Geopolitica
Trump sostiene che l’esplosione del Nord Stream porterà alla guerra e si offre di negoziare
Il precedente presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avvertito che il sabotaggio di due gasdotti russo-tedeschi nel Mar Baltico all’inizio di questa settimana potrebbe innescare una «grande escalation» e una potenziale «guerra», offrendosi quindi di «guidare» un gruppo per negoziare un accordo.
Trump ha reso pubblica la sua visione in una serie di post sulla sua piattaforma di social media Truth Social dopo le notizie di lunedì scorso sulle esplosioni che hanno gravemente danneggiato gli oleodotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 tra Russia e Germania.
Sottolineando che gli oleodotti Nord Stream 1 e 2 sembrano essere stati sabotati, Trump ha suggerito mercoledì che l’incidente «potrebbe portare a una grande escalation, o guerra».
«La “Leadership” degli Stati Uniti dovrebbe rimanere “fresca, calma e asciutta” sul SABOTAGGIO degli oleodotti Nord Stream», ha scritto Trump in un post. «Questo è un grande evento che non dovrebbe comportare una grande soluzione, almeno non ancora».
Sostenendo che il conflitto in corso tra Russia e Ucraina «non sarebbe mai dovuto accadere, e sicuramente non sarebbe successo se fossi stato presidente», Trump ha consigliato ai leader di astenersi dal peggiorare le cose.
«Sii strategico, sii intelligente (brillante!), Porta a termine un accordo negoziato ORA», ha detto Trump. «Entrambe le parti ne hanno bisogno e lo vogliono. È in gioco il mondo intero. Sarò a capo del gruppo???»
Mercoledì Trump ha anche fatto riferimento al video delle minacce fatte da Biden al Nord Stream 2 a inizio febbraio, commentando: «Wow, che affermazione. Qualcuno della terza guerra mondiale?»
Giovedì la NATO ha dichiarato che le esplosioni sono un atto di «sabotaggio», aggiungendo che «qualsiasi attacco deliberato contro le infrastrutture critiche degli alleati sarebbe accolto con una risposta unita e determinata».
Come riportato da Renovatio 21, il giornalista del New York Post Michael Goodwin sostiene che Donald Trump aveva detto a Putin che qualora avesse invaso l’Ucraina lui avrebbe bombardato Mosca.
«Se muovi contro l’Ucraina mentre sono presidente», avrebbe affermato Trump, «colpirò Mosca».
«Tutte quelle bellissime torrette dorate verranno fatte saltare in aria».
Geopolitica
Scade il mandato di Zelens’kyj. Medvedev: «obiettivo legittimo», l’Ucraina è «un classico Stato fallito»
Il mandato quinquennale di Volodymyr Zelens’kyj come presidente dell’Ucraina si è concluso lunedì 20 maggio. I suoi critici, specie russi, ora sollevano dubbi sulla sua legittimità come capo di Stato.
Il 31 marzo avrebbero dovuto svolgersi in Ucraina le elezioni presidenziali. Tuttavia, Zelens’kyj ha annunciato nel dicembre 2023 che non si sarebbero svolte elezioni presidenziali o parlamentari finché sarà in vigore la legge marziale.
La legge marziale è stata imposta dopo l’inizio del conflitto con la Russia nel febbraio 2022 e da allora è stata più volte prorogata dalla Verkhovna Rada, il Parlamento monocamerale ucraino.
Sostieni Renovatio 21
All’inizio dell’anno lo Zelens’kyj aveva ribadito che le elezioni sono «premature» a causa della guerra e della mobilitazione nazionale. Mercoledì scorso i legislatori hanno prolungato le misure di emergenza di altri tre mesi.
Non è tardata la reazione del capo del Consiglio di sicurezza russo, il sempre più fumantino, sempre meno diplomatico, sempre più apocalittico Dmitrij Medvedev.
