Geopolitica
Trump speaker della Camera nel ’22. E di nuovo Presidente nel ’24: parla Steve Bannon
L’ex stratega della Casa Bianca Steve Bannon, ora conduttore del popolare talk War Room Pandemic (42 milioni di visualizzazioni, nonostante i ripetuti ban da parte di YouTube) in una densa intervista all’inviata de La Verità in USA Maria Rossi Hawkins mette a nudo il grande schema del trumpismo nei prossimi anni.
Bannon sostiene che Trump continua ad essere il riferimento principale di un movimento esteso che «è la forza più dinamica del Paese» e al contempo il capo del Partito Repubblicano.
Trump «continua ad esercitare la sua leadership sul movimento populista e sul Partito Repubblicano – è un personaggio cruciale del nostro tempo»
«Continua ad esercitare la sua leadership sul movimento populista e sul Partito Repubblicano – è un personaggio cruciale del nostro tempo».
Il movimento populista trumpiano, sostiene Bannon, «ha vinto nel 2016 e nel 2020, quando la vittoria ci è stata rubata dal cambiamento delle regole e dalle attività di Facebook».
La mossa imminente è quella delle elezioni midterm del 2022, dove picchierà temi che possiede da anni dove Biden e i suoi pupari si stanno dimostrando totalmente inefficienti: Cina e immigrazione dal confine meridionale USA.
«Trump vuole combattere il Partito comunista cinese per costruire un’economia davvero inclusiva, vuole mantenere il controllo del confine col Messico e creare; economia concentrata sui lavoratori, come è riuscito a fare fino al gennaio 2020: prima che il virus del Partito Comunista Cinese colpisse noi e la nostra economia»
«Trump vuole combattere il Partito comunista cinese per costruire un’economia davvero inclusiva, vuole mantenere il controllo del confine col Messico e creare; economia concentrata sui lavoratori, come è riuscito a fare fino al gennaio 2020: prima che il virus del Partito Comunista Cinese colpisse noi e la nostra economia».
In Messico «la situazione sta esplodendo, simile a quanto avvenne nel 2015 in Europa e che ha innescato il movimento populista in Italia e, in un certo senso la Brexit».
«Sarà l’agenda globalista di Biden ad aiutare il nostro movimento».
L’idea è quella di riprendere in mano la Camera vincendo «35, 40, forse 45 seggi nel 2022». Non solo: concetto clamoroso, Bannon dice che «eleggeremo Trump come speaker», cioè portavoce della Camera. Un ruolo di grande potere politico che non abbisogna di carica elettiva.
«Sarà l’agenda globalista di Biden ad aiutare il nostro movimento»
Lo speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti infatti è colui al quale è delegato il compito di condurre i lavori della Camera dei rappresentanti, che assieme al Senato è uno uno dei due rami del Congresso USA. Dal 3 gennaio 2019 lo speaker è la californiana Nancy Pelosi, i cui attacchi a Trump, prima dopo e durante la sua presidenza, sono piuttosto noti.
Il ruolo dello speaker non è privo di peso politico: nella linea di successione presidenziale il portavoce è secondo, gerarchicamente appena dietro al vicepresidente degli Stati Uniti.
L’idea è quella di riprendere in mano la Camera vincendo «35, 40, forse 45 seggi nel 2022». Non solo: concetto clamoroso, Bannon dice che «eleggeremo Trump come speaker»
La consuetudine è che lo speaker sia scelto fra i componenti della Camera con appello nominale , tuttavia non vi è legge che regoli questo aspetto: di qui l’idea di nominare un ex-presidente, una prima assoluta nella storia americana, così come era inedito che un membro della società civile – senza precedenti in politica o fra i militari – arrivasse alla Casa Bianca. Donald Trump è stato un uomo in grado di dimostrare che anche il meccanismo della
Tuttavia, anche l’ascesa di Trump a speaker non sarebbe che una fase del ruolino di marcia.
«Spero che in Italia capiate che il motivo per cui rimanete in lockdown da più di un anno, il motivo per cui la vostra economia è distrutta, la vostra cultura è distrutta e la gente emotivamente è distrutta è perché il Partito Comunista Cinese è responsabile del virus»
«Lo sarà per poco: il tempo di procedere con l’impeachment a Biden e scalzare Nancy Pelosi».
Nemmeno l’impeachment è una fase definitiva. Bannon crede che avere i voti per deporlo potrebbe essere difficile, tuttavia darebbe combustibile alla candidatura di Trump nel 2024 con Biden o Kamala Harris (ipotesi che crediamo più probabile), visto che «Biden ha un principio di demenza senire. È una marionetta in una Casa Bianca governata dalla Harris, da Susan Rice, John Kerry e Anthony Blinken».
Alla domanda se la Harris diverrà presidente, l’intervistato risponde con ironia: «non lo è già?». Va ricordato che la sua presenza al briefing presidenziale quotidiano e a tutti gli incontri del presidente è un inedito assoluto che non trovava corrispettivo nemmeno ai tempi dell’onnipotente Dick Cheney con George Bush junior.
