Geopolitica
Turisti in moto d’acqua uccisi dalla guardia costiera algerina: spari e crisi tra Marocco e Algeria
Secondo quanto riferito, due uomini sono stati uccisi dalle autorità algerine e un terzo arrestato questa settimana dopo che un gruppo di turisti ha attraversato il confine marittimo su moto d’acqua.
L’incidente è avvenuto martedì nelle acque vicino al confine tra Marocco e Algeria. Quattro uomini in vacanza nella località balneare di Saidia sono partiti dal territorio marocchino a bordo di moto d’acqua prima di finire nei guai.
«Bilal Kissi, che viveva in Francia, aveva lasciato Saidia con il fratello maggiore Mohamed, il cugino marocchino Abdelali Mechouar e il loro amico Smail Snabe, anche lui franco-marocchino, martedì su moto d’acqua», riferisce l’ AFP.
Mohamed Kissi avrebbe poi raccontato ai media locali che gli uomini erano rimasti disorientati dopo un pasto in una città vicina.
«Abbiamo preso le nostre moto d’acqua e siamo partiti dalla Marina in direzione Cap de l’eau [porto marocchino anche detto Ras Kedbana o Ras El Ma, ndr]. Ci siamo deviati passando per Sid El Bachir dove avevamo mangiato del pesce prima di tornare indietro», ha spiegato Kissi al sito francese le360. «Intorno alle 17:30 ci siamo persi. Stavamo finendo la benzina per le moto d’acqua e stavamo andando alla deriva. Con l’oscurità ci siamo ritrovati nelle acque algerine».
Una nave della guardia costiera algerina si è avvicinata agli uomini e, dopo una breve interazione, i marocchini avrebbero tentato di tornare a ovest verso il Marocco.
All’improvviso, i proiettili hanno iniziato a volare mentre gli algerini hanno aperto il fuoco, ha detto Kissi.
Bilal Kissi, 29 anni, e Mechouar, 40 anni, sono stati colpiti e uccisi, mentre Snabe sarebbe stato ferito e preso in custodia dagli algerini. Mohamed Kissi è riuscito a scappare ed è stato preso dalla gendarmeria reale marocchina che lo avrebbe riportato nella località costiera marocchina di Saidia.
«Sapevano bene che eravamo disarmati», ha detto il Kissi. «Il mio fratellino ha chiacchierato con loro eppure hanno sparato lo stesso».
Secondo quanto riferito, le autorità marocchine hanno avviato un’indagine sull’incidente.
Il ministero della Difesa di Algeri in una dichiarazione uscita ieri ha parlato invece di «manovre pericolose» commesse dai franco-marocchini, che avrebbero ignorato i colpi di avvertimento. Si tratta della prima spiegazione pubblica del grave incidente che coinvolge i due Paesi confinanti.
«In considerazione del fatto che questa zona marina di confine è nota per un’intensa attività di bande di narcotrafficanti e di criminalità organizzata – e di fronte all’intransigenza dei proprietari di queste moto d’acqua – la guardia costiera ha sparato colpi di avvertimento, e dopo diversi tentativi, sono ricorsi a sparare contro la moto d’acqua», scrive il ministero della Difesa algerino.
Kissi ha negato di aver sentito spari di avvertimento. «Ho sentito direttamente solo gli spari che hanno ucciso mio fratello Bilal», ha detto domenica all’agenzia Reuters. Bilal Kissi aveva la doppia cittadinanza franco-marocchina, così come l’uomo arrestato dalle autorità algerine. Il Consiglio nazionale per i diritti umani del Marocco ha condannato la sparatoria e ha chiesto il rilascio del motorista acquatico ancora detenuto dagli algerini, Smail Snabe.
Il confine dell’Algeria con il Marocco è stato chiuso a causa delle relazioni tese tra i due paesi dal 1994. Algeri ha interrotto le relazioni diplomatiche con il Marocco nell’agosto 2021, citando la presunta ostilità di Rabat verso l’Algeria, compreso il sostegno ai gruppi separatisti.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa nel Sahara occidentale vi furono scontri veri e propri tra Marocco e Algeria, un conflitto che non ha trovato attenzione presso i media europei.
