Protesta
Trieste, Paragone contestato in piazza
Contestazione per il senatore Gianluigi Paragone in Piazza Unità d’Italia a Trieste.
Alcune persone hanno obiettato al Paragone, ex parlamentare 5 stelle, ex direttore della Padania, ex conduttore TV de La7 di Urbano Cairo, il suo essere «un politico», rivendicando che la Piazza attualmente appartiene ai comuni cittadini.
L’onorevole fu bossiano e fu grillino stava placidamente cantando, un po’ sopraelevato, «la gente come noi non molla mai», con un sorriso solare stampato in faccia, affiancato da un uomo col megafono e il cappello rosso. Ecco però la contestazione, che parrebbe arrivare da un signore venuto da lontano, forse il signore pugliese in mattinata aveva raccontato la sua straziante storia famigliare al microfono in piazza.
Nel video di Local Team si vedono discussioni accese tra i manifestanti sull’opportunità di lasciare spazio ai politici.
«Noi siamo senza lavoro, le persone che xé qua le xé sensa lavoro, non stèmo far parlar i politici» dice un altro signore con il gilet fluorescente. «Questa xé la piazza de Trieste, questi sono tutti cittadini tutti lavoratori».
«Ha ragione… la politica non la vogliamo» dice un altro signore con accento meridionale. «In questo contesto non la vogliamo».
Il Paragone già da iersera pubblicava video da Trieste, dove aveva annunciato che non sarebbe stato in Senato stamane al Question time con la Lamorgese – momento che di fatto è stato monopolizzato dalla storia dell’assalto «fascista» contro la CGIL romana di 10 giorni fa, invece che dalla pressante questione di Trieste.
Sorridente, abbracciava tutti e guardando in camera dava consigli sulla trattativa dei portuali con il governo.
Il lombardo, già noto per la sua ammirazione per un gigante della politica come Alessandro Di Battista, è ricordato anche per essere un estimatore della figura e del pensiero di Gianroberto Casaleggio (1954-2016), di cui si premurò di difendere la memoria quando il M5S assentì pure al governo Draghi: ««Gianroberto l’hanno ucciso un’altra volta. E la pugnalata gliel’hanno data Grillo e Di Maio. Che possono permettersi di fare quello che stanno facendo solo perché non c’è più Gianroberto».
Il Gianroberto, ricordiamo, è colui che produsse il video Gaia il futuro della politica, che già dieci anni fa narrava di un futuro dove «ciascuno ha la sua identità in un social network mondiale creato da Google chiamato Earthlink. Per esistere devi stare in Earthlink o non esisti. Non è più necessario alcun passaporto».
In pratica, il green pass, l’euro digitale, la digitalizzazione della politica e dell’essere umano tutto, immaginati come vera utopia – perché se non ne hai accesso, come abbiamo capito con il green pass, non esisti. Pare che sia una buona cosa, visto, che, continua il video ideato da Gianroberto Casaleggio, nel 2054 vi sarà «prima elezione mondiale in rete per un governo mondiale chiamato Gaia che verrà eletto (…) In Gaia i partiti politici, ideologie, religioni, spariscono».
È un programma che vi dice qualcosa? Forse che dice qualcosa anche al sovranista senatore varesino con l’orecchino?
Su YouTube il video c’è ancora sul canale della Casaleggio Associati, con la dicitura «Gaia non rispecchia in alcun modo le intenzioni o la volontà né di Casaleggio, né del Movimento».
Immagine screenshot da YouTube
Protesta
Un morto e oltre 100 feriti in una protesta dei giovani del Perù
Secondo le autorità, violenti scontri antigovernativi avvenuti mercoledì nella capitale peruviana Lima hanno provocato almeno un morto e oltre 100 feriti.
