Geopolitica
Un sottomarino nucleare USA è entrato in collisione con un «oggetto sconosciuto»
Secondo una dichiarazione della Marina degli Stati Uniti, il sottomarino nucleare USS Connecticut ha subito danni e diversi feriti dopo essersi scontrato con un «oggetto sconosciuto» nel Mar Cinese Meridionale, secondo quanto riportato dal canale TV americano CBS News.
Il sottomarino si è quindi diretto verso Guam, territorio americano nel Pacifico dove è sita una grande base militare, per valutare i danni.
È un incidente che desta una certa preoccupazione data la posizione altamente strategica dove è avvenuto. L’area è stata recentemente militarizzata dai cinesi, che hanno costruito grandi basi strategiche su atolli disabitati. Vari arcipelaghi e tratti di mare sono al centro di rivendicazioni che coinvolgono tutti i Paesi dalla regione: Cina e Giappone, Cina e Filippine, Cina e Taiwan, etc.
Taiwan, considerata da Pechino solo una «provincia ribelle», è stata al centro di non troppo velate minacce da parte del presidente cinese Xi Jinping nel suo discorso per la celebrazione dei 100 anni dalla fondazione del Partito Comunista Cinese: «schiacceremo la testa a chi prova ad intimidirci» ha dichiarato solennemente Xi in Piazza Tiananmen. Il «rinnovamento nazionale» cinese – si è spinto a dire – passerebbe anche attraverso la riunificazione con Taiwan.
L’escalation militare è tale che lo stretto di Taiwan è da considerarsi come uno spazio militarizzato su ambo i fronti.
Il quotidiano statale cinese Global Times ha citato un funzionario del ministero degli Esteri che ha espresso «gravi preoccupazioni» per la collisione del sottomarino.
Fortunatamente, sembra che l’incidente in questione non sia stato poi così grave. Secondo la CBS, solo due membri dell’equipaggio hanno riportato ferite «moderate», mentre altri se la sono cavata solo con qualche lieve contusione.
Il Connecticut – sottomarino ad attacco rapido a propulsione nucleare – ha colpito il misterioso oggetto il 2 ottobre «mentre operava in acque internazionali nella regione indo-pacifica».
La Marina americana ha assicurato che il proprio mezzo militare «rimane in condizioni sicure e stabili» e che la sua propulsione nucleare e i relativi sistemi «non sono stati danneggiati e rimangono pienamente operativi».
«Voglio sottolineare che la causa principale dell’incidente, che rappresenta anche una seria minaccia e rischi significativi per la pace e la stabilità regionale, è il costante fomentare di problemi da parte degli Stati Uniti nel Mar Cinese Meridionale per un lungo periodo di tempo», ha dichiarato recentemente il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, come citato dal Global Times.
La regione del Pacifico è divenuta la polveriera in grado di detonare una guerra di vaste proporzioni. Taiwan, che pare l’epicentro del conflitto, sostiene che l’invasione dell’isola da parte delle truppe dell’Esercito di Liberazione del Popolo avverrà entro il 2025.
Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno recentemente concordato di fornire sottomarini a propulsione nucleare alle forze armate australiane, provocando ulteriore nervosismo da parte della Cina.
La Cina ha ordinato agli Stati Uniti di interrompere i legami militari con Taiwan.
Tutte queste «azioni» preoccupano i funzionari per una possibile escalation militare.
I sottomarini atomici in grado di lanciare missili balistici sono considerati uno degli elementi della cosiddetta «Triade Nucleare», ossia all’arsenale strategico delle potenze atomiche consistenti ini missili nucleari lanciati da terra, aerei strategici con bombe e missili nucleari e appunto sottomarini armati di missili nucleari.
Nell’area sei mesi fa si era registrata la misteriosa scomparsa di un sottomarino indonesiano.
Immagine di halliwedge via Deviant Art pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial 3.0 Unported (CC BY-NC 3.0)
Geopolitica
Turchia, effigie di Netanyahu appesa a una gru: «pena di morte»
Un’effigie raffigurante il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è stata avvistata appesa a una gru edile nel Nord-Est della Turchia, suscitando forte indignazione in Israele.
Secondo la stampa turca, l’episodio si è verificato sabato in un cantiere nella città di Trebisonda, sul Mar Nero. L’iniziativa sarebbe stata organizzata da Kemal Saglam, docente di comunicazione visiva presso un’università locale. Saglam ha dichiarato ai media turchi che il gesto aveva un intento simbolico, volto a denunciare le violazioni dei diritti umani a Gaza.
Le immagini, diffuse viralmente e riportate anche dal quotidiano turco Yeni Safak, mostrano la figura sospesa alla gru, accompagnata da uno striscione con la scritta: «Pena di morte per Netanyahu».
