese del genoma del virus della varicella

 

Se così fosse, infatti, non si potrebbe applicare il volontario indiretto a questo caso, poiché l’effetto (presunto) buono: l’immunizzazione dal COVID-19, verrebbe direttamente dall’effetto cattivo (siero contenente feti abortiti). Dunque, non è lecito farsi vaccinare, sapendo che il vaccino contiene cellule fetali; certamente non significa commettere il crimine dell’aborto, ma vuol dire, pur sempre, cooperare materialmente in maniera diretta a esso, ricevendo la (presunta immunizzazione) da un aborto procurato.
 

In caso di dubbio occorre distinguere tra dubbio negativo (quando non si hanno ragioni né pro né contro una tesi o un giudizio) e dubbio positivo (quando si hanno eguali ragioni per le due parti della tesi); i moralisti8 insegnano che non è moralmente lecito agire con un dubbio positivo; ad esempio, se sto cacciando i fagiani e dubito positivamente, se dietro l’albero vi sia un fagiano o un uomo (ossia ho almeno un ragionevole dubbio, che sia fondato oggettivamente) non posso sparare egualmente, sperando di uccidere un fagiano, poiché metto in conto la possibilità prossima o la probabilità di uccidere un uomo.

 

Così nei vaccini anticovid-19, se il dubbio che contengano feti abortiti non è negativo (ossia senza nessun fondamento serio), ma è positivo (con fondamento serio), allora l’azione è illecita moralmente.

 

Gli studi sull’impiego dei vaccini contenenti cellule di DNA umano, affermano l’elevata probabilità che le linee cellulari umane, e non solo quelle provenienti da feti abortiti, hanno effetti nocivi sul DNA umano.

Infine, oltre la causa materiale dei vaccini, su cui si sta disputando, occorre studiare anche la causa finale di essi e soprattutto del vaccino anticovid-19, che è stata presentata non solo dalla maggior parte degli scienziati (anche quelli favorevoli alle vaccinazioni), ma pure dai fautori della vaccinazione anticovid-19 (ad esempio Marco Antonio Attisani9) come atta a modificare il DNA e lo RNA umano.

 

Ora questo fine è intrinsecamente malvagio, poiché tende a cambiare la specie umana come è stata concepita da Dio e realizzata dalla natura.
In una questione ancora dibattuta dagli scienziati, che mettono almeno in dubbio la presenza di cellule provenienti da feti abortiti nei vaccini (o addirittura la ritengono probabile se non addirittura certa) e ritengono che il vaccino anticovid-19 non sia sufficientemente sperimentato (poiché per la sperimentazione sono necessari almeno 7 anni, mentre l’attuale vaccino è stato sperimentato in soli tre mesi) occorrerebbe un po’ di prudenza e si dovrebbe procedere con i piedi di piombo, sia per la illeceità morale della cooperazione materiale diretta a un atto malvagio, sia per gli effetti gravemente rovinosi per la salute del corpo come pure per la probabile immissione di nano-particelle nel DNA umano, che modificherebbero il nostro genoma e ci renderebbero simile a dei robot eterodiretti, sopprimendo così le capacità raziocinative e il libero arbitrio che il Creatore ha dato all’uomo.

 

 

Tutto ciò dovrebbe indurre almeno a una certa prudenza nell’affermare un’assenza di cellule di feti abortiti e a essere guardinghi circa i rischi dei vaccini

Don Curzio Nitoglia
 
 
 

NOTE

1 Il dubbio positivo consiste nell’incertezza tra due tesi opposte: per esempio, “presenza/assenza di feti nei vaccini”, per cui si sospende il giudizio e non si assente né all’una né all’altra.

 

I moralisti insegnano che non è moralmente lecito agire con un dubbio positivo

 

8Cfr. F. Roberti – P. Palazzini, Dizionario di Teologia Morale, Roma, Studium, I ed., 1955; ristampa, Proceno (Viterbo), Effedieffe, 2015; B. Merkelbach, Summa Theologiae Moralis,I ed., Parigi, 1932-1933, 3 voll.; H. Noldin, Summa Theologiae Moralis, I ed. 1899-1900, Verona, 3 voll.; D. Prummer, Manuale Theologiae Moralis, I ed., 1915, Barcellona, 3 voll.; E. Jone, Compendio di teologia Morale, Roma, 1951.

