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Vaccini

Stefano Montanari sui casi di pertosse: «somministrare un vaccino in gravidanza significa mettere a rischio il feto»

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Dottor Montanari, ha seguito la tragica notizia delle due neonate morte di pertosse all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo?

Molto poco. Quando la notizia è uscita mi trovavo a Pesaro per due giorni, impegnato con il microscopio elettronico reduce da un intervento tecnico di riparazione. Qualcosa, però, è stato impossibile non sentire, stante la pubblicità che ne è uscita. La prima cosa che mi è venuta in mente è che ogni giorno, stando alle statistiche ufficiali italiane, a mio parere robustamente sottostimate, ogni giorno muoiono da 19 a 20 persone nel nostro paese per le malattie contratte in ospedale a causa della loro sozzura. Non parliamo di chi da quei luoghi esce con una malattia nuova. Di questo nessuno parla e non si spende un centesimo per ovviare alla strage. La seconda cosa che mi è venuta in mente è che ci troviamo al cospetto di un espediente molto poco onorevole escogitato da piazzisti di infimo ordine.

 

Le reazioni dei media non trova siano state stupefacenti, anche per il dovuto rispetto che si dovrebbe mostrare nei confronti delle famiglie in questo doloroso e delicato momento?

Noi continuiamo a stupirci di fatti del tutto normali. Viviamo in un regime dittatoriale sicuramente molto particolare e unico nella storia, ma un regime che condivide tanti aspetti con tutti quelli che l’hanno preceduto e che lo affiancano temporalmente. Lei mi parla di rispetto, ma che rispetto si ha, in genere, per degli animali da reddito?

 

Ancora più stupefacente però, se mi permette, è che gira che ti rigira, quello che trapela, è che la «colpa» sarebbe delle madri non vaccinate.

La novità è quella di far cadere la responsabilità sulle madri non vaccinate

Per prima cosa, da quanto mi pare di avere colto, non esiste nessuna evidenza autoptica che conforti la notizia della morte causata da pertosse. Tutto è possibile, naturalmente, ma di solito non c’è tanta fretta e, se si sente il bisogno di rendere pubblico un fatto come quello di cui si parla, si aspetta di avere un riscontro certo. La novità, quella sì stupefacente per la sua stravaganza, è quella di far cadere la responsabilità sulle madri non vaccinate. Una bizzarria simile, ovviamente non credibile da chiunque abbia un minimo di nozioni sull’argomento, si giustifica solo con la certezza di rivolgersi ad un pubblico totalmente impreparato culturalmente ma perfettamente addestrato a credere a qualunque cosa, non importa quanto fantasiosamente campata per aria, purché esca dalla bocca dell’addestratore.

 

Ora però i genitori dell’ultima bambina morta, secondo quanto riporta il Corriere, smentiscono facendo presente che ambedue erano vaccinati e sani: cosa può esser successo allora? 

Io non sono al corrente di ciò che sta accadendo e credo che pochi lo siano, ma non mi sorprenderò se qualunque informazione che possa mettere a rischio la tesi demenziale avanzata subirà la dovuta censura. E se le mamme avessero contratto la pertosse da bambine superando la malattia senza problemi come capita nella quasi totalità dei casi? È curioso che a nessuno sia passato per la mente di porsi la questione.

E se le mamme avessero contratto la pertosse da bambine superando la malattia senza problemi come capita nella quasi totalità dei casi? È curioso che a nessuno sia passato per la mente di porsi la questione.

 

La pertosse può colpire anche i neonati, persino quelli non ancora vaccinati. Burioni ci dice quindi che deve essere vaccinata la madre in gravidanza: le pare la giusta soluzione? 

Di Burioni preferisco non parlare. Siamo su livelli talmente diversi che non può esserci comunicazione e, comunque, io non voglio in alcun modo avere a che fare con lui se non attraverso quel confronto su basi esclusivamente scientifiche che lui da anni evita accampando scuse su cui non voglio pronunciarmi per pudore. Resta il fatto che vaccinare in gravidanza, e questo vale per qualunque vaccino, è inconcepibile se parliamo di medicina. Se parliamo di quattrini, la cosa cambia aspetto, ma qui io non c’entro più. Quando, quasi mezzo secolo fa, io sostenni l’esame di farmacologia, e per noi era un esame serio che non teneva conto delle esigenze, peraltro allora poco presenti, delle case farmaceutiche, se avessi detto di vaccinare una donna gravida il professor Luigi Molinengo, pur con la cortesia che era connaturata in lui, mi avrebbe giustamente mostrato la porta. Ora uno strafalcione simile finisce in pasto ai teledipendenti e diventa la verità indiscussa. Somministrare un vaccino in gravidanza significa mettere a rischio pesantissimo il feto. Inquinanti vari comprese le particelle che noi troviamo da 16 anni, antibiotici impossibili da somministrare a un bambino e, allora, figuriamoci ad un feto!, formaldeide, alluminio… Con i farmaci non si gioca, anche se ci sono tanti sodi in ballo.

Somministrare un vaccino in gravidanza significa mettere a rischio pesantissimo il feto. Inquinanti vari comprese le particelle che noi troviamo da 16 anni, antibiotici impossibili da somministrare a un bambino e, allora, figuriamoci ad un feto!, formaldeide, alluminio…

 

 Sempre il Corriere della Sera, invece, ci presenta un’altra soluzione: la «strategia del bozzolo»: «Se le neomamme non si sono vaccinate in tempo? «Possono farlo entro i tre mesi di vita del bambino: anche i famigliari stretti dovrebbero essere sottoposti a richiamo. È quella che si chiama “strategia del bozzolo”, permette di creare attorno al neonato una vera e propria zona di sicurezza».