La settimana scorsa, il Congresso peruviano ha destituito la presidente Dina Boluarte a seguito dell’indignazione popolare per l’aumento della criminalità e numerosi scandali di corruzione, nominando il capo del Congresso José Jeri come presidente ad interim. Jeri, che ha presentato il suo gabinetto martedì, ha promesso di concentrarsi sulla lotta alla criminalità, ma si è trovato di fronte a proteste che ne chiedevano la rimozione.
Mercoledì sera, migliaia di manifestanti, prevalentemente giovani, insieme a rappresentanti sindacali, hanno marciato per le strade di Lima per contestare il nuovo governo di Jeri. La protesta è degenerata in violenza quando i dimostranti hanno cercato di abbattere le barriere di sicurezza fuori dal Congresso, spingendo la polizia antisommossa a intervenire.
Secondo i resoconti, i manifestanti hanno attaccato gli agenti con pietre, bombe molotov e fuochi d’artificio, mentre la polizia ha risposto utilizzando gas lacrimogeni e razzi per disperdere la folla.
#Increíble cientos de jóvenes cantando el himno nacional tras una larga jornada de protesta en #Lima Emocionados, y con apoyo de las redes sociales, no dejaban de difundir la crisis que se vive en el país. #15Octubre #GeneracionZ pic.twitter.com/GbAeC7tpgt
— Omar Coca (@OmarCoca_) October 16, 2025
⭕️ #ATENCIÓN | Este habría sido el momento exacto en el que un manifestante fue alcanzado por un proyectil de la Policía, durante las protestas de ayer, 15 de octubre, en Lima, Perú. El joven, de aproximadamente 30 años, falleció.#LaRadioDeLasNoticiaspic.twitter.com/ehIwJgFoMQ
— Radio Pichincha (@radio_pichincha) October 16, 2025
Hoy condenamos enérgicamente los actos de violencia registrados en Lima. La protesta no puede convertirse en excusa para el desorden ni para atentar contra la seguridad de los ciudadanos.
Expreso mi respaldo a la @PoliciaPeru , que cumple con la difícil tarea de resguardar el… pic.twitter.com/aIKvlG4uDR
— José Cueto (@JoseCuetoAservi) October 16, 2025
🇵🇪 | Durante las protestas en el Cercado de Lima, una agente de la Policía Nacional del Perú fue captada intentando disparar su arma en medio de los enfrentamientos. El hecho generó indignación y nuevas críticas al gobierno del presidente José Jerí.
— Alerta News 24 (@AlertaNews24) October 16, 2025
You’re watching Peruvian workers standing strong against the cops last night as resistance to the new puppet govt explodes across Lima. At least one protester shot dead. We don’t give up the fight against US imperialism. This is what resistance looks like.pic.twitter.com/vbVZtVM0Iq
— GhostofDurruti (@DurrutiRiot) October 16, 2025
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Lo Jeri ha criticato la protesta sui social media, etichettandola come «irresponsabile» e affermando che criminali si erano infiltrati nella folla per «seminare disordine». Ha assicurato che i colpevoli della violenza dovranno subire «tutto il rigore della legge».
Le manifestazioni contro corruzione e criminalità si sono acuite a Lima, dove i casi di estorsione sono passati da poche centinaia annue nel 2017 a oltre 2.000 mensili nel 2025, causando la morte di decine di autisti di autobus e attentati con bombe contro imprese. Questa ondata di violenza ha indotto la proclamazione dello stato di emergenza all’inizio dell’anno.
Tuttavia, molti ritengono lo Jeri inadeguato a gestire la crisi. Un sondaggio Ipsos del mese scorso ha rilevato che solo il 5% approva il suo lavoro come presidente del Congresso, mentre quasi l’80% lo critica. Il Perù ha visto sette governi negli ultimi dieci anni, compreso l’ultimo in ordine di tempo.