9 Cfr. www.nogeoingegneria.com ; si possono ascoltare su You Tube 3 conferenze (8. IX. 2019; 6. VIII. 2019; 27. VI. 2020) del dr. Marco Antonio Attisani, in cui parla di intelligenza artificiale e di robotizzazione dell’uomo, mediante nano-particelle immesse nel DNA umano e dirette dal G5.

 

 

Articolo previamente apparso sul sito di Don Curzio Nitoglia con il titolo «La liceità morale del vaccino pandemico».

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Ambiente

Studi sui metodi per testare le sostanze chimiche della pillola abortiva nelle riserve idriche

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I funzionari governativi USA stanno valutando se sia possibile sviluppare metodi per rilevare le sostanze chimiche contenute nella pillola abortiva nelle riserve idriche degli Stati Uniti, in seguito all’iniziativa del gruppo Students for Life. Lo riporta LifeSite.

 

Quest’estate, i funzionari dell’Agenzia per la Protezione Ambientale americana (EPA) hanno incaricato gli scienziati di determinare se fosse possibile sviluppare metodi per rilevare tracce di pillole abortive nelle acque reflue. Sebbene al momento non esistano metodi approvati dall’EPA, è possibile svilupparne di nuovi, hanno recentemente dichiarato al New York Times due fonti anonime.

 

La divulgazione fa seguito alla richiesta di 25 membri repubblicani del Congresso USA che hanno chiesto all’EPA di indagare sulla questione.

 

«Esistono metodi approvati dall’EPA per rilevare il mifepristone e i suoi metaboliti attivi nelle riserve idriche?», chiedevano i deputati in una lettera del 18 giugno. «In caso contrario, quali risorse sono necessarie per sviluppare questi metodi di analisi?»

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I legislatori hanno osservato che il mifepristone è un «potente bloccante del progesterone» che altera l’equilibrio ormonale e potrebbe «potenzialmente interferire con la fertilità di una persona, indipendentemente dal sesso».

 

Dopo l’annullamento della sentenza Roe v. Wade, Students for Life aveva rilanciato una campagna per indagare sulle tracce di pillole abortive e sui resti fetali nelle acque reflue. Il gruppo ha affermato che il mifepristone e i resti fetali potrebbero potenzialmente danneggiare gli esseri umani, gli animali e l’ambiente.

 

Nel novembre 2022, i dipendenti di Students for Life si sono lamentati del fatto che le agenzie governative non controllassero le acque reflue per individuare eventuali sostanze chimiche contenute nelle pillole abortive e hanno deciso di assumere i propri «studenti investigatori» per analizzare l’acqua.

 

La campagna era fallita sotto l’amministrazione Biden. Nella primavera del 2024, undici membri del Congresso, tra cui il senatore Marco Rubio della Florida, attuale Segretario di Stato, scrissero all’EPA chiedendo in che modo il crescente uso di pillole abortive potesse influire sull’approvvigionamento idrico.

 

Secondo due funzionari, l’EPA ha scoperto di non aver condotto alcuna ricerca precedente sull’argomento, ma non ha avviato alcuna nuova indagine correlata.

 

Kristan Hawkins, presidente di Students for Life, ha annunciato venerdì: «tre presidenti democratici hanno promosso in modo sconsiderato l’uso della pillola abortiva chimica. Ora l’EPA sta finalmente indagando sull’inquinamento causato dalla pillola abortiva».

 

«Ogni anno oltre 50 tonnellate di sangue e tessuti contaminati chimicamente finiscono nei nostri corsi d’acqua», ha continuato su X. «Spetta al presidente Trump e al suo team ripulire questo disastro».

