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«Prevost in evidente e inquietante continuità con Bergoglio»: mons. Viganò sulle nuove nomine di Leone XIV

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L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha pubblicato su X un testo con le sue considerazioni sulle recenti nomine operata dal nuovo papa Leone XIV.

 

«È normale e umanamente comprensibile che oltre un decennio di aperta persecuzione dei Cattolici da parte di colui che si presentava come loro Papa possa indurre molti di noi a desiderare una tregua, a sperare che Nostro Signore dia alla Sua Chiesa se non un novello Pio X almeno un altro Benedetto XVI» scrive il prelato.

 

«Ma questo legittimo desiderio – certamente animato da buoni sentimenti e dall’amore per la Chiesa – non può trasformarsi in una realtà virtuale nella quale, anche contro ogni evidenza, tutto deve essere per forza letto come una conferma di ciò che vorremmo, e non di ciò che realmente accade. Non possiamo costruirci una “chiesa virtuale” con un “papato virtuale” che amiamo e serviamo in una finzione consolante ma irreale» ammonisce monsignore.

 

 

Viganò attacca la recentissima nomina a vescovo di San Gallo, in Svizzera, di un presbitero noto per le sue posizioni ultra-progressiste (nonché allievo di uno dei principali fiancheggiatori della famigerata «Mafia di San Gallo». Poi continua citando «la nomina di una suora come Segretario di Dicastero in linea con la nomina di una Prefetta da parte di Bergoglio», poi ancora «i ripetuti richiami ai documenti ereticali del predecessore e al Vaticano II» e pure «le dichiarazioni su ecumenismo e sinodalità e infine l’accettazione della frode climatica».

 

Tutti questi punti, dice il presule lombardo, «pongono Robert Francis Prevost in evidente e inquietante continuità con il predecessore, e non saranno certo la stola e la mozzetta a cambiare la realtà».

 

«Guardare la realtà con occhi soprannaturali ci aiuti a riconoscere gli inganni del Maligno e ci spinga, oggi più che mai, a riporre ogni nostra speranza in Cristo Re e Pontefice, perché soccorra e protegga la Sua Chiesa. Colui che è la Via, la Verità e la Vita ci sia di guida in un mondo ribelle votato alla perdizione, alla menzogna e alla morte».

 

Molti cattolici tradizionalisti si erano messi in una posizione di attendismo, se non di vera speranza, dopo aver visto Prevost uscire dall’elezione con mozzetta e stola. Alcuni si erano fatti trasportare dalle parole del fratello maggiore, attivista MAGA che aveva dichiarato al giornalista britannico Piers Morgan che con lui «non vedremo le donne prete». Va ricordato, tuttavia, che a poche ore dall’elezione al Soglio di Prevost, l’altro fratello, più pacato e meno schierato a favore di Trump, aveva dichiarato che il papato di Leone sarà in continuità con quello bergogliano.

 

Leone XIV ha citato ben due volte il predecessore Giorgio Mario Bergoglio nel suo discorso dal balcone, per poi citare immediatamente il Concilio Vaticano II nel suo primo discorso ai cardinali, provocando la reazione del vescovo kazako Athanasius Schneider, che ha ricordato che il primo impegno del papa è il Vangelo, non il Concilio Vaticano II. L’imperativo del Concilio è stato sollevato ancora da Prevost nel suo messaggio subitaneo alle organizzazione ebraiche in tutto il mondo.

 

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Brasile, quasi 500 cresime conferite da mons. Fellay

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Durante sei cerimonie tenutesi nelle ultime settimane presso i vari centri di messa serviti dalla FSSPX in Brasile, quasi 500 fedeli hanno ricevuto il sacramento della Cresima. Le celebrazioni più significative si sono svolte l’1 e il 2 novembre, quando mons. Fellay ha confermato 162 fedeli a San Paolo e ha accolto 14 postulanti nel Terz’Ordine.  

Fedeli venuti da lontano

La cerimonia di São Paulo ha riunito non solo i fedeli della città, ma anche cresimandi provenienti da diverse regioni del Paese. Alcuni hanno percorso 300, 400 o persino 1.500 chilometri per ricevere il sacramento. Questi sforzi dimostrano la sete spirituale di ricevere i sacramenti e la determinazione di molti cattolici a vivere la propria fede pienamente, nonostante le distanze.  