Nell’intervista, l’ex deus ex machina del populismo statunitense si scaglia contro Putin («un brutto personaggio») e la Russia («una cleptocrazia» la cui «economia è come quella dello Stato di New York») tuttavia ritiene che non sia oggi Mosca il problema su cui concentrarsi, ma i cinesi, «minaccia esistenziale al contesto giudaico-cristiano occidentale».
Il virus è «parte di un programma di armi biologiche» uscito dal laboratorio di Wuhan.
Bannon ne ha anche per l’Italia filo-cinese: «Spero che in Italia capiate che il motivo per cui rimanete in lockdown da più di un anno, il motivo per cui la vostra economia è distrutta, la vostra cultura è distrutta e la gente emotivamente è distrutta è perché il Partito Comunista Cinese è responsabile del virus».
Il virus è per lui «parte di un programma di armi biologiche» uscito dal laboratorio di Wuhan. «Penso che sia sfuggito dal laboratorio, non credo abbiano cercato di farne un’arma».
«Italia è messa male. L’unica cosa che la salverà è il risparmio accumulato dalle generazioni passate, ma credo che vorranno mettere le mani anche su questo. Siete vittime di una classe politica incompetente e corrotta che vi ha svenduto. E dopo un governo di incapaci ora c’è un altro tecnocrate»
L’affermazione, nota di Renovatio 21, è un po’ contraddittoria: è noto che ogni ricerca su virus e vaccini e dual use. Il patogeno per cui trovi la cura è un’arma (biologica, sanitaria, economica) verso chi la cura non ce l’ha. E il patogeno geneticamente ingegnerizzato è giocoforza un’arma di cui si ha (in teoria) più informazioni rispetto al nemico che non ne ha sviluppato la genetica.
Infine, una nota su Mario Draghi: «un tecnocrate competente che risponde a grandi interessi».
«Italia è messa male. L’unica cosa che la salverà è il risparmio accumulato dalle generazioni passate, ma credo che vorranno mettere le mani anche su questo».
«Siete vittime di una classe politica incompetente e corrotta che vi ha svenduto. E dopo un governo di incapaci ora c’è un altro tecnocrate».
«Ci vorranno due generazioni per rinascere. I leader fanno finta di niente, ma devono affrontare il Partito comunista cinese. I cinesi ora compreranno l’Italia a prezzi stracciati, grazie al lockdown»
Dopo aver evitato parole di condanna verso il Salvini alleato di Draghi («credo che i politici debbano prendere decisioni importanti e anche di compromesso se vogliono aiutare il proprio Paese») Bannon si lancia in una previsione fosca sul futuro dell’Italia, un futuro di sofferenza, un futuro cinese.
«Ci vorranno due generazioni per rinascere. I leader fanno finta di niente, ma devono affrontare il Partito comunista cinese. I cinesi ora compreranno l’Italia a prezzi stracciati, grazie al lockdown».
Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)
Geopolitica
Trump annuncia attacchi terrestri in Venezuela «presto»
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che gli USA potrebbero avviare «molto presto» operazioni terrestri contro presunte reti di narcotraffico collegate al Venezuela, dopo aver quasi completamente interrotto i flussi di stupefacenti via mare. Caracas ha respinto con forza ogni accusa di legami con i cartelli della droga.
Parlando venerdì con i giornalisti alla Casa Bianca, Trump ha annunciato che il traffico di droga marittimo legato al Venezuela è calato del 92%, sostenendo che le forze americane stanno «eliminando la droga a livelli mai visti prima». «Abbiamo bloccato il 96% degli stupefacenti che arrivavano via mare», ha precisato, per poi aggiungere: «Presto le operazioni inizieranno anche sulla terraferma».
Il presidente statunitense non ha tuttavia fornito indicazioni su eventuali obiettivi o sull’estensione di tali azioni.
Da settembre le forze USA hanno intensificato sensibilmente la presenza militare nei Caraibi e nel Pacifico orientale, conducendo oltre 20 interventi contro imbarcazioni sospette di traffico di droga e causando la morte di decine di persone. Trump ha affermato che queste operazioni hanno salvato decine di migliaia di vite americane, impedendo l’ingresso di narcotici nel Paese.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha sempre rigettato le accuse di Trump su presunti rapporti tra Caracas e i narcocartelli, sostenendo che Washington utilizzi la campagna antidroga come pretesto per destabilizzare e rovesciare il suo governo.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro, che avrebbe offerto ampie concessioni economiche agli USA per restare al potere, sarebbe stato oggetto di un tentativo di rapimento tramite il suo pilota personale.
Il Venezuela ha stigmatizzato il rinforzo militare come violazione della sovranità e tentativo di golpe. Il governo venezuelano starebbe cercando appoggio da Russia, Cina e Iran. Mosca ha di recente riaffermato la sua alleanza con Caracas, esprimendo pieno sostegno alla leadership del Paese nella difesa della propria integrità. Mosca ha accusato il mese scorso Washington di preparare il golpe in Venezuela.