 

A giugno un rapporto pubblicato da Liberty Counsel Action indicava che più di 40 tonnellate di resti di feti abortiti e sottoprodotti della pillola abortiva sono infiltrati nelle riserve idriche americane.

 

«Come altri farmaci noti per causare effetti avversi sul nostro ecosistema, il mifepristone forma metaboliti attivi», spiega il rapporto di 86 pagine. «Questi metaboliti possono mantenere gli effetti terapeutici del mifepristone anche dopo essere stati escreti dagli esseri umani e contaminati dagli impianti di trattamento delle acque reflue (WWTP), la maggior parte dei quali non è progettata per rimuoverli».

 

Non si tratta della prima volta che vengono lanciati gli allarmi sull’inquinamento dei fiumi da parte della pillola abortiva RU486, detta anche «pesticida umano».

Come riportato da Renovatio 21, le acque di tutto il mondo sono inquinate da fortemente dalla pillola anticoncenzionale, un potente steroide usato dalle donne per rendersi sterili, che viene escreto con l’orina con effetto devastante sui fiumi e sulla fauna ittica. In particolare, vi è l’idea che la pillola starebbe facendo diventare i pesci transessuali.

 

Danni non dissimili sono stati rilevati per gli psicofarmaci, con studi sui pesci di fiume resi «codardi e nervosi».

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Nonostante i ripetuti allarmi sul danno ambientale dalla pillola, le amministrazioni di tutto il mondo – votate, in teoria, all’ecologia e alla Dea Gaia – continuano con programmi devastatori, come quello approvato lo scorso anno a Nuova York di distribuire ai topi della metropoli sostanze anticoncezionali. A ben guardare, non si trova un solo ambientalista a parlare di questa sconvolgente forma di inquinamento, ben più tremenda di quello delle auto a combustibile fossile.

 

Ad ogni modo, come Renovatio 21 ripeterà sempre, l’inquinamento più spiritualmente e materialmente distruttore è quello dei feti che con l’aborto chimico vengono espulsi nel water e spediti via sciacquone direttamente nelle fogne, dove verranno divorati da topi, pesci, insetti, anfibi e altri animali del sottosuolo.

 

Su questo non solo non si trovano ambientalisti a protestare: mancano, completamente, anche i cattolici.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’OMS poche settimane fa ha aggiunto la pillola figlicida alla lista dei «medicinali essenziali». Il segretario della Salute USA Robert Kennedy jr. aveva promesso una «revisione completa» del farmaco di morte (gli sarebbe stato chiesto dallo stesso Trump) ma negli scorsi giorni esso è stato approvato dall’ente regolatore FDA.

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Bioetica

Aborto, il governo spagnuolo chiede la lista degli obiettori di coscienza

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La Spagna ha richiesto la creazione di registri per i medici che rifiutano di praticare aborti, suscitando proteste da parte dei professionisti pro-life, che considerano la misura un tentativo di stilare una «lista nera».   Il primo ministro Pedro Sánchez ha recentemente scritto ai presidenti delle regioni a guida conservatrice, invitandoli a «istituire un registro degli obiettori di coscienza all’aborto», come riportato da OSV News.   Questa iniziativa segue una legge che obbliga tutti gli ospedali pubblici spagnuoli a effettuare aborti, con l’obiettivo di migliorare l’accesso alla procedura nelle aree dove è difficile trovare medici disponibili a praticarla.   Ad esempio, nella regione di La Rioja, a lungo governata dai conservatori, la maggior parte dei medici degli ospedali pubblici si è rifiutata di eseguire aborti per obiezione di coscienza. «Il problema era che tutto il personale sanitario si opponeva agli aborti, anche nelle cliniche private», ha dichiarato a Euronews nel 2023 Izaskun Fernández Núñez, presidente del gruppo Donne Progressiste di La Rioja.