Il ministero degli Esteri israeliano, tramite un post su X, ha condiviso un video dell’incidente, accusando un accademico turco di aver creato l’effigie «con il fiero sostegno di un’azienda statale». Il ministero ha condannato l’atto, sottolineando che «le autorità turche non hanno denunciato questo comportamento scandaloso».
Turkish academic creates model of hanged 🇮🇱PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior.
In Erdoğan’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It’s celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW
— Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
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Le autorità turche non hanno ancora fornito una risposta ufficiale.
I rapporti diplomatici tra Israele e Turchia sono tesi da anni e si sono ulteriormente deteriorati dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha accusato Netanyahu di aver commesso un «genocidio» a Gaza.
La Turchia, unendosi agli altri Paesi che hanno portato il caso al tribunale dell’Aia, ha accusato Israele di aver commesso un genocidio a Gaza. Il presidente Recep Tayyip Erdogan in precedenza aveva definito il primo ministro Benjamin Netanyahu «il macellaio di Gaza», suggerendo a un certo punto – in una reductio ad Hitlerum che è andata in crescendo, con contagio internazionale – che la portata dei suoi crimini di guerra superasse quelli commessi dal cancelliere della Germania nazionalsocialista Adolfo Hitlerro.
Nel 2023 la Turchia ha richiamato il suo ambasciatore da Israele e nel 2024 ha interrotto tutti i rapporti diplomatici. Mesi fa Ankara aveva dichiarato che Israele costituisce una «minaccia per la pace in Siria». Erdogan ha più volte chiesto un’alleanza dei Paesi islamici contro Israele.
Come riportato da Renovatio 21, i turchi hanno guidato gli sforzi per far sospendere Israele all’Assemblea generale ONU. L’anno scorso il presidente turco aveva dichiarato che le Nazioni Unite dovrebbero consentire l’uso della forza contro lo Stato degli ebrei.
Un anno fa Erdogan aveva ventilato l’ipotesi che la Turchia potesse invadere Israele.
La Turchia ha avuto un ruolo attivo nei recenti negoziati per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi, con diversi rapporti che indicano come l’influenza di Ankara su Hamas abbia facilitato il rilascio degli ostaggi nell’ambito del piano in 20 punti del presidente statunitense Donald Trump.
Venerdì, Erdogan ha dichiarato alla stampa che gli Stati Uniti dovrebbero intensificare le pressioni su Israele, anche attraverso sanzioni e divieti sulla vendita di armi, per garantire il rispetto degli impegni presi nel piano di Trump.
Domenica, Netanyahu ha annunciato che Israele deciderà quali forze straniere potranno partecipare alla missione internazionale proposta per Gaza, prevista dal piano di Trump per garantire il cessate il fuoco. La settimana precedente, aveva lasciato intendere che si sarebbe opposto a qualsiasi coinvolgimento delle forze di sicurezza turche a Gaza.
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Immagine screenshot da Twitter; modificata
Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
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Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
Cambogia e Thailandia hanno siglato un accordo di cessate il fuoco ampliato per porre fine a un violento conflitto di confine scoppiato a inizio anno. La cerimonia di firma, tenutasi domenica, è stata presieduta dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che aveva mediato la tregua iniziale.
Le tensioni storiche tra i due Paesi del Sud-est asiatico, originate da dispute territoriali di epoca coloniale, sono esplose a luglio con cinque giorni di scontri armati, che hanno spinto centinaia di migliaia di persone a fuggire dalla zona di confine. Un incontro ospitato dalla Malesia aveva portato a una prima tregua, segnando l’inizio della de-escalation.
Trump ha dichiarato di aver sfruttato i negoziati commerciali con entrambi i paesi per favorire una riduzione delle tensioni.
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA.
President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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Durante il 47° vertice dell’ASEAN in Malesia, il primo ministro cambogiano Hun Manet e il primo ministro thailandese Anutin Charnvirakul hanno firmato l’accordo, che amplia la tregua di luglio.
Il documento stabilisce un piano per ridurre le tensioni e assicurare una pace stabile al confine, prevedendo il rilascio di 18 soldati cambogiani prigionieri da parte della Thailandia, il ritiro delle armi pesanti, l’avvio di operazioni di sminamento e il contrasto alle attività illegali transfrontaliere.
Dopo la firma, il primo ministro thailandese ha annunciato l’immediato ritiro delle armi dal confine e il rilascio dei prigionieri di guerra cambogiani, insieme a un’intesa commerciale congiunta. Il primo ministro cambogiano ha lodato l’accordo, impegnandosi a rispettarlo e ringraziando Trump per il suo ruolo, proponendolo come candidato al Premio Nobel per la Pace del prossimo anno.
Trump ha definito l’accordo «monumentale» e «storico», sottolineando il suo contributo e descrivendo la mediazione di pace come «quasi un hobby». Dopo la cerimonia, ha firmato un accordo commerciale con la Cambogia e un importante patto minerario con la Thailandia.
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