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Spirito

Riflessione per questo Santo Natale

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Il tempo di Avvento riporta al suo interno numerose feste e ricorrenze liturgiche orientate al grande mistero dell’Incarnazione del Verbo: il Signore che deve venire avvolge infatti tutto questo tempo che precede il Natale nel trasporto dei cuori all’unica e vera ragione per cui «Dio ha amato così tanto il mondo da dare il Suo Figlio Unigenito» (Gv. 3, 16), ovvero la Salvezza, il riscatto dal Peccato che aveva chiuso le porte del Paradiso all’essere umano.

 

Ecco l’unico vero, assoluto motivo per cui Gesù, «pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo una condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (Fil. 2, 6-8).

 

Fra tutte le feste, però, ve n’è una particolarmente protesa alla mirabile spiegazione di quello che è l’appena accennato fine dell’Incarnazione del Verbo: la festa di San Tommaso Apostolo.

 

La figura di questo straordinario Apostolo di Gesù, spesso banalmente citato attraverso alcuni detti o motti, ha molto da insegnarci sul fine della nostra esistenza e, appunto, sulla ragione per cui Dio ci ha amati prima che noi amassimo Lui, e senza bisogno, in se stesso, di essere Lui amato dalle creature.

 

L’Apostolo Tommaso — come dimenticarlo — fu l’unico ad avere lo splendido privilegio di toccare con le proprie mani e di infilare il proprio dito nel costato e nelle mani piagate del Signore risorto.

 

Nella sua omelia sul brano evangelico di San Giovanni, che meglio narra della figura di San Tommaso, san Gregorio Magno dice che «veramente l’incredulità di Tommaso ci ha recato maggiore profitto della fede degli apostoli credenti, poiché, mentre egli è ricondotto alla fede mediante il senso del tatto, la nostra anima, libera da ogni dubbio, è resa solida nella fede».

 

Possiamo dunque certamente credere che la Santa Chiesa, come una buona madre, non a caso ha deciso di collocare, a pochi giorni dal Natale, la festa di San Tommaso Apostolo: il Tempo di Avvento, come dicevamo intriso, specie negli ultimi giorni, di tutte quelle profezie che riportano alla nascita del Salvatore, il 21 dicembre, festa dell’Apostolo, si prende, per così dire, una sorta di «pausa», mantenendo quella delicata e necessaria armonia che esiste tra i vari dogmi della nostra fede, in questo caso, tra l’incarnazione del Figlio di Dio e la sua gloriosa Risurrezione.

 

Sempre San Gregorio, nell’omelia per il terzo ufficio notturno della Dominica in Albis, ci fa comprendere sublimemente che proprio il brano evangelico del Cristo risorto (Gv. 20, 24-29) che viene letto per la festa di san Tommaso Apostolo, è anch’esso una valida preparazione per la vicina celebrazione della nascita di Gesù, soprattutto a ragione di un dettaglio misterioso evidenziato dall’evangelista: il Cristo risorto entra «a porte chiuse» (januis clausis) nel cenacolo dov’erano radunati gli apostoli:

 

«Le opere del nostro Redentore che non possono essere comprese in sé, devono essere considerate alla luce di altre meraviglie operate dal suo intervento, in modo che alcuni dei suoi prodigi possano acquistare maggiore credibilità dalla contemplazione di prodigi ancora più grandi. Infatti, quel corpo del Signore che entrò dov’erano i discepoli a porte chiuse (januis clausis), è lo stesso che si manifestò palesemente agli occhi umani fuoriuscendo dal grembo chiuso della Vergine, al momento della sua nascita. Perché, dunque, deve stupirci il fatto che entrò a porte chiuse dove si trovavano i discepoli dopo la sua Risurrezione, quando già stava per godere di un trionfo eterno, se quando venne a morire per noi non uscì dal grembo aperto della Vergine?»

 

Mistero davvero sublime, quello della nascita di Gesù attraverso il virgineo grembo di Maria Santissima. Il Signore uscì infatti dalla porta chiusa del grembo della Vergine, compromettendo in nulla l’integrità verginale di Lei, ed uscendo con un corpo non soltanto capace di soffrire, ma già proteso alla salda intenzione di morire per noi.

