Connettiti con Renovato 21

Politica

Putin commenta l’incidente aereo di Prigozhin: condoglianze, ricordi, giudizi

Pubblicato

il

Il presidente russo Vladimir Putin ieri sera ha rotto il silenzio e commentato l’incidente che avrebbe coinvolto il capo della Wagner Evgenij Prigozhin e altri membri della compagnia militare privata.

 

Evgenij Prigozhin era un uomo dai molti talenti che ha dato un «contributo significativo» alla lotta contro i neonazisti in Ucraina, ha detto Putin parlando con i giornalisti al Cremlino, dove stava incontrando il presidente ad interim della Repubblica di Donetsk Denis Pushilin, raccontando di conoscere Prigozhin dall’inizio degli anni ’90 e giudicandolo come «un uomo dal destino complicato».

 

«Aveva commesso gravi errori nella sua vita, ma aveva anche ottenuto dei risultati. Per se stesso e per la nostra causa comune, quando glielo ho chiesto in questi ultimi mesi», ha aggiunto Putin, definendo Prigozhin come «un uomo d’affari di talento» che ha lavorato in Russia e in Africa commerciando in petrolio, gas, metalli preziosi e gemme.

 

Il presidente russo ha detto che Prigozhin era apparentemente appena tornato dall’Africa e aveva incontrato alcuni funzionari russi.

 

 

«Sembra che i dati primari indichino che erano presenti anche i dipendenti della ditta Wagner. Vorrei sottolineare che si tratta di persone che hanno dato un contributo significativo alla nostra causa comune di lotta contro il regime neonazista in Ucraina», ha sottolineato Putin, puntualizzando che la Nazione russa ricorda, sa e «non dimenticherà» il contributo di Wagner alla lotta contro il nazismo.

 

Prigozhin era sulla lista dei passeggeri dell’aereo privato Embraer precipitato mercoledì nella regione di Tver, in rotta da Mosca a San Pietroburgo. Tutti e sette i passeggeri e tre membri dell’equipaggio morirono. Le autorità russe stanno ancora lavorando per identificare i corpi, ma si presume che Prigozhin sia tra loro, insieme ad altri sei leader Wagner.

 

L’Agenzia federale russa per il trasporto aereo (Rosaviatsiya) aveva confermato mercoledì sera che il Prigozhin, era elencato tra i passeggeri a bordo del volo, tuttavia è noto che egli facesse cambiare il nome di alcuni suoi sottoposti in Evgenij Prigozhin di modo da camuffare i suoi spostamenti. Si ricorda, inoltre, che il Prigozhin è «sopravvissuto» ad un altro incidente aereo nel 2019, quando lo diedero per morto in un aereo caduto in Congo, ma, con evidenza, non era vero.

 

Putin ha espresso le sue sincere condoglianze alle loro famiglie e ha promesso che le indagini sull’incidente sarebbero state approfondite.

 

L’incidente è avvenuto esattamente due mesi dopo il fallito ammutinamento di Wagner contro l’esercito russo. Prigozhin aveva accusato il ministero della Difesa russo di aver attaccato una base Wagner e inviato un convoglio di truppe verso Mosca, mentre assumeva il posto di comando militare a Rostov sul Don.

 

Putin aveva condannato l’ammutinamento come equivalente a tradimento aveva ha avviato un procedimento penale contro Prigozhin. Le accuse furono tuttavia ritirate in pochi giorni, poiché Prigozhin accettò di sciogliere gran parte di Wagner e di partire con il resto per la Bielorussia e l’Africa, come parte di un accordo mediato dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko.

 

Sulla questione è arrivata anche la dichiarazione del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, che ha chiesto di prestare attenzione ai fatti e non alle notizie dei media. «È stata avviata immediatamente un’indagine, è stato aperto un caso, gli investigatori stanno lavorando. Suggerirei di concentrarsi sui fatti e non su ciò che dicono i media occidentali», ha detto Lavrov ai giornalisti.