Quando l’ignoranza sconfina … Prescindendo dalla follia di vaccinare una donna incinta, in particolare il vaccino antipertosse ha un’efficacia tutta da dimostrare e, comunque, rende il vaccinato un untore a vita per la malattia. Dunque, vaccinare la famiglia aggrava il problema.

 

È così che si risolverebbe il problema?

Dipende da che cosa s’intende per soluzione. Uno statista di nome Adolf Hitler parlava di soluzione finale ed era applaudito da decine di milioni di persone.

 

Può spiegarci bene cosa sia la pertosse e come mai il vaccino non rende immuni?

Si tratta di una malattia infettiva particolarmente contagiosa trasmessa da un batterio Gram-negativo chiamato Bordetella pertussis. La trasmissione avviene inalando le goccioline di saliva o di muco emesse dai malati. È una malattia comune che colpisce decine di milioni di persone ogni anno, specie bambini, con manifestazioni che possono andare dalla quasi inosservabilità a tossi violente con vomito e che di norma guarisce senza strascichi e senza terapie. Il vaccino usato ora sostituisce quello di un tempo che era particolarmente gravato da effetti indebiti ma la sua efficacia è scarsa. Per ovviare al problema si sottopone il soggetto a richiami ripetuti ma l’efficacia resta scarsissima se mai esiste. Non ci si deve stupire, però: i vaccini sono tutti poco efficaci, e se dico poco regalo loro più di qualcosa.

Per ovviare al problema della scarsa efficacia del vaccino per la pertosse si sottopone il soggetto a richiami ripetuti ma l’efficacia resta scarsissima se mai esiste. Non ci si deve stupire, però: i vaccini sono tutti poco efficaci, e se dico poco regalo loro più di qualcosa.

 

«Contrariamente ad altre malattie infettive, la pertosse può colpire anche i neonati di madre immune.  Sembra infatti che gli anticorpi materni che costituiscono le loro prime difese non siano in grado di proteggerli contro questa infezione». Questo è ciò che dice l’ISS. Corrisponde dunque al vero? Eppure Burioni sembra ignorare totalmente questa precisazione.  

Sì, è vero. Le ho detto che quello che dice Burioni non m’interessa.

 

Sempre Burioni, nelle ultime ore, si è lasciato andare a passaggi davvero illogici uniti quasi ad ammissioni insolite. Le riporto alcuni suoi passaggi uniti a qualche domanda in mezzo. «Fino agli anni 90 contro la pertosse abbiamo usato un vaccino estremamente efficace che era però gravato di alcuni effetti collaterali rari, ma non trascurabili». Burioni ammette il danno da vaccino? Di quali casi parla? Ma i vaccini non erano «i farmaci più sicuri che ci sono»?. «Dopo quel momento, siamo passati ad un vaccino detto “acellulare”, che è sicurissimo ma meno potente». Quindi quello precedente era insicuro?. «A causa di questa minore efficacia, e pure delle mancate vaccinazioni, i casi di pertosse stanno aumentando». Quindi il vaccino per la pertosse è inefficace? Si prende la pertosse anche se si è vaccinati per la pertosse?

Stiamo parlando di Burioni che va preso per quello che è.

 

Dott. Montanari, scusi la franchezza, ma siamo dinnanzi ad un altro passo nel mercato del farmaco? Cioè, dopo il vaccino venduto per il bambino appena nato, ora se ne venderà uno certo anche per la madre?

L’industria farmaceutica è riuscita in un’impresa commerciale che non ha uguali. Chissà se il povero Ippocrate sta in qualche modo cercando di uscire dall’aldilà armato di randello.

Chissà se il povero Ippocrate sta in qualche modo cercando di uscire dall’aldilà armato di randello

 

Questo passaggio non sembra allontanarsi molto dal modus operandi del nuovo Ministro alla salute Giulia Grillo, che proprio ieri, davanti alle Commissioni parlamentari preposte, a proposito del morbillo, ha fatto presente che bisognerà agire sulle fasce adulte, spesso scoperte da coperture vaccinali.   

Il mio vecchio professore di fisiologia ci diceva: «Nonostante le vostre cure, la maggior parte dei vostri pazienti guarirà». La ministra Grillo, mai eletta da nessuno e, dunque, seduta deve sta fuori dei confini della Costituzione, sarà uno degli elementi che metteranno alla prova la veridicità di quella frase. Se la Natura avrà interesse a salvare l’homo sapiens, scoverà qualcosa anche per difenderci dal ministro.

 

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Fertilità

Un nuovo studio collega il vaccino contro il COVID al forte calo delle nascite

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Un nuovo studio pubblicato dal docente norvegese Jarle Aarstad dell’Institute of Economics and Business, Inland Norway University of Applied Sciences collega la somministrazione dei vaccini anti-COVID-19 a un calo significativo delle nascite negli Stati Uniti.