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In Castiglia e León, cinque delle nove province «non avevano registrato un solo aborto dal 2010» fino al rapporto del 2023. «Le donne non potevano accedere all’aborto nella loro provincia, nemmeno pagando o rivolgendosi a cliniche private», ha spiegato Nina Infante Castrillo, vicepresidente del Forum femminista di Castiglia e León.   Questi dati hanno spinto il governo a imporre l’obbligo di registrazione degli obiettori di coscienza in tutte le comunità autonome, con una scadenza di tre mesi. Sánchez ha avvertito che, in caso di mancata compilazione dei registri, «saranno attivati i meccanismi legali per garantire il rispetto della norma». «Il rispetto della coscienza dei professionisti sanitari non deve mai ostacolare l’assistenza sanitaria delle donne» ha aggiunto.   I difensori dell’obiezione di coscienza hanno definito la misura incostituzionale e una «lista nera». «Qualunque cosa dica il primo ministro, l’obiezione di coscienza è un diritto costituzionale. Chi può obbligare i cittadini a registrarsi in un elenco non richiesto nemmeno dalla Corte Costituzionale? Si tratta solo di espedienti», ha dichiarato José Antonio Díez, coordinatore generale dell’Associazione Nazionale per la Difesa del Diritto all’Obiezione di Coscienza (ANDOC), alla testata cattolica Alpha y Omega.   «Perché non creare un elenco di medici disposti a praticare aborti ed eutanasia, che sarebbe più pratico? Questi registri di obiettori sono liste nere per escludere professionalmente i medici che esercitano il loro diritto», ha aggiunto Eva Martín, presidente di ANDOC, citata da Alpha y Omega.   Secondo i dati del ministero della Salute, in Ispagna i tassi di aborto sono in aumento, avvicinandosi al picco del 2011. Nel 2023 sono stati registrati 103.097 aborti, con un incremento del 4,8% rispetto al 2022 e dell’8,7% rispetto al 2014.   L’aborto è legale in Spagna, con alcune restrizioni, dal 1985, e il numero di procedure è più che raddoppiato, passando da 54.000 nel 1998 a 112.000 nel 2007. Nel 2010, il governo socialista di José Luis Rodríguez Zapatero ha ulteriormente liberalizzato la legge, consentendo l’aborto fino alla 14ª settimana di gravidanza, con estensioni fino alla 22ª settimana in caso di rischi per la salute della madre o di «gravi disabilità» del feto.   In Italia la situazione non è dissimile, con continui tentativi, compresi quelli dei sindacati lontani oramai anni luce dalla questione dei lavorativi, di limitare o cancellare l’obiezione di coscienza.   L’obiezione di coscienza, ritiene Renovatio 21, costituisce un compromesso non accettabile: chi «obietta» lascia tranquillamente che i bambini vengano trucidati dai colleghi nella stanza accanto, e quindi non si capisce esattamente in cosa credano gli «obiettori». Se pensano davvero che l’aborto sia omicidio, come possono vivere e lavorare tranquillamente in quegli spazi? Come possono magari pure andare fuori a pranzo con dei colleghi che hanno appena ammazzato degli esseri umani?   Si tratta della grottesca ipocrisia della legge 194/78, difesa oggi anche dai sedicenti «cattolici» perché appunto contiene la foglia di fico dell’obiezione, e più in generale dell’ipocrisia massimamente farisaica, e genocida, della Democrazia Cristiana e della sua opera.   Si aggiunga come, in Italia, l’obiezione agisce come una porta girevole carrieristica: il medico e l’infermiere diviene obiettore ad intermittenza, a secondo di chi sia il primario di turno.   La vera difesa della vita nascente non passa per la difesa dell’obiezione di coscienza – anzi, passa per la sua rimozione, di modo che quanti saranno costretti a praticare il diabolico feticidio di massa si sveglino e combattano per fermare il vero genocidio in atto.

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  Immagine di PES via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-SA 2.0
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Falso allarme bomba in una chiesa cattolica prima della Marcia antiabortista di Vienna

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Un ordigno finto è stato collocato in una chiesa prima della Marcia per la Vita a Vienna, con l’intento di intimorire i sostenitori del movimento antiabortista. Lo riporta LifeSite.

