Geopolitica
Trump: l’Ucraina «sta andando male» per gli Stati Uniti
L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha suggerito che le cose «stanno andando male» per gli Stati Uniti in Ucraina, cosa che secondo lui è stata dimostrata dal fatto che i media hanno smesso di produrre un’ampia copertura del conflitto Russia-Ucraina.
Giovedì, parlando ad una manifestazione a Houston, in Texas, Trump ha detto ai suoi sostenitori che i «mezzi di informazione falsi» generalmente non amano coprire cose che non vanno bene per Washington, e che questo è stato il caso dell’Afghanistan nel mezzo della disastrosa situazione del ritiro degli Stati Uniti dal Paese nel 2021.
«Nessuno parla dell’Afghanistan. Avete notato? Non parlano più nemmeno dell’Ucraina. Perché le cose non stanno andando bene e non parlano delle cose che non stanno andando bene», ha dichiarato l’ex presidente.
«È ciò di cui non parlano, i media di notizie false, che è quasi altrettanto brutto e talvolta peggiore di quello di cui parlano», ha detto Trump, concludendo che «le cose stanno andando male, perché non parlano più dell’Ucraina”. Non lo vedo. E non è solo a causa della catastrofe in Israele».
WATCH: National Anthem plays, President Trump salutes the flag at Houston rally pic.twitter.com/GLd4Jz0bdp
— RSBN 🇺🇸 (@RSBNetwork) November 2, 2023
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I commenti di Trump arrivano mentre la tanto pubblicizzata controffensiva di Kiev, lanciata a giugno e ampiamente prevista come punto di svolta nel conflitto, si è rivelata un completo fallimento, con le forze ucraine che alla fine non sono riuscite a ottenere guadagni territoriali degni di nota e invece hanno sofferto numerose vittime.
Dopo la deludente performance di Kiev sul campo di battaglia, gli aiuti finanziari e militari degli Stati Uniti all’Ucraina sono diventati incerti poiché un numero crescente di legislatori repubblicani si è espresso in opposizione all’invio di miliardi di dollari dei contribuenti statunitensi nel Paese.
Come ammesso lunedì dal segretario alla Difesa americano Lloyd Austin, l’Ucraina perderebbe la sua battaglia contro la Russia se gli Stati Uniti smettessero di finanziarla. «Posso garantire che, senza il nostro sostegno, Putin avrà successo», ha detto Austin ai senatori mentre cercava di sostenere la causa per l’invio di ulteriori 44 miliardi di dollari a Kiev.
Nel frattempo, la stessa Ucraina sta subendo sconvolgimenti sul campo di battaglia, con il ministro della Difesa russo Sergej Shoigu che ha dichiarato mercoledì che «nonostante la fornitura di nuovi tipi di armi NATO, il regime di Kiev sta perdendo».
Il ministro di Mosca ha affermato che i tentativi di Kiev di avanzare in prima linea sono rimasti infruttuosi e hanno solo provocato elevate perdite sul campo di battaglia e una diminuzione del morale delle sue truppe.
Trump ha ribadito molteplici volte che potrebbe porre fine «in 24 ore» alla guerra in Ucraina voluta «dall’establishment malato di Washington». Lo studioso Noam Chomsky ha notato che l’ex presidente rappresenta l’unico caso di statista occidentale che spinge per terminare il conflitto in Est Europa.
Come riportato da Renovatio 21, il nuovo speaker della Camera USA è un trumpiano contrario agli aiuti all’Ucraina, che ha servito come suo legale durante i falliti processi di impeachment contro il biondo presidente. I repubblicani di fede trumpista già l’anno scorso avevano minacciato di chiudere la fornitura di armi verso Kiev.
L’anno scorso il figlio di Donald, Donald jr., si è scagliato contro la persecuzione della Chiesa Ortodossa Ucraina da parte di Zelens’kyj. Non era la prima volta che il primogenito dell’ex presidente attacca frontalmente il regime di Kiev. Di suo, lo Zelens’kyj in varie occasioni ha attaccato direttamente Trump.
Secondo analisi di esperti e dichiarazioni di varie figure dell’amministrazione, Trump starebbe pianificando un ritiro degli USA dalla NATO in caso di vittoria alle elezioni presidenziali 2024. In varie occasioni il 45° presidente USA ha accusato l’attuale inquilino della Casa Bianca Joe Biden di star portando gli americani dritti dentro una Terza Guerra Mondiale.
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Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)
Geopolitica
Blinken: i social media sono responsabili del fallimento delle pubbliche relazioni israeliane a Gaza
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Geopolitica
L’Ucraina colpisce un impianto petrolifero nel Donbass
Le forze ucraine hanno lanciato diversi missili contro infrastrutture civili nella città russa di Lugansk, ferendo almeno cinque persone e provocando un grande incendio in un deposito petrolifero, ha detto il capo regionale Leonid Pasechnik.
L’attacco di martedì notte è stato probabilmente effettuato utilizzando i sistemi missilistici tattici dell’esercito superficie-superficie (ATACMS) forniti da Washington, ha aggiunto il capo della Repubblica popolare russa di Lugansk (LPR). Cinque dipendenti della struttura sono stati ricoverati in ospedale con ferite moderate, mentre i servizi di emergenza erano al lavoro sul posto per domare l’incendio.
«L’Ucraina sta compensando le sue sconfitte in prima linea bombardando obiettivi civili», ha detto Pasechnik, aggiungendo che l’attacco ha danneggiato anche un gasdotto ad alta pressione e le linee elettriche, provocando un parziale blackout nella zona.
❗Ukrainian forces launched missiles at civilian infrastructure in Lugansk, injuring five people and causing a large blaze at an oil depot. The attack likely involved US-supplied ATACMS missiles. This follows a recent increase in Ukrainian targeting of Russian oil refineries and… pic.twitter.com/T32RwN0AqC
— Owl Post (@_PalestineFree) May 8, 2024
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Il ministero della Difesa russo deve ancora confermare il tipo di proiettili utilizzati nell’attacco. Secondo Mosca, la scorsa settimana le difese aeree russe hanno intercettato almeno 15 missili ATACMS, mentre negli ultimi mesi Kiev ha preso di mira sempre più raffinerie di petrolio, impianti energetici e altre infrastrutture russe.
Alla fine di aprile, funzionari statunitensi hanno confermato le precedenti notizie dei media secondo cui il Pentagono aveva segretamente spedito un numero imprecisato di missili a lungo raggio in Ucraina come parte di un pacchetto di armi annunciato dal presidente Joe Biden a metà marzo.
L’«obiettivo» di fornire a Kiev l’ATACMS era quello di esercitare maggiore pressione sulla Crimea e consentire alle forze ucraine di prendere di mira la penisola «in modo più efficace», riferiva all’epoca il New York Times, citando un anonimo funzionario del Pentagono.
Mosca ha affermato che la fornitura di missili a lungo raggio comporterebbe solo «più problemi» per Kiev. Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha insistito sul fatto che l’uso dell’ATACMS non avrà alcun impatto sull’esito del conflitto, né impedirà alla Russia di raggiungere i suoi obiettivi di sicurezza.
Come riportato da Renovatio 21, il ministro degli Esteri ucraino Kuleba ha sostenuto che l’Ucraina potrebbe smettere con gli attacchi agli impianti petroliferi russi – fenomeno che porta in squilibrio il prezzo globale del petrolio e quindi l’economia mondiale – qualora Kiev ricevesse più armi.
«Devi pensare nei tuoi interessi», aveva detto il Kuleba a Rada TV lo scorso mese. «Se i tuoi partner dicono: “Ti stiamo dando sette batterie Patriot, ma abbiamo una richiesta per te, per favore non fare questo e quello”, allora c’è qualcosa di cui parlare».
Il petrolio è particolarmente sensibile alle questioni geopolitiche: nelle ultime ore, quando si erano sparse le voci di un imminente attacco iraniano ad Israele, il prezzo del greggio era schizzato sopra i 90 dollari al barile. La tensione nel Golfo di Aden, con gli Houthi che attaccano perfino le petroliere russe, contribuisce al caos sui mercati, con Goldman Sachs che ritiene che i prezzi potrebbero perfino raddoppiare. Dopo i forti aumenti registrati nel terzo trimestre 2023, Fitch Rating ha comunicato che il petrolio potrebbe toccare i 120 dollari.
Come riportato da Renovatio 21, la spinta al prezzo del petrolio data dagli attacchi dei droni ucraini su raffinerie russe + stata evidente quattro settimane fa, con il costo dell’oro nero salito a 86 dollari dopo un episodio.
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Geopolitica
Partita l’operazione dell’esercito israeliano a Rafah. Video atroci emergono dalla zona
🚨🇮🇱 ISRAEL just bombed another refugee camp in Rafah. pic.twitter.com/mD55S1x74x
— Jackson Hinkle 🇺🇸 (@jacksonhinklle) May 7, 2024
BREAKING: Israel is still intensely bombing Rafah right now, targeting residential homes and killing civilians.
Bodies of children are being found under the rubble. Read that again. Israel is not defending itself. Israel is committing genocide.pic.twitter.com/6LpSE4el8P — sarah (@sahouraxo) May 7, 2024
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Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant aveva dichiarato domenica che le truppe israeliane si stavano preparando per un’offensiva di terra contro la città di Rafah, nel sud di Gaza, dopo aver accusato Hamas di respingere le proposte israeliane di cessate il fuoco. «Vediamo segnali che Hamas non intende attuare alcun piano. Ciò rende chiaro che nel prossimo futuro inizieranno azioni intensive a Rafah e in altre zone della Striscia di Gaza», aveva detto Gallant alle truppe israeliane secondo il giornale Israel Hayom. Ieri l’ufficio stampa del governo ha annunciato che il gabinetto di guerra israeliano ha deciso all’unanimità di continuare l’operazione a Rafah per fare pressione su Hamas sulla questione del rilascio degli ostaggi. L’operazione a Rafah arriva dopo che il movimento palestinese Hamas ha accettato di rilasciare 33 ostaggi israeliani in cambio di un certo numero di prigionieri palestinesi come parte della prima fase dell’accordo di cessate il fuoco, secondo un documento ottenuto da Sputnik. Sabato la delegazione di Hamas era arrivata al Cairo per negoziare, attraverso i mediatori egiziani, un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio dei prigionieri.Here’s what Israel did today in Rafah
This is what its road to “total victory” looks like pic.twitter.com/oRczIfzM7n — Max Blumenthal (@MaxBlumenthal) May 7, 2024
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