Geopolitica
Ucraina, la presenza di CIA e forze speciali USA è ora «molto più ampia»
La testata di giornalismo d’inchiesta americana The Intercept ha riferito forze per operazioni speciali statunitensi sono sul campo in Ucraina come parte di un’ampia operazione segreta che include il personale della CIA.
L’articolo afferma che gli Stati Uniti hanno ritirato le proprie risorse della CIA e delle operazioni speciali dall’Ucraina poco prima dell’invasione russa, sebbene un funzionario statunitense abbia affermato che la CIA «non se ne è mai andata completamente».
La CIA inizialmente aveva previsto che Kiev sarebbe caduta rapidamente, ma dopo che è diventato chiaro che ciò non sarebbe accaduto, l’amministrazione Biden ha inviato segretamente asset strategici in Ucraina.
Diversi funzionari dell’Intelligence affermano nel pezzo che «c’è una presenza molto più ampia di personale e risorse delle operazioni speciali della CIA e degli Stati Uniti in Ucraina rispetto a quella che c’era al momento dell’invasione russa a febbraio».
Lo scorso giugno, il New York Times riferiva che c’era una presenza della CIA in Ucraina, ma non menzionava le forze per le operazioni speciali statunitensi. L’articolo del quotidiano di Nuova York affermava inoltre che diversi alleati degli Stati Uniti dispongono di truppe per operazioni speciali sul suolo ucraino: tra gli altri, Gran Bretagna, Francia, Canada e Lituania.
L’articolo dell’Intercept afferma che le operazioni segrete all’interno dell’Ucraina sono condotte in base a un memorandum di notifica (Memorandum of Notification, o MON) segreto che indica che il presidente Biden ha silenziosamente notificato al Congresso un «ampio programma di operazioni clandestine all’interno del Paese».
Il pezzo afferma che il MON utilizzato dal presidente Biden è una versione modificato di un memorandum originariamente durante l’amministrazione Obama:
«Un ex ufficiale delle forze speciali ha affermato che Biden ha modificato un memorandum preesistente, originariamente approvata durante l’amministrazione Obama, che era progettato per contrastare attività di influenza straniera maligna. Un ex ufficiale della CIA ha detto a The Intercept che l’uso da parte di Biden del memorandum preesistente ha frustrato alcuni funzionari dell’Intelligence , che credono che il coinvolgimento degli Stati Uniti nel conflitto ucraino sia così diverso dallo spirito del memerandum che dovrebbe meritarne uno nuovo».
Come riporta il sito Antiwar, non è chiaro cosa stia facendo il personale statunitense all’interno dell’Ucraina o dove esattamente stia operando, ma la presenza rappresenta un chiaro rischio di provocazione contro la Russia.
«Le operazioni segrete contraddicono la promessa del presidente Biden di non inviare truppe in Ucraina, che ha affermato prima che l’invasione della Russia potesse scatenare una “guerra mondiale”», scrive Antiwar.
Come riportato da Renovatio 21, la CIA ha addestrato per anni i gruppi paramilitari di Kiev allo scopo di «uccidere i russi».
L’addestramento di estremisti neonazisti ucraini ha creato qualche mese fa un piccolo scandalo in Canada.
È risaputo che il servizio segreto londinese MI6 ha addestratori in questo stesso momento in Ucraina, con istruttori militari ufficialmente per insegnare ai combattenti di Kiev come usare le armi fornite dal Regno – un Regno che si prepara peraltro ad un inverno di fame e gelo per la popolazione britannica.
Sono inoltre emersi video che mostrano istruttori militari di Albione insegnare agli ucraini l’uso di droni sottomarini draga-mine, che qualcuno ha messo in relazione con la ancora misteriosa esplosione del gasdotto Nord Stream 2, peraltro proprio nelle acque dove era stata fatta una esercitazione NATO lo scorso giugno, per coincidenza proprio con droni militari subaquei.
Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
Cambogia e Thailandia hanno siglato un accordo di cessate il fuoco ampliato per porre fine a un violento conflitto di confine scoppiato a inizio anno. La cerimonia di firma, tenutasi domenica, è stata presieduta dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che aveva mediato la tregua iniziale.
Le tensioni storiche tra i due Paesi del Sud-est asiatico, originate da dispute territoriali di epoca coloniale, sono esplose a luglio con cinque giorni di scontri armati, che hanno spinto centinaia di migliaia di persone a fuggire dalla zona di confine. Un incontro ospitato dalla Malesia aveva portato a una prima tregua, segnando l’inizio della de-escalation.