 

Secondo l’analisi, condotta su dati del CDC relativi a vaccinazioni e nati vivi in 566 contee (circa 260 milioni di abitanti), nel 2023 si sono registrati negli USA quasi 70.000 nati vivi in meno rispetto a quanto atteso in assenza di vaccinazione di massa. Estrapolando il risultato all’intera popolazione, il ricercatore attribuisce alla campagna vaccinale una riduzione di circa del 2 % dei nati vivi e un corrispondente calo di 0,03 punti nel tasso di fertilità totale (TFR), passato da 1,65 nel 2022 a 1,62 nel 2023.

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Lo studio conclude che la flessione osservata tra il 2022 e il 2023 è imputabile in misura preponderante all’effetto dei vaccini, mentre fattori strutturali tradizionali (inflazione, costo degli alloggi, partecipazione femminile al lavoro, carenza di servizi per l’infanzia, età media al primo figlio) non mostrano variazioni sufficienti a giustificare da soli un anno all’altro un calo di tale entità.

 

Il meccanismo biologico responsabile non è ancora chiarito: l’autore lascia aperta l’ipotesi di un aumento di infertilità temporanea o permanente nelle donne vaccinate oppure di un incremento di aborti spontanei e nati morti. Durante il biennio 2021-2022 numerosi reparti ostetrici statunitensi avevano segnalato un anomalo incremento di feti morti in utero.

 

Nel 2024 il TFR americano è ulteriormente sceso al minimo storico di 1,60, alimentando il timore che parte dei danni alla fertilità femminile possa rivelarsi irreversibile.

 

Lo studio sottolinea che, a differenza di altri determinanti demografici (livello di istruzione, età al matrimonio, scelta di non avere figli) che rientrano nella sfera della libera decisione individuale, la vaccinazione anti-COVID è stata in molti casi imposta o fortemente incentivata da datori di lavoro, enti pubblici e misure governative, limitando di fatto la libertà di scelta di decine di milioni di cittadini.

 

I dati completi della ricerca sono stati resi pubblici e sono attualmente in fase di revisione paritaria.

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Vaccini

Un nuovo sondaggio rivela che 1 adulto su 10 è rimasto vittima di un grave danno da vaccino COVID

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Secondo un sondaggio nazionale condotto questo mese, circa il 10% degli adulti statunitensi che hanno ricevuto il vaccino contro il COVID-19 ha manifestato effetti collaterali «gravi», mentre oltre un terzo (36%) ha manifestato effetti collaterali «minori». Kristi Dobbs, gravemente ferita dal vaccino Pfizer contro il COVID-19, ha dichiarato al The Defender che i feriti causati dal vaccino «continuano a soffrire, a morire e a essere gettati nella spazzatura».   Secondo un sondaggio nazionale condotto questo mese, negli Stati Uniti un adulto su 10 che ha ricevuto il vaccino contro il COVID-19 ha manifestato effetti collaterali «gravi», mentre oltre un terzo (36%) ha manifestato effetti collaterali «minori».   Sulla base di una popolazione adulta statunitense di 258 milioni nel 2020, i risultati indicano che circa 17 milioni di adulti che hanno ricevuto il vaccino contro il COVID-19 hanno avuto gravi effetti sulla salute e circa 63 milioni hanno avuto effetti collaterali minori, ha affermato Rasmussen Reports, che ha condotto il sondaggio.   L’indagine, che ha coinvolto 1.292 adulti e ha avuto un errore di campionamento marginale di +/- 3 punti percentuali con un livello di confidenza del 95%, ha anche rivelato che il 46% degli adulti, sia vaccinati che non vaccinati, ritiene probabile che i vaccini contro il COVID-19 abbiano causato un numero significativo di decessi inspiegabili.   Questi numeri non sorprendono Christopher Dreisbach, direttore degli affari legali di React19, la cui missione è supportare i pazienti danneggiati dal vaccino contro il COVID-19. Ha dichiarato a The Defender:

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«Qualsiasi sorpresa riguardo alla frequenza e alla gravità di queste reazioni avverse è semplicemente il risultato di anni di censura a livello governativo e di piattaforma, che ha tenuto le esperienze dei feriti lontane dalla vista del pubblico».   A Dreisbach è stata diagnosticata una malattia neurologica debilitante e dolorosa dopo aver ricevuto il vaccino Pfizer contro il COVID-19.   Kristi Dobbs, che è rimasta gravemente ferita anche lei quando ha fatto la sua prima e unica dose di vaccino Pfizer contro il COVID-19 il 18 gennaio 2021, ha affermato che il governo degli Stati Uniti deve ancora garantire che questo tipo di gravi danni da vaccino non si ripetano in futuro.   Ad eccezione del Segretario alla Salute degli Stati Uniti Robert F. Kennedy Jr. e del senatore repubblicano wisconsino Ron Johnson, che si sono espressi apertamente sui danni causati dal vaccino contro il COVID-19, la maggior parte dei funzionari governativi «spera che saremo semplicemente messi a tacere e dimenticati», ha affermato Dobbs.   Ha affermato che lei e altri hanno «gridato dai tetti» da febbraio 2021, quando un gruppo di loro ha avvertito i National Institutes of Health che le iniezioni stavano causando danni ingenti.   Da allora, Dobbs ha contattato personalmente i Centers for Disease Control and Prevention, la Food and Drug Administration statunitense, la Stanford University e la Mayo Clinic.   «Le mie grida sono cadute nel vuoto per anni», ha detto. «I feriti causati dal vaccino continuano a soffrire, a morire e vengono gettati nella spazzatura».   Nikki Holland, responsabile della sensibilizzazione della comunità di REACT19, che ha subito danni a causa di un vaccino contro il COVID-19, ha dichiarato: «questo accade a persone reali in ogni comunità, non a statistiche rare. Se ci rifiutiamo di riconoscere e indagare onestamente su questi danni, miniamo i principi stessi che consentono alla medicina di evolversi e alla sicurezza dei pazienti».   Secondo OpenVAERS, al 29 agosto 2025 sono state registrate 1.666.646 segnalazioni di danni da vaccino COVID-19 nel Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) . Di queste, oltre 220.000 erano sufficientemente gravi da richiedere il ricovero ospedaliero e quasi 39.000 erano segnalazioni di decesso. Storicamente, il VAERS ha dimostrato di segnalare solo l’1% degli effettivi eventi avversi da vaccino.   Oltre alla sottostima degli infortuni causati dal vaccino contro il COVID-19, il mese scorso un’indagine condotta da The Defender ha rivelato che l’Occupational Safety and Health Administration, o OSHA (l’agenzia governativa che sovrintende alla sicurezza sul posto di lavoro), ha ordinato ai datori di lavoro del settore sanitario di non segnalare gli infortuni correlati ai vaccini contro il COVID-19, obbligatori per i lavoratori.

