Scuola
Professoressa assassinata da studente delle medie in una scuola francese
Martedì, uno studente di una scuola media francese ha aggredito mortalmente un assistente insegnante con un coltello durante un controllo bagagli di routine, ha riferito la polizia dell’Alta Marna.
L’insegnante è stata trasportata d’urgenza in ospedale, ma è morta in seguito a causa delle ferite riportate. Anche un agente coinvolto nell’arresto dell’aggressore quattordicenne è rimasto ferito nell’incidente, ha scritto il quotidiano locale Journal de Haute-Marne (JHM), citando un corrispondente presente sul posto.
L’attacco si verifica in un contesto di diffusa preoccupazione per l’aumento della criminalità legata all’uso di armi da taglio nel Paese. La polizia francese ha intensificato le perquisizioni casuali delle borse nelle scuole per contrastare il crescente numero di incidenti.
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«Uno studente ha estratto un coltello e ha ferito gravemente un assistente», mentre gli agenti controllavano le borse alla Dolto Middle School di Nogent, ha dichiarato la polizia locale in un comunicato stampa martedì. «L’aggressore, neutralizzato dagli agenti presenti sul posto, è attualmente in custodia cautelare presso la gendarmeria di Nogent».
In una dichiarazione rilasciata martedì su X, il presidente francese Emmanuel Macron ha condannato l’attacco, definendolo parte di «un’insensata ondata di violenza».
La vittima lascia un figlio piccolo, ha scritto il primo ministro francese Francois Bayrou su X. «I nostri pensieri vanno al suo bambino, alla sua famiglia, ai suoi cari e all’intera comunità educativa», ha scritto.
«La minaccia delle armi da taglio tra i nostri bambini è diventata critica», ha scritto Bayrou, sottolineando l’importanza di rendere il problema «un nemico pubblico».
Ovviamente, Bayrou e tutti i media in coro non citano le origini etniche del ragazzo – dettaglio che potrebbe dare qualche ragguaglio sull’uso del coltello – di cui al momento non sappiamo nulla. Né, come accade sempre, sapremo se lo studente assumeva droghe legali prescritte da qualche psichiatra ed acquistate con tranquillità in farmacia.
Ad aprile, dopo che un’adolescente era stata uccisa e tre studenti sono rimasti feriti in un accoltellamento di massa in una scuola privata di Nantes, Bayrou ha chiesto «controlli più intensivi nei dintorni e all’interno delle scuole».
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Il ministero dell’Istruzione francese ha riferito che 958 controlli casuali delle borse hanno portato al sequestro di 94 coltelli nelle scuole di tutta la Francia tra la fine di marzo e la fine di aprile.
Come riportato da Renovatio 21, nelle stesse ore in Austria si è avuta una grande strage in una scuola superiore, dove un ex studente avrebbe massacrato almeno dieci persone prima di suicidarsi.
La scuola, luogo di avviamento alla vita dell’individuo e della società, sta diventando un luogo di morte: che si tratti della nuova funzione assegnatale dallo Stato moderno e dalla Necrocultura?
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Pensiero
Se la realtà esiste, fino ad un certo punto
I genitori si accorgono improvvisamente che la biblioteca scolastica mette a disposizione degli alunni strani libri «a fumetti» dove si illustra amabilmente il bello della liaison omoerotica.
L’intento degli autori è inequivocabile, quello di presentare un modello antropologico indispensabile per una adeguata formazione dell’individuo in crescita… Meno chiaro appare nell’immediato se la scuola, nel senso dei suoi responsabili vicini o remoti, di questa trovata educativa abbiano coscienza e conoscenza.
Di istinto, i genitori dell’incolpevole alunno si chiedono se tutto ciò sia proprio indispensabile per uno sviluppo armonico della psicologia infantile, magari in sintonia con i suggerimenti più elementari della natura e della fisiologia.
Tuttavia, poiché anche lo zeitgeist ha una sua potenza suggestiva, a frenare un po’ il comprensibile sconcerto, in essi affiora anche qualche dubbio sulla adeguatezza culturale dei propri scrupoli educativi, tanto che sono indotti a porsi il dubbio circa una loro eventuale inadeguatezza culturale rispetto ai tempi, votati come è noto, a sicure sorti progressive.
