Geopolitica
Tokyo si riarma. Medvedev accusa il nuovo «militarismo giapponese»

Il 31 agosto, il Ministero della Difesa giapponese a Tokyo ha chiesto 53 miliardi di dollari per l’anno fiscale 2024, la sua più grande richiesta di bilancio mai vista, in aumento del 13,4% rispetto al budget iniziale per l’anno fiscale in corso, e il 12° aumento consecutivo.
La richiesta di bilancio sarà inviata al Ministero delle Finanze per essere esaminata prima che venga presa una decisione a fine dicembre. Il governo e i media insistono sul fatto che la minaccia cinese richiede questo livello di mobilitazione bellica.
La richiesta di budget, secondo The Diplomat, includerebbe la produzione di massa di missili a lungo raggio e di difesa missilistica, la produzione di droni; la «capacità operative interdominio» nello spazio, nel cyberspazio e nei domini elettromagnetici.
La manovra comprenderebbe l’acquisto di altri otto caccia da attacco congiunto Lockheed Martin F-35A Lightning II e di altri sette aerei da caccia multiruolo F-35B Lightning, due navi dotate del sistema Aegis e due nuove fregate multiruolo.
Il primo ministro Fumio Kishida si recherà in Indonesia e India questa settimana per gli incontri dell’ASEAN e del G20, dove spera di ottenere maggiore sostegno dal cosiddetto «Sud globale».
In occasione della Giornata della Vittoria russa sul Giappone, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitrij Medvedev ha pronunciato a Yuzhno-Sakhalinsk, sull’isola di Sakhalin nell’Estremo Oriente russo, un discorso che attacca il nuovo militarismo giapponese.
«È deplorevole che le autorità giapponesi stiano seguendo la strada verso una nuova militarizzazione del Paese. Sono diventati gli eredi del Giappone, che una volta affrontò una fine ingloriosa», ha detto Medvedev secondo l’agenzia TASS.
Medvedev ha osservato che con il sostegno degli «alleati» americani, il Giappone sta espandendo attivamente la propria infrastruttura militare, acquistando armi straniere, comprese quelle offensive.
Le precedenti restrizioni sulle cosiddette Forze di Autodifesa di Tokyo e sulle operazioni militari all’estero vengono revocate, esercitazioni militari si svolgono vicino alle Isole Curili, il che complica seriamente la situazione nella regione Asia-Pacifico.
«Il Giappone deve imparare dalla storia, dalla data memorabile che celebriamo oggi, riconoscere pienamente gli esiti della Seconda Guerra Mondiale e fare di tutto perché non divampi la terza. Dovrebbe rinunciare ai piani militaristici a beneficio del proprio popolo», ha detto Medvedev.
L’ex presidente della Federazione Russa ha quindi sostenuto anche che l’uso da parte degli Stati Uniti delle armi nucleari contro il Giappone nel 1945 senza necessità militare rivelò il vero volto degli Stati Uniti.
«Nell’agosto del 1945, le truppe americane sganciarono bombe nucleari sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki. È noto che non vi era alcun senso militare per farlo. Gli Stati Uniti volevano solo dimostrare le loro ambizioni imperiali e la loro forza brutale».
«Anche gli Stati Uniti sono pronti ad agire ora esattamente allo stesso modo, quando stanno conducendo guerre ibride per mano dei loro dipendenti in tutti i continenti del mondo, compresa l’Ucraina».
Come riportato da Renovatio 21, il Giappone starebbe preparando degli intercettori contro la minaccia dei missili ipersonici russi, che attualmente sono non-difendibili. Cinque mesi fa una nave russa aveva testato missili supersonici nel Mar del Giappone.
Al vertice di Vilnius era atteso un allineamento di Tokyo alla NATO. Con gli USA i giapponesi starebbero accumulando missili nelle isole meridionali contro la Cina, in previsione di una nuova guerra nel Pacifico. Secondo un sondaggio di inizio anno, il 77% dei giapponesi teme l’invasione cinese di Formosa.
Il Giappone è entrato a far parte, con la Corea del Sud, del Centro di eccellenza per la difesa informatica cooperativa (CCDCOE) della NATO, cioè il comando per la guerra cibernetica del Patto Atlantico. La cosa osa ha scatenato l’ira di Pechino.
Pochi mesi fa gli USA hanno promesso di difendere il Giappone con armi nucleari, se necessario.
Geopolitica
Charlie Kirk una volta si era chiesto se se l’Ucraina avrebbe cercato di ucciderlo