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Meno dello 0,3% delle richieste di risarcimento per infortuni causati dal COVID sono state risarcite

Un’indagine condotta ad agosto dall’avvocato Ray Flores e da The Defender ha scoperto che oltre 1,5 milioni di persone che avevano segnalato lesioni dovute al COVID-19 al programma di risarcimento del governo degli Stati Uniti sono state escluse dalla possibilità di presentare domanda di risarcimento.   Questo perché il Countermeasures Injury Compensation Program (CICP), che elabora le richieste di risarcimento per infortuni causati dal COVID-19, non accetta domande da parte di persone che hanno subito gli infortuni più comuni e non gravi.   Tra coloro che possono presentare una richiesta di risarcimento, le probabilità di essere risarciti rapidamente, in modo adeguato o addirittura di non essere risarciti sono scarse. Al 1° giugno, il CICP aveva ricevuto 13.836 richieste di risarcimento per danni da vaccino contro il COVID-19 e ne aveva risarcite solo 39, ovvero meno dello 0,3%.   A giugno, Kennedy ha dichiarato in un’intervista con Tucker Carlson che intende potenziare gli sforzi del governo per risarcire i danneggiati dal vaccino contro il COVID-19, possibilmente inserendo i vaccini contro il COVID-19 nel programma federale di risarcimento per danni da vaccino che elabora le richieste di risarcimento per danni relativi agli altri vaccini elencati nel programma del CDC, ma non ai vaccini contro il COVID-19, che sono ancora classificati come contromisure pandemiche, coperti dal CICP.   «Abbiamo appena assunto questa settimana un ragazzo che rivoluzionerà il programma nazionale di risarcimento per i danni da vaccino», ha detto Kennedy a Carlson. «Stiamo valutando modi per ampliare il programma in modo che le persone danneggiate dal vaccino COVID possano essere risarcite».   Il dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti non ha risposto immediatamente quando gli è stato chiesto quali misure abbia adottato Kennedy da allora.

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Il senatore Johnson è stato «attaccato» per aver messo in luce i danni del vaccino COVID

Potrebbe essere sempre più difficile ignorare i danni causati dal vaccino contro il COVID-19, poiché è dimostrato che il loro numero è in aumento.   Il dott. Joseph Varon, presidente e direttore sanitario dell’Independent Medical Alliance (IMA), ha osservato in un post su Substack in merito al sondaggio Rasmussen che i medici dell’IMA stanno ora segnalando un «notevole aumento dell’infiammazione cardiaca , di tumori insoliti e di altre condizioni preoccupanti» tra i destinatari del vaccino mRNA contro il COVID-19.   L’IMA, precedentemente FLCCC o Front Line COVID-19 Critical Care Alliance, è un’organizzazione no-profit creata per «salvare vite umane e promuovere il benessere a lungo termine attraverso un’assistenza basata sulla scienza e incentrata sul paziente».   «Stiamo ancora iniziando a capire come l’mRNA interagisce con l’organismo», ha scritto Varon. «Ecco perché il periodo di obbligo COVID è stato così problematico per l’assistenza sanitaria».   Il cardiologo dottor Peter McCullough ha affermato di gestire un «flusso infinito di pazienti con nuove malattie sviluppatesi dopo la vaccinazione contro il COVID-19».   Dobbs ha affermato di essere grata che Johnson, che presiede la sottocommissione permanente sulle indagini del Senato degli Stati Uniti, abbia tenuto a maggio un’udienza sulla copertura dei rischi del vaccino contro il COVID-19. «Ma anche Johnson è stato preso di mira nel corso degli anni», ha aggiunto.   Quasi cinque anni di lotta per farsi sentire hanno lasciato il segno, ha detto. «Abbiamo perso molte persone a causa del suicidio e del cancro».   Ciononostante, Dobbs ha affermato che continuerà a lottare per migliorare la situazione per le generazioni future. «Saremo visti, ascoltati e creduti».   Suzanne Burdick Ph.D.   © 24 novembre, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Questo articolo è stato aggiornato per chiarire che il bupropione (Wellbutrin) è un antidepressivo, ma non un SSRI. È un inibitore della ricaptazione della noradrenalina e della dopamina, o NDRI.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Vaccini

Google ha censurato le informazioni sui vaccini molto prima del COVID: quali sono i suoi legami con le farmaceutiche?