Le tensioni tra i due Paesi hanno ripercussioni sull’equilibrio energetico europeo.
L’Italia è costantemente impegnata a cercare di sostituire il gas russo con quello algerino, con vari viaggi dell’allora premier Draghi ad Algeri (dove ha chiamato il Paese «Argentina» alla presenza del presidente e dei giornalisti).
L’accordo Italia-Algeria aveva irritato un Paese europeo con cui (a differenza di Francia e Germania) Roma intrattiene rapporti economici piuttosto rilassati: la Spagna, che è fortemente dipendente dal gas algerino, e stava vivendo con Algeri una crisi riguardo il Sahara occidentale: dopo decenni di neutralità, la Spagna si era schierata con il Marocco riguardo la disputa in corso con l’Algeria, alla quale il governo algerino ha reagito minacciando un aumento del prezzo del gas per rappresaglia, dimostrando di non essere un partner troppo affidabile per la sostituzione del gas russo, specie quando Mosca ha dimostrato per decenni, pure nei momenti di frizione maggiore della Guerra Fredda, di tener fede ai contratti.
L’Algeria, che ha fatto domanda di entrare nei BRICS ma è stata respinta al recente vertice in Sud Africa, in queste settimane pare aver assunto una crescente postura antifrancese, negando lo spazio aereo ai jet di Parigi per operazioni nel Niger del golpe.
Geopolitica
Per gli USA ora la normalizzazione delle relazioni con la Russia è un «interesse fondamentale»
Gli Stati Uniti hanno indicato il rilancio dei rapporti normali con la Russia e l’interruzione rapida della guerra in Ucraina come priorità assolute nella loro nuova Strategia per la sicurezza nazionale, diffusa venerdì dalla Casa Bianca, ponendoli tra gli obiettivi cardine per gli interessi americani.
Il documento di 33 pagine delinea la prospettiva di politica estera delineata dal presidente Donald Trump, affermando che «è un interesse essenziale degli Stati Uniti negoziare una rapida cessazione delle ostilità in Ucraina», al fine di «stabilizzare le economie europee, scongiurare un’escalation o un allargamento imprevisto del conflitto e ricostruire la stabilità strategica con la Russia».
Si evidenzia come il conflitto ucraino abbia «profondamente indebolito le relazioni europee con la Russia», minando l’equilibrio regionale.
Il testo rimprovera i dirigenti europei per le «aspettative irrealistiche» sull’evoluzione della guerra, precisando che «la maggioranza degli europei anela alla pace, ma tale aspirazione non si riflette nelle politiche adottate».
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Washington, prosegue il rapporto, è disposta a un «impegno diplomatico sostanziale» per «supportare l’Europa nel correggere la sua rotta attuale», reinstaurare l’equilibrio e «ridurre il pericolo di scontri tra la Russia e gli Stati europei».
A differenza della strategia del primo mandato di Trump, che accentuava la rivalità con Russia e Cina, la versione attuale sposta l’asse sull’emisfero occidentale e sulla tutela del suolo patrio, dei confini e delle priorità regionali. Esorta a riallocare le risorse dai fronti remoti verso minacce più immediate e invita la NATO e i Paesi europei a farsi carico in prima persona della propria sicurezza.
Il documento invoca inoltre l’arresto dell’espansione della NATO, una pretesa a lungo avanzata da Mosca, che la indica come una delle ragioni principali del conflitto ucraino, interpretato come una guerra per interposta persona orchestrata dall’Occidente.
In sintesi, la strategia segna un passaggio dall’interventismo universale a un approccio estero più pragmatico e contrattuale, sostenendo che gli Stati Uniti debbano intervenire oltre i propri confini solo quando gli interessi nazionali sono direttamente coinvolti.