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Un invito alla fiducia e al coraggio

Nelle sue omelie, mons. Fellay ha sottolineato la sublime realtà della presenza dello Spirito Santo nella pienezza dei suoi doni. Ha incoraggiato i cresimandi a non lasciarsi intimidire dalle pressioni del mondo o dalla prospettiva di isolamento che la fedeltà alla fede può portare. La cresima dà ai cristiani la forza di resistere, di amare e di andare avanti, finché Dio rimane come protettore, compagno e artista divino nella trasformazione delle anime. Con queste cresime e i nuovi membri del Terz’Ordine, la Casa Autonoma della FSSPX in Brasile conferma il suo dinamismo, guidata da una gioventù numerosa e motivata.  
Articolo previamente apparso su FSSX.News

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460 giovani festeggiano Cristo Re a Diessenhofen

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L’incontro internazionale di Cristo Re, organizzato dal Movimento Giovanile Cattolico (KJB), fondato dalla FSSPX, ha riunito quest’anno la cifra record di 460 giovani di lingua tedesca. Provenienti da Svizzera, Germania e Austria, si sono riuniti sulle rive del Reno a Diessenhofen, in Svizzera, per tre giorni di preghiera, formazione e comunione cristiana, dal 24 al 26 ottobre 2025.

 

Inizia il fine settimana: preghiera e accoglienza

I primi partecipanti si sono riuniti venerdì sera per la Compieta, seguita da un momento conviviale. Sabato mattina, l’incontro è iniziato con la Messa nella chiesa del Monastero di Santa Caterina, celebrata da Padre Tobias Zahner. Nella sua omelia, ha sottolineato il ruolo indispensabile della Chiesa in un mondo travagliato e l’ha descritta come una «scialuppa di salvataggio in tempi di tempesta».

 

Formazione, scambi e scoperte

Il programma del sabato pomeriggio è stato ricco e variegato, con tredici workshop che hanno affrontato temi che spaziano dalla vita interiore alle questioni etiche, passando per le sfide attuali che la Chiesa e la società si trovano ad affrontare.

 

Parallelamente, un’ampia area relax e scoperta ha permesso ai ragazzi di partecipare a vari giochi, gare, discussioni spontanee e attività manuali, come la realizzazione di rosari.

 

Diversi stand hanno ospitato scuole cattoliche, ordini religiosi, movimenti mariani, enti di beneficenza e iniziative missionarie. La rivista Der Gerade Weg ha presentato il suo nuovo numero, mentre la fiera ha offerto un ambiente rilassato per il networking.

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Fiaccolata nel centro storico

Sabato sera, una fiaccolata ha attraversato il centro storico. Con le candele in mano, accompagnati dalla banda musicale e dalla statua del Sacro Cuore, i giovani si sono diretti cantando e pregando verso la chiesa del monastero, dove erano attesi per l’adorazione del Santissimo Sacramento e la solenne compieta della festa di Cristo Re.

 

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Intervento del Superiore Generale: speranza e fedeltà

Domenica mattina, Padre Davide Pagliarani, Superiore Generale della FSSPX, ha tenuto una conferenza sulla Chiesa alla luce dell’Apocalisse. Ha ricordato ai presenti che la Chiesa deve rimanere fedele ai suoi insegnamenti senza lasciarsi ridurre a semplici concetti mondani.

 

Durante la sessione di domande, ha incoraggiato i giovani sottolineando i segnali di speranza, tra cui il crescente numero di vocazioni nei seminari tradizionali.

 

Il momento clou: la messa solenne di Cristo Re

La festa di Cristo Re quest’anno ha assunto un carattere speciale, in occasione del centenario dell’enciclica Quas Primas (1925). L’organo barocco del monastero è stato suonato da un giovane organista di Ratisbona, e il coro, la schola della KJB-Svizzera e un ensemble di ottoni hanno contribuito alla bellezza della liturgia. A causa dell’elevato numero di partecipanti, è stato necessario celebrare contemporaneamente una seconda Messa.

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Nuovo motto per il 2026

Durante il banchetto di chiusura è stato svelato il nuovo motto annuale:

 

«Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei» (Ef 5,25).

 

Questo messaggio accompagnerà i giovani della KJB per tutto l’anno 2026, invitandoli ad approfondire la loro fedeltà quotidiana e a far risplendere la regalità sociale del Nostro Signore.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.News

 

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Spirito

Il cardinale Zen mette in guardia dalla sinodalità: «Non è forse questo il suicidio della Chiesa cattolica?»