Ieri l’ex presidente della Federazione Russa ha sostenuto che annullando le elezioni il leader ucraino ha «sputato» sulla costituzione nazionale, ha ignorato la Corte costituzionale e ha optato per «l’usurpazione del potere supremo».
Parlando all’agenzia di stampa TASS, Medvedev ha suggerito che lo Zelens’kyj teme di dover affrontare una competizione con l’ex capo militare ucraino, generale Valerij Zaluzhny e con l’ex presidente Pyotr Poroshenko, poiché avrebbero «troppe carte vincenti».
«Tutte queste manipolazioni con le leggi significano solo una cosa: la morte dello stato fallito dell’Ucraina, la sua trasformazione in un classico stato fallito, per usare il vocabolario americano», ha dichiarato il Medvedev all’agenzia russa.
Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno sostenuto gli sforzi di Zelens’kyj per rimanere al potere perché temevano «la vergognosa caduta del suo regime criminale», ha sottolineato l’alto funzionario del Cremlino.
«Ecco perché c’è un’alta probabilità che Zelenskyj avrebbe perso miseramente queste elezioni, e i cittadini del suo Paese inesistente avrebbero voluto un nuovo presidente nella speranza che avviasse i negoziati di pace con la Russia», ha tuonato sempre più incontenibile l’ex presidente russo.
Medvedev ha proseguito la tirata dicendo ai giornalisti che Zelens’kyj è «un parvenu politico» che ha vinto nel 2019 proprio perché ha condotto una campagna «sulla retorica della pace». Tuttavia, i sostenitori occidentali del regime di Kiev non potevano permettere la pace perché «guadagnano bene con i sanguinosi baccanali», ha sentenziato.
In quanto leader di un «regime politico ostile», lo Zelens’kyj sarebbe un obiettivo militare legittimo, ha continuato Medvedev nelle dichiarazioni alla TASS, spiegando come la questione della legittimità di Zelens’kyj come presidente non rivesta particolare importanza per Mosca.
«Per la Russia, la definitiva perdita di legittimità da parte dello pseudopresidente dell’ex Ucraina non cambierà nulla», ha dichiarato l’ex presidente russo, sottolineando che i leader dei Paesi che fanno la guerra sono «sempre considerati» un obiettivo militare legittimo.
Aiuta Renovatio 21
Medvedev è arrivato a definire Zelens’kyj come «criminale di guerra», che dovrebbe essere catturato e assicurato alla giustizia o «liquidato come terrorista» per i suoi crimini contro russi e ucraini, riporta il sito governativo russo RT, e non ha lesinato discorsi piuttosto minacciosi come quando ha parlato del destino del vertice ucraino che, secondo le parole di Medvedev può essere catturato e processato, oppure incontrare la stessa sorte del «maestro spirituale» Stepan Bandera, leader dei nazionalisti integralisti ucraini collaborazionisti hitleriani assassinato da agenti sovietici a Monaco nel 1959.
Come riportato da Renovatio 21, il Medvedev aveva dichiarato il mese scorso che a complottare per l’eliminazione di Zelens’kyj sarebbero le stesse forze occidentali sue alleate.
Zelens’kyj è apparso sulla lista dei ricercati del Ministero degli Interni russo all’inizio di questo mese, anche se non sono stati rilasciati dati sui procedimenti penali contro di lui.
Ad ogni modo, il Medvedev, ha respinto l’idea che qualcosa di sostanziale cambierà in Ucraina dopo il 21 maggio. Gli ucraini «non vivevano comunque in uno Stato di diritto», ha detto, sostenendo che «la legge e la giustizia sono state dimenticate dieci anni fa», con il colpo di Stato di Maidan sostenuto dagli Stati Uniti a Kiev e l’inizio del conflitto nel Donbass.