Si tratta del primo di una sequenza di rilevanti atti su difesa e politica estera che l’amministrazione Trump si accinge a emanare, tra cui una Strategia di Difesa Nazionale rivista, la Revisione della Difesa Missilistica e la Revisione della Postura Nucleare, tutti attesi in linea con l’impostazione del documento.
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Israele potrebbe iniziare a deportare gli ucraini
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Arte
Quattro Stati UE boicotteranno l’Eurovision 2026 a causa della partecipazione di Israele
Spagna, Irlanda, Slovenia e Paesi Bassi hanno annunciato il boicottaggio del prossimo Eurovision Song Contest in seguito alla conferma della partecipazione di Israele. All’inizio del 2025 diverse emittenti avevano chiesto all’Unione Europea di Radiodiffusione (EBU), organizzatrice dell’evento, di escludere Israele accusandolo di brogli nel voto e per il conflitto in corso a Gaza.
L’ultima tregua, mediata dagli Stati Uniti, avrebbe dovuto porre fine ai combattimenti e permettere l’arrivo di aiuti umanitari nell’enclave, ma da quando è entrata in vigore gli attacchi israeliani hanno causato 366 morti, secondo il ministero della Salute di Gaza.
Il tutto si inserisce in un anno di escalation iniziato con l’offensiva israeliana lanciata in risposta all’attacco di Hamas dell’ottobre 2023, che provocò 1.200 morti e il rapimento di 250 ostaggi. Da allora, secondo le autorità sanitarie locali, l’operazione militare israeliana ha ucciso oltre 70.000 palestinesi.
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Le decisioni di ritiro sono arrivate giovedì, subito dopo l’approvazione da parte dell’EBU di nuove regole di voto più rigide, varate in risposta alle accuse di diverse emittenti europee secondo cui l’edizione 2025 era stata manipolata a favore del concorrente israeliano.
Poche ore più tardi l’emittente olandese AVROTROS ha comunicato l’addio al concorso: «La violazione di valori universali come l’umanità, la libertà di stampa e l’interferenza politica registrata nella precedente edizione dell’Eurovision Song Contest ha oltrepassato un limite per noi».
L’emittente irlandese RTÉ ha giustificato la propria scelta con «la terribile perdita di vite umane a Gaza», la crisi umanitaria in corso e la repressione della libertà di stampa da parte di Israele, annunciando anche che non trasmetterà l’evento.
Anche la televisione pubblica slovena RTVSLO ha confermato il ritiro: «Non possiamo condividere il palco con il rappresentante di un Paese che ha causato il genocidio dei palestinesi a Gaza», ha dichiarato la direttrice Ksenija Horvat.
Successivamente è arrivata la decisione della spagnola RTVE, che insieme ad altre sette emittenti aveva chiesto un voto segreto sull’ammissione di Israele. Respinta la proposta dall’EBU, RTVE ha commentato: «Questa decisione accresce la nostra sfiducia nell’organizzazione del concorso e conferma la pressione politica che lo circonda».
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Per far fronte alle polemiche, gli organizzatori dell’Eurovision hanno introdotto nuove misure anti-interferenza: limiti al televoto del pubblico, regole più severe sulla promozione dei brani, rafforzamento della sicurezza e ripristino delle giurie nazionali già nelle semifinali.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa arrivò in finale all’Eurovisione una sedicente «strega» non binaria che dichiarò di aver come scopo il «far aderire tutti alla stregoneria».
Vi furono polemiche quattro anni fa quando la Romania accusò che l’organizzazione ha cambiato il voto per far vincere l’Ucraina.
Due anni fa un’altra vincitrice ucraina dell’Eurovision fu inserita nella lista dei ricercati di Mosca.
Come riportato da Renovatio 21, la Russia ha lanciato un’«alternativa morale» all’Eurovision, che secondo il ministro degli Esteri di Mosca Sergej Lavrov sarà «senza perversioni».
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Immagine di David Jones via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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