 

L’immagine del Bambinello in mezzo al bue e all’asinello, può indurci persino a meditare il momento della Passione e Morte del Signore in Croce in cui Egli, così come per la Sua nascita, stava «in mezzo»: l’asino per quanto ricopra varie rappresentazioni simboliche all’interno della Sacra Scrittura, può certo ricordarci un elemento legato al male; il bue, di contro, legato al bene.

 

Gesù entrerà in Gerusalemme a cavallo di un asino, a rappresentare la vittoria sul Demonio che già precede la Sua passione e Morte, in cui sarà, appunto, in mezzo fra il buon ladrone e quello cattivo.

 

Ma, ad ogni modo, in questo mirabile gesto di Amore gratuito che avviene attraverso l’Incarnazione finalizzata al Sacrificio di Gesù, con la conseguente restituzione della Grazia, possiamo meglio comprendere le parole di Maria nel canto del Magnificat: «Deposuit potentes de sede et exaltavit humiles».

 

In questi due lunghi anni abbiamo visto come Dio operi per vie a noi davvero sconosciute. Abbiamo visto situazioni, contesti, istituzioni ed infine soprattutto persone su cui non nutrivamo dubbi, inciampare sulle seduzioni del mondo, su un falso concetto di «salute del corpo».

 

Abbiamo visto tante delle nostre sicurezze crollare, tante convinzioni vacillare. Di contro, invece, abbiamo visto tante persone, per i più abiette, magari considerate «non all’altezza», risvegliare le proprie coscienze, nel silenzio e nel nascondimento. È così, d’altronde, che Dio si rivela.

 

Si rivela a chi, lontano dalle apparenze esteriori, aborre tutto ciò che riguarda «lo spirito umano» — e quanto esso oggi caratterizzi la festività del Natale tutti possiamo scorgerlo senza grosse difficoltà, laddove il male viene rappresentato dai problemi sociali e non dall’unico e vero Problema da cui tutto il resto discende: il Peccato.

 

Quello «spirito umano» fu quello che per nessuna ragione riuscì a toccare il cuore di Maria Santissima e di San Giuseppe durante le difficoltà del loro viaggio, in quella notte Santa. La povertà di quella grotta non li sgomenta: non vi era altro posto, per loro, in cui rifugiarsi. Eppure quello che deve nascere è il Figlio di Dio, il Re dei re: come può nascere in una mangiatoia? La risposta che Maria e Giuseppe trovano sta proprio nella consapevolezza che le opere di Dio sono distanti da quelle degli uomini, e che i Suoi pensieri non sono i nostri pensieri.

 

Sarebbe bastato un pizzico di quello «spirito umano» che s’impossessa di noi ogni giorno per abbatterli, scoraggiarli, vacillare nella Fede. E invece, no, la Madre di Dio e il padre putativo di Gesù, attraverso la loro umiltà, attraverso la loro docilità, dopo aver rispettato la volontà proveniente da un uomo pagano, sanno che così deve compiersi la più grande opera di Dio:

 

«Mentre un tranquillo silenzio avvolgeva ogni cosa e la notte nel suo celere corso era giunta a mezzo, l’onnipotente tua parola dal cielo, dal trono regale, si slanciò nel mezzo della terra» (Sap. 18,14).

 

Possa, la venuta del Salvatore, riempire i nostri cuori di quel sacro silenzio e di quella beata contemplazione all’interno della quale possiamo restituire, miseramente ed incomparabilmente, un briciolo di quell’amore che Dio ha immensamente elargito su di noi.

 

Buon Natale!

 

 

Cristiano Lugli

 

 

 

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Spirito

Stati Uniti, un disegno di legge dichiara antisemita il Nuovo Testamento

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La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato un disegno di legge volto ad adottare una definizione di antisemitismo che include l’affermazione secondo cui gli ebrei sarebbero stati coinvolti nell’esecuzione di Gesù Cristo. Pertanto, il Nuovo Testamento diventerebbe legalmente un testo antisemita.

