Persecuzioni
Venti missionari uccisi nel 2023 in tutto il mondo
Ogni anno l’Agenzia Fides fornisce il numero dei missionari cattolici uccisi nel mondo. Questa agenzia è l’organo informativo delle Pontificie Opere Missionarie. Dipende dal Dicastero per l’Evangelizzazione dei Popoli. Nasce nel 1927 come prima agenzia missionaria della Chiesa ed è una delle prime agenzie di stampa al mondo.
Secondo le informazioni raccolte da Fides, quest’anno nel mondo sono stati uccisi 20 missionari: 1 vescovo, 8 sacerdoti, 2 religiosi non sacerdoti, 1 seminarista, 1 novizio e 7 laici. Sebbene gli elenchi predisposti dall’Agenzia Fides siano sempre soggetti ad aggiornamenti e correzioni, ci sono stati 2 i missionari uccisi in più rispetto all’anno precedente.
Secondo la distribuzione continentale, anche quest’anno il numero più alto si registra in Africa, dove sono stati uccisi 9 missionari: 5 sacerdoti, 2 religiosi, 1 seminarista e 1 novizio. In America sono stati assassinati 6 missionari: 1 vescovo, 3 sacerdoti, 2 laici. In Asia, 4 laici sono morti a causa delle violenze. Infine, in Europa, è stato assassinato un laico.
Distribuzione per paese:
Africa
La Nigeria ha registrato 4 vittime: 2 sacerdoti, 1 seminarista e 1 novizio. Il Burkina Faso piange la perdita di un sacerdote e di un religioso. In Tanzania è stato ucciso 1 sacerdote. In Camerun è stato assassinato un religioso. Infine, nella Repubblica Democratica del Congo, 1 sacerdote è stato accoltellato.
America
In Messico sono stati assassinati 2 sacerdoti e due giovani catechisti. Negli Stati Uniti, il vescovo ausiliare di Los Angeles è stato ucciso dal marito della sua governante, e un sacerdote è stato assassinato nella sua canonica.
Asia
Nelle Filippine, due studenti cattolici, un giovane e una ragazza, sono rimasti uccisi da un ordigno esplosivo fatto esplodere durante una messa celebrata nel campus della Mindanao State University, nella provincia di Lanao del Sur.
In Palestina, Samar Kamal Anton e sua madre, Nahida Khalil Anton, sono state uccise da dei cecchini, denunciati dal Patriarcato di Gerusalemme come soldati dell’IDF, mentre si dirigevano verso il convento delle Suore di Madre Teresa a Gaza. Una di loro è stata uccisa mentre cercava di portare in salvo l’altra.
Europa
In Spagna, Diego Valencia, laico, sagrestano della parrocchia di Nuestra Senora de La Palma, ad Algeciras, in provincia di Cadice, è stato ucciso da un giovane marocchino armato di machete, che ha ferito altre persone.
Missionari uccisi dal 1980
Secondo i dati disponibili all’Agenzia Fides, nel decennio 1980-1989 hanno perso la vita in modo violento 115 missionari. Questo dato però è senza dubbio sottostimato perché si riferisce solo a casi osservati e di cui si hanno testimonianze.
La tabella riepilogativa per gli anni 1990-2000 riporta un totale di 604 missionari uccisi. Questo dato è nettamente superiore a quello del decennio precedente a causa di diversi fattori, tra cui il genocidio in Ruanda (1994) che lasciò almeno 248 vittime tra il personale ecclesiastico.
Per gli anni 2001-2022 il numero totale degli agenti pastorali uccisi è di 544.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Immagine di Jo Naylor via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial 2.0 Generic
Persecuzioni
Continuano i massacri di cristiani in Nigeria
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Persecuzioni
Pakistan, conversioni forzate: tentato avvelenamento di un cristiano di 13 anni
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Saim era uscito di casa per andare a tagliarsi i capelli, quando una guardia di sicurezza, che aveva notato addosso al ragazzo una collana con la croce, ha iniziato a chiedergli di recitare preghiere islamiche. Il giovane, dopo essersi rifiutato, è stato costretto a ingerire una sostanza nociva.
In Pakistan si è verificato l’ennesimo tentativo di conversione forzata nei confronti di un ragazzo cristiano di 13 anni, costretto a ingerire una sostanza tossica dopo essersi rifiutato di abbracciare l’Islam.
L’episodio è avvenuto nella città di Lahore il 13 aprile: Saim era uscito di casa per andare a tagliarsi i capelli, ma è stato fermato da una guardia di sicurezza musulmana che aveva notato che il ragazzo aveva al collo una croce.
La guardia, di nome Qadar Khan, ha strappato la collana e costretto Saim a recitare una preghiera islamica, ma il ragazzo si è rifiutato, dicendo di essere cristiano. L’uomo ha quindi costretto Saim a ingerire una sostanza tossica nel tentativo di avvelenarlo.
Sono stati i genitori del giovane a trovare il corpo del figlio senza conoscenza dopo diverse ore che Saim mancava da casa. Il padre, Liyaqat Randhava, si è rivolto alla polizia ma ha raccontato di aver ricevuto un trattamento iniquo.
Gli agenti hanno registrato la denuncia solo dopo diverse insistenze e una copia del documento non è stata rilasciata alla famiglia di Saim, che ha detto inoltre che diverse parti del racconto non sono state incluse nella denuncia (chiamata anche primo rapporto informativo o FIR).
Joseph Johnson, presidente di Voice for Justice, ha espresso profonda preoccupazione per i crescenti episodi di conversioni religiose forzate in Pakistan e ha condannato quanto successo a Saim, aggiungendo che la polizia sta mostrando estrema negligenza nel caso. «Evitando di includere i dettagli cruciali nel FIR, la polizia ha sottoposto Saim e la sua famiglia a ulteriori abusi», ha affermato Johnson, chiedendo l’intervento del governo per un’indagine.
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Immagine di Guilhem Vellut via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Persecuzioni
La Pasqua è stata soppressa nella Repubblica Democratica del Congo
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