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Alphabet, la società madre di Google, ha ammesso al Congresso che l’amministrazione Biden ha fatto pressione su YouTube, di proprietà di Google, affinché rimuovesse video che non violavano nemmeno le sue policy sui contenuti. Alphabet, che ha profondi legami con il settore farmaceutico, ha definito la pratica «inaccettabile e sbagliata». Ma continua a verificarsi.

 

Durante la pandemia di COVID-19, le grandi aziende tecnologiche hanno collaborato con il governo per mettere a tacere il dissenso e le critiche ai lockdown e alla campagna di vaccinazione di massa coercitiva, censurando informazioni veritiere che non erano in linea con l’agenda politica.

 

Il ruolo dell’amministrazione Biden nel regime di censura è stato oggetto di un rapporto del Congresso del maggio 2024 intitolato «Il complesso industriale della censura».

 

Tre mesi dopo la pubblicazione del rapporto, il CEO di Meta Mark Zuckerberg ha ammesso in una lettera al Congresso che Facebook aveva censurato informazioni fattuali sotto pressione della Casa Bianca.

 

A settembre, la società madre di Google, Alphabet, ha risposto a una citazione in giudizio del Congresso con una lettera in cui rivelava in modo analogo come l’amministrazione Biden avesse fatto pressione su YouTube, di proprietà di Google, affinché rimuovesse video che non violavano nemmeno le sue norme sui contenuti.

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Alphabet ha definito la pratica «inaccettabile e sbagliata», insistendo sul fatto di aver resistito alla pressione e di aver applicato solo le proprie politiche contro la «disinformazione».

 

Questa difesa, tuttavia, elude il fatto che tali linee guida sui contenuti sono state create in collusione con le stesse «autorità sanitarie» che promuovono la governance autoritaria, come i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

 

Il risultato è stato che le informazioni vere sono state censurate, mentre la disinformazione approvata dal governo ha potuto proliferare incontrastata.

 

Come ha ammesso un funzionario delle Nazioni Unite durante un incontro del World Economic Forum (WEF) del settembre 2022, Google stava aiutando le autorità governative a «appropriarsi della scienza» nei suoi risultati di ricerca su Internet.

 

Nella sua lettera al Congresso, Alphabet ha sottolineato che le politiche sui contenuti di YouTube si sono evolute nel frattempo. Ammettendo tacitamente come i creatori fossero stati messi a tacere per aver detto la verità, Alphabet ha promesso di ripristinare i canali YouTube sospesi per contenuti non più considerati disinformativi.

 

Alphabet ha quindi riconosciuto la censura, ma ha cercato di assolversi incolpando la Casa Bianca e le autorità sanitarie pubbliche.

 

La verità è che la censura di contenuti relativi alla salute da parte di Google, inclusi fatti scomodi sui vaccini, è precedente al COVID-19 e continua ancora oggi. Potrebbe essere dovuto al fatto che Alphabet ha profondi legami finanziari con l’industria farmaceutica e biotecnologica?

 

I legami di Alphabet con Big Pharma esistono attraverso numerose sue controllate, tra cui Calico, DeepMind, Isomorphic Labs e Verily Life Sciences. In questo articolo, ci concentreremo su quest’ultima, una delle società affiliate a Google.

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Google Ventures investe molto nel settore farmaceutico e biotecnologico

Nel 2009, Google ha lanciato Google Ventures (ora formalmente nota come GV), una società di capitale di rischio che ha subito iniziato a investire in aziende farmaceutiche e biotecnologiche.

 

Un esempio delle incursioni di Google nel settore medico è stato l’investimento in Flatiron Health, una startup che mirava a creare una piattaforma software per migliorare l’assistenza oncologica utilizzando l’intelligenza artificiale (IA) per analizzare i dati dei pazienti.

 

I fondatori di Flatiron in precedenza erano proprietari di Invite Media, una società di pubblicità display acquisita da Google nel 2010. Non avevano alcuna esperienza nel settore sanitario, ma erano guidati da Krishna Yeshwant, medico e socio amministratore di Google Ventures.

 

Nel 2013, hanno raccolto 8 milioni di dollari per Flatiron, con GV come investitore principale, seguiti da altri 130 milioni di dollari l’anno successivo, sempre guidati da GV. Come parte di quest’ultimo accordo, il consiglio di amministrazione di Flatiron avrebbe incluso Andrew Conrad, direttore della ricerca e sviluppo tecnologico di Google X, una divisione di ricerca e sviluppo del gigante tecnologico.

 

Nel 2016, Flatiron ha raccolto un terzo round di finanziamenti, altri 175 milioni di dollari, guidati dalla multinazionale svizzera Roche Pharmaceuticals

.

Due anni dopo, Roche acquisì Flatiron dai suoi fondatori per 1,9 miliardi di dollari.

 

Altri esempi dei primi investimenti di GV in aziende biotecnologiche e di scienze della vita includono una partecipazione in DNAnexus, un’azienda di sequenziamento del DNA; SynapDx, che forniva servizi di analisi di laboratorio per aiutare i medici a rilevare l’autismo in fase precoce; e 23andMe, un’azienda nota soprattutto per i suoi kit per test del DNA da utilizzare a casa, ma che conduce anche ricerche biomediche con dati aggregati dei clienti.