 

La guerra di Gaza e la posizione degli Stati Uniti rischiano di avere un impatto formidabile sul Nuovo Testamento. Il disegno di legge arriva in un momento in cui le università americane sono state teatro di manifestazioni filo-palestinesi che, secondo i loro detrattori, sono talvolta sfociate nell’antisemitismo. Per molti politici, criticare l’invasione equivale ad antisemitismo.

 

Il Congresso ha approvato questo disegno di legge il 1° maggio 2024, che imporrebbe al Dipartimento dell’Istruzione di utilizzare la definizione di antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) nell’applicazione delle leggi antidiscriminazione. Molti membri del Congresso, sia democratici che repubblicani, che affermano di essere cristiani hanno votato a favore.

 

«L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei, che può essere espressa attraverso l’odio verso gli ebrei. Le manifestazioni retoriche e fisiche dell’antisemitismo sono dirette contro individui ebrei e non ebrei e/o le loro proprietà, contro le istituzioni della comunità ebraica e le strutture religiose», si legge in questa definizione.

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Il disegno di legge ha ricevuto il sostegno di 320 membri del Congresso, mentre 91 hanno votato contro. Va notato che la definizione implica che l’antisemitismo si esprime attraverso l’uso di simboli e immagini associati all’antisemitismo classico – ad esempio, l’affermazione che gli ebrei hanno ucciso Gesù o l’accusa di omicidio rituale per caratterizzare Israele o gli israeliani.

 

Il testo del disegno di legge afferma che richiederà al Dipartimento dell’Istruzione di “considerare la definizione di antisemitismo come parte della valutazione del Dipartimento per stabilire se la pratica sia motivata da intenti antisemiti” quando indaga sulla presunta discriminazione antisemita negli istituti scolastici superiori.

 

Gli oppositori della misura hanno messo in guardia. La rappresentante Marjorie Taylor Greene ha scritto: «L’antisemitismo è un male, ma oggi non voterò per l’Anti-Semitism Awareness Act del 2023 (HR 6090) che potrebbe condannare i cristiani di antisemitismo per aver creduto al Vangelo che dice che Gesù fu consegnato a Erode perché fosse crocifisso dai Giudei».

 

«Se sostenete questo disegno di legge sull’incitamento all’antisemitismo, non solo state sputando sul Primo Emendamento, ma state anche palesemente negando la Bibbia», ha scritto la conduttrice televisiva Blaze Lauren Chen.

 

Oltre alla questione biblica, i critici sostengono che il disegno di legge minacci la libertà di parola e potrebbe portare a restrizioni ingiustificate sull’espressione politica. La fattibilità del disegno di legge nel Senato controllato dai democratici è incerta e la sua interpretazione è oggetto di un acceso dibattito, che riflette profonde divisioni nella politica degli Stati Uniti nei confronti di Israele.

 

La proposta ha anche diviso la comunità ebraica, con alcuni gruppi ebraici liberali che si oppongono alla misura in quanto troppo ampia.

 

Sembra che i repubblicani stiano cercando di sfruttare le divisioni interne su come gestire altre politiche di sicurezza nazionale, come la guerra in Ucraina. Questa legge e le misure di sorveglianza universitaria consentono ai conservatori di mostrare una posizione chiara a favore di Israele, evidenziando al contempo le divisioni tra i democratici.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

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Gender

Papa Francesco dice alla suora pro-LGBT che i transessuali «devono essere integrati nella società»

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Papa Francesco ha detto alla suor Jeannine Gramick, eterodossa e censurata dal Vaticano, che «le persone transgender devono essere accettate e integrate nella società». Lo riporta LifeSiteNews.   I commenti del romano pontefice sono arrivati ​​in risposta a una lettera inviata da suor Gramick, in cui la religiosa pro-LGBT esprimeva la sua «tristezza e il mio disappunto per l’uso del concetto di “ideologia di genere”» nel documento recentemente pubblicato Dignitas infinita.   Pubblicata l’8 aprile, la dichiarazione vaticana Dignitas infinita critica la «teoria del gender». Citando la controversa enciclica Amoris Laetitia, l’autore della dichiarazione, il cardinale argentino Victor Manuel Fernandez – noto alle cronache, oltre che per encicliche contestate come la omosessualista Fiducia Supplicans, anche per libri di carattere erotico-spirituale come quelli sul bacio e sull’orgasmo – ha scritto che l’ideologia di genere «prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia».