 

Il 4 ottobre, in preparazione della Marcia per la Vita nella capitale austriaca, il vescovo Klaus Küng ha officiato una messa per i nascituri nella Karlskirche, la chiesa dedicata a San Carlo Borromeo, una delle principali di Vienna.

 

I fedeli hanno scoperto due dispositivi che sembravano emettere segnali esplosivi: una sveglia che produceva un forte ticchettio all’interno di una borsa e un’altra borsa con una luce lampeggiante.

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Le forze speciali di polizia sono intervenute per mettere in sicurezza e analizzare gli oggetti sospetti, dando successivamente il via libera. È in corso un’indagine per identificare i responsabili. Secondo i funzionari della Direzione per la Sicurezza e l’Intelligence dello Stato (DSN), l’azione mirava a provocare panico di massa.

 

Gli organizzatori della Marcia per la Vita hanno suggerito che l’atto potrebbe essere attribuito a gruppi di estrema sinistra Antifa, che ogni anno organizzano contro-proteste alla marcia e hanno spesso inviato minacce di violenza ai pro-life.

 

«Il gruppo terrorista Antifa con le sue minacce di violenza e le sue finte bombe non ci spaventa, ma è un esempio lampante di una brutta escalation», ha dichiarato Felicitas Trachta, presidente della Marcia per la Vita Austria. «Mentre gli attivisti pro-life erano disposti al dialogo, amichevolmente e ad esprimere apertamente la loro posizione nelle strade, gli estremisti di sinistra stanno diventando sempre più sgradevoli ed estremisti. Stiamo contrastando tutto questo con ancora più determinazione, la nostra gioia di vivere e la nostra volontà di cambiare».

 

Un gruppo di estrema sinistra aveva pubblicato su Instagram, prima della marcia, un’immagine della Karlskirche in fiamme con la didascalia: «Fai soffrire i fondamentalisti!» Come riportato dal quotidiano austriaco Exxpress, estremisti di sinistra hanno scritto con il gesso una minaccia di morte vicino alla Karlskirche, che recitava: «1. Kirk 2. You».

 

Si tratta di un chiaro riferimento all’assassinio di Charlie Kirk, noto per le sue posizioni pro-life, e di una minaccia rivolta ai partecipanti alla marcia come prossimi bersagli.

 

Jan Ledóchowski, politico del Partito Popolare Austriaco (ÖVP) e presidente del Centro di informazione per la protezione dei cristiani, ha commentato la falsa minaccia di bomba: «Condanniamo fermamente questo tentativo di intimidire persone innocenti e violare il diritto alla libertà di riunione. La scoperta di questa falsa bomba segna una nuova, spaventosa escalation di ostilità verso i cristiani. Sono sinceramente preoccupato per ciò che potrebbe accadere in seguito».

 

Durante la marcia, membri di Antifa hanno seguito i pro-life con cori e slogan anticristiani e blasfemi. Molti dei contro-manifestanti di estrema sinistra indossavano maschere e abiti neri, alcuni con corna e costumi da diavolo. La Marcia per la Vita è stata protetta da una significativa presenza di polizia.

 

La portavoce federale del Partito della Libertà (FPÖ), Lisa Schuch-Gubik, ha dichiarato: «Gli incidenti avvenuti durante una funzione religiosa per la vita nascente, in vista della “Marcia per la vita”, rappresentano un attacco alla libertà religiosa e alle persone che si battono pacificamente per la vita».

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«Mentre numerose persone e famiglie pregavano per la protezione della vita nella chiesa di San Carlo, questa funzione è stata apparentemente deliberatamente minacciata e interrotta. Questo dimostra quanta ostilità anticristiana si stia già diffondendo nel nostro Paese», ha aggiunto.

 

«Non dobbiamo tollerare questo odio verso i cristiani in Austria!», ha denunciato.

 

Secondo gli organizzatori, circa 3.000 persone hanno partecipato alla Marcia per la Vita del 4 ottobre, tra cui diversi politici dell’ÖVP e dell’FPÖ, oltre ai vescovi cattolici Klaus Küng, Stephan Turnovsky e Franz Scharl.

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Immagine di Diego Delso via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

 

 

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