Trump ha dichiarato di aver sfruttato i negoziati commerciali con entrambi i paesi per favorire una riduzione delle tensioni.
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA.
President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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Durante il 47° vertice dell’ASEAN in Malesia, il primo ministro cambogiano Hun Manet e il primo ministro thailandese Anutin Charnvirakul hanno firmato l’accordo, che amplia la tregua di luglio.
Il documento stabilisce un piano per ridurre le tensioni e assicurare una pace stabile al confine, prevedendo il rilascio di 18 soldati cambogiani prigionieri da parte della Thailandia, il ritiro delle armi pesanti, l’avvio di operazioni di sminamento e il contrasto alle attività illegali transfrontaliere.
Dopo la firma, il primo ministro thailandese ha annunciato l’immediato ritiro delle armi dal confine e il rilascio dei prigionieri di guerra cambogiani, insieme a un’intesa commerciale congiunta. Il primo ministro cambogiano ha lodato l’accordo, impegnandosi a rispettarlo e ringraziando Trump per il suo ruolo, proponendolo come candidato al Premio Nobel per la Pace del prossimo anno.
Trump ha definito l’accordo «monumentale» e «storico», sottolineando il suo contributo e descrivendo la mediazione di pace come «quasi un hobby». Dopo la cerimonia, ha firmato un accordo commerciale con la Cambogia e un importante patto minerario con la Thailandia.
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Geopolitica
La Cina snobba il ministro degli Esteri tedesco
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Geopolitica
Vance in Israele critica la «stupida trovata politica»: il voto di sovranità sulla Cisgiordania è stato un «insulto» da parte della Knesset
La proposta di applicare la sovranità israeliana sulla Cisgiordania occupata, considerata da molti come un’equivalente all’annessione totale del territorio palestinese, ha suscitato una forte condanna internazionale, incluso un netto dissenso da parte degli Stati Uniti.
Il disegno di legge ha superato di stretta misura la sua lettura preliminare martedì, con 25 voti a favore e 24 contrari nella Knesset, composta da 120 membri. La proposta passerà ora alla Commissione Affari Esteri e Difesa per ulteriori discussioni.
Una dichiarazione parlamentare afferma che l’obiettivo del provvedimento è «estendere la sovranità dello Stato di Israele ai territori di Giudea e Samaria (Cisgiordania)».
Il momento del voto è stato significativo e provocatorio, poiché è coinciso con la visita in Israele del vicepresidente J.D. Vance, impegnato in discussioni sul cessate il fuoco a Gaza e sul centro di coordinamento gestito dalle truppe statunitensi e dai loro alleati, incaricato di supervisionare la transizione di Gaza dal controllo di Hamas. Vance ha percepito la tempistica del voto come un gesto intenzionale, accogliendolo con disappunto.
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Anche il Segretario di Stato Marco Rubio, in visita in Israele questa settimana, ha espresso critiche prima di lasciare il Paese mercoledì, dichiarando che il disegno di legge sull’annessione «non è qualcosa che appoggeremmo».
«Riteniamo che possa rappresentare una minaccia per l’accordo di pace», ha detto Rubio, in linea con la promozione della pace in Medio Oriente sostenuta ripetutamente da Trump. «Potrebbe rivelarsi controproducente». Vance ha ribadito che «la Cisgiordania non sarà annessa da Israele» e che l’amministrazione Trump «non ne è stata affatto soddisfatta», sottolineando la posizione ufficiale.
Vance, considerato il favorito per la prossima candidatura presidenziale repubblicana dopo Trump, probabilmente ricorderà questo episodio come un momento frustrante e forse irrispettoso, specialmente in un contesto in cui la destra americana appare sempre più divisa sulla politica verso Israele.
Si dice che il primo ministro Netanyahu non sia favorevole a spingere per un programma di sovranità, guidato principalmente da politici oltranzisti legati ai coloni. In una recente dichiarazione, il Likud ha definito il voto «un’ulteriore provocazione dell’opposizione volta a compromettere i nostri rapporti con gli Stati Uniti».
«La vera sovranità non si ottiene con una legge appariscente, ma con un lavoro concreto sul campo», ha sostenuto il partito.
Tuttavia, è stata la reazione di Vance a risultare la più veemente, definendo il voto una «stupida trovata politica» e un «insulto», aggiungendo che, pur essendo una mossa «solo simbolica», è stata «strana», specialmente perché avvenuta durante la sua presenza in Israele.
Come riportato da Renovatio 21, Trump ha minacciato di togliere tutti i fondi ad Israele in caso di annessione da parte dello Stato Giudaico della West Bank, che gli israeliani chiamano «Giudea e Samaria».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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