 

Il «laboratorio segreto» di Google collabora con l’industria farmaceutica per raccogliere dati genetici

Nel 2010, Google ha lanciato quello che viene comunemente chiamato il suo «laboratorio segreto», una divisione chiamata Google X (ora nota come X, The Moonshot Factory ). All’interno di Google X, è stato formato un team di “Scienze della vita” per promuovere le tecnologie mediche.

 

Tra i progetti “moonshot” di quel team c’era una tecnologia di «lenti intelligenti» per integrare microchip e altri dispositivi elettronici nelle lenti a contatto. La lente poteva misurare i livelli di glucosio nel fluido oculare ed essere monitorata in modalità wireless tramite un’app per smartphone.

 

Nel 2014, Google X ha concesso in licenza la sua tecnologia di lenti intelligenti alla multinazionale farmaceutica svizzera Novartis.

 

In precedenza importante sviluppatore di vaccini, nel 2015 Novartis ha venduto la sua attività di vaccini antinfluenzali a CSL (ora CSL Seqirus) e le restanti attività relative ai vaccini a GSK.

 

Dopo che il vaccino mRNA COVID-19 di Pfizer-BioNTech ha ricevuto l’autorizzazione all’uso di emergenza (EUA) dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense nel dicembre 2020, Novartis ha fornito assistenza alla produzione.

 

Sempre nel 2014, Google X ha lanciato lo «Studio di base» per raccogliere dati genetici e molecolari da migliaia di volontari. I dati sarebbero stati analizzati per determinare biomarcatori di malattie con l’obiettivo finanziario di supportare lo sviluppo di farmaci.

 

I critici hanno percepito un conflitto di interessi legato alla politica sulla privacy di Google e al suo modello aziendale di raccolta dei dati degli utenti per venderli a scopo di lucro.

 

Come ha osservato il Wall Street Journal, «l’idea che Google possa conoscere la struttura del corpo di migliaia di persone, fino alle molecole all’interno delle loro cellule», ha sollevato notevoli preoccupazioni in materia di privacy.

 

Il team di Google Life Sciences ha anche sviluppato robot chirurgici. Il progetto si è concretizzato nel marzo 2015, quando Google ha stretto una partnership con l’azienda di dispositivi medici Ethicon, una divisione del colosso farmaceutico Johnson & Johnson (J&J).

 

Nel febbraio 2017, Google ha ampliato la sua partnership con J&J formando una nuova joint venture, Verb Surgica«. Dopo quella che ha definito “una collaborazione strategica di successo», J&J ha acquistato le azioni di Google, rendendo Verb Surgical una sussidiaria interamente controllata da J&J.

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Google Life Sciences punta a «sconfiggere Madre Natura»

Nell’agosto 2015, Google ha annunciato una ristrutturazione aziendale e una nuova holding, Alphabet, con la quale Google è diventata una sussidiaria interamente controllata.

 

La prima nuova società creata sotto Alphabet, una scissione di Google X, si chiamava Google Life Sciences.

 

Come ha osservato Business Insider, la ristrutturazione ha indicato che «Google sta raddoppiando gli sforzi nel settore biotecnologico». Investor’s Business Daily ha riportato: «Google si riorganizza e si lancia nella tecnologia sanitaria».

 

Pochi mesi dopo la ristrutturazione aziendale, Google Life Sciences si è separata dal marchio Google ed è stata rinominata Verily Life Sciences.

 

Il co-fondatore e CEO di Verily era Conrad, che aveva diretto la ricerca e lo sviluppo tecnologico quando era ancora la divisione «scienze della vita» di Google X. Verily ha portato avanti gli sforzi di Google per progettare nuovi modi di raccogliere dati biometrici umani da riconfezionare in modo innovativo e vendere alle aziende biofarmaceutiche.

 

Riguardo al cambio di nome in sinonimo di «veramente», Conrad ha spiegato: «solo attraverso la verità sconfiggeremo Madre Natura».

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Verily collabora con GSK per sviluppare «medicinali bioelettronici»

GlaxoSmithKline, ora formalmente nota come GSK, è tra i produttori di vaccini autorizzati dalla FDA per l’uso negli Stati Uniti, con prodotti tra cui il vaccino contro la difterite, il tetano e la pertosse acellulare (DTaP) Infanrix e il vaccino bivalente contro il papillomavirus umano (HPV) Cervarix.

 

Nell’agosto 2016, Verily e GSK hanno annunciato una nuova joint ventureGalvani Bioelectronics, per sviluppare «medicinali bioelettronici», dispositivi impiantabili che modulano i segnali elettrici del sistema nervoso.

 

Nel consiglio di amministrazione di Galvani entrò anche il presidente di Global Vaccines di GSK, Moncef Slaoui, che in seguito divenne anche membro del consiglio di amministrazione di Moderna, che sviluppò il suo vaccino mRNA contro il COVID-19 in collaborazione con i National Institutes of Health (NIH).

 

Nel maggio 2020, Slaoui ha lasciato Moderna per supervisionare «Operation Warp Speed», l’iniziativa della prima amministrazione Trump volta a fornire un ingente sussidio dei contribuenti alle aziende biofarmaceutiche per il rapido sviluppo di vaccini contro il COVID-19.

