Gender
Riciclo degli organi genitali: chirurgo transgender vuole eseguire uno scambio nell’ospedale di Nuova York

Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
L’urologo Miroslav Djordjevic, uno dei chirurghi di riassegnazione sessuale più importanti al mondo, ha un incubo e un sogno quando pensa al milione e mezzo di persone transgender stimate nell’Europa occidentale.
L’incubo è gettare nella spazzatura il pene e i testicoli di 700.000 uomini e gli uteri e le ovaie di 700.000 donne. Il sogno è una banca dei tessuti che permetta ai medici di accedere a parti del corpo compatibili e scambiare questi preziosi organi.
«Ora siamo alla fase finale», ha detto il dottor Djordjevic nell’ultimo episodio di Doctor Podcasts, su YouTube. «L’approccio finale sarà il trapianto del pene. Questo è il mio obiettivo principale, l’obiettivo della mia carriera. E spero che questo futuro sia iniziato ieri».
La maggior parte dei suoi pazienti sono candidati ideali, poiché sono generalmente giovani, sani e poco più che ventenni, ha aggiunto.
Negli ultimi anni ha trapiantato con successo utero, ovaie e testicoli nei suoi pazienti. «Da tutti questi tre trapianti abbiamo avuto un parto. Questo è un ottimo risultato», ha detto.
Il dottor Djordjevic esercita a Belgrado, in Serbia, e all’ospedale Mount Sinai, a Nuova York. Il Mount Sinai lo considera un chirurgo transgender di punta.
«Stiamo cercando di trovare un modo per utilizzare tutti gli organi genitali previsti per la rimozione durante un intervento chirurgico di transizione per migliorare la vita degli altri che richiedono questo intervento e consentire loro di condurre una vita normale», afferma sul sito web del Monte Sinai.
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Immagine screenshot da YouTube
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Gender
Il transgenderismo è in declino tra i giovani americani: «una moda in declino»

Un recente rapporto indica un calo nell’identificazione transgender tra i giovani americani, dopo il picco registrato durante l’amministrazione Biden.
Il rapporto, intitolato «The Decline of Trans and Queer Identity among Young Americans», redatto dal professor Eric Kaufmann, analizza i dati di studenti universitari negli Stati Uniti attraverso sette fonti.
I risultati mostrano che l’identificazione transgender è scesa a circa la metà rispetto al massimo raggiunto nel 2023, passando dal 7% al 4%.
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Tra il 2024 e il 2025, meno studenti universitari del primo anno si sono identificati come «trans o queer» rispetto agli studenti dell’ultimo anno, invertendo la tendenza osservata nel 2022-2023.
Anche l’identificazione come «non binario» (né uomo né donna) è diminuita della metà in tre delle cinque fonti di dati dello studio. L’identificazione eterosessuale è in aumento, pur rimanendo inferiore rispetto al 2020, mentre quella gay e lesbica è rimasta stabile.
«Questo suggerisce che la non conformità di genere/sessuale continuerà a diminuire», ha scritto Kaufmann su X, commentando i risultati, definendo l’identità transgender e queer una «moda» ormai in declino.
«Il calo delle persone trans e queer sembra simile allo svanire di una tendenza», ha affermato, sottolineando che tale cambiamento è avvenuto indipendentemente dalle variazioni nelle convinzioni politiche o nell’uso dei social media, ma con un ruolo significativo del miglioramento della salute mentale.
«Gli studenti meno ansiosi e, soprattutto, meno depressi [sono] associati a una minore percentuale di identificazioni trans, queer o bisessuali», ha aggiunto.
Come riportato da Renovatio 21, gennaio, il presidente Trump – che prima di rientrare alla Casa Bianca aveva promesso di fermare la «follia transgender» dal primo giorno della sua presidenza –ha firmato un ordine esecutivo per vietare al governo federale di finanziare o promuovere la transizione di genere nei minori. «Questa pericolosa tendenza sarà una macchia nella storia della nostra nazione e deve finire», ha dichiarato.
Sono seguiti interventi dell’amministrazione Trump contro il reclutamento di trans nell’esercito (nonché la cacciata dei già recluati) e la partecipazione di transessuali maschi alle gare sportive delle donne. «la guerra allo sport femminile è finita» ha dichiarato il presidente americano.
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Secondo il Williams Institute, il 76% delle persone transgender (circa 2,8 milioni) ha meno di 35 anni, di cui il 25% (724.000) è tra i 13 e i 17 anni. Il rapporto evidenzia che la composizione razziale delle persone transgender riflette quella degli Stati Uniti. Circa un terzo si identifica come donna, un terzo come uomo e un terzo come non binario.
Dal 2022, il Williams Institute stima che il numero di persone transgender sia cresciuto da 1,6 milioni a 2,8 milioni, un aumento del 75% in tre anni.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa uno studio dell’ente americano Public Religion Research Institute (PRRI) aveva rivelato che più di un americano su quattro (28%) di età compresa tra 18 e 25 anni, nota come Generazione Z, si è identificato come LGBT.
La «moda» ora può essere finita. Tuttavia, ci chiediamo: quale ne è stato il prezzo?
Quanti ragazzi castrati per sempre? Quante ragazze mutilate dei seni? Quanti adolescenti intossicati di steroidi sintetici? Quante famiglie lacerate e distrutte?
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