Questa settimana le autorità statunitensi hanno sequestrato anche la petroliera Skipper al largo delle coste venezuelane, una nave cargo che secondo gli USA trasportava petrolio dal Venezuela e dall’Iran. Le autorità di Caracas hanno condannato l’operazione definendola «furto manifesto» e «pirateria navale criminale».
Come riportato da Renovatio 21, nel frattempo, la Russia – da tempo alleata stretta del Venezuela – ha rinnovato pubblicamente il suo sostegno a Maduro. Secondo il Cremlino, il presidente Vladimir Putin «ha espresso solidarietà al popolo venezuelano e ha ribadito il proprio appoggio alla ferma determinazione del governo Maduro nel difendere la sovranità nazionale e gli interessi del Paese dalle ingerenze esterne». I due leader hanno inoltre confermato l’impegno a dare piena attuazione al trattato di partenariato strategico siglato a maggio.
Trump nelle scorse settimane ha ammesso di aver autorizzato le operazioni CIA in Venezuela. Di piani CIA per uccidere il presidente venezuelano il ministro degli Interni del Paese aveva parlato lo scorso anno.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro aveva denunciato l’anno scorso la presenza di mercenari americani e ucraini in Venezuela. «Gli UA finanziano Sodoma e Gomorra» aveva detto.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
La Slovacchia «non sosterrà nulla» che contribuisca a prolungare il conflitto in Ucraina
Today I held an almost hour-long phone conversation with the President of the European Council, A. Costa. I fully respect him, but while he spoke about money for the war in Ukraine, I kept repeating the senseless daily killing of hundreds to thousands of Russians and Ukrainians.… pic.twitter.com/0f9JiitWjG
— Robert Fico 🇸🇰 (@RobertFicoSVK) December 12, 2025
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Geopolitica
Orban come John Snow
Il principale negoziatore russo Kirill Dmitriev ha paragonato il primo ministro ungherese Vittorio Orban al personaggio di Jon Snow della serie Il Trono di Spade, raffigurandolo come l’unico baluardo a difesa del diritto europeo mentre l’UE procede al congelamento a tempo indeterminato degli asset sovrani russi.
In un post su X pubblicato venerdì, Dmitriev ha lodato lo Orban per aver «difeso il sistema legale e finanziario dell’UE dai folli burocrati guerrafondai dell’Unione», sostenendo che il leader ungherese stia lottando per «ridurre la migrazione, accrescere la competitività e ripristinare buonsenso, valori e pace».
Dmitriev ha allegato una sequenza tratta dalla celeberrima «Battaglia dei Bastardi», una delle scene più memorabili della fortunata serie. Il frammento mostra Jon Snow, isolato sul campo di battaglia, che estrae la spada mentre la cavalleria della Casa Bolton gli si avventa contro. Nella saga, i Boltoni sono noti per la loro crudeltà e spietatezza, mentre Snow è dipinto come un condottiero riluttante che antepone il dovere all’ambizione personale, spesso a caro prezzo.
Hungary PM Orbán as Jon Snow from Game of Thrones in defending the EU’s legal&financial system from crazy EU bureaucratic warmongers—fighting them to reduce migration, increase competitiveness, and restore sanity, values and peace. 🕊️
Help is coming as Russian CB sues Euroclear pic.twitter.com/jHyav6mk0f
— Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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Venerdì, Orban – che in numerose occasioni ha criticato duramente le politiche conflittuali dell’UE nei confronti della Russia – ha accusato Bruxelles di «violentare il diritto europeo», riferendosi alla decisione che ha permesso all’Unione di bypassare il requisito dell’unanimità per prorogare le sanzioni sugli asset sovrani russi, valutati in circa 210 miliardi di euro. Mosca ha bollato il congelamento come «furto», minacciando azioni legali in caso di confisca da parte dell’UE.
In un altro post, Dmitriev ha attaccato il segretario generale della NATO Mark Rutte, paragonandolo al Re della Notte, il principale antagonista di Game of Thrones, che guida un esercito di non-morti ed è completamente privo di empatia.
Unmasked NATO’s Mark Rutte.
He does not have family or children. He wants war.
But peace will prevail. 🕊️ https://t.co/lDPBucIAkA pic.twitter.com/JjqVogOSWM
— Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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Il paragone è arrivato in risposta alle dichiarazioni di Rutte, che ha accusato la Russia di «riportare la guerra in Europa» e ha invitato i membri della NATO a prepararsi a un conflitto su scala paragonabile a quelli affrontati dalle generazioni passate. Il Dmitriev ha quindi affermato che Rutte «non ha famiglia né figli» e «desidera la guerra», aggiungendo però che «alla fine prevarrà la pace».
Dmitriev, figura chiave negli sforzi per risolvere il conflitto in Ucraina, ha fatto eco alle critiche del ministro degli Esteri ungherese Pietro Szijjarto, che aveva accusato Rutte di «alimentare le tensioni belliche».
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