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In un post sul blog pubblicato questa settimana sul suo sito web personale, il cardinale cinese in pensione Joseph Zen, 93 anni, ha espresso un’altra dura critica al Sinodo sulla sinodalità e al defunto papa Francesco.   Francesco si è lasciato alle spalle «caos e divisione», ha detto Sua Eminenza. «La nostra più grande speranza è che papa Leone unisca la Chiesa sul fondamento della verità, radunandoci tutti nella missione dell’evangelizzazione. Dobbiamo offrire le nostre preghiere e i nostri sacrifici per papa Leone».   Zen non ha esitato a condividere le sue preoccupazioni sul processo sinodale. Dopo la morte di Francesco, Sua Eminenza aveva avvertito gli elettori prima del conclave che la Chiesa si trova ad affrontare una «questione di vita o di morte» mentre si confronta con esso. In un commento pubblicato nel febbraio 2024, Sua Eminenza ha affermato di sperare che «questo Sinodo sulla “sinodalità” possa concludersi con successo».   Nel suo commento di questa settimana, Zen si è detto preoccupato che la Chiesa cattolica sia «diventata come la Chiesa anglicana» e che apparentemente stia «commettendo un suicidio assimilandosi» al mondo.   «Certo… i fedeli dovrebbero partecipare agli affari della Chiesa, ma la leadership dei vescovi non può essere esclusa», ha affermato a proposito del sinodo. Ma «il recente Sinodo [del 2024] sulla sinodalità non è stato più un Sinodo nel senso tradizionale… ha lanciato un’ibrida “assemblea consultiva dei battezzati”».   Zen ha poi criticato il documento finale del sinodo, definendolo ambiguo e sperimentale. Ha anche accusato la Fiducia Supplicans, che consente la benedizione delle «coppie» omosessuali, di aver causato «notevoli tumulti e profonde divisioni all’interno della Chiesa».

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Sua Eminenza ha inoltre osservato che se Dio lo chiamasse al martirio, sarebbe una grande «grazia», ​​e che è «difficile» per le anime in questi tempi scoprire la verità e la saggezza e condividerle con gli altri. Sua Eminenza ha aggiunto che la verità non è ciò che questa o quella persona pensa, ma piuttosto la consapevolezza di essere «figli di Dio» e che Cristo è morto per i nostri peccati.   Per molti anni Zen ha rimproverato il Vaticano per la sua politica di compiacimento nei confronti del Partito Comunista Cinese in merito alla nomina dei vescovi. Allo stesso tempo, ha concluso il suo post affermando di essere devoto alla Cattedra di San Pietro.   «La mia critica a certe azioni papali nasce proprio dalla mia profonda riverenza per il Papa», ha affermato, citando diversi versetti del Vangelo, tra cui Matteo 14 e Luca 22, che fanno riferimento rispettivamente al momento in cui San Pietro, che non era ancora papa, dubitò di Nostro Signore mentre camminava sulle acque e quando Cristo gli disse che lo avrebbe rinnegato tre volte.   A ottobre, il cardinale Zen ha denunciato il pellegrinaggio LGBT all’interno della Basilica di San Pietro. «Il Vaticano era a conoscenza di questo evento in anticipo, ma non ha emesso alcuna condanna in seguito. Lo troviamo davvero incomprensibile!», ha esclamato, chiedendo che venissero compiuti sacrifici di preghiera e digiuno.   Lo scorso ottobre il porporato cinese ha condannato il «pellegrinaggio» giubilare LGBT nella Basilica di San Pietro «offesa a Dio».   Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato lo Zen si era scagliato contro Fiducia Supplicans arrivando a chiedere le dimissioni dell’autore del testo, il cardinale Victor «Tucho» Fernandez, eletto da Bergoglio a capo del Dicastero per la Dottrina della Fede.   Il porporato in questi mesi ha attaccato con estrema durezza il Sinodo sulla Sinodalità, accusando Bergoglio di usare i sinodi per «cambiare le dottrine della Chiesa», nonché «rovesciare» la gerarchia della Chiesa per creare un «sistema democratico».   Come riportato da Renovatio 21, pochi giorni fa il cardinale Zen ha celebrato una messa tradizionale per la festa del Corpus Domini e ha guidato una processione per le strade di Hong Kongo, città dove le autorità, ora dipendenti da Pechino, lo hanno arrestato ed incriminato, nel silenzio più scandaloso del Vaticano (mentre, incredibilmente, il Parlamento Europeo esorta la Santa Sede a difenderlo!), con il papa Bergoglio a rifiutarsi di difendere il cardinale in nome del «dialogo» con la Cina comunista che lo perseguita.

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Immagine di Jindřich Nosek (NoJin) via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0); immagine croppata
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