Come riportato da Renovatio 21, usando la legge marziale per rimandare le elezioni, l’anno scorso Zelens’kyj era arrivato a far capire all’Europa che avrebbe tenuto le elezioni se gliele avessero pagate. Alcuni sostengono che la visita canterina del segretario di Stato Blinken a Kiev la scorsa settimana significhi il semaforo di verde di Washington all’assenza di consultazioni popolari: del resto, la democrazia si difende così, saltando le elezioni.
Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha recentemente affermato che «verrà presto il momento in cui molte persone, comprese quelle in Ucraina, metteranno in dubbio la legittimità» dello Zelens’kyj.
Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato venerdì, durante la sua visita di Stato in Cina, che la questione della legittimità di Zelens’kyj è qualcosa che «il sistema politico e giuridico dell’Ucraina» deve affrontare, «prima di tutto la Corte Costituzionale», osservando che la Costituzione di Kiev consente «diverse opzioni».
«Per noi questo è importante perché se si tratta di firmare qualsiasi documento, sicuramente dovremmo firmare documenti su una questione così importante con le autorità legittime», ha spiegato Putin, rivelando che il Cremlino aveva mantenuto contatti regolari con il presidente Zelenskyj prima dello scoppio delle ostilità.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da YouTube
Geopolitica
Gli israeliani negano il coinvolgimento nella morte del presidente iraniano
Sostieni Renovatio 21
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Geopolitica
La Spagna richiama l’ambasciatore dopo che Milei dice che la moglie del primo ministro è «corrotta»
La Spagna ha richiamato il suo ambasciatore in Argentina e ha chiesto scuse dopo che il presidente argentino, Javier Milei, ha fatto commenti sprezzanti sulla moglie del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez durante una manifestazione politica nella capitale Madrid.
Intervenendo domenica a un evento organizzato dal partito spagnolo di estrema destra Vox – dove ha partecipato in teleconferenza anche il premier italiano Giorgia Meloni, habitué degli eventi di Santiago Abascal – il Milei ha bollato Begona Gomez, consorte del premier Sanchez, come «corrotta» e ha descritto il socialismo come «maledetto e cancerogeno».
Le osservazioni arrivano dopo che un tribunale di Madrid il mese scorso ha avviato un’indagine sul presunto spaccio di influenza e corruzione di Gomez. Sotto inchiesta anche il PSOE, Partito Socialista Operaio spagnuolo guidato dal marito ora al potere in Ispagna.
Discurso del Presidente Javier Milei en la Convención “Europa Viva 24”, organizado por el partido VOX en el Palacio Vistalegre, Madrid, España. pic.twitter.com/E52RVrzTds
— Oficina del Presidente (@OPRArgentina) May 19, 2024
Sostieni Renovatio 21
«Le élite globali non si rendono conto di quanto possa essere distruttivo attuare le idee del socialismo… anche se hai una moglie corrotta, diciamo, si sporca e ti prendi cinque giorni per pensarci», ha affermato Milei, riferendosi alla pausa di cinque giorni dai pubblici uffici che Pedro Sanchez ha preso in seguito alle accuse contro la moglie.
«Non lasciamo che il lato oscuro, nero, satanico, atroce, orribile e cancerogeno che è il socialismo prevalga su di noi», ha aggiunto promuovendo i suoi libri sul libertarismo a una festa dopo la manifestazione.
Il ministro degli Esteri spagnolo Jose Manuel Albares ha immediatamente chiesto scuse pubbliche a Milei per i commenti, sostenendo che il suo comportamento «ha portato il rapporto tra Spagna e Argentina al suo stato più serio nella storia recente».
«È inaccettabile che un presidente in carica in visita in Spagna insulti la Spagna e il primo ministro spagnolo, un fatto che rompe con tutte le consuetudini diplomatiche e le regole più elementari di convivenza tra paesi», ha detto Albares in una dichiarazione video pubblicata su X domenica.
«Per questo motivo ho appena richiamato per consultazioni il nostro ambasciatore a Buenos Aires “sine die“», ha aggiunto il ministro.