 

Come riportato da Renovatio 21, è difficile barcamenarsi nella ridda di informazioni contraddittorie, sul caso, e non è da escludere che anche questa sia un’ennesima maskirovka, una messa in scena per disorientare il nemico.

 

 

 

 

 

Immagine screenshot da Twitter

 

 

 

Continua a leggere

Politica

Lavrov accusa: le elezioni in Moldavia segnate dai brogli

Pubblicato

il

Da

Le elezioni parlamentari di domenica in Moldavia, in cui il partito filo-UE PAS ha conquistato una maggioranza risicata, sono state segnate da evidenti «frodi» e manipolazioni, ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov.

 

Il PAS, guidato dalla presidente Maia Sandu, orientata verso l’Occidente, ha ottenuto il 50,2% dei voti, seguito a ruota dalle opposizioni con il 49,8%. L’alleanza Blocco Elettorale Patriottico, favorevole a un rafforzamento dei legami con la Russia e alla neutralità costituzionale, si è piazzata seconda con il 24,2%.

 

Tuttavia, il processo elettorale è stato compromesso da un accesso al voto disuguale. In Russia, dove risiede una delle più grandi comunità della diaspora moldava al mondo (fino a 500.000 persone), sono stati aperti solo due seggi, con un totale di circa 4.100 voti espressi. Al contrario, in Italia – dove la diaspora moldava è generalmente più pro-europea – sono stati inaugurati decine di seggi, permettendo a migliaia di persone di votare.

 

Parlando con i giornalisti martedì dopo il forum del Valdai Club, Lavrov ha descritto le elezioni come un ulteriore passo nella trasformazione dell’ex repubblica sovietica in un avamposto anti-russo.

Sostieni Renovatio 21

«Sandu è da tempo una delle principali promotrici della retorica anti-russa. Queste elezioni sono state una frode», ha accusato il ministro, esprimendo stupore per quanto apertamente la Moldavia abbia «manipolato» i voti.

 

Lavrov ha denunciato che le autorità moldave hanno ostacolato il voto dei residenti della Transnistria chiudendo i ponti di accesso. La Transnistria, regione separatista nata dal collasso dell’Unione Sovietica nei primi anni ’90, non è mai stata riconosciuta da Chișinău, che tentò di reintegrarla con la forza nel 1992.

 

Da allora, il conflitto rimane congelato, e molti abitanti della Transnistria possiedono la cittadinanza moldava e il diritto di voto. La regione riveste un’importanza cruciale per l’economia moldava.

 

«Nonostante le manipolazioni, non tutti sono riusciti a votare, ma l’opposizione patriottica ha comunque ottenuto più voti in Moldavia rispetto al partito di Maia Sandu», ha osservato Lavrov. «Con questi metodi “legali”, non se la cavano granché bene».

 

Nel frattempo, i rappresentanti dell’UE hanno ignorato le numerose denunce di irregolarità e le proteste sull’accesso disuguale ai seggi, con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha celebrato la scelta della Moldavia per «Europa, democrazia e libertà».

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

 