Ma il caso riassume bene tutto il paradosso di un fenomeno che ha segnato questo quarto di secolo e soltanto incombenti tragedie planetarie, mettono un po’ in sordina, finché dagli inciampi della vita quotidiana esso non riemerge con tutta la sua inaspettata consistenza.
Infatti la domanda sensata che si dovrebbero porre questi genitori, è come e perché una anomalia privata abbia potuto meritare prima una tutela speciale nel recinto sacro dei valori repubblicani, per poi ottenere il crisma della normalità e quindi quello di un modello virtuoso di vita; il tutto dopo essersi insinuata tanto in profondità da avere disattivato anche quella reazione di rigetto con cui tutti gli organismi viventi si difendono una volta attaccati nei propri gangli vitali da corpi estranei capaci di distruggerli.
Eppure, per quanto giovani possano essere questi genitori allarmati, non possono non avere avvertito l’insistenza con cui questa merce sia stata immessa di prepotenza sul mercato delle idee, quale valore riconosciuto, dopo l’adeguata santificazione dei cultori della materia ottenuta col falso martirio per una supposta discriminazione. Quella che già il dettato costituzionale impediva ex lege.
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Ma tutta l’impalcatura messa in piedi intorno a questo teatro dell’assurdo in cui i maschi prendono marito, le femmine si ammogliano nelle sontuose regge sabaude come nelle case comunali di remote province sicule, non avrebbe retto comunque all’urto della ragione naturale e dell’evidenza senza la gioiosa macchina da guerra attivata nel retrobottega politico con il supporto della comunicazione pubblica e lasciata scorrazzare senza freni in un mortificato panorama culturale e partitico.
Nella sconfessione della politica come servizio prestato alla comunità, secondo il criterio antico del bene comune, mentre proprio lo spazio politico è in concreto affollato da grandi burattinai e innumerevoli piccoli burattini, particelle di un caos capace di tenere in scacco «il popolo sovrano». Una parte cospicua del quale si sente tuttavia compensato dalla abolizione dei pronomi indefiniti, per cui tutte e tutti possono toccare con mano tutta la persistenza dei valori democratici.
Non per nulla proprio in omaggio a questi valori è installato nella anticamera della presidenza del Consiglio, da anni funziona a pieno regime un governo ombra, quello terzogenderista dell’UNAR. Un ufficio che ha lavorato con impegno instancabile, e indubbia coerenza personale, alla attuazione del «Piano» (sic) elaborato già sotto i fasti renziani e boschiani, per la imposizione capillare nella società in generale e nella scuola in particolare, di tutto l’armamentario omosessista.
Il cavallo di battaglia di questa benemerita entità governativa è la difesa dei «diritti delle coppie dello stesso sesso», dove sia il «diritto», che la «coppia» hanno lo stesso senso dei famosi cavoli a merenda.
Ecco dunque un esempio significativo ed eccellente di quella desertificazione della politica per cui il governo ombra guidato da interessi particolari in collaborazione e in sintonia con centri di potere radicati in istituzioni sovranazionali, possa resistere ad ogni cambio di governo istituzionale senza che ne vengano disinnescati potere e funzioni.
I partiti, dismessi gli apparati ideologici, e omogeneizzati nella sostanza, sono ridotti a «parti», alla moda di quelle fiorentine che pure un qualche ideale di fondo ce l’avevano, anche se tutte si assestavano su un gioco di potere.
Qui prevale il gioco dei quattro cantoni, dove tutti sono guidati dall’utile di parte che coincide a seconda dei casi con l’utile politico personale o ritenuto tale. Un utile calcolato tra l’altro senza vera intelligenza politica ovvero senza intelligenza tout court. Anche chi si è abbigliato di principi non negoziabili, alla bisogna può negoziare tutto, perché secondo il noto Principio della Dinamica Politica, «Tutto vale fino ad un certo punto».
Tajani, insieme a Rossella O’Hara ci ha offerto il compendio di tutta la filosofia occidentale contemporanea. Quindi dobbiamo stare sereni. Ma i genitori attoniti devono comprendere che quei libretti e questa scuola non sono caduti dal cielo. Sono il frutto di una politica diventata capace di tutto perché incapace a tutto sotto ogni bandiera.
Patrizia Fermani
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Scuola
Mostri nei loro barattoli e nella loro formaldeide
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