 

Verily lancia una joint venture con un “leader nei vaccini”

Nel settembre 2016, Verily ha lanciato una joint venture con la multinazionale farmaceutica francese Sanofi, che si definisce «leader nel settore dei vaccini da oltre 100 anni».

 

Lo scopo della nuova azienda, Onduo, era quello di sviluppare dispositivi, software di analisi e farmaci per la gestione del diabete, con particolare attenzione all’assistenza virtuale, come il coaching sullo stile di vita online, le consulenze telefoniche o video con i medici e la prescrizione a distanza.

 

Onduo monitora i dati sanitari dei pazienti tramite dispositivi indossabili connessi a un’app mobile. Ad esempio, l’app si collega a un monitor di glucosio continuo per monitorare i livelli di zucchero nel sangue.

 

Alla fine del 2019, Sanofi ha concluso il suo ruolo operativo in Onduo, ma ha continuato a investire nell’azienda. Da allora, Onduo è diventata una sussidiaria interamente controllata da Verily, con il marchio «Verily Onduo» ora presente sul suo sito web come «soluzione di gestione dell’assistenza virtuale» per pazienti affetti da diabete e ipertensione.

 

Nel 2021, Google ha acquisito Fitbit, produttore di dispositivi indossabili per la raccolta dati. Da allora, Verily ha integrato in Onduo un tracker da polso Fitbit e un programma di fitness trainer basato su abbonamento.

 

E mentre Sanofi si è ritirata dalla sua joint venture con Verily, ha lanciato una nuova partnership con Google nel giugno 2019, descritta come «un nuovo laboratorio di innovazione virtuale».

 

L’obiettivo era quello di utilizzare le capacità di analisi di Google e la Google Cloud Platform per estrarre informazioni dai dati dei pazienti per lo sviluppo di farmaci.

 

Come riportato da Fierce Pharma, Sanofi sperava anche di utilizzare la tecnologia AI di Google «per aiutare a prevedere le vendite e ottimizzare le attività di marketing e della catena di fornitura».

 

L’app «Verily Me» di Google chiede agli utenti: «Quando ho fatto l’ultima vaccinazione antinfluenzale?»

Sotto il marchio Verily operava anche Baseline Study, l’iniziativa di Google X volta a raccogliere dati sanitari da un’ampia popolazione di volontari per promuovere lo sviluppo di farmaci.

 

Nell’aprile 2016, il CEO di Verily, Andrew Conrad, è stato criticato per aver assegnato un contratto di ricerca Baseline Study al California Health & Longevity Institute, una clinica di lusso di cui era in gran parte proprietario.

 

STAT ha spiegato come Verily potrebbe trarre profitto dal progetto «vendendo il tesoro di dati sanitari che intende raccogliere”. La sussidiaria di Alphabet era “già in trattative con i giganti farmaceutici per vendere l’accesso a quei dati».

 

Un anno dopo, l’operazione di data mining è stata riavviata con il nome di «Project Baseline», che Verily ha annunciato sarebbe iniziato con uno studio inaugurale per raccogliere un’ampia gamma di dati sanitari da 10.000 partecipanti nel corso di almeno quattro anni.

 

Tra i partner del progetto figuravano la Stanford Medicine e la Duke University School of Medicine, che hanno ospitato siti di reclutamento volontari. Un altro partner del Progetto Baseline era l’ American Heart Association (AHA). L’AHA ha lanciato una campagna per convincere le donne negli Stati Uniti a offrirsi volontarie come soggetti di ricerca.

 

Google ha fornito funzionalità di analisi e la Google Cloud Platform, dove i dati de-identificati sarebbero stati messi a disposizione degli scienziati per contribuire allo sviluppo dei farmaci.

 

Come riportato da MIT Technology, «Google conosce ogni dettaglio delle tue abitudini e dei tuoi interessi online. Ora Verily, la spin-off della società di ricerca specializzata in salute, chiede a 10.000 americani di fornirti una conoscenza approfondita del loro corpo».

 

Nel maggio 2019, Verily ha annunciato un’alleanza strategica con le aziende farmaceutiche Novartis, Otsuka, Pfizer e Sanofi per utilizzare Project Baseline nei programmi di ricerca clinica. L’obiettivo era accelerare il processo di approvazione dei nuovi prodotti da parte della FDA.

 

Solo negli ultimi mesi, Google ha nuovamente riavviato Project Baseline, questa volta ribattezzandolo «Verily Me» con un «Verily Lifelong Health Study» a corredo. Il suo precedente sito web, projectbaseline.com, ora reindirizza a verilyme.com, dove i visitatori possono scaricare un’app mobile gratuita per ricevere consigli personalizzati sulle opzioni di trattamento da discutere con il medico curante dell’utente.

 

L’app dispone anche di una funzione di registrazione dei pasti che fornisce feedback e suggerimenti, oltre a un chatbot AI, «Violet», addestrato a rispondere a domande sui dati sanitari, tra cui: «Quando è stata la mia ultima vaccinazione antinfluenzale?»

 

L’app richiede il consenso degli utenti affinché i loro dati sanitari e le loro cartelle cliniche vengano raccolti da Verily e condivisi con i suoi partner terzi. Gli utenti sono inoltre incoraggiati a partecipare al Verily Lifelong Health Study per contribuire a «portare sul mercato nuovi trattamenti e terapie».