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«La teoria del gender è che essa vuole negare la più grande possibile tra le differenze esistenti tra gli esseri viventi: quella sessuale», scrive la dichiarazione, aggiungendo che sono «da respingere tutti quei tentativi che oscurano il riferimento all’ineliminabile differenza sessuale fra uomo e donna».   Significativamente, tuttavia, il documento non fa menzione dell’omosessualità.   Rivelando i dettagli della comunicazione del Papa con lei, suor Gramick ha sottolineato di aver scritto al pontefice per la prima volta dopo la pubblicazione di Dignitas Infinita. Affermando di essere stata «molto triste» fin dalla sua pubblicazione, Gramick ha affermato che la «sezione del documento sulla teoria del genere, che condanna “l’ideologia di genere”, sta danneggiando» le persone con confusione di genere.   La suora filo-omotransessualista ha rivelato quindi di aver scritto a Francis «per raccontargli la mia tristezza e la mia delusione per l’uso del concetto di «ideologia di genere».   «Ho scritto di nuovo al nostro amato papa, dicendogli che, sfortunatamente negli Stati Uniti (e in altre parti del mondo), “ideologia di genere” ha un significato diverso» scrive la religiosa. «Non significa annullare o non rispettare le differenze. È vero il contrario: chi usa quel termine non considera né rispetta la storia e l’esperienza di genere di una persona. Credo che le persone che usano il termine “ideologia di genere” molto probabilmente non hanno mai accompagnato persone transgender».   Secondo suor Gramick, cofondatrice del gruppo catto-LGBT «New Ways Ministry», il papa avrebbe risposto che «l’ideologia di genere è qualcosa di diverso dalle persone omosessuali o transessuali. L’ideologia di genere rende tutti uguali senza rispetto per la storia personale. Capisco la preoccupazione per quel paragrafo di Dignitas Infinita, ma non si riferisce alle persone transgender ma all’ideologia di genere, che annulla le differenze. Le persone transgender devono essere accettate e integrate nella società».   Suor Gramick ha portato avanti la tesi, ritenuta da alcuni blasfema, secondo la quale Dio crea le persone con una differenza fondamentale nella loro identità fisica e in quella della loro anima, sostenendo che una persona confusa dal genere «si rende conto che il suo corpo non corrisponde alla sua anima».   «Le persone transgender non cancellano né negano le differenze sessuali o di genere. È proprio perché una persona transgender sa che esistono differenze di genere che si rende conto che il suo corpo non corrisponde alla sua anima».

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Suor Gramick, scrive LifeSite, «ha una lunga storia di dissenso dall’insegnamento cattolico sull’omosessualità e l’aborto ed è stato ufficialmente censurata da papa Giovanni Paolo II e dal cardinale Joseph Ratzinger nel 1999 ma ha ignorato l’ordine». Recentemente la suora «ha sostenuto che la Chiesa dovrebbe aiutare ad affermare gli individui che si identificano come transgender nella le loro identità sbagliate, suggerendo che Dio “intende” che tali persone abbraccino le loro tendenze disordinate e si presentino falsamente come il sesso opposto», secondo il sito prolife canadese.   «La Chiesa dovrebbe aiutare a rimuovere il dolore in modo che la persona possa diventare una cosa sola nella mente e nel corpo come Dio intende», ha detto la suora, accusando la Chiesa di imporre un «serio fardello» alle persone che hanno confusione riguardo al proprio sesso affermando la realtà della loro natura sessuata.   Nonostante la sua lunga storia di eterodossia e di sostegno a posizioni che contravvengono all’insegnamento cattolico, Gramick ha trovato negli ultimi anni il favore di Papa Francesco, ricevendo numerose lettere da lui a sostegno del suo gruppo pro-LGBT e del suo attivismo personale.   Durante l’incontro del Sinodo sulla sinodalità del 2023, è stata ricevuta dal Papa in un’udienza privata concessa a lei e ai suoi colleghi della New Ways Ministry, il gruppo che ha co-fondato nel 1977 con il sacerdote dissidente Robert Nugent. L’udienza papale è stata descritta come l’occasione per evidenziare una «nuova apertura» al lavoro della Gramick.   Nel 1999 il Prefetto della Congregazione della Fede cardinale Joseph Ratzinger, futuro papa Benedetto XVI, firmava la notifica sul caso di suor Gramick e di padre Nugent.   «La diffusione di errori ed ambiguità non è coerente con un atteggiamento cristiano di vero rispetto e compassione: le persone che stanno combattendo con l’omosessualità hanno, non meno di altre, il diritto di ricevere l’autentico insegnamento della Chiesa da coloro che li seguono pastoralmente», scriveva il documento co-firmato dall’allore Segretario della CDF Tarcisio Bertone.   «Le ambiguità e gli errori della posizione di padre Nugent e di suor Gramick hanno causato confusione fra i Cattolici ed hanno danneggiato la comunità della Chiesa. Per questi motivi a Suor Jeannine Gramick, SSND, ed a Padre Robert Nugent, SDS, è permanentemente vietata ogni attività pastorale in favore delle persone omosessuali ed essi non sono eleggibili, per un periodo indeterminato, ad alcun ufficio nei loro rispettivi Istituti religiosi.   «Penso che nel lungo termine… Papa Francesco stia gettando le basi per un cambiamento nella sessualità», aveva detto Gramick lo scorso autunno, in risposta a una domanda sulla possibilità di «un cambiamento sostanziale nell’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità».