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Protesta
La polizia usa lacrimogeni e idranti contro i manifestanti a Brusselle
Des échauffourées ont éclaté lors de la manifestation nationale de ce mardi 14 octobre. Des participants masqués s’en sont pris à l’Office des Etrangers #Bruxelles pic.twitter.com/DJThcZywjq — LN24 (@LesNews24) October 14, 2025
🔴Belgique | Répression brutale de la manifestation à Bruxelles contre le gouvernement Arizona. La police nasse les manifestants et fait usage de gaz lacrymogène et de canons à eau. pic.twitter.com/Z6uruZoZAL
— Révolution Permanente (@RevPermanente) October 14, 2025
Petite pensée à toutes ces boîtes privées qui investissent à perte à Bruxelles 😢 pic.twitter.com/2ncYyIEsYC
— Ir Pascal Desch@mps🥇🌵 (@PascalDeschamp8) October 15, 2025
🚨🇧🇪🇵🇸#Bruxelles #Brussels ##Brussel #Bxl #Belgium #Belgique #Belgie #Gaza https://t.co/NiDjgnDM3K pic.twitter.com/Q7epi8jCQD
— vero 🔻🇵🇸 (@veroveronique1) October 14, 2025
🚨À #Bruxelles 🇧🇪! Violences policières 👮♀️ pendant la grève nationale d aujourd’hui !
🚨In #Brussels 🇧🇪! Police violence 👮♀️ during today’s national strike!#Belgique #Belgie #Belgium #Brussel pic.twitter.com/6KN4feIZIu — vero 🔻🇵🇸 (@veroveronique1) October 14, 2025
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Protesta
I giovani della generazione Z protestano anche in Marocco: le immagini
Proteste guidate da giovani per chiedere migliori ospedali e scuole si sono diffuse in diverse città del Marocco nella tarda serata di lunedì. Secondo testimoni e organizzazioni per i diritti umani, decine di persone sono state arrestate a Rabat, Casablanca, Agadir, Tangeri e Oujda.
Le manifestazioni, coordinate online dal gruppo informale «GenZ 212» tramite TikTok, Instagram e Discord, hanno visto anche il coinvolgimento di Morocco Youth Voices, che ha invitato i partecipanti a radunarsi pacificamente per stimolare il dibattito sulle politiche sociali.
I disordini sono iniziati ad Agadir, dove la frustrazione per le condizioni degli ospedali si è rapidamente propagata tramite i social media ad altre città. L’Associazione Marocchina per i Diritti Umani, citata dall’*AP*, ha riportato oltre 120 arresti nel fine settimana.
#GENZ212 youth protests in Morocco grow in size and boldness. They demand health care and education, protest money spent in stadiums for the World Cup. “Al-shaʿb yurīd suqut al-fasād” – the people want the fall of corruption. pic.twitter.com/dyXy4Qg8kF
— Jorge Martin ☭ (@marxistJorge) September 29, 2025
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Le autorità hanno smentito le accuse secondo cui i preparativi per la Coppa del Mondo 2030, co-ospitata da Marocco, Spagna e Portogallo, avrebbero sottratto risorse ai servizi essenziali.
Il premier marocchino Aziz Akhannouch, anche sindaco di Agadir, ha difeso l’operato del governo: «Abbiamo portato avanti riforme, aumentato la spesa e stiamo costruendo ospedali in tutte le regioni del Paese», ha dichiarato, come riportato dall’agenzia AP. Ha ammesso, tuttavia, che l’ospedale principale di Agadir soffre di carenze croniche e infrastrutture obsolete.
La popolazione marocchina è prevalentemente giovane, con metà degli abitanti sotto i 25 anni.
Come riportato da Renovatio 21, proteste simili guidate da giovani hanno recentemente scosso altri paesi. In Madagascar, le dimostrazioni per la carenza di energia e acqua hanno portato lunedì allo scioglimento del governo. In Nepal, a inizio settembre, proteste contro il divieto di piattaforme social e la corruzione hanno costretto alle dimissioni il Primo Ministro KP Sharma Oli.
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