Non è previsto che Milei incontrerà il primo ministro spagnolo o il re Felipe VI durante la sua visita, il che va contro il protocollo diplomatico. Il presidente sudamericano ha quindi rifiutato di scusarsi per le sue osservazioni, con un portavoce che ha detto che i funzionari spagnoli dovrebbero invece ritrattare i presunti insulti che hanno fatto contro il presidente argentino.
I rapporti tra Spagna e Argentina sono in declino dall’ascesa al potere di Milei a dicembre. Il premier Sanchez aveva sostenuto alle elezioni il rivale di Milei, Sergio Massa, e, secondo quanto riportato, non è stato in contatto con il leader argentino dopo la sua vittoria.
All’inizio di questo mese, il ministro dei trasporti spagnolo Oscar Puente aveva affermato che il presidente argentino aveva «ingerito sostanze» durante la sua campagna elettorale, alla quale Milei ha risposto con una dichiarazione in cui criticava le politiche del PSOE e indicava le accuse di corruzione contro la moglie di Sanchez.
Il Sanchez sostiene che non c’è verità nelle accuse mosse alla moglie e ha chiesto l’archiviazione del caso.
Aiuta Renovatio 21
La Spagna si accoda ad una serie di Paesi che hanno in questo momento gravi problemi diplomatici con Buenos Aires.
La Repubblica Popolare Cinese ha risposto pubblicamente ai piani annunciati da Milei in campagna elettorale di rompere i legami (perlomeno commerciali) tra l’Argentina e Pechino.
La Colombia ha espulso tutti i diplomatici argentini dopo che Milei ha definito il presidente colombiano Petro «assassino terrorista». Da notare come due settimane fa la Bogotá abbia rotto tutti i rapporti con Israele, Paese nel cuore del presidente argentino.
Come riportato da Renovatio 21, scorso mese Milei – che è consigliato da rabbini lubavitcher e sarebbe sul punto di «convertirsi» al giudaismo – ha offerto dichiarazioni di «chiaro e inflessibile sostegno a Israele» contro l’Iran, arrivando ad invitare l’ambasciatore dello Stato Ebraico a partecipare a una riunione del «gabinetto di crisi» argentino. La mossa, secondo quanto riferito, ha mandato in subbuglio i diplomatici argentini.
A fine 2023, prima di salire sul palco di una trasmissione TV di capodanno e limonare pubblicamente con la presentatrice all’epoca sua fidanzata, Milei aveva dichiarato l’intenzione di far uscire l’Argentina dai BRICS.
C’è da dire che in tutto questo marasma, una relazione internazionale il Milei pare averla sanata: quella con il Vaticano, dove ha abbracciato il papa suo connazionale dopo averlo chiamato, tra gli altri epiteti, «imbecille», «rappresentante del maligno», «affine ai comunisti assassini».
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da Twitter
-
Cancro5 giorni fa
I vaccini COVID sono «sostanzialmente un omicidio»: parla il maggior oncologo giapponese
-
Cancro2 settimane fa
Finestra di Overton mRNA e turbocancro: il pubblico è pronto per la verità sui vaccini COVID?
-
Comunicati2 settimane fa
L’idra dalle cinquecento teste. Elogio dei refusi di Renovatio 21
-
Pensiero6 giorni fa
Sterminio e «matrice satanica del piano globalista»: Mons. Viganò invita a «guardare oltre» la farsa psicopandemica
-
Salute1 settimana fa
I malori della 19ª settimana 2024
-
Animali2 settimane fa
Gorilla vaccinato muore improvvisamente per attacco cardiaco
-
Controllo delle nascite1 settimana fa
Oligarcato e Necrocultura: il capo di BlackRock elogia la depopolazione e la sostituzione degli umani con le macchine
-
Sanità1 settimana fa
Il Trattato Pandemico OMS mira a «menomare e uccidere» e a «stabilire un governo mondiale»: parla il medico kenyota che lottò contro i vaccini sterilizzanti