 

L’iscrizione è semplice, si vanta il sito web, e gli utenti possono abbandonare lo studio in qualsiasi momento. Tuttavia, i dati degli utenti, come chiarisce la pagina delle FAQ, rimangono a Verily.

 

Come Alphabet ha supportato i lockdown

La manipolazione degli algoritmi di ricerca da parte di Google e la messa a tacere del dissenso da parte di YouTube non sono stati gli unici mezzi con cui Alphabet ha sostenuto la strategia finale del lockdown, ovvero la vaccinazione di massa forzata.

 

All’inizio, i sostenitori del lockdown avevano auspicato lo sviluppo di un sistema di «passaporto vaccinale», in base al quale sarebbe stata richiesta la prova della vaccinazione per poter viaggiare, lavorare o frequentare l’università.

 

Il WEF, ad esempio, ha sostenuto lo sviluppo di un’app mobile per il «passaporto sanitario digitale», «CommonPass», che fungerà da prova della vaccinazione contro il COVID-19, un requisito previsto per i viaggi aerei.

 

Microsoft ha collaborato con altre aziende tecnologiche e organizzazioni sanitarie per la «Vaccine Credential Initiative». IBM ha collaborato con l’OMS in un’iniziativa simile. L’amministrazione Biden ha collaborato con aziende private per raggiungere l’obiettivo di un sistema nazionale di passaporti vaccinali.

 

Come spiegato dal Washington Post nell’aprile 2021, i «passaporti vaccinali» sarebbero stati forniti sotto forma di app mobili contenenti «parti delle vostre informazioni sanitarie, in particolare il vostro stato di vaccinazione contro il coronavirus». Il Post ha definito un peccato che l’implementazione del sistema fosse «un grattacapo tecnico».

 

STAT ha segnalato la resistenza all’idea da parte dei titolari di attività commerciali, che temono le reazioni negative dei clienti, e il timore, tra gli esperti sanitari, che l’imposizione effettiva delle vaccinazioni possa minare la fiducia del pubblico nei vaccini.

 

Per supportare l’agenda autoritaria, Google ha collaborato con Apple per integrare un software di «contact tracing» negli smartphone, in modo da monitorare lo stato di infezione auto-segnalato dagli utenti e la vicinanza ai dispositivi Bluetooth di altri utenti che avevano aderito. Gli utenti venivano avvisati se entravano in contatto ravvicinato con qualcuno infetto.

 

dati sono stati forniti anche alle «autorità sanitarie pubbliche».

 

Dopo essere stata invitata dalle agenzie governative all’inizio di marzo 2020 a contribuire alla risposta alla pandemia, Verily ha anche sostenuto il programma sul passaporto vaccinale.

 

Fino a poco tempo fa, la pagina «Informazioni» di Verily vantava il suo «Programma Healthy at Work», incentrato sullo sviluppo di un’app per telefoni cellulari che forniva ai datori di lavoro l’accesso a dati aggregati anonimizzati per lo screening quotidiano dei sintomi dei lavoratori e i test PCR.

 

L’app è stata utilizzata in modo simile dalle università per monitorare gli studenti.

 

Dopo la distribuzione dei vaccini contro il COVID-19 nell’ambito dell’autorizzazione all’immissione in commercio (EUA) della FDA, l’app è stata aggiornata per monitorare anche lo stato vaccinale di lavoratori e studenti.

 

Successivamente, a Verily è stato assegnato un contratto da 38 milioni di dollari per supportare il National Wastewater Surveillance System del CDC, che monitora le acque reflue alla ricerca di virus per prevedere epidemie di malattie infettive.

 

Verily si unisce inoltre a una lunga lista di aziende farmaceutiche e biotecnologiche che hanno collaborato con l’NIH e la FDA per accelerare lo sviluppo e l’autorizzazione all’immissione in commercio di farmaci e terapie, la cosiddetta «Accelerating Medicines Partnership» o AMP.

 

Tra gli altri partner del programma di sovvenzioni fiscali figurano i produttori di vaccini GSK, Merck, Pfizer e Sanofi.

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Google «possiede» ancora la scienza

Quando Alphabet ha risposto al Congresso ammettendo come le informazioni veritiere fossero state censurate durante la pandemia di COVID-19, ha attribuito la colpa direttamente alla Casa Bianca e ha definito il problema come limitato al mandato presidenziale di Joe Biden.

 

Si trattava di una narrazione comoda da proporre all’opinione pubblica e al Congresso controllato dai repubblicani durante l’attuale secondo mandato dell’esecutore dell’«Operazione Warp Speed», il presidente Donald Trump.

 

La realtà è che la censura di Google è precedente alla pandemia e persiste ancora oggi.

 

Con l’aiuto di Google, i sostenitori dell’autoritarismo globale continuano a «possedere la scienza».

 

Gli account YouTube di molti creatori banditi per aver detto la verità, tra cui Children’s Health Defense, restano sospesi.

 

La pressione esercitata dall’amministrazione Biden non è né sufficiente né necessaria per spiegare la censura di Google. È ampiamente spiegata dalle operazioni di data mining e dalle innovazioni tecniche di Alphabet nei redditizi servizi offerti all’industria biofarmaceutica e alle agenzie governative.

 

Qui ci siamo concentrati su Verily, ma i tentacoli di Alphabet vanno ancora più in profondità, anche attraverso le sussidiarie Calico, Isomorphic Labs e DeepMind.

 

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Jeremy R. Hammond

 

© 19 novembre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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