Continua a leggere

Politica

Nigel Farage può diventare il prossimo premier britannico

Pubblicato

il

Da

Secondo gli ultimi sondaggi, Nigel Farage appare destinato a diventare il prossimo primo ministro britannico.Un recente sondaggio MRP condotto da YouGov indica che, in caso di elezioni domani, Reform UK, guidato da Farage, otterrebbe 311 seggi su 650 alla Camera dei Comuni.   Attualmente, il partito ne detiene solo cinque.Nelle stime più conservative e ottimistiche, Reform conquisterebbe tra 271 e 342 seggi.Per una maggioranza assoluta servirebbero 326 seggi, ma il partito potrebbe comunque formare un governo attraverso una coalizione o come maggioranza relativa.   Al contrario, il Partito Laburista, al potere, si attesterebbe tra 118 e 185 seggi, rispetto ai 401 attuali. Un tale esito segnerebbe una sconfitta storica per i laburisti, la peggiore dal 1931. I Conservatori performerebbero ancor peggio, con una previsione di 28-68 seggi e un quarto posto tra i partiti.   Sarebbe il risultato più disastroso nella storia del partito, dai tempi del suo predecessore Tory negli anni ’70 del Seicento.Il sondaggio YouGov evidenzia che il 75% dei guadagni di Reform deriverebbe dal Partito Laburista, con oltre la metà dei parlamentari laburisti sostituiti da esponenti di Reform.   Il partito ha focalizzato la sua strategia elettorale sui collegi tradizionali laburisti, dove molti elettori pro-Brexit puntano a limitare l’immigrazione.Diversi big della politica rischierebbero di perdere il seggio, tra cui ministri laburisti come Bridget Phillipson, Ed Miliband, Lisa Nandy, Wes Streeting e Yvette Cooper. Tra i Conservatori, figure chiave come James Cleverly, Priti Patel e Robert Jenrick potrebbero essere sconfitti.   Reagendo al sondaggio, Farage ha commentato: «Questa nuova indagine seminerà il panico tra i parlamentari laburisti e conservatori in vista dei congressi dei loro partiti».L’indagine ha coinvolto 13.000 intervistati.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Continua a leggere

Politica

La sfida di Hezbollah: immagine di Nasrallah su sito turistico a un anno dalla morte

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Domani ricorre il primo anniversario dell’uccisione in un raid israeliano del leader storico del «Partito di Dio» e del suo delfino Hachem Safieddine. Sfidando il premier e le direttive del governo, il movimento ha proiettato i loro volti sulla roccia di Raouché davanti a migliaia di sostenitori. I rischi di una crisi di governo e di un ritorno all’impunità.

 

L’autorità dello Stato, in particolare del presidente del Consiglio, Nawaf Salam, è stata gravemente violata ieri sera da Hezbollah: il Partito di Dio ha infranto un divieto amministrativo e proiettato l’immagine del segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, e del suo delfino Hachem Safieddine, sulla roccia di Raouché, importante sito turistico sulla corniche di Beirut. Si è trattato del momento clou della commemorazione del primo anniversario dell’assassinio dei due uomini, sepolti vivi nei loro quartier generali sotterranei dalle bombe dell’aviazione israeliana al culmine della guerra che aveva opposto lo Stato ebraico a Hezbollah nell’autunno 2024.

 

Decine di migliaia di sostenitori del movimento sciita filo-iraniano hanno partecipato all’evento, che cade alla vigilia dell’uccisione avvenuta il 27 settembre dello scorso anno. Tuttavia, il movimento Amal ha preso le distanze dalla manifestazione, senza però condannarla. Al contempo, due richieste di atterraggio di voli provenienti da Teheran di personalità che desideravano partecipare alla commemorazione di ieri sono state respinte.

 

Resta però l’episodio, che critici ed esperti di politica definiscono una umiliazione deliberata di Salam. Dal luogo della manifestazione, che ha riunito decine di migliaia di sostenitori, il giornalista dell’emittente televisiva Al-Manar (di proprietà di Hezbollah) Ali Berro ha pubblicato un video in cui si rivolgeva al premier apostrofandolo con parole umilianti. Al suo fianco, con il volto sorridente, vi era Wafic Safa, l’eminente e attuale segretario generale del partito filo-iraniano.

 

«Nawaf, l’hajj (Wafic Safa) ti saluta e ti dice: lo accenderemo, Nawaf, e ti oscureremo» si sente dire dal giornalista, il quale aggiunge una volta illuminata la grotta: «Ecco, Nawaf, l’abbiamo illuminata, nonostante te e nonostante il tuo padrone Yazid», riferendosi all’emissario saudita in Libano, l’emiro Yazid ben Farhan. «Anche dopo il suo martirio, il suo indice ti ha spezzato la testa, ti ha spezzato il collo e ha spezzato la tua decisione» aggiunge parlando di Hassan Nasrallah. Tra la folla, una donna si rivolge a Nawaf Salam e al presidente Joseph Aoun: «Tenetevi la vostra roccia, presto vi nasconderete lì – ha gridato – come scarafaggi».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Crisi ministeriale