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I segni del favore di Bergoglio nei confronti dei transessuali si sono moltiplicati negli anni del suo enigmatico papato.   Come riportato da Renovatio 21, nel 2015 il Dicastero aveva risposto negativamente alla stessa richiesta.   I segni di avvicinamento al transgenderismo, in effetti, si sono moltiplicati lungo tutto il papato bergogliano.   A fine gennaio 2015, un «uomo transgender» – nato in Ispagna come donna – dichiarò di aver avuto un’udienza privata con il papa, dove, secondo alcuni articoli di giornale, Bergoglio avrebbe «abbracciato» il 48enne transessuale.   A Napoli, sempre nel 2015, il romano pontefice, fu riportato dai media globali mangiò con «carcerati gay e transessuali».   Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso il pontefice ha incontrato dei trans in «pellegrinaggio» in Vaticano. «Gli ho baciato la mano, lui ha baciato la mia» avrebbe detto il trans paraguagio Laura. Nel 2020 invece aveva devoluto un obolo una tantum a dei trans sudamericani del litorale romano che a causa del lockdown si erano dovuto rivolgere in parrocchia. Arrivò l’elemosiniere, il polacco cardinale Krajewski, già noto per aver ridato la corrente ad un centro sociale, per saldare bollette e affitti e procurare generi di prima necessità. Nel 2015 papa Francesco aveva invece ricevuto in Vaticano un transessuale spagnuolo.   Come riportato da Renovatio 21l’ambasciata USA presso la Santa Sede sei mesi fa ha celebrato il «Transgender Day of Remembrance», il «giorno del ricordo transgender che offre un omaggio «a quelli della comunità transgender che sono stati assassinati a causa dell’odio». Durante il mese di giugno, l’ambasciata statunitense issò una grande bandiera omotransessualista – e immaginiamo abbiano fatto lo stesso anche all’ambasciata di Riyadh o di Islamabad. Ad ogni modo, non è noto se la Santa Sede abbia protestato.   Lo scorso novembre, in un segno ulteriore e sempre più definitivo, papa Francesco ha presieduto un pasto in Aula Paolo VI dove erano presenti anche «quarantaquattro individui transgender e quattro volontari» provenienti dalla parrocchia di Torvajanica (Roma), che da alcuni anni si dedica all’accoglienza e all’instaurazione di amicizia con queste persone.     L’agenzia Associated Press ha pubblicato un video dell’evento che seguiva i trans sin da quando sono saliti in pulmino. Il filmato si chiude con un’immagine della Basilica di San Pietro vista da via della Conciliazione e la scritta «Papa Francesco ha fatto dell’apertura alla comunità LGBTQ+ uno dei segni principali del suo papato».   Come riportato da Renovatio 21, il cardinale Fernandez aveva fatto un’ulteriore «apertura» magisteriale nei confronti dell’omotransessualismo firmando per Dicastero della Dottrina della Fede, assieme al pontefice un documento in cui apriva per i transgender la possibilità di fare da padrini (madrine, o quello che è) ai battesimi.  