L’attivista conservatore Charlie Kirk, ucciso in un attentato, aveva dichiarato di essere minacciato di morte ogni giorno per le sue posizioni critiche, in particolare contro il sostegno finanziario degli Stati Uniti al conflitto ucraino. Si dice che almeno una minaccia di omicidio, attribuita a un portavoce ucraino, potrebbe essere stata diretta personalmente a lui.
Nel 2023, il Centro per il contrasto alla disinformazione di Kiev ha accusato Kirk di promuovere la «propaganda russa». Nel 2024, un sito ucraino aveva incluso Kirk e la sua organizzazione, Turning Point USA, in una lista nera comprendente 386 individui e 76 gruppi americani contrari al finanziamento dell’Ucraina.
Il transessuale americano Sarah Ashton-Cirillo, già responsabile della comunicazione in lingua inglese per le Forze di Difesa Territoriali ucraine, aveva dichiarato di voler «dare la caccia» a quelli che aveva definito «propagandisti del Cremlino», annunciando un imminente attacco contro una figura vicina al presidente russo Vladimir Putin.
Aveva in seguito minacciato anche giornalisti americani, e dichiarato che «i russi non sono esseri umani».
.@charliekirk11 on Volodymyr Zelenskyy: “The gangster is coming back to extort more American politicians to try to get us further into a no-win war.” pic.twitter.com/AF53AP67rB
— Human Events (@HumanEvents) September 15, 2023
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«Proveranno a uccidere Steve Bannon, Tucker Carlson o forse me?» si era chiesto Kirk, citando altre note figure conservatrici dei media americani.
«Noi non siamo burattini di Putin né propagandisti russi, eppure il New York Times ci etichetta così, Twitter ci etichetta così», aveva affermato Kirk nel suo programma. «E quella persona, finanziata dal Tesoro degli Stati Uniti, dichiara: vi troveremo e vi uccideremo».
La questione se il governo degli Stati Uniti stesse finanziando Ashton-Cirillo è diventata oggetto di dibattito pubblico dopo che la sua dichiarazione è diventata virale, interessando anche l’allora senatore dell’Ohio JD Vance, oggi vicepresidente USA. Il transessuale statunitense fu quindi prontamente rimosso dalle forze armate ucraine.
Kirk è stato un critico costante dello Zelens’kyj, descrivendolo come «un bambino ingrato e capriccioso», un «go-go dancer» che non merita nemmeno un dollaro delle tasse americane e «un burattino della CIA che ha guidato il suo popolo verso un massacro inutile».
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Geopolitica
Mosca critica Israele per l’attacco al Qatar

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Geopolitica
«Li prenderemo la prossima volta» Israele non esclude un altro attacco al Qatar

Israele è determinato a uccidere i leader di Hamas ovunque risiedano e continuerà i suoi sforzi finché non saranno tutti morti, ha dichiarato martedì a Fox News l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Yechiel Leiter.
In precedenza, attacchi aerei israeliani hanno colpito un edificio residenziale a Doha, in Qatar, prendendo di mira alti esponenti dell’ala politica di Hamas. Il gruppo ha affermato che i suoi funzionari sono sopravvissuti, mentre l’attacco è stato criticato dalla Casa Bianca e condannato dal Qatar.
«Se non li abbiamo presi questa volta, li prenderemo la prossima volta», ha detto il Leiter.
L’ambasciatore ha descritto Hamas come «nemico della civiltà occidentale» e ha sostenuto che le azioni di Israele stavano rimodellando il Medio Oriente in modi che gli Stati «moderati» comprendevano e apprezzavano. «In questo momento, potremmo essere oggetto di qualche critica. Se ne faranno una ragione», ha detto riferendosi ai Paesi arabi.
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che, sebbene smantellare Hamas sia un obiettivo legittimo, colpire un alleato degli Stati Uniti mina gli interessi sia americani che israeliani.
Leiter ha osservato che Israele «non ha mai avuto un amico migliore alla Casa Bianca» e che Washington e lo Stato Ebraico sono rimaste unite nel perseguire la distruzione del gruppo militante.
Il Qatar, che ospita funzionari di Hamas nell’ambito del suo ruolo di mediatore, ha dichiarato che tra le sei persone uccise nell’attacco israeliano c’era anche un agente di sicurezza del Qatar.
L’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, ha denunciato l’attacco come un «crimine atroce» e un «atto di aggressione», mentre il ministero degli Esteri di Doha ha accusato Israele di «terrorismo di Stato».
Israele ha promesso di dare la caccia ai leader di Hamas, ritenuti responsabili del mortale attacco dell’ottobre 2023, lanciato da Gaza verso il sud di Israele. L’ambasciatore ha giurato che i responsabili «non sopravviveranno», ovunque si trovino.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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