La vicenda ha scatenato una mini crisi ministeriale in Libano e il capo del governo ha annullato tutti i suoi appuntamenti in calendario per oggi. Il premier ha quindi denunciato su X (ex Twitter) una «flagrante violazione dell’autorizzazione concessa dal mohafez della città». «Di conseguenza, ho contattato i ministri degli Interni, della Giustizia e della Difesa» ha proseguito «affinché adottino le misure appropriate, compreso l’arresto dei responsabili e il loro rinvio a giudizio affinché siano puniti in conformità con le leggi vigenti».

 

Il primo ministro ha inoltre sottolineato che «questo comportamento riprovevole non ci distoglierà dalla nostra decisione di ricostruire uno Stato basato sulla legge e sulle istituzioni; al contrario, rafforza la nostra determinazione a compiere questo dovere nazionale». Assieme ai due leader di Hezbollah sono stati proiettati anche i ritratti del presidente della Camera e dei due ex primi ministri, Saad Hariri e suo padre Rafic Hariri, che circondavano Hassan Nasrallah.

 

Un gesto che ha provocato l’ira e le reazioni sdegnate di sostenitori della Corrente del Futuro, che hanno parlato apertamente di «provocazione». Rafic Hariri era stato ucciso a Beirut il 14 febbraio 2005, durante il periodo di dominio siriano sul Libano, in un attentato suicida con un furgone bomba. Nel 2022, il Tribunale speciale delle Nazioni Unite per il Libano (Tsl) aveva condannato in contumacia due membri di Hezbollah all’ergastolo per questo attentato.

Iscriviti al canale Telegram

Ritorno dell’impunità?

A dispetto della determinazione dimostrata dal governo, alcuni osservatori temono che si stia delineando un «ritorno all’impunità» prebellica e che il consenso sulla consegna delle armi di Hezbollah, che esclude l’uso della forza, serva in realtà al partito per ricostituire le proprie riserve. Certo, la caduta della dittatura siriana lo ha privato di ogni possibilità di rifornimento di armi via terra, ma è evidente che «continua a pagare i suoi combattenti» e che «la sua rete di istituzioni funziona ancora in Libano» secondo testimoni ed esperti citati dall’AFP.

 

L’inviato statunitense Tom Barrack, che ha criticato la lentezza del processo di disarmo di Hezbollah, ha affermato a inizio settimana che il gruppo riceveva «60 milioni di dollari al mese», senza specificarne la provenienza. La somma potrebbe anche essere superiore a tale importo, secondo alcuni, poiché diversi membri e sostenitori del movimento rivelano, dietro garanzia di anonimato, di continuare a ricevere pagamenti mensili in contanti. I combattenti beneficiano di un importo tra i 500 e i 700 dollari al mese, una somma consistente considerando che il salario minimo in Libano è oggi di 300 dollari.

 

Nel luglio scorsa la Banca centrale ha vietato qualsiasi transazione con la società finanziaria Al-Qard al-Hassan, legata ad Hezbollah e soggetta a sanzioni da parte degli Stati Uniti. Tuttavia, secondo alcune testimonianze l’istituzione – i cui uffici sono stati bombardati in passato da Israele – continua a funzionare regolarmente.

 

Molto popolare dal crollo del settore bancario nel 2019, concede prestiti in dollari a fronte di depositi in oro. Secondo gli esperti, l’economia di Hezbollah si basa in gran parte sui flussi di contante – aziende, cripto-valute, bonifici bancari e fondi di beneficenza – talvolta trasportati da voli commerciali.

 

In risposta il Libano ha sospeso a tempo indeterminato i voli provenienti dall’Iran a febbraio, dopo le minacce di Israele.

 

Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne.

Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine da Twitter

 

 

 

 

Continua a leggere

Più popolari