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Spirito

Il Vaticano riforma il suo sistema giudiziario

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Attraverso un nuovo motu proprio reso pubblico il 19 aprile 2024, il Sommo Pontefice ha modificato molte leggi che regolano l’ordinamento giudiziario della Santa Sede, armonizzandolo con il vicino ordinamento italiano. È questo un modo per trarre insegnamento da numerose questioni nate all’indomani del «processo del secolo», la cui onda d’urto continua a scuotere le mura del recinto leonino.

 

69 è il numero delle Lettere apostoliche in forma di motu proprio promulgate sotto l’attuale pontificato.

 

Questo atto giuridico è un motu proprio che, in sei articoli, modifica le norme giudiziarie dello Stato Pontificio. Il documento riguarda in parte l’attività dei magistrati ordinari fino ai 75 anni, e fino agli 80 anni per i giudici cardinali. Resta inoltre aperta la possibilità da parte del Sommo Pontefice di prolungare caso per caso il mandato dei magistrati, fissando modalità di remunerazione, di fine rapporto e di pensioni.

 

Altri provvedimenti hanno suscitato una reazione più forte da parte dei giuristi italiani, come quelli riguardanti la responsabilità civile dei magistrati o il potere conferito al Papa di intervenire nel corso di un processo nominando un vicepresidente o cessando dal servizio di un magistrato il quale, «per comprovata incapacità», non sarebbe più in grado di esercitare le sue funzioni.

 

D’ora in poi chi ritiene di aver subito un danno potrà avviare un procedimento giudiziario contro lo Stato della Città del Vaticano, che potrà a sua volta rivolgersi a un magistrato se sarà dimostrato che ha causato un danno.

 

Questo è un modo per allineare il sistema del microStato a quanto avviene in Italia, dove la responsabilità del magistrato è indiretta, per far sì che un cittadino non possa agire direttamente contro un giudice che gli ha fatto torto nel corso di un processo. Si tratta di una misura intesa a garantire la libertà, l’indipendenza e la tutela dei magistrati contro eventuali pressioni esterne.

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Per motivare questa evoluzione, Francesco evoca «gli anni di esperienza che hanno fatto sentire la necessità di una serie di cambiamenti». È difficile non vedere in ciò una scossa di terremoto provocata dal processo del secolo conclusosi provvisoriamente nel dicembre 2023. Provvisoriamente, perché, oltre alla Segreteria di Stato e all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA), tutti gli altri attori, imputati e parti civili, hanno impugnato la decisione dei giudici.

 

Molti giuristi italiani sottolineano che l’attuale pontificato ha riscritto le regole quattro volte durante la fase istruttoria del recente grande processo, sia come modo per colmare un vuoto normativo per alcuni, sia come modo per il Romano Pontefice di mantenere il controllo sullo svolgimento del processo.

 

Inoltre, il Tribunale vaticano – che è stato teatro di diverse riforme negli ultimi anni – resta composto prevalentemente da avvocati e pubblici ministeri che hanno ricoperto o ricoprono incarichi in Italia e che, di conseguenza, non sempre hanno una perfetta conoscenza della normativa usi e consuetudini della Santa Sede, né del diritto della Chiesa.

 

In un contributo scritto dopo la sentenza, uno dei legali degli imputati nel processo del secolo, Cataldo Intrieri, ha denunciato le «contraddizioni» del sistema giudiziario vaticano e gli «esorbitanti poteri» concessi ai pubblici ministeri che, a suo dire, aveva portato ad una procedura giudiziaria «molto lontana dai criteri adottati in uno Stato di diritto».

 

È una critica che il nuovo motu proprio tenta forse di disarmare, anche se non è realistico pretendere dal papato – che resta nella sua essenza monarchico – una separazione assoluta dei poteri.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

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Immagine di Jorge Valenzuela A via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

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