Economia
Trump continua la corsa alle terre rare con gli accordi in Asia centrale
Il presidente statunitense Donald Trump ha rivelato una serie di intese commerciali e di investimento incentrate sui minerali di terre rare con i leader degli Stati dell’Asia centrale. L’iniziativa si inserisce nell’obiettivo di Washington di ampliare il proprio coinvolgimento nella regione ricca di risorse naturali, in un contesto di tensioni commerciali con Pechino.
Le intese sono state siglate giovedì al termine del vertice alla Casa Bianca tra Trump e i presidenti di Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan.
L’incontro ha posto l’accento su minerali critici, collaborazione energetica e diversificazione degli scambi, con Trump che ha evidenziato come l’Asia centrale sia «una regione immensamente ricca» di depositi di uranio, rame, oro e terre rare. Ha precisato che la sua amministrazione sta forgiando nuove alleanze per variare le filiere di approvvigionamento e garantire agli USA un maggiore accesso a questi materiali strategici.
L’evento ha generato vari patti su commercio e risorse, tra cui 17,2 miliardi di dollari in nuovi contratti tra il Kazakistan e imprese americane, oltre a un’intesa da 1,1 miliardi di dollari con Astana per lo sfruttamento di uno dei maggiori giacimenti di tungsteno inesplorati al mondo. Inoltre, Tagikistan, Kazakistan e Uzbekistan hanno concordato l’acquisto di 37 aerei Boeing. Trump ha annunciato pure che l’Uzbekistan conta di investire oltre 100 miliardi di dollari nel prossimo decennio in comparti USA come l’aerospaziale, i ricambi auto e i minerali critici.
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La banca d’affari Goldman Sachs ha avvertito che l’Occidente potrebbe impiegare fino a un decennio per contrastare il dominio cinese nel settore delle terre rare. Questi minerali, indispensabili per la maggior parte delle tecnologie contemporanee, restano al centro di una controversia commerciale tra Washington, l’UE e Pechino.
Il vertice è avvenuto una settimana dopo l’incontro tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping in Corea del Sud, mirato a dirimere la «guerra commerciale» tra Washington e Pechino. In esito a quel colloquio, la Cina ha sospeso per un anno i nuovi vincoli sulle esportazioni di terre rare, mentre gli USA hanno posticipato l’introduzione di dazi del 100% sui beni cinesi.
Ciononostante, Washington ha intensificato gli sforzi per reperire fonti alternative di materiali strategici, dato che Pechino domina circa il 90% della raffinazione globale delle terre rare. Oltre ai vicini asiatici della Cina, gli Stati Uniti hanno di recente stipulato accordi per forniture di terre rare anche con Giappone e Ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, in questi giorni Trump ha raggiunto accordi sulle terre rare con l’Australia.
Il ministero del Commercio cinese ha annunciato il 9 ottobre che imporrà controlli sulle esportazioni di tecnologie legate alle terre rare per proteggere la sicurezza e gli interessi nazionali.
Come riportato da Renovatio 21, nel 2024 i dati mostravano che i profitti sulla vendita delle terre rare cinesi erano calati. È noto che Pechino sostiene l’estrazione anche illegale delle sostanze anche in Birmania.
Secondo alcune testate, tre anni fa vi erano sospetti sul fatto che il Partito Comunista Cinese stesse utilizzando attacchi informatici contro società di terre rare per mantenere la sua influenza nel settore.
Le terre rare, considerabili come sempre più necessarie nella corsa all’Intelligenza Artificiale, sono la centro anche del turbolento accordo tra l’amministrazione Trump e il regime di Kiev.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Economia
Aumento del traffico merci sul Canale di Suez
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Economia
Il capo di Ryanair: La Gran Bretagna è «condannata al declino» dal partito laburista, i ricchi si affrettano a «andarsene da Londra»
La Gran Bretagna è destinato al declino sotto il governo laburista, ha avvertito il capo di Ryanair, sostenendo che i ricchi stanno già «fuggendo da Londra» per sfuggire all’imminente stangata fiscale del bilancio.
Michael O’Leary ha espresso assoluta mancanza di fiducia nella capacità del Cancelliere di rilanciare la crescita e ha bollato come «stupide» le sue politiche tributarie.
Le dichiarazioni giungono mentre si diffondono indiscrezioni secondo cui Rachel Reeves starebbe preparando un attacco ai ricchi con una tassa sulle ville nel bilancio di fine mese.
«L’economia del Regno Unito sotto l’attuale leadership è condannata alla rovina» ha detto O’Leary. «Il Regno Unito ha un disperato bisogno di crescita, ma l’unico modo per ottenerla è con tagli fiscali mirati… non si farà crescere l’economia tassando la ricchezza o i viaggi aerei.»
I commenti di O’Leary si aggiungono al coro di critiche al partito laburista da parte dei leader aziendali britannici, dopo gli allarmi fiscali lanciati da figure come il capo di Marks & Spencer, Stuart Machin, e Allan Leighton di Asda.
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«Ho pochissima fiducia in Rachel Reeves o nella attuale strategia economica del governo laburista» ha dichiarato il CEO della celeberrima compagnia aerea a basso costo. «I ricchi stanno scappando… cercano voli low cost per lasciare Londra prima che Rachel Reeves tassi le loro ville, i loro redditi e le loro eredità».
O’Leary ha inoltre contestato la decisione laburista di innalzare la tassa sui passeggeri aerei (APD) e ha minacciato che ulteriori aumenti nel bilancio spingerebbero il vettore a spostare capacità verso nazioni con fiscalità più leggera, come Svezia o Italia.
«Non ha la minima idea di come generare crescita. Aumenta le tasse sul lavoro e aumenta l’APD» ha continuato O’Leary nelle sue dichiarazioni a Bloomberg.
O’Leary ha rivelato che Ryanair ha scritto al Tesoro definendo l’incremento della tassa aerea «l’idea più stupida che vi sia mai venuta in mente», avvertendo che un ulteriore rialzo nel bilancio comporterebbe il trasferimento del 10% della capacità di Ryanair – circa cinque milioni di posti – in Paesi a tassazione più bassa.
«Alla fine, anche un governo laburista stupido capirà che per un’isola ai margini dell’Europa, il modo per crescere – e per aumentare le entrate fiscali – è attirare prima i turisti sull’isola e poi tassarli», ha concluso. «Il modo per crescere non è alzare le tasse d’ingresso, che è esattamente ciò che fa l’APD».
O’Leary ha rilasciato queste dichiarazioni mentre la compagnia annunciava un balzo degli utili semestrali, favorito dall’aumento delle tariffe. L’azienda ha beneficiato anche delle consegne di nuovi aeromobili, che hanno permesso di trasportare più passeggeri.
La low cost ha registrato un utile ante imposte di 2,6 miliardi di sterline (2,96 miliardi di euro) nei sei mesi chiusi a settembre, in crescita del 40% rispetto all’anno precedente, trasportando 119 milioni di passeggeri, il 3% in più rispetto all’anno scorso.
Secondo Ryanair, le tariffe aeree medie sono salite del 13% su base annua, attestandosi a 58 euro (50,90 sterline), dopo un picco registrato nel periodo pasquale.
Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso O’Leary, ha aspramente criticato Bruxelles per non aver difeso gli aeroporti dell’Unione dai droni, chiedendo le dimissioni della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Come riportato da Renovatio 21, O’Leary nel 2024 aveva attaccato la politica dell’immigrazione UE affermando che il sistema di asilo è «una truffa completa» e che tali individui «non sono rifugiati» perché arrivano da Paesi sicuri e poi gettano i loro passaporti nel water.
Immagine di World Travel & Tourism Council via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Economia
Gli investimenti esteri nell’UE sono